«Giochi inutili con soldatini come fossimo in Angola». Il caso Famiglia Cristiana
Critiche al piano sicurezza. La Russa: idee da '68
ROMA — Famiglia Cristiana, il settimanale cattolico con una diffusione record, ora attacca frontalmente il governo sulla politica per la sicurezza, accusandolo di voler scatenare «una guerra tra poveri». In un editoriale, il periodico delle Edizioni Paoline diretto da Antonio Sciortino non fa sconti all'esecutivo: «La verità è che il Paese da marciapiede i disagi li offre da tempo ma la politica li toglie dai titoli di testa, sviando l'attenzione con le immagini del "Presidente spazzino", l'inutile gioco dei soldatini nelle città, i finti problemi della sicurezza. Neanche fossimo in Angola...». E non manca una stoccata al sindaco Gianni Alemanno per la sua intenzione di vietare ai poveri di rovistare nei cassonetti, iniziativa di nuovo stigmatizzata ieri dal cardinal Martino (presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace) dai microfoni di Radio Vaticana.
L'attacco di Famiglia Cristiana arriva nel giorno in cui il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rilancia e propone di usare i militari anche per affiancare i carabinieri che controllano la sicurezza del lavoro nei cantieri e nelle fabbriche. Il ministro, tuttavia, non si scompone più di tanto davanti alle critiche: «"Giochi di soldatini inutili"?. Lo dicano ai cittadini... Ci sono reminiscenze pseudo-ideologiche che vengono da sinistra ma anche da certi cattocomunisti con un atteggiamento post-sessantottino, antico, che è duro a morire». A La Russa si unisce il ministro iper-cattolico Gianfranco Rotondi: «Famiglia Cristiana usi un linguaggio cristiano». Gaetano Quagliarello (Pdl) ironizza: «Cambi nome e si chiami "Famiglia Cristiana per il Socialismo"». E, chiamato in causa, reagisce Alemanno che rivendica le «ordinanze antidegrado» come utile strumento «contro il racket e non contro i poveri».
Dal fronte dell'opposizione interviene il senatore Giorgio Tonini (Pd) che dà ragione al settimanale: l'affermazione su «un'Italia da marciapiede è da condividere». Ma è già polemica sulla proposta di La Russa di affiancare ai 470 uomini in forza al Comando carabinieri per la tutela del lavoro i colleghi della Arma territoriale e, «temporaneamente e qualora si rendesse necessario», anche i soldati del Genio per predisporre un dispositivo di «controlli a tappeto», o «quanto meno di visite a sorpresa molto più frequenti degli attuali» nei cantieri, nelle fabbriche, nei laboratori artigiani e ovunque ci siano operai e operaie a lavoro. L'operazione cantieri sicuri, che per ora sembra essere spinta soprattutto da An (il piano lo hanno studiato i senatori Alessio Butti e Pierfrancesco Gamba), dovrà trovare il suo punto di sintesi in consiglio dei ministri. Tutto, spiega La Russa, «va fatto nell'ottica di un'intesa che non ho ancora espletato, e quindi stiamo parlando di ipotesi, con il ministero del Welfare Sacconi che ha molto a cuore questo problema». Lapidario il segretario Prc, Paolo Ferrero: «Più che il governo della Repubblica italiana sembra di avere davanti una giunta militare sudamericana...».
Bocciature anche dalla Cgil e dall'ex ministro Cesare Damiano che ha chiesto all'esecutivo un po' di coerenza: «Risulta fortemente imbarazzante promettere da un lato l'invio dell'esercito e l'aumento dei carabinieri e, dall'altro, manomettere le tutele del testo unico sulla sicurezza e tagliare le risorse per le ispezioni». In realtà, osserva La Russa, la proposta di «utilizzare i militari nei cantieri l'ho letta sull'Unità» quando ancora non si sapeva «che noi alla Difesa ci stavamo lavorando sopra»: «Io, comunque se continua questo batti e ribatti ideologico sono pronto a fare retromarcia». Per il ministro, però, il dato politico è stato evidenziato: «Questo tema è stato giustamente occupato culturalmente dalla sinistra ma sia chiaro che la sicurezza nei cantieri è nelle corde anche di una parte cospicua del Pdl. La mia sicuramente».
