Altro che disoccupazione, precariato, potere d'acquisto, inflazione...qual'è la preoccupazione degli italiani oggi, almeno a giudicare dai titoloni dei giornali?
Corriere
Le conseguenze del mancato accordo per la cessione dei diritti in chiaro
«Impensabile la domenica senza
"Tutto il calcio minuto per minuto"»
Provenzali: «La radio è il più classico diritto all'informazione». Minà: «La Lega Calcio
ha solo una visione commerciale»
Enrico Ameri, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto ROMA - «È impensabile la domenica senza Tutto il calcio minuto per minuto», la storica trasmissione in diretta dai campi di Radio Rai Uno. È l'appello di Alfredo Provenzali, voce storica della trasmissione che da quasi cinquant'anni è la colonna sonora delle domeniche pomeriggio italiane. «Ci fu un rischio di black out radiofonico quando i diritti li prese Cecchi Gori, ma fu scongiurato all'ultimo minuto», ricorda il conduttore. «Speriamo che anche questa volta si sblocchi la situazione, visto che Tutto il calcio, andato in onda per la prima volta nel 1959-60, quest'anno dovrebbe festeggiare il cinquantesimo compleanno. Sappiamo tutti che a livello televisivo ci sono interessi e piattaforme concorrenti, ma la radio rappresenta il più classico diritto all'informazione: è come il pane in un pasto, poi c'è il resto».
PIZZUL - «Una larga fetta di tifosi non ha l'abbonamento alle pay tv, e un buio totale delle immagini in chiaro non è possibile, specie in tempi di difficoltà economiche come questi», ha detto Bruno Pizzul, un'altra voce storica del giornalismo calcistico. «C'è anche una collaudata tradizione da rispettare, si creerebbe uno stato di disagio generale. Sarebbe uno choc per tutti». Nella sua lunghissima esperienza di telecronista Pizzul ricorda situazioni analoghe solo in occasione di scioperi domenicali. «Già quello creava trambusto, figuriamoci adesso se dovesse verificarsi un oscuramento totale».
MINÀ - «La Lega Calcio ha interpretato da tempo il suo ruolo solo con una visione spietatamente commerciale», afferma il giornalista Gianni Minà. «Ha dimenticato che si tratta di uno spettacolo da tempo classificato come un diritto dei cittadini, che devono poterne fruire in chiaro. Purtroppo in Italia c'è una situazione anomala legata al conflitto di interessi: il risultato è una trattativa zoppa, falsata che finisce con il danneggiare i diritti dei cittadini».
ULIVIERI - Secondo Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori, invece si tratta solo di una fase transitoria. «C'è una trattativa e non si è trovato un accordo. Se vogliamo fare una valutazione più generale, allora diciamo che abbiamo avuto troppo calcio televisivo e che forse va riequilibrato il discorso».
RIVERA - Gianni Rivera dice invece di preferire «il periodo in cui la televisione faceva fatica a trasmettere in tempo la differita delle 19, quel periodo in cui principalmente si andava allo stadio».
SCONFITTA UTENTI - Secondo Luca Borgomeo, presidente del Consiglio nazionale degli utenti , si tratta di «un'ulteriore sconfitta per il servizio pubblico e un danno a milioni di italiani».
Repubblica
Niente calcio in chiaro
è rottura con Rai e Mediaset
Adriano Galliani all'uscita dall'assemblea della Lega per i diritti tv
MILANO - Niente calcio in chiaro per l'apertura del campionato. la Lega calcio non ha assegnato i diritti nè alla Rai (tv e radio), nè a Mediaset. Scompaiono quindi, almeno per ora, trasmissioni storiche come "Tutto il calcio minuto per minuto",. Novantesimo Minuto o Controcampo e Domenica Sportiva. Resta soltanto il calcio a pagamento su Sky e sul digitale terrestre.
La Rai ha offerto 20,5 milioni: rifiutati. No anche a un'offerta di due milioni per i diritti radio. La Lega ha deciso di non fare entrarem per la prima volta, nemmeno le telecamere di Rai e Mediaset negli stadi. Sarà la Lega a produrre per tutte le emittenti i quattro minuti previsti dal diritto di cronaca.
Secondo la Lega sono quindici milioni le famiglie italiane che non possiedono un decoder o un abbonamento a Sky.
