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io non sono daccordo prima di tutto in bisogerebbe difendere e dare da mangiare ai nostro popolo..
la meritocrazia e' giusta in se ma con l'idea che bisogna sempre ottenere e avere il meglio si dimentica che il primo scopo e' cercare di dar da mangiare a tutti,non al piu bravo o al piu' bello..
quindi di mio
1 incentivo al darsi da fare
2 priorita' nazionale per il lavoro
3 priorita' regionale..
per tanti motivi tra cui perche' dover sradicare una persona da dove vive perche in un altro posto trova maggiormente lavoro o gudagna di piu'?
la gente deve aver voglia di lavorare non deve sacrificare tutto per il lavoro,capite quanto e' diversa la dinamica?
E' lì la questone: avere le persone migliori al posto giusto (indipendentemente dalla nazionalità) porta ricchezza a tutto il paese e, in generale, più benessere a tutti.
Ci sono paesi che l'hanno capito e i risultati si toccano con mano.
Interessante questa intervista allo scrittore Vincenzo Consolo, il punto di vista di chi, nato al Sud, ha trovato il successo professionale a Milano, ma non per questo ha rinunciato alla lucidità e all'indipendenza di giudizio:
Consolo: «Scuola del Sud? Un'idiozia»
Lo scrittore siciliano replica alla Gelmini
MILANO - «Parlare di corsi di aggiornamento per i professori meridionali, di un’istruzione del Sud e di una del Nord è una grande idiozia, fuori dai tempi. Fomenta l’odio razziale e non fa emergere il vero problema dell’Italia, che è l’individualismo e la mancanza di una coscienza civile». Lo scrittore e saggista siciliano Vincenzo Consolo, emigrato a Milano nel 1969, difende gli insegnanti meridionali «costretti a lasciare la propria terra per lavorare» e si scaglia contro la ministra Gelmini e Umberto Bossi: «I signori che stanno al governo oramai fanno a gara a chi la spara più grossa».
Lei è nato a Sant’Agata di Militello e ha frequentato ginnasio e liceo a Barcellona (in provincia di Messina). Che ricordi ha dei suoi docenti? «Ho avuto sempre dei professori straordinari. Ricordo in particolar modo il professori di Lettere e di Filosofia. Non insegnavano solo storia della filosofia, ma ci introducevano alla cultura e alla storia contemporanea». Ma durante gli studi universitari si è trasferito a Milano…
«Ho frequentato Giurisprudenza e con me c’erano molti meridionali, che poi sono diventati la classe dirigente dell’Italia del dopoguerra: i fratelli De Mita, Gerardo Bianco. Allora Milano era un mito, il paradiso della rinascita italiana. Però mi sono laureato a Messina, perché per un disguido burocratico dovetti fare il militare e persi tempo. Dopo la laurea ho insegnato Diritto ed Educazione Fisica in un Istituto agrario, nelle colline siciliane. Ho evitato l’avvocatura e il notariato o, peggio, di dover chiedere al politico di turno di darmi un posto in Regione, come succedeva a tutti i miei coetanei e come avviene ancora oggi. Infine, quando ho avuto la malsana idea di fare lo scrittore, sono emigrato a Milano, nel 1969».
Che cosa consigliava ai suoi alunni di allora e che cosa consiglierebbe agli studenti di oggi? «Ai miei tempi consigliavo di lasciare Agraria e di scegliere gli istituti alberghieri, perché con il fallimento della Riforma Agraria, in Sicilia c’era molta emigrazione e povertà. Oggi i confini sono molto più aperti di allora. Consiglierei di andare in Europa, di non andare dal politico a chiedere aiuto. Si diventa schiavi, clienti del potere».
Lei che ha frequentato Nord e Sud, che differenze di stile didattico trova tra le due Italie? «Non vedo differenze. La Gelmini, che è di Brescia, ha fatto delle dichiarazioni grossolane. Oramai i signori che stanno al governo, fanno a gara a chi la spara più grossa. Rileggetevi il "Discorso sul costume degli italiani” di Leopardi. Parlava di una mancanza di società civile, di un paese dove ognuno pensava a se stesso. Questo e l’immobilismo sono i veri mali dell’italia, non i professori del Sud. Tanto più che ci sono migliaia di professori che dal Meridione emigrano a Nord perché c’è più spazio e più lavoro. Anche quelli sono stati abbastanza maltrattati da Umberto Bossi, per la verità…
«Rispondo con un solo esempio: Salvatore Guglielmino, autore con Leonardo Sciascia de “La Guida al Novecento”, dove moltissimi alunni hanno studiato letteratura, era di Ragusa. Ha insegnato all’istituto Manzoni di Milano e ne ha fatto storia e lustro. Direi che è ora di smetterla con questi campanilismi inutili. Facciamo una pessima figura davanti all’Europa. Mi dispiace che lo stesso presidente della Regione Sicilia Lombardo dialoghi con la Lega». A settembre sarà premiato per il suo impegno civile al SalinaDocFest e sta ultimando un romanzo sui fondamentalismi, ambientato in Sicilia». Il Sud per lei è una patria o un ricordo?
«Io sono un disadattato. Il sud è un paradiso abitato da diavoli, da mafiosi. Per me è l’Itaca che ho lasciato e che non riconosco più. Milano è la patria immaginaria, il mito del progresso. Ma mi ha deluso anche questa, per la nascita della Lega, per la progressiva mancanza di accoglienza e solidarietà».
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ottimo articolo, credo che lo spunto per una riflessione ampia ci sia tutto. Oggi, tuttavia, mi sento apodittico e faccio mio il parere di un autorevole commentatore sulla Gelmini
"semplicemente il ministro più ignorante degli ultimi 60 anni"
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Ottimo articolo, credo che lo spunto per una riflessione ampia ci sia tutto. Oggi, tuttavia, mi sento apodittico e faccio mio il parere di un autorevole commentatore sulla Gelmini
"semplicemente il ministro più ignorante degli ultimi 60 anni"
La Gelmini non penso meriti altro:
La lasciamo tutta a Giosurf & co.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
La Gelmini non penso meriti altro:
La lasciamo tutta a Giosurf & co.
Ma si
Berlusconi galante con la Gelmini:
«Come sei bella, sembri una bambina»
I complimenti del premier al ministro dell'Istruzione in posa per un servizio fotografico a Campo dei Fiori
ROMA - Non perde la sua proverbiale galanteria il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, neanche in occasioni informali. Un esempio? Incontrando per caso a Campo dei Fiori, famosa piazza romana, il l ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, tra un abbraccio, una foto per l'occasione, e un reciproco «buone vacanze», il premier apostrofa il ministro con un «come sei bella, sembri una bambina».
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
(in quel "bambina" c'è anche molto rincojo senile)
...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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