CORRIERE DELLA SERA - Politica: «Silvio peggio del fascismo». Asor Rosa spacca la sinistra 07.08.2008
ROMA — Al canto delle cicale, a Monticchiello — dimenticando per un giorno l'assedio degli immobiliaristi che vogliono cementargli, così racconta, la Val d'Orcia — il professor Alberto Asor Rosa, 74 anni, inflessibile critico letterario, leggendario docente di letteratura italiana alla Sapienza di Roma, ex direttore di Rinascita, ex deputato del Pci, interrompe le vacanze e si mette a scrivere un articolo di fondo per il manifesto. «Il terzo governo Berlusconi rappresenta senza ombra di dubbio il punto più basso nelle storia d'Italia dall'Unità in poi. Più del fascismo? Inclino a pensarlo... ». Le prime righe del lungo articolo sono queste. Il quotidiano comunista lo ha pubblicato ieri: e non sono stati pochi coloro che, proseguendo la lettura, sono rimasti sorpresi. Sentite: «Il fascismo — continua Asor Rosa — con tutta la sua negatività, costituì il tentativo di sostituire a un sistema in aperta crisi, quello liberale, un sistema completamente diverso, quello totalitario. Pochi oggi possono consentire con la natura e gli obiettivi di quel tentativo; nessuno, però, potrebbe contestarne la radicalità e persino, dentro un certo circoscritto ambito di valori, le buone intenzioni ». Lette queste righe è stato inevitabile cercare il professore. «Siete stupiti?». Un po'. «Beh, è un discorso che può forse suonare strano, lo ammetto, specie se formulato da me. Ma la situazione è così eccezionale che non ci si può più accontentare degli schemi classici e...». E quindi lei... «Sostengo, limitandomi a una valutazione storica, che almeno il fascismo, a differenza di Berlusconi, aveva ambizioni alte, dimostrava di tenere al bene collettivo della nazione...». Va bene, professore, il concetto è chiaro. Così chiaro che c'è chi, nel commentarlo, alza anche i toni della voce. La voce è quella di Massimo Cacciari, filosofo, sindaco di Venezia, esponente del Pd. «Primo: io ormai questi intellettuali li sopporto meno dei politici...». Secondo? «Quella del mio ex amico Asor Rosa è una provocazione inutile, perché sono incomparabili sia le epoche che i personaggi. Solo uno fuori di senno può paragonare Berlusconi a Mussolini». Eppure... «Allora paragoniamo Putin a Stalin? O Sarkozy a Napoleone? Purtroppo certe figure storiche sono grandi ma anche tragiche. E certo che Berlusconi sarà sempre un gradino sotto Mussolini! Ma grazie al cielo escludo che il Cavaliere ci porti dentro un conflitto mondiale...». Cacciari è molto facile da intervistare. Perché è sempre deciso, netto. Così prosegue: «Non so: Asor Rosa è forse ancora impressionato dalla bonifica della Pianura Pontina? Beh, sì: in effetti Mussolini spostò in massa migliaia di contadini da una regione all'altra. Sì, certo, ci riuscì benissimo, fu un esempio di decisionismo: infatti, come dire? era un dittatore ». I toni sono questi. La Rina Gagliardi — editorialista di Liberazione, ex senatrice rifondarola di strettissima osservanza bertinottiana — li abbassa «un po' perché fa troppo caldo», un po' perché il teorema di Asor Rosa, in fondo, sia pure parzialmente, lo condivide. Andiamo con ordine. «Il paragone mi pare un poco incauto. Mussolini guidò un regime per vent'anni, il terzo governo Berlusconi è appena al giro di boa dei primi cento giorni. Detto questo...». Ecco, detto questo? «Non c'è dubbio che quello in carica sia il peggior governo mai comandato da Berlusconi e che la qualità della democrazia, in Italia, sia assai scaduta...». Quindi? «Direi che se quella di Alberto è una provocazione estrema, io sono qui, a condividerla». L'ultima telefonata è per il professor Lucio Villari, che insegna Storia contemporanea all'università Roma Tre. Il professor Villari, sulle prime, sembra essere scettico come il collega Cacciari. «Il paragone proposto da Asor Rosa, per lo storico, è tecnicamente impraticabile: se no, per capirci, potremmo paragonare anche Tremonti a Quintino Sella e via dicendo...». Poi l'animo dello storico cede però il passo. «Naturalmente, se allo storico si chiedesse una semplice valutazione del berlusconismo, allora lo storico dovrebbe provare a immaginare le eventuali evoluzioni di questa fase della democrazia italiana... Ricordando, per esempio, che nel 1933, in Germania, anche il governo di Hitler fu eletto democraticamente...». Fabrizio Roncone