Critiche al piano sicurezza. La Russa: idee da '68
ROMA — Famiglia Cristiana, il settimanale cattolico con una diffusione record, ora attacca frontalmente il governo sulla politica per la sicurezza, accusandolo di voler scatenare «una guerra tra poveri». In un editoriale, il periodico delle Edizioni Paoline diretto da Antonio Sciortino non fa sconti all'esecutivo: «La verità è che il Paese da marciapiede i disagi li offre da tempo ma la politica li toglie dai titoli di testa, sviando l'attenzione con le immagini del "Presidente spazzino", l'inutile gioco dei soldatini nelle città, i finti problemi della sicurezza. Neanche fossimo in Angola...». E non manca una stoccata al sindaco Gianni Alemanno per la sua intenzione di vietare ai poveri di rovistare nei cassonetti, iniziativa di nuovo stigmatizzata ieri dal cardinal Martino (presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace) dai microfoni di Radio Vaticana.
L'attacco di Famiglia Cristiana arriva nel giorno in cui il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rilancia e propone di usare i militari anche per affiancare i carabinieri che controllano la sicurezza del lavoro nei cantieri e nelle fabbriche. Il ministro, tuttavia, non si scompone più di tanto davanti alle critiche: «"Giochi di soldatini inutili"?. Lo dicano ai cittadini... Ci sono reminiscenze pseudo-ideologiche che vengono da sinistra ma anche da certi cattocomunisti con un atteggiamento post-sessantottino, antico, che è duro a morire». A La Russa si unisce il ministro iper-cattolico Gianfranco Rotondi: «Famiglia Cristiana usi un linguaggio cristiano». Gaetano Quagliarello (Pdl) ironizza: «Cambi nome e si chiami "Famiglia Cristiana per il Socialismo"». E, chiamato in causa, reagisce Alemanno che rivendica le «ordinanze antidegrado» come utile strumento «contro il racket e non contro i poveri».
Dal fronte dell'opposizione interviene il senatore Giorgio Tonini (Pd) che dà ragione al settimanale: l'affermazione su «un'Italia da marciapiede è da condividere». Ma è già polemica sulla proposta di La Russa di affiancare ai 470 uomini in forza al Comando carabinieri per la tutela del lavoro i colleghi della Arma territoriale e, «temporaneamente e qualora si rendesse necessario», anche i soldati del Genio per predisporre un dispositivo di «controlli a tappeto», o «quanto meno di visite a sorpresa molto più frequenti degli attuali» nei cantieri, nelle fabbriche, nei laboratori artigiani e ovunque ci siano operai e operaie a lavoro. L'operazione cantieri sicuri, che per ora sembra essere spinta soprattutto da An (il piano lo hanno studiato i senatori Alessio Butti e Pierfrancesco Gamba), dovrà trovare il suo punto di sintesi in consiglio dei ministri. Tutto, spiega La Russa, «va fatto nell'ottica di un'intesa che non ho ancora espletato, e quindi stiamo parlando di ipotesi, con il ministero del Welfare Sacconi che ha molto a cuore questo problema». Lapidario il segretario Prc, Paolo Ferrero: «Più che il governo della Repubblica italiana sembra di avere davanti una giunta militare sudamericana...».
Bocciature anche dalla Cgil e dall'ex ministro Cesare Damiano che ha chiesto all'esecutivo un po' di coerenza: «Risulta fortemente imbarazzante promettere da un lato l'invio dell'esercito e l'aumento dei carabinieri e, dall'altro, manomettere le tutele del testo unico sulla sicurezza e tagliare le risorse per le ispezioni». In realtà, osserva La Russa, la proposta di «utilizzare i militari nei cantieri l'ho letta sull'Unità» quando ancora non si sapeva «che noi alla Difesa ci stavamo lavorando sopra»: «Io, comunque se continua questo batti e ribatti ideologico sono pronto a fare retromarcia». Per il ministro, però, il dato politico è stato evidenziato: «Questo tema è stato giustamente occupato culturalmente dalla sinistra ma sia chiaro che la sicurezza nei cantieri è nelle corde anche di una parte cospicua del Pdl. La mia sicuramente».
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