Il sogno della vostra vita...

[six00]

Le due in pista fanno i soliti numeri, Oscar mi allunga mezza caletta in cambio di dieci miseri eurini, andiamo un altro paio di volte al bar nel giro di poco, e poi, mentre ero lì che mi dimenavo nella mia trance, l’Ale piglia il limone dal cuba in bocca e me lo passa, così, in finta di niente piena.

ma caletta che vuol dire, che ti sei calato mezza pasticca?

[Diegosfgt]

so bene di mettermi alla gogna digitale e che una paginetta decontestualizzata suonerà ridicola, però ecco qua...

Serata semi perversa in locale normale (Amnesia) ma prevalentemente gay al sabato (serata Billy). Avevo già deciso di andare con Oscar e i suoi amici ma, sorpresa sorpresa, mi arriva un messaggino della Chiara che mi chiede che faccio e casualmente come sia la serata Billy. Sono un po’ scazzato a dir la verità e credo si capisca dal mio tono di voce; uno dei miei difetti principali è quello di essere troppo spesso un libro aperto. Organizziamo le liste, dicono di essere sole ma poi qualche ometto compare sempre, e così anche stavolta la regola non sfugge. Però con loro mi trovo comunque da Dio e difficilmente passo serate memorabili senza di loro. Prima dell’estate uscivo tutte le sere, la mia vita era simile a quella di una rock star, almeno per quanto riguarda la salute. Quest’anno mi sono ripromesso di uscire solo due volte a settimana, con l’obiettivo di vincere i campionati italiani di body building categoria peso/altezza. Le uscite sono molte meno, e quindi molto più intense, e l’intensità la raggiungo spesso con loro. Faccio cose impensabili per chi mi conosce superficialmente, data l’impressione del bravo ragazzo che do a prima vista. Ogni tanto mi chiedo se sono così dentro o mi comporti così per essere più vicino a loro due. Ma guardando nel mio passato scorgo solo una gran voglia di evadere ed uscire dal cerchio che mi è stato disegnato attorno, esperienze stravaganti, talvolta estreme in assoluta scioltezza, sempre alla ricerca di nuovi limiti, incurante del pensiero altrui. Mi mancavano solo i “compagni di merende”, ma adesso li ho trovati. Però mi sorge un’altra domanda: fino a che punto si spingerebbe la mia necessità di provare nuove emozioni se avessi dei “soci” più estremi? Ci troviamo all’ingresso con due coppie di miei amici, loro due e 3 loro amici, che però, disgustati o spaventati dal tipo di gente che accede al locale, van via verso lidi più tranquilli (con mia grande soddisfazione). Gli dico che non c’è nulla di strano nel locale, loro fanno pesare il fatto di essere steward e che hanno girato il mondo e che ne hanno viste certamente più di tutti, mi salta fuori un po’ di cattiveria visto che non è il caso che si mettano a fare i fighi con me e gli dico “Diciamo che siete un po’ i Bruce Chatwin del precotto…”. Non capiscono la battuta naturalmente, poco male. Aspettiamo i miei amici gay, ma le donne, freddolose come al solito, premono per entrare, e dato il ritardo ci iniettiamo nella bolgia. Li becchiamo più tardi all’interno del locale, naturalmente vicini al bar. E poco dopo compaiono il ragazzo della Chiara e un altro ragazzo che credo essere il tipo dell’Ale. Mi giro verso Oscar, il mio amico gay, e gli dico, “non avevo dubbi”, e poi lo dico anche all’Ale che mi risponde inaspettatamente “neanch’io”. Le due in pista fanno i soliti numeri, Oscar mi allunga mezza caletta in cambio di dieci miseri eurini, andiamo un altro paio di volte al bar nel giro di poco, e poi, mentre ero lì che mi dimenavo nella mia trance, l’Ale piglia il limone dal cuba in bocca e me lo passa, così, in finta di niente piena. Colgo l’occasione al volo e faccio lo stesso con un cubetto di ghiaccio, volendomi soffermare un po’ più a lungo, ma lo accetta e gira la testa dall’altra parte. Mi mancano un po’ di passaggi, ma ad un certo punto ricordo che le raccontavo quanto mi piacesse il suo modo di essere come Alice nel paese delle meraviglie, secondo me, come Amelie nel suo favoloso mondo secondo lei. E che per dirla tutta mi fa impazzire. E ci tocchiamo di brutto, molto esplicitamente, mentre balliamo le infilo una mano nei pantaloni e la tiro verso di me. L’unica cosa che la fa sobbalzare un po’, e non capita spesso, è quando mi abbasso davanti a lei e proprio all’altezza giusta le mordo i pantaloni…E’ contenta, andiamo di nuovo al bar ma per prendere un po’ d’acqua questa volta, quasi stremati. Nel frattempo ci siamo un po’ spogliati, in mezzo alla pista, io le avevo tolto il suo toppettino di lycra nero e lei la mia camicia sciancrata che su di lei, si perché ce li siamo scambiati, era estremamente sexy, come fosse la prima cosa che indossa una donna dopo una notte di sesso a casa del suo uomo. Il suo invece mi arrivava a mala pena all’ombelico, ma in quel posto di gay ero assolutamente in linea con l’ambiente. Con la bottiglietta d’acqua ci dirigiamo verso la pista ma, con tutti i divanetti lì a portata di mano attorno mi sembrava proprio un peccato non approfittarne, e poi c’erano tutti i presupposti, morivo dalla voglia di baciarla ed ero sicuro che l’avrei fatto. Invece no, si lascia toccare d’appertutto , mi avvicino più e più volte alle sue labbra con la bocca a pesce, ma niente da fare. Davo così per scontato la cosa che le avevo pure detto di mandare Chiara a casa con la sua macchina che l’avrei accompagnata io. “Dio come mi resisti” le sospiro, sorride, si accuccia sopra di me per riposarsi, o per farmi capire che il contatto le piace ma niente più. Accetto il rifiuto, assaporo la sua vicinanza, la serata finisce così.

