Sacconi, Sacconi...chi era costui? Ho passato dieci minuti ad interrogarmi sul fondamentale quesito, prima di realizzare che si tratta del ministro del lavoro del governo Berlusconi. Poi vi ho associato la faccia, vista e rivista a Ballarò, e mi sono ricordato che era l'uomo a cui Marco Biagi scrisse per avere quella scorta che l'avrebbe salvato dai proiettili che lo uccisero. Ma cosa ha stimolato la mia curiosità per questo omuncolo che avrei volentieri lasciato nel suo anonimato?
Queta farneticante dichiarazione odierna
Fare il professore? Sempre meglio che lavorare
TREVISO (30 agosto) - I professori? Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, non tutti sono competenti. Anzi, alcuni di loro, in particolare certi figli del '68, sono entrati nella scuola «in base al motto del "sempre meglio che lavorare"». Il ministro lo ha detto nel corso di un incontro pubblico a Fonte, in provincia di Treviso, sul tema della formazione.
Inoltre il ministro ha annunciato che presto sarà convocato un tavolo con le Regioni e le parti sociali «per produrre una rivoluzione copernicana della formazione». Una rivoluzione - ha spiegato Sacconi - «che riconosca la centralità dell'impresa come luogo tipico di essa e non il contrario, come avvenuto sino ad ora».
Non so se sia più grave l'ignobile attacco verso l'intera classe docente, o la proposta di fare dell'impresa (e non della scuola) il centro della formazione in Italia. Appare evidente che la manualità è preferita alla testa pensante dai nuovi barbari che ci governano.
Non ho potuto fare a meno, a tale proposito, di ricordare la frase di Henry Brougham "La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù"
Queta farneticante dichiarazione odierna
Fare il professore? Sempre meglio che lavorare
TREVISO (30 agosto) - I professori? Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, non tutti sono competenti. Anzi, alcuni di loro, in particolare certi figli del '68, sono entrati nella scuola «in base al motto del "sempre meglio che lavorare"». Il ministro lo ha detto nel corso di un incontro pubblico a Fonte, in provincia di Treviso, sul tema della formazione.
Inoltre il ministro ha annunciato che presto sarà convocato un tavolo con le Regioni e le parti sociali «per produrre una rivoluzione copernicana della formazione». Una rivoluzione - ha spiegato Sacconi - «che riconosca la centralità dell'impresa come luogo tipico di essa e non il contrario, come avvenuto sino ad ora».
Non so se sia più grave l'ignobile attacco verso l'intera classe docente, o la proposta di fare dell'impresa (e non della scuola) il centro della formazione in Italia. Appare evidente che la manualità è preferita alla testa pensante dai nuovi barbari che ci governano.
Non ho potuto fare a meno, a tale proposito, di ricordare la frase di Henry Brougham "La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù"
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