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la ministra dell'istruzione e la meritocrazia (per gli altri)
OT: ale mi ha detto che Brunetta ieri ha parlato di riforma o abolizione dell'ARAN e di conteggi economici (non forniti pare) per neutralizzare la disparità tra inflazione reale e inflazione programmata nel contratto P.A.
...se abolisce l'aran chi avremo come interlocutore?
...magari recuperassimo tutto il potere d'acquisto perso. Ma temo che questo risultato non ce lo avrebbe concesso neppure un governo monocolore di rifondazione comunista...
Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.
Ciò non toglie che, spesse volte, le censure da loro propagandisticamente operate, sia attinenti alla realtà, o per lo meno in parte.
Attendo curioso le famose "fasi 2" delle loro azioni: Brunetta e il suo piano industriale nelle P.A. e Gelmini con la riforma.
Ricordo con tristezza la fase 2 dell'operato Bersani, che di fatto non avvenne mai.
Il problema è che la fase uno è semplice, e di riscontro popolare.
La fase due spesso invece è così complessa da non essre effettuata
Vedo che anche tu nutri poche illusioni sulla fase 2. D'altra parte la famosa fase premiale non si capisce bene su che base dovrebbe avvenire. Chi segnalerà le eccellenze? Sulla base di quali parametri?
E proprio osservando l'operato e quello che si vuole fare della scuola (e in un disegno più ampio della cutura, in Italia) che la cosa non mi piace affatto.
L'analisi di Ma_ su ciò che diventeranno le scuole è allarmante, e il quadro generale (ricordiamoci anche le sparate di Bossi su istruzione Nord-Sud) fa temere per il futuro di quello che è il comparto più importante del nostro come di tutti i paesi, l'educazione, l'istruzione, come vogliamo che crescano i giovani.
Il discorso sulla riforme della scuola e l'impianto "aziendalista" che lo ispira sarebbe illuminante. Magari potremo farlo in un'altra discussione
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
E proprio osservando l'operato e quello che si vuole fare della scuola (e in un disegno più ampio della cutura, in Italia) che la cosa non mi piace affatto.
L'analisi di Ma_ su ciò che diventeranno le scuole è allarmante, e il quadro generale (ricordiamoci anche le sparate di Bossi su istruzione Nord-Sud) fa temere per il futuro di quello che è il comparto più importante del nostro come di tutti i paesi, l'educazione, l'istruzione, come vogliamo che crescano i giovani.
Devo dire che ne so poco a riguardo, e limito perciò un giudizio sulla reintroduzione del maestro unico alle elementari, il voto in condotta, i voti numerici, il grembiule.
Trovo il primo utile economicamente e anche nel merito, dato che ho avuto una sola maestra che se l'è cavata egragiamente e non capsico come un alunno di seconda elementare necessiti di due/tre maestre (eccezion fatta per quelle di sostengo ai diversamente abili, s'intende).
Il voto in condotta è utile.
Il resto scelte di parte.
Non posso aggiungere altro in effetti sula riforma.
Originariamente Scritto da PrinceRiky
una volta un noto utente di bodyweb ha cagato una tab di bcaa intera. non chiedermi come se ne sia accorto.
Originariamente Scritto da PrinceRiky
in zona trieste è molto conosciuto
Originariamente Scritto da PrinceRiky
io lo faccio fare in farmacia (cioè lo compro già fatto - lo fanno senza il mio permesso), uno shampoo che lava per affinità
OT: ale mi ha detto che Brunetta ieri ha parlato di riforma o abolizione dell'ARAN e di conteggi economici (non forniti pare) per neutralizzare la disparità tra inflazione reale e inflazione programmata nel contratto P.A.
Confermo tutto l'ho sentito con le mie orecchie
Originariamente Scritto da temete;4037943[SIZE=3
]...se abolisce l'aran chi avremo come interlocutore?[/SIZE]
...magari recuperassimo tutto il potere d'acquisto perso. Ma temo che questo risultato non ce lo avrebbe concesso neppure un governo monocolore di rifondazione comunista...