"Nel 2007-2008 la Lega dai diritti tv (La 7, Sportitalia, Rai, Mediaset) ha ricevuto ricavi per 70 milioni di euro. L'offerta della Rai per gli highlights in chiaro è di 20,5 milioni di euro. Abbiamo detto no a questa offerta" ha detto Adriamo Galliani. "Ci dispiace molto, ma i numeri identificano bene la non responsabilità delle società. L'assemblea ha deliberato all'unanimità la decisione. Erano presenti 41 società su 42, 19 di serie A e 22 di serie B.
Nulla da fare anche per la radio: "Non abbiamo assegnato neanche i diritti radiofonici - ha continuato - Quindi non ci sarà tutto il calcio minuto per minuto, perchè abbiamo deciso che i diritti radiofonici veranno venduti in un unico pacchetto con la tv. Non avendo venduto i diritti tv, non abbiamo venduto neanche quelli della radio. Ci saranno 8 minuti di immagini che i telegiornali, solo i telegiornali, potranno utilizzare.
Ciascuno farà il montaggio che più gli aggrada, naturalmente: 4 minuti per la serie B, 4 minuti per la serie A. Dopo le 20.30 per le partite pomeridiane, dopo la mezzanotte per le partite che cominciano alle 18 e alle 20.30".
La Stampa
I campionati di serie A e B partiranno senza la possibilità di essere visti da chi non ha la pay tv, a parte 4 minuti di serie A durante i telegiornali
MILANO
«L’assemblea generale straordinaria di Lega calcio ha respinto all’unanimità le offerte per i diritti radiofonici e televisivi del calcio, che sono quindi rimasti invenduti»: lo ha annunciato l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani al termine dell’assemblea.
«Ci dispiace molto che i campionati di serie A e B partano senza la possibilità di vederli per chi non ha la pay tv, ma ci siamo trovati davanti a offerte che non potevano essere accettate», ha aggiunto Galliani.
Il vicepresidente e ad rossonero ha presieduto l’assemblea su proposta del vicepresidente di Lega per la B, Gianfranco Andreoletti, in assenza del presidente Antonio Matarrese, del suo vice vicario Rosella Sensi (Roma) e del vice presidente per la A Massimo Cellino (Cagliari). Andreoletti ha poi reso noto che non sono stati venduti neanche i diritti del campionato cadetto, ma i club, anzichè venderli individualmente come era possibile, «hanno deciso di dare mandato all’advisor trattarli a livello collettivo e cercare un accordo entro le ore 19 di domani».
«Crediamo - ha precisato Andreoletti - che si possa trovare un accordo più vantaggioso con una delle due emittenti interessate ai diritti per il satellitare, e per lo stesso motivo abbiamo rigettato anche l’offerta con l’emittente interessata per la piattaforma digitale».
«Ci saranno 8 minuti di immagini che i telegiornali, solo i telegiornali, potranno utilizzare».
Lo ha precisato Adriano Galliani nel corso della conferenza stampa finale dell’Assemblea generale di Lega. «Ciascuno farà il montaggio che più gli aggrada, naturalmente: 4 minuti per la serie B, 4 minuti per la serie A. Dopo le 20.30 per le partite pomeridiane, dopo la mezzanotte per le partite che cominciano alle 18 e alle 20.30».
«Mi auguro si arrivi presto ad un’intesa, perchè per gli appassionati sta diventando sempre più difficile vedere in televisione gli avvenimenti sportivi». Mario Pescante, deputato del PDL ed ex sottosegretario allo Sport, si è detto preoccupato per la mancata assegnazione, da parte della Lega calcio, dei diritti televisivi in chiaro ed ha auspicato un’intesa tra le parti al più presto. «Un intervento del Governo nella questione? Sono trattative di carattere privato e il Governo non credo interverrà, a meno che le parti non chiedano una mediazione, allora il discorso cambia», ha aggiunto Pescante.
Il no della Lega Calcio all’assegnazione dei diritti tv è «un’ulteriore sconfitta per il servizio pubblico. Il fatto che domenica le partite non potranno essere viste in chiaro è un danno a milioni di italiani». È il parere del presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Luca Borgomeo.
Per Borgomeo, che è anche presidente dell’associazione Aiart, «la Rai è sempre più debole rispetto alle pay tv. Oramai da tempo sembra esserci in atto una strategia per far migrare i cittadini verso la televisione a pagamento, perchè il servizio pubblico, sovvenzionato da canone e dalla pubblicità, offre poco o nulla».
