hermes e la musica dodecafonica.
a mio modesto parere, la realpolitik di bismarck rappresenta il giusto compromesso tra la volontà di autodeterminazione (e potenza) di un popolo e il tenersi radicati alle concrete e correnti situazioni geopolitiche.
non va dimenticato che la politica interna ed estera del cancelliere lasciò senza parole tutta europa: la sua fu reazione pura e pragmatismo cinico, e gli europei che avevano preso a contestarla furono zittiti dai risultati folgoranti. la federazione degli stati tedeschi fu trasformata in uno stato federale costruendo una rete di consensi nell'aristocrazia terriera degli junker (da cui il cancelliere proveniva) e le vittorie su austria e francia furono magistrali. ricordiamo il dispaccio di ems, culmine del suo pragmatismo cinico: usando le sue parole, "sbandierò il drappo rosso" sotto gli occhi del toro francese, ed ottenne una guerra che neanche il reggente casato tedesco voleva (forse meglio riassumere per il beneficio non dei soli storici: napoleone III non era favorevole alla salita al trono francese di un hohezollern, ma il kaiser si manteneva cauto nel non guastare i rapporti. questo a bismarck stava stretto, consapevole del momento storico propizio e della superiorità strategica e fattuale dell'esercito tedesco. l'inviato francese fu accolto bene da re tedesco, ma bismarck dal suo ritiro termale redige un dispaccio in cui, grazie alle sue abilità dialettiche e mistificatrici, fa trasparire un trattamento sprezzante riservato dall' hohenzollern all'ambasciatore francese: puntava sul fatto che napoleone III sarebbe stato preda di orgoglio e puntiglio, e fosse lui a dichiarare guerra. ebbe ragione)
bismarck, dopo i suoi mirevoli successi, realizzò che era il momento di fermarsi e godere di tutto quello che era possibile ottenere ed era stato ottenuto difatti: ricordiamo che lui, raffigurato spesso come l'hermes che modella nella sua fucina reazionaria il secondo reich con incudine e martello, non ha mai commesso un passo falso e mai stato smentito nei fatti.
purtroppo guglielmo secondo, salito al trono, cominciò ad incarnare quelle spinte che poi divengono, anche se con una sfumatura differente, proprie anche del fuhrer: il distacco dalla pragmaticità e radicamento alla realtà delle cose (realpolitik), fuga dell'io nazionale e personale verso le conseguenze estreme e più deleterie dell'idealismo tedesco, come dicevo prima con il soundtrack della musica dodecafonica e reinterpretazioni wagneriane (l'arte esprime sempre le profonde correnti viscerali che si muovono sotterraneamente in un popolo)
le ardenne e la falce.
simones, tu ricordavi la campagna di francia: credo che quella fu l'azione più mirabile del terzo reich. l'aggiramento della linea maginot diede piede libero alla weirmarcht, bypassando il grosso delle forze francesi concentrate ad opporre una resistenza di trincea. la foresta delle ardenne era stata giudicata impenetrabile da un esercito, ed i nazisti ci fecero passare a lampo non solo uomini, ma intere divisioni di artiglieria pesante e mezzi blindati. l'operazione "taglio a falce" mise l'intera compagine britannica spalle al mare, in un angolo, mentre l'esercito francese si frantumava correndo per il paese come un headless chicken
dunkerque ed il leone marino.
grazie appunto al passaggio attraverso la foresta delle ardenne ed alla manovra "a falce", in pratica quasi tutto l'esercito britannico fu messo spalle al mare in un ristrettissimo territorio sulla costa nord. se le forze tedesche avessero affondato il colpo di grazia, questo avrebbe significato una gran bretagna completamente sguarnita e pronta per l'invasione senza potervici opporre alcuna resistenza.
ma le forze tedesche si fermarono, e permisero l'evacuazione con la coda fra le gambe (usando tutti i mezzi a disposizione civili anche, come pescherecci e quant'altro) di un intero esercito attraveso la manica.