Fa cagare.
Però è quel tipo di roba che i ragazzi di oggi potrebbero facilmente apprezzare, perché è una letteratura "gggiovane".
Potrebbe avere successo, basti pensare ai libri che oggi vanno per la maggiore.

[Hombrillo]

esatto è molto stile enrico brizzi, stile giovane di tendenza
inserirei qualche bestemmia e qualche "K"

[kei-saa]

esatto è molto stile enrico brizzi, stile giovane di tendenza
inserirei qualche bestemmia e qualche "K"

[Leonida]

Fa cagare.
Però è quel tipo di roba che i ragazzi di oggi potrebbero facilmente apprezzare, perché è una letteratura "gggiovane".
Potrebbe avere successo, basti pensare ai libri che oggi vanno per la maggiore.

è il pensiero che non volevo scrivere per gentilezza

[BESTIOLINA]

esatto è molto stile enrico brizzi, stile giovane di tendenza
inserirei qualche bestemmia e qualche "K"

ma le K gia di per se stesse sono una bestemmia

[Hombrillo]

ma le K gia di per se stesse sono una bestemmia

[MIRROR]

Comincio io: da piccolo sognavo di fare il calciatore della Nazionale e di segnare un gol nella finale dei mondiali. Poi da adolescente sognavo di diventare un grandissimo chitarrista. Ora è da un pò di tempo che ho smesso di sognare

A voi la parola

un mio amico ripeteva sempre questa frase... ora purtroppo non c'é più... sogna amico mio... sogna.

[marcandrea]

Il sogno della vostra vita...

due sogni realizzati, adesso mi manca il terzo

[ghcoleman]

esatto è molto stile enrico brizzi, stile giovane di tendenza
inserirei qualche bestemmia e qualche "K"

c'è anche qualcosa di più introspettivo, tipo

Sto per andare a letto, lenti tolte, denti lavati, proteine bevute. Appena spengo la luce le lacrime cercano di uscire nel mondo reale, tenute nascoste da tempo ma questa volte si sono fatte più intraprendenti e non riesco a trattenerle. Non oppongo la solita resistenza, sono stanco, e piango a dirotto; lenzuola, cuscino, maglietta, le goccie della memoria non risparmiano niente. Sono consapevole di essere uno stereotipo, un luogo comune, nient’altro che questo e niente di più squallido. Il trader re del mercato finanziario e della vita notturna milanese, circondato da belle quanto inutili donne, col suo bel tavolo nella zona VIP in un locale di corso como, un paio di bottiglie di Cristal giusto per far vedere che i soldi ci sono in abbondanza; l’istruttore di palestra che si scopa le clienti, le casalinghe inquiete e le ragazzine alla ricerca di nuovi brividi. Palestrato, curato nel vestire e gran frequentatore di centri estetici, ceretta, ciglia, lampade abbronzanti, macchina sportiva, moto superpotente e scooter da fighetto. Ho passato la mia vita cercando di suscitare invidia, probabilmente ho fatto solo pena. Più mi muovo e più cerco di distinguermi, più rientro in un clichet dal quale non riesco più a liberarmi. Sono esattamente l’immagine delle etichette che la società mi ha proposto e che io faccio finta di odiare ma alle quali mi adeguo, anzi faccio di tutto per far aderire il contenuto alla confezione. Per questo ho solo rapporti superficiali, nessuno è interessato a conoscermi, l’etichetta dice già tutto ed io dò l’idea che non ci sia nient’altro da scoprire.

[ghcoleman]

ma caletta che vuol dire, che ti sei calato mezza pasticca?

si, il protagonista...

[ghcoleman]

Fa cagare.
Però è quel tipo di roba che i ragazzi di oggi potrebbero facilmente apprezzare, perché è una letteratura "gggiovane".
Potrebbe avere successo, basti pensare ai libri che oggi vanno per la maggiore.

effettivamente il livello culturale della gioventù odierna è talmente basso che potrebbe anche piacere.

apprezzo cmq la sincerità, e non dico per dire. i giudizi negativi sono sempre più importanti di quelli positivi perchè più sinceri

[Hombrillo]

sembra in parte autobiografico giusto?

cmq se posso permettermi si scrive "cliché" non "clichet"

[ghcoleman]

sembra in parte autobiografico giusto?

cmq se posso permettermi si scrive "cliché" non "clichet"

beh, non sono uno scrittore e qualcosa dalla realtà l'ho preso. solo qualcosa però, non vivo così male...

[Superfustakkion]

diventare un monarca come Stalin e far soffrire le persone che dico io