Corriere
Le conseguenze del mancato accordo per la cessione dei diritti in chiaro
«Impensabile la domenica senza
"Tutto il calcio minuto per minuto"»
Provenzali: «La radio è il più classico diritto all'informazione». Minà: «La Lega Calcio
ha solo una visione commerciale»
Enrico Ameri, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto ROMA - «È impensabile la domenica senza Tutto il calcio minuto per minuto», la storica trasmissione in diretta dai campi di Radio Rai Uno. È l'appello di Alfredo Provenzali, voce storica della trasmissione che da quasi cinquant'anni è la colonna sonora delle domeniche pomeriggio italiane. «Ci fu un rischio di black out radiofonico quando i diritti li prese Cecchi Gori, ma fu scongiurato all'ultimo minuto», ricorda il conduttore. «Speriamo che anche questa volta si sblocchi la situazione, visto che Tutto il calcio, andato in onda per la prima volta nel 1959-60, quest'anno dovrebbe festeggiare il cinquantesimo compleanno. Sappiamo tutti che a livello televisivo ci sono interessi e piattaforme concorrenti, ma la radio rappresenta il più classico diritto all'informazione: è come il pane in un pasto, poi c'è il resto».
PIZZUL - «Una larga fetta di tifosi non ha l'abbonamento alle pay tv, e un buio totale delle immagini in chiaro non è possibile, specie in tempi di difficoltà economiche come questi», ha detto Bruno Pizzul, un'altra voce storica del giornalismo calcistico. «C'è anche una collaudata tradizione da rispettare, si creerebbe uno stato di disagio generale. Sarebbe uno choc per tutti». Nella sua lunghissima esperienza di telecronista Pizzul ricorda situazioni analoghe solo in occasione di scioperi domenicali. «Già quello creava trambusto, figuriamoci adesso se dovesse verificarsi un oscuramento totale».
MINÀ - «La Lega Calcio ha interpretato da tempo il suo ruolo solo con una visione spietatamente commerciale», afferma il giornalista Gianni Minà. «Ha dimenticato che si tratta di uno spettacolo da tempo classificato come un diritto dei cittadini, che devono poterne fruire in chiaro. Purtroppo in Italia c'è una situazione anomala legata al conflitto di interessi: il risultato è una trattativa zoppa, falsata che finisce con il danneggiare i diritti dei cittadini».
ULIVIERI - Secondo Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori, invece si tratta solo di una fase transitoria. «C'è una trattativa e non si è trovato un accordo. Se vogliamo fare una valutazione più generale, allora diciamo che abbiamo avuto troppo calcio televisivo e che forse va riequilibrato il discorso».
RIVERA - Gianni Rivera dice invece di preferire «il periodo in cui la televisione faceva fatica a trasmettere in tempo la differita delle 19, quel periodo in cui principalmente si andava allo stadio».
SCONFITTA UTENTI - Secondo Luca Borgomeo, presidente del Consiglio nazionale degli utenti , si tratta di «un'ulteriore sconfitta per il servizio pubblico e un danno a milioni di italiani».
Repubblica
Niente calcio in chiaro
è rottura con Rai e Mediaset
Adriano Galliani all'uscita dall'assemblea della Lega per i diritti tv
MILANO - Niente calcio in chiaro per l'apertura del campionato. la Lega calcio non ha assegnato i diritti nè alla Rai (tv e radio), nè a Mediaset. Scompaiono quindi, almeno per ora, trasmissioni storiche come "Tutto il calcio minuto per minuto",. Novantesimo Minuto o Controcampo e Domenica Sportiva. Resta soltanto il calcio a pagamento su Sky e sul digitale terrestre.
La Rai ha offerto 20,5 milioni: rifiutati. No anche a un'offerta di due milioni per i diritti radio. La Lega ha deciso di non fare entrarem per la prima volta, nemmeno le telecamere di Rai e Mediaset negli stadi. Sarà la Lega a produrre per tutte le emittenti i quattro minuti previsti dal diritto di cronaca.
Secondo la Lega sono quindici milioni le famiglie italiane che non possiedono un decoder o un abbonamento a Sky.
