I tesori del Pincio e il mega-garage
Al sindaco Alemanno l'ultima parola
Un pavimento in mosaico, 16 vani, di cui 6 ipogei, dovrebbero lasciare spazio a un parcheggio
ROMA - Un «importante resto di pavimento in mosaico con fondo nero nel quale sono inserite tessere colorate» del I secolo a.C. Un criptoportico anteriore al IV secolo d.C. che attraversa l'intera area del parcheggio. Sedici vani, di cui 6 ipogei, del I secolo a.C. con coperture a volta. Una «vera e propria rete idrica» sotterranea. Ecco le «consistenti strutture archeologiche» del Pincio che dovrebbero lasciare spazio al mega-garage da 7 piani e oltre 700 posti auto, varato dalla precedente giunta Veltroni e ora in attesa del via libera definitivo del sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
I PALETTI DELLA SOVRINTENDENZA - A metterle in luce nella loro importanza l'inedita relazione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici e Culturali, consegnata ad Alemanno il 7 agosto scorso. Sette pagine zeppe di ritrovamenti e un’unica conclusione: l'intera area, dove sorgevano gli Orti Luculliani, nel punto esatto in cui fu assassinata Messalina, sono «tutelate dalla legge» e pertanto devono «essere salvaguardate integralmente». La relazione doveva servire alla Commissione dei saggi nominata dal sindaco per bocciare o promuovere il progetto del parking che prevede lo svuotamento del colle del Pincio, la realizzazione di due accessi nelle rampe ellittiche disegnate dal Valadier, la demolizione e la ricostruzione di gran parte del celebre piazzale panoramico sovrastante, tale da consentire la fuoriuscita dei gas di scarico attraverso grandi grate. La Commissione, però, non ha fatto in tempo a leggere lo studio della Sovrintendenza perché l'Ufficio speciale emergenza traffico e mobilità ha impiegato quattro giorni per protocollarlo (l'11 agosto). Nel frattempo, l'8 agosto, i "saggi" hanno depositato il parere che rinvia alle osservazioni della Sovrintendenza, ma intanto esprime «perplessità» «sia sul piano architettonico-paesaggistico» sia «su quello culturale» , «per il rischio che l'intervento possa alterare il senso identitario dei luoghi e quel carattere di forte unitarieta' architettonica che caratterizza l'intero complesso monumentale». E «compromettere in modo irreversibile il valore storico e la qualità estetico-ambientale» del Pincio.
LA PAROLA AD ALEMANNO - Dubbi che, però, fino ad ora non hanno messo una pietra tombale sul progetto. Nonostante la più esplicita bocciatura di uno dei cinque saggi, il professor Giorgio Muratore, che in una breve memoria aggiuntiva ha sottolineato ad Alemanno l'«assoluta ineseguibilità» del progetto. Ma se la relazione dei saggi lasciava aperta la porta a varianti progettuali, vale a dire lo spostamento o la riduzione del parcheggio, quest'ultimo studio della Sovrintendenza sembrerebbe chiuderla. Anche per il conclusivo e determinante riferimento alla tutela dei beni archeologici prevista dalla legge. A riguardo Italia Nostra ha già presentato una denuncia alla procura di Roma. Ora la parola torna al sindaco. Stracciare il contratto del parking potrebbe costare circa 6 milioni di euro di penale. Entro fine mese dovrà decidere se il Pincio li merita.
Al sindaco Alemanno l'ultima parola
Un pavimento in mosaico, 16 vani, di cui 6 ipogei, dovrebbero lasciare spazio a un parcheggio
ROMA - Un «importante resto di pavimento in mosaico con fondo nero nel quale sono inserite tessere colorate» del I secolo a.C. Un criptoportico anteriore al IV secolo d.C. che attraversa l'intera area del parcheggio. Sedici vani, di cui 6 ipogei, del I secolo a.C. con coperture a volta. Una «vera e propria rete idrica» sotterranea. Ecco le «consistenti strutture archeologiche» del Pincio che dovrebbero lasciare spazio al mega-garage da 7 piani e oltre 700 posti auto, varato dalla precedente giunta Veltroni e ora in attesa del via libera definitivo del sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
I PALETTI DELLA SOVRINTENDENZA - A metterle in luce nella loro importanza l'inedita relazione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici e Culturali, consegnata ad Alemanno il 7 agosto scorso. Sette pagine zeppe di ritrovamenti e un’unica conclusione: l'intera area, dove sorgevano gli Orti Luculliani, nel punto esatto in cui fu assassinata Messalina, sono «tutelate dalla legge» e pertanto devono «essere salvaguardate integralmente». La relazione doveva servire alla Commissione dei saggi nominata dal sindaco per bocciare o promuovere il progetto del parking che prevede lo svuotamento del colle del Pincio, la realizzazione di due accessi nelle rampe ellittiche disegnate dal Valadier, la demolizione e la ricostruzione di gran parte del celebre piazzale panoramico sovrastante, tale da consentire la fuoriuscita dei gas di scarico attraverso grandi grate. La Commissione, però, non ha fatto in tempo a leggere lo studio della Sovrintendenza perché l'Ufficio speciale emergenza traffico e mobilità ha impiegato quattro giorni per protocollarlo (l'11 agosto). Nel frattempo, l'8 agosto, i "saggi" hanno depositato il parere che rinvia alle osservazioni della Sovrintendenza, ma intanto esprime «perplessità» «sia sul piano architettonico-paesaggistico» sia «su quello culturale» , «per il rischio che l'intervento possa alterare il senso identitario dei luoghi e quel carattere di forte unitarieta' architettonica che caratterizza l'intero complesso monumentale». E «compromettere in modo irreversibile il valore storico e la qualità estetico-ambientale» del Pincio.
LA PAROLA AD ALEMANNO - Dubbi che, però, fino ad ora non hanno messo una pietra tombale sul progetto. Nonostante la più esplicita bocciatura di uno dei cinque saggi, il professor Giorgio Muratore, che in una breve memoria aggiuntiva ha sottolineato ad Alemanno l'«assoluta ineseguibilità» del progetto. Ma se la relazione dei saggi lasciava aperta la porta a varianti progettuali, vale a dire lo spostamento o la riduzione del parcheggio, quest'ultimo studio della Sovrintendenza sembrerebbe chiuderla. Anche per il conclusivo e determinante riferimento alla tutela dei beni archeologici prevista dalla legge. A riguardo Italia Nostra ha già presentato una denuncia alla procura di Roma. Ora la parola torna al sindaco. Stracciare il contratto del parking potrebbe costare circa 6 milioni di euro di penale. Entro fine mese dovrà decidere se il Pincio li merita.
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