La Lega passa dalle parole ai fatti: dopo le forti affermazioni del leader Umberto Bossi e del capogruppo alla Camera, Paola Goisis, contro l’eccessiva presenza di personale scolastico nativo del Sud, il senatore Mario Pittoni, capogruppo alla Commissione Istruzione, ha presentato un disegno di legge che se dovesse andare in porto garantirebbe ai lavoratori con origini del posto maggiori chance di essere assunto proprio per le loro maggiori conoscenze di cultura locale.
"Stiamo studiando la strada - ha detto Pittoni - per garantire che un'adeguata percentuale dei posti di dirigente scolastico vada in ogni caso a residenti nella regione dove si deve prestare servizio. Sulla falsariga del disegno di legge per il personale docente che ho depositato in questi giorni al Senato, per disporre di insegnanti con conoscenza specifica di storia, cultura, valori ed economia del territorio nel quale esercitano".
Quel su cui insiste la Lega è il concetto del merito. Al punto che il voto di laurea non verrebbe nemmeno preso in considerazione. A fare la differenza sarebbero le conoscenze sulle tradizioni del posto: "questo perchè - ha spiegato l'esponente della Lega capogruppo al Senato - i voti possono variare da università a università a seconda delle aree geografiche, essendo riconosciuta una più o meno severa valutazione tra atenei del Nord e del Sud, anche in base a parametri internazionali”.
Quindi non diamo valore alla laurea, perchè al sud le regalano ma al nord si sudano, ma diamo importanza alla conoscenza della storia del Po, e magari della polenta taragna. Un altro colpo all'unità nazionale, ovviamente passato sotto silenzio.
"Stiamo studiando la strada - ha detto Pittoni - per garantire che un'adeguata percentuale dei posti di dirigente scolastico vada in ogni caso a residenti nella regione dove si deve prestare servizio. Sulla falsariga del disegno di legge per il personale docente che ho depositato in questi giorni al Senato, per disporre di insegnanti con conoscenza specifica di storia, cultura, valori ed economia del territorio nel quale esercitano".
Quel su cui insiste la Lega è il concetto del merito. Al punto che il voto di laurea non verrebbe nemmeno preso in considerazione. A fare la differenza sarebbero le conoscenze sulle tradizioni del posto: "questo perchè - ha spiegato l'esponente della Lega capogruppo al Senato - i voti possono variare da università a università a seconda delle aree geografiche, essendo riconosciuta una più o meno severa valutazione tra atenei del Nord e del Sud, anche in base a parametri internazionali”.
Quindi non diamo valore alla laurea, perchè al sud le regalano ma al nord si sudano, ma diamo importanza alla conoscenza della storia del Po, e magari della polenta taragna. Un altro colpo all'unità nazionale, ovviamente passato sotto silenzio.
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