Il Messaggero - Martedì 05 Agosto 2008
Azzurre, primo assalto
Pagliaro e Turisini: subito la verità nel sollevamento pesi e nella carabina
PECHINO - La prima medaglia d’oro? Cinese per forza. Una questione nazionale. Sabato, quando in Italia sarà ancora notte fonda, si contenderanno il primo podio le tiratrici e le sollevatrici. Carabina e bilanciere, vediamo chi farà prima, sul filo dei minuti. Il prima e il dopo potrebbero appunto dipendere da come staranno in classifica le ragazze di casa, ma la cosa certa è che sono loro le primedonne, quelle da battere.
Il caso vuole che sulla loro strada, però, ci siano due azzurre, una di Trieste e una di Caltanissetta, quant’è lunga l’Italia. Valentina Turisini è quella che spara e non le manda a dire, tanto è vero che ad Atene si prese l’argento dopo essere stata convocata più per la sua vena da sindacalista che per i risultati fin lì ottenuti. Incassata la fiducia, prese la mira e salì sul podio. Fa parte del gruppo sportivo della Forestale, ha quasi 39 anni, è single, ed è la punta di diamante di una squadra che è già da record, avendo portato a Pechino ben sette atleti, mai accaduto prima. «Certo che stavolta la tensione la sentirò per forza - fa lei - Quattro anni fa stupii anche me stessa, ripetersi è sempre un problema. Mi preoccupa il caldo più dello smog, perché noi spariamo vestiti come palombari. E’ un campo di gara esposto al vento, influirà anche quello. Ma dovendo fare una scommessa punterei su Marco De Nicolo, quest’anno è lui che può centrare il traguardo prestigioso». Nella carabina c’è anche uno degli azzurri più giovani, Niccolò Campriani, solo vent’anni, con una donna come allenatore, l’ex ct dell’Olanda Gaby Buehlmann.
Ma se Valentina dovrà farsi largo fra russe, cinesi e americane, tiratrici scelte dell’Esercito, a qualche chilometro di distanza Genny Pagliaro sarà prima di tutto in lotta con se stessa e i propri limiti. Lei di anni ne ha 19, è alla sua prima Olimpiade naturalmente, e ha una forza nelle braccia che le fa alzare il doppio del suo peso. La categoria è 48 kg, Genny ne conta uno di meno: 88 chili nello strappo le sono valsi l’oro agli ultimi Europei di Lignano, in aprile; nello slancio arriva a 106 ed è questo l’esercizio che deciderà il podio. «Se ripete queste alzate - dice Francesco Bonincontro, il capogruppo della federazione - è già in zona medaglie. Ma le cinesi sono fortissime: pensate che la più forte del mondo è stata esclusa l’ultimo giorno dalla squadra a beneficio di un’altra che non conosciamo ma che dicono sia ancora più forte. E poi ci sono due turche, due thailandesi. Sarà fondamentale anche la strategia di gara, perché ai Giochi si premia solo il totale delle due prove». Il presidente Antonio Urso, nisseno come Genny e il suo allenatore Giovanni Scarantino, guarda anche più avanti: «E’ la più giovane fra le top ten, con 4-5 anni di lavoro in più diventerà la più forte, perché questo è uno sport in cui programmazione e gestione dell’atleta sono fondamentali». E dove l’Italia, va aggiunto, è diventata competitiva di pari passo con la maggiore serietà dei contolli antidoping.
Wonderwoman è alta 1,45. Eppoi è una ragazza davvero acqua e sapone: «Voglio una medaglia, ci mancherebbe. Ma dovrò migliorarmi di sei chili. E non chiamatemi Ercolina perché mi sento donna, i miei non sono solo muscoli, contano la forza e la velocità di movimento. Una passata di lucidalabbra, un po’ di trucco per valorizzare gli occhi e via in pedana, ci tengo alla mia femminilità. Poi per la festa magari un vestito da sera nero. Non è vero che questo è uno sport da maschi, a Caltanissetta c’è una scuola fortissima e siamo coinvolte anche noi ragazze. I maschi li batto a braccio di ferro ma poi sono tutti lì a tifare per me». A guardarla in tv dall’Italia, oltre al padre, campione italiano negli anni ’70, e ai fratelli, stavolta ci sarà anche Francesco, il suo fidanzatino, anche lui pesista sia pure meno quotato: «A Natale gli ho dato il primo bacio», dice raggiante. Una spinta in più per una disciplina in cui, come assicurano gli allenatori, conta più la mente dei muscoli.
Cento chili sopra la testa: a lei viene naturale, farlo in un unico movimento, lo strappo appunto. Il resto lo fa il suo caratterino niente male. Anche se poi torna bambina rilassandosi e ridendo coi film di Franco e Ciccio. Certo ci vorrà l’impresa per arrivare al podio. Ma la gara olimpica sfugge a ogni pronostico, sei lì da sola con quel peso da alzare, con lo sforzo di un attimo che dura una vita. Sarà così anche per la cinese sconosciuta che sulla testa avrà peraltro un peso in più, quello di un Paese che le chiede subito un oro per iniziare la caccia agli Usa. Lunga un medagliere intero.