Ha detto che se non lo riforma con altri personaggi, lo abolisce direttamente andandoci lui personalmente a trattare con i sindacati
Vedo che anche tu nutri poche illusioni sulla fase 2. D'altra parte la famosa fase premiale non si capisce bene su che base dovrebbe avvenire. Chi segnalerà le eccellenze? Sulla base di quali parametri?
Ieri sera, per nulla incalzato dal vice direttore di Repubblica e Corriere della Sera, Brunetta di fatto non ha saputo spiegare come risolvere l'annoso problema della P.A.: Controllore = Controllato. Alla domanda del perchè tutti i dirigenti che autonomamente si valutano e dichiarano di raggiungere tutti gli obbiettivi mentre la cosa pubblica va a rotoli, Brunetta ha solo saputo proferire la parola: Class Action.
Da gennaio il cittadino che rivolgendosi alla P.A. per avere che so un certificato dovrà avere una chiara e precisa indicazione sul tempo di rilascio,ecc.
In mancanza di questo o in difetto di rilascio, potrà rivolgersi senza avvocato e spese alla giustiza amministrativa. Se questa riconsocerà colpa per il Dirigente vi saranno sanzioni fino al licenziamento.
Problema 1: il TAR già impiega in media tre anni per arrivare ad una verdetto, sarà solo un ulteriore collasso
Problema 2: se il Dirigente non verrà trovato reo di Colpa Grave o Dolo, nessuna sanzione potrà essere applicata giacchè vi è immedesimazione tra P.A. e Dirigente.
Problema 3: come stabilire i parametri entro cui far scattare le Class Action
Perciò dico che come fase 2 appare deboluccia
Originariamente Scritto da PrinceRiky
una volta un noto utente di bodyweb ha cagato una tab di bcaa intera. non chiedermi come se ne sia accorto.
Originariamente Scritto da PrinceRiky
in zona trieste è molto conosciuto
Originariamente Scritto da PrinceRiky
io lo faccio fare in farmacia (cioè lo compro già fatto - lo fanno senza il mio permesso), uno shampoo che lava per affinità
Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento
Da Brescia a Reggio Calabria Così la Gelmini diventò avvocato
L'esame di abilitazione all'albo nel 2001. Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»
Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi. La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni. Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato. Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali. Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo». Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti. In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme. Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?
Gian Antonio Stella 04 settembre 2008
E' da molto che mi vergogno di essere italiano; adesso che abbiamo la Gelmini ministro della Pubblica Istruzione ogni volta che vado all'estero mi faccio passare per Rumeno.
Poi c'è la trasformazione della scuola in fondazione che vorrei mi spiegassi cosa a che vedere col merito, nel momento in cui si cancellano le graduatorie di merito (guarda un po' che parola) per sostituirla con un albo professionale in cui ciascun preside (leggi AD) chiamerà secondo il suo esclusivo gusto (leggi favoritismo).
Per l'Universita' questo non sarebbe poi cosi' malaccio, se i finanziamenti fossero poi dati in base al merito (leggi numero/qualita' pubbilicazioni scientifiche e numero di citazioni). Questo spingerebbe le universita' a cercare di prendere le persone piu' valide per rimanere a galla.
Ovvio che siamo in italia, non so quali mostruosita' un sistema del genere potrebbe generare.
Il sistema universitario britannico funziona cosi', capita anche che vengano chiusi dipartimenti interi (anche quelli da cui sono usciti premi Nobel) e mandati tutti a spasso. Vero e' che quelli bravi non ci mettono molto a trovare un altro posto.
Per le scuole superiori, mancando parametri obiettivi per la valutazione, la vedrei come una gran cagata, sinceramente, e per le ragioni che elencavi tu.
sinceramente tra tutti i problemi dell italia che la gelmini sia passata imbrogliando poco mi frega...sinceramente se avessi avuto l'occasione l avrei fatto anche io..e anche tutti voi e non dite di no..
quello che mi altera è come berlusconi accusi di pietro di essere un finto laureato e un finto pm quando (a questo punto si allora mi urta) nel suo governo cè un avvocatessa passata per brogli
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