ROMA — Al canto delle cicale, a Monticchiello — dimenticando per un giorno l'assedio degli immobiliaristi che vogliono cementargli, così racconta, la Val d'Orcia — il professor Alberto Asor Rosa, 74 anni, inflessibile critico letterario, leggendario docente di letteratura italiana alla Sapienza di Roma, ex direttore di Rinascita, ex deputato del Pci, interrompe le vacanze e si mette a scrivere un articolo di fondo per il manifesto. «Il terzo governo Berlusconi rappresenta senza ombra di dubbio il punto più basso nelle storia d'Italia dall'Unità in poi. Più del fascismo? Inclino a pensarlo... ». Le prime righe del lungo articolo sono queste. Il quotidiano comunista lo ha pubblicato ieri: e non sono stati pochi coloro che, proseguendo la lettura, sono rimasti sorpresi. Sentite: «Il fascismo — continua Asor Rosa — con tutta la sua negatività, costituì il tentativo di sostituire a un sistema in aperta crisi, quello liberale, un sistema completamente diverso, quello totalitario. Pochi oggi possono consentire con la natura e gli obiettivi di quel tentativo; nessuno, però, potrebbe contestarne la radicalità e persino, dentro un certo circoscritto ambito di valori, le buone intenzioni ». Lette queste righe è stato inevitabile cercare il professore. «Siete stupiti?». Un po'. «Beh, è un discorso che può forse suonare strano, lo ammetto, specie se formulato da me. Ma la situazione è così eccezionale che non ci si può più accontentare degli schemi classici e...». E quindi lei... «Sostengo, limitandomi a una valutazione storica, che almeno il fascismo, a differenza di Berlusconi, aveva ambizioni alte, dimostrava di tenere al bene collettivo della nazione...». Va bene, professore, il concetto è chiaro. Così chiaro che c'è chi, nel commentarlo, alza anche i toni della voce. La voce è quella di Massimo Cacciari, filosofo, sindaco di Venezia, esponente del Pd. «Primo: io ormai questi intellettuali li sopporto meno dei politici...». Secondo? «Quella del mio ex amico Asor Rosa è una provocazione inutile, perché sono incomparabili sia le epoche che i personaggi. Solo uno fuori di senno può paragonare Berlusconi a Mussolini». Eppure... «Allora paragoniamo Putin a Stalin? O Sarkozy a Napoleone? Purtroppo certe figure storiche sono grandi ma anche tragiche. E certo che Berlusconi sarà sempre un gradino sotto Mussolini! Ma grazie al cielo escludo che il Cavaliere ci porti dentro un conflitto mondiale...». Cacciari è molto facile da intervistare. Perché è sempre deciso, netto. Così prosegue: «Non so: Asor Rosa è forse ancora impressionato dalla bonifica della Pianura Pontina? Beh, sì: in effetti Mussolini spostò in massa migliaia di contadini da una regione all'altra. Sì, certo, ci riuscì benissimo, fu un esempio di decisionismo: infatti, come dire? era un dittatore ». I toni sono questi. La Rina Gagliardi — editorialista di Liberazione, ex senatrice rifondarola di strettissima osservanza bertinottiana — li abbassa «un po' perché fa troppo caldo», un po' perché il teorema di Asor Rosa, in fondo, sia pure parzialmente, lo condivide. Andiamo con ordine. «Il paragone mi pare un poco incauto. Mussolini guidò un regime per vent'anni, il terzo governo Berlusconi è appena al giro di boa dei primi cento giorni. Detto questo...». Ecco, detto questo? «Non c'è dubbio che quello in carica sia il peggior governo mai comandato da Berlusconi e che la qualità della democrazia, in Italia, sia assai scaduta...». Quindi? «Direi che se quella di Alberto è una provocazione estrema, io sono qui, a condividerla». L'ultima telefonata è per il professor Lucio Villari, che insegna Storia contemporanea all'università Roma Tre. Il professor Villari, sulle prime, sembra essere scettico come il collega Cacciari. «Il paragone proposto da Asor Rosa, per lo storico, è tecnicamente impraticabile: se no, per capirci, potremmo paragonare anche Tremonti a Quintino Sella e via dicendo...». Poi l'animo dello storico cede però il passo. «Naturalmente, se allo storico si chiedesse una semplice valutazione del berlusconismo, allora lo storico dovrebbe provare a immaginare le eventuali evoluzioni di questa fase della democrazia italiana... Ricordando, per esempio, che nel 1933, in Germania, anche il governo di Hitler fu eletto democraticamente...». Fabrizio Roncone
Commenta