Azzurre, primo assalto
Pagliaro e Turisini: subito la verità nel sollevamento pesi e nella carabina
PECHINO - La prima medaglia d’oro? Cinese per forza. Una questione nazionale. Sabato, quando in Italia sarà ancora notte fonda, si contenderanno il primo podio le tiratrici e le sollevatrici. Carabina e bilanciere, vediamo chi farà prima, sul filo dei minuti. Il prima e il dopo potrebbero appunto dipendere da come staranno in classifica le ragazze di casa, ma la cosa certa è che sono loro le primedonne, quelle da battere.
Il caso vuole che sulla loro strada, però, ci siano due azzurre, una di Trieste e una di Caltanissetta, quant’è lunga l’Italia. Valentina Turisini è quella che spara e non le manda a dire, tanto è vero che ad Atene si prese l’argento dopo essere stata convocata più per la sua vena da sindacalista che per i risultati fin lì ottenuti. Incassata la fiducia, prese la mira e salì sul podio. Fa parte del gruppo sportivo della Forestale, ha quasi 39 anni, è single, ed è la punta di diamante di una squadra che è già da record, avendo portato a Pechino ben sette atleti, mai accaduto prima. «Certo che stavolta la tensione la sentirò per forza - fa lei - Quattro anni fa stupii anche me stessa, ripetersi è sempre un problema. Mi preoccupa il caldo più dello smog, perché noi spariamo vestiti come palombari. E’ un campo di gara esposto al vento, influirà anche quello. Ma dovendo fare una scommessa punterei su Marco De Nicolo, quest’anno è lui che può centrare il traguardo prestigioso». Nella carabina c’è anche uno degli azzurri più giovani, Niccolò Campriani, solo vent’anni, con una donna come allenatore, l’ex ct dell’Olanda Gaby Buehlmann.
Ma se Valentina dovrà farsi largo fra russe, cinesi e americane, tiratrici scelte dell’Esercito, a qualche chilometro di distanza Genny Pagliaro sarà prima di tutto in lotta con se stessa e i propri limiti. Lei di anni ne ha 19, è alla sua prima Olimpiade naturalmente, e ha una forza nelle braccia che le fa alzare il doppio del suo peso. La categoria è 48 kg, Genny ne conta uno di meno: 88 chili nello strappo le sono valsi l’oro agli ultimi Europei di Lignano, in aprile; nello slancio arriva a 106 ed è questo l’esercizio che deciderà il podio. «Se ripete queste alzate - dice Francesco Bonincontro, il capogruppo della federazione - è già in zona medaglie. Ma le cinesi sono fortissime: pensate che la più forte del mondo è stata esclusa l’ultimo giorno dalla squadra a beneficio di un’altra che non conosciamo ma che dicono sia ancora più forte. E poi ci sono due turche, due thailandesi. Sarà fondamentale anche la strategia di gara, perché ai Giochi si premia solo il totale delle due prove». Il presidente Antonio Urso, nisseno come Genny e il suo allenatore Giovanni Scarantino, guarda anche più avanti: «E’ la più giovane fra le top ten, con 4-5 anni di lavoro in più diventerà la più forte, perché questo è uno sport in cui programmazione e gestione dell’atleta sono fondamentali». E dove l’Italia, va aggiunto, è diventata competitiva di pari passo con la maggiore serietà dei contolli antidoping.
Wonderwoman è alta 1,45. Eppoi è una ragazza davvero acqua e sapone: «Voglio una medaglia, ci mancherebbe. Ma dovrò migliorarmi di sei chili. E non chiamatemi Ercolina perché mi sento donna, i miei non sono solo muscoli, contano la forza e la velocità di movimento. Una passata di lucidalabbra, un po’ di trucco per valorizzare gli occhi e via in pedana, ci tengo alla mia femminilità. Poi per la festa magari un vestito da sera nero. Non è vero che questo è uno sport da maschi, a Caltanissetta c’è una scuola fortissima e siamo coinvolte anche noi ragazze. I maschi li batto a braccio di ferro ma poi sono tutti lì a tifare per me». A guardarla in tv dall’Italia, oltre al padre, campione italiano negli anni ’70, e ai fratelli, stavolta ci sarà anche Francesco, il suo fidanzatino, anche lui pesista sia pure meno quotato: «A Natale gli ho dato il primo bacio», dice raggiante. Una spinta in più per una disciplina in cui, come assicurano gli allenatori, conta più la mente dei muscoli.
Cento chili sopra la testa: a lei viene naturale, farlo in un unico movimento, lo strappo appunto. Il resto lo fa il suo caratterino niente male. Anche se poi torna bambina rilassandosi e ridendo coi film di Franco e Ciccio. Certo ci vorrà l’impresa per arrivare al podio. Ma la gara olimpica sfugge a ogni pronostico, sei lì da sola con quel peso da alzare, con lo sforzo di un attimo che dura una vita. Sarà così anche per la cinese sconosciuta che sulla testa avrà peraltro un peso in più, quello di un Paese che le chiede subito un oro per iniziare la caccia agli Usa. Lunga un medagliere intero.

Commenta