"Nel 2007-2008 la Lega dai diritti tv (La 7, Sportitalia, Rai, Mediaset) ha ricevuto ricavi per 70 milioni di euro. L'offerta della Rai per gli highlights in chiaro è di 20,5 milioni di euro. Abbiamo detto no a questa offerta" ha detto Adriamo Galliani. "Ci dispiace molto, ma i numeri identificano bene la non responsabilità delle società. L'assemblea ha deliberato all'unanimità la decisione. Erano presenti 41 società su 42, 19 di serie A e 22 di serie B.
Nulla da fare anche per la radio: "Non abbiamo assegnato neanche i diritti radiofonici - ha continuato - Quindi non ci sarà tutto il calcio minuto per minuto, perchè abbiamo deciso che i diritti radiofonici veranno venduti in un unico pacchetto con la tv. Non avendo venduto i diritti tv, non abbiamo venduto neanche quelli della radio. Ci saranno 8 minuti di immagini che i telegiornali, solo i telegiornali, potranno utilizzare.
Ciascuno farà il montaggio che più gli aggrada, naturalmente: 4 minuti per la serie B, 4 minuti per la serie A. Dopo le 20.30 per le partite pomeridiane, dopo la mezzanotte per le partite che cominciano alle 18 e alle 20.30".
La Stampa
I campionati di serie A e B partiranno senza la possibilità di essere visti da chi non ha la pay tv, a parte 4 minuti di serie A durante i telegiornali
MILANO
«L’assemblea generale straordinaria di Lega calcio ha respinto all’unanimità le offerte per i diritti radiofonici e televisivi del calcio, che sono quindi rimasti invenduti»: lo ha annunciato l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani al termine dell’assemblea.
«Ci dispiace molto che i campionati di serie A e B partano senza la possibilità di vederli per chi non ha la pay tv, ma ci siamo trovati davanti a offerte che non potevano essere accettate», ha aggiunto Galliani.
Il vicepresidente e ad rossonero ha presieduto l’assemblea su proposta del vicepresidente di Lega per la B, Gianfranco Andreoletti, in assenza del presidente Antonio Matarrese, del suo vice vicario Rosella Sensi (Roma) e del vice presidente per la A Massimo Cellino (Cagliari). Andreoletti ha poi reso noto che non sono stati venduti neanche i diritti del campionato cadetto, ma i club, anzichè venderli individualmente come era possibile, «hanno deciso di dare mandato all’advisor trattarli a livello collettivo e cercare un accordo entro le ore 19 di domani».
«Crediamo - ha precisato Andreoletti - che si possa trovare un accordo più vantaggioso con una delle due emittenti interessate ai diritti per il satellitare, e per lo stesso motivo abbiamo rigettato anche l’offerta con l’emittente interessata per la piattaforma digitale».
«Ci saranno 8 minuti di immagini che i telegiornali, solo i telegiornali, potranno utilizzare».
Lo ha precisato Adriano Galliani nel corso della conferenza stampa finale dell’Assemblea generale di Lega. «Ciascuno farà il montaggio che più gli aggrada, naturalmente: 4 minuti per la serie B, 4 minuti per la serie A. Dopo le 20.30 per le partite pomeridiane, dopo la mezzanotte per le partite che cominciano alle 18 e alle 20.30».
«Mi auguro si arrivi presto ad un’intesa, perchè per gli appassionati sta diventando sempre più difficile vedere in televisione gli avvenimenti sportivi». Mario Pescante, deputato del PDL ed ex sottosegretario allo Sport, si è detto preoccupato per la mancata assegnazione, da parte della Lega calcio, dei diritti televisivi in chiaro ed ha auspicato un’intesa tra le parti al più presto. «Un intervento del Governo nella questione? Sono trattative di carattere privato e il Governo non credo interverrà, a meno che le parti non chiedano una mediazione, allora il discorso cambia», ha aggiunto Pescante.
Il no della Lega Calcio all’assegnazione dei diritti tv è «un’ulteriore sconfitta per il servizio pubblico. Il fatto che domenica le partite non potranno essere viste in chiaro è un danno a milioni di italiani». È il parere del presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Luca Borgomeo.
Per Borgomeo, che è anche presidente dell’associazione Aiart, «la Rai è sempre più debole rispetto alle pay tv. Oramai da tempo sembra esserci in atto una strategia per far migrare i cittadini verso la televisione a pagamento, perchè il servizio pubblico, sovvenzionato da canone e dalla pubblicità, offre poco o nulla».
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