per giustificare il non affondare il colpo di grazia è stato suggerito che quella fu l'ultima proposta di pace all'inghilterra, volendo mostrare un atto di buona volontà e benevolo: la guerra sul continente era vinta, e hitler sperava che i britannici prendessero atto della superiorità e dimostrazione di potenza tedesca ma al contempo apprezzassero l'ultimo tender la mano, e cioè il regalo fatto alla corona inglese a dunkerque.
ma la speculazione hilteriana si dimostrò fatale, perchè le operazioni leone marino (invasione della gran bretagna) furono l'inizio della fine, per tanti versi
a mio modesto parere, la realpolitik di bismarck rappresenta il giusto compromesso tra la volontà di autodeterminazione (e potenza) di un popolo e il tenersi radicati alle concrete e correnti situazioni geopolitiche.
non va dimenticato che la politica interna ed estera del cancelliere lasciò senza parole tutta europa: la sua fu reazione pura e pragmatismo cinico, e gli europei che avevano preso a contestarla furono zittiti dai risultati folgoranti. la federazione degli stati tedeschi fu trasformata in uno stato federale costruendo una rete di consensi nell'aristocrazia terriera degli junker (da cui il cancelliere proveniva) e le vittorie su austria e francia furono magistrali. ricordiamo il dispaccio di ems, culmine del suo pragmatismo cinico: usando le sue parole, "sbandierò il drappo rosso" sotto gli occhi del toro francese, ed ottenne una guerra che neanche il reggente casato tedesco voleva (forse meglio riassumere per il beneficio non dei soli storici: napoleone III non era favorevole alla salita al trono francese di un hohezollern, ma il kaiser si manteneva cauto nel non guastare i rapporti. questo a bismarck stava stretto, consapevole del momento storico propizio e della superiorità strategica e fattuale dell'esercito tedesco. l'inviato francese fu accolto bene da re tedesco, ma bismarck dal suo ritiro termale redige un dispaccio in cui, grazie alle sue abilità dialettiche e mistificatrici, fa trasparire un trattamento sprezzante riservato dall' hohenzollern all'ambasciatore francese: puntava sul fatto che napoleone III sarebbe stato preda di orgoglio e puntiglio, e fosse lui a dichiarare guerra. ebbe ragione)
bismarck, dopo i suoi mirevoli successi, realizzò che era il momento di fermarsi e godere di tutto quello che era possibile ottenere ed era stato ottenuto difatti: ricordiamo che lui, raffigurato spesso come l'hermes che modella nella sua fucina reazionaria il secondo reich con incudine e martello, non ha mai commesso un passo falso e mai stato smentito nei fatti.
purtroppo guglielmo secondo, salito al trono, cominciò ad incarnare quelle spinte che poi divengono, anche se con una sfumatura differente, proprie anche del fuhrer: il distacco dalla pragmaticità e radicamento alla realtà delle cose (realpolitik), fuga dell'io nazionale e personale verso le conseguenze estreme e più deleterie dell'idealismo tedesco, come dicevo prima con il soundtrack della musica dodecafonica e reinterpretazioni wagneriane (l'arte esprime sempre le profonde correnti viscerali che si muovono sotterraneamente in un popolo)
le ardenne e la falce.
simones, tu ricordavi la campagna di francia: credo che quella fu l'azione più mirabile del terzo reich. l'aggiramento della linea maginot diede piede libero alla weirmarcht, bypassando il grosso delle forze francesi concentrate ad opporre una resistenza di trincea. la foresta delle ardenne era stata giudicata impenetrabile da un esercito, ed i nazisti ci fecero passare a lampo non solo uomini, ma intere divisioni di artiglieria pesante e mezzi blindati. l'operazione "taglio a falce" mise l'intera compagine britannica spalle al mare, in un angolo, mentre l'esercito francese si frantumava correndo per il paese come un headless chicken
dunkerque ed il leone marino.
grazie appunto al passaggio attraverso la foresta delle ardenne ed alla manovra "a falce", in pratica quasi tutto l'esercito britannico fu messo spalle al mare in un ristrettissimo territorio sulla costa nord. se le forze tedesche avessero affondato il colpo di grazia, questo avrebbe significato una gran bretagna completamente sguarnita e pronta per l'invasione senza potervici opporre alcuna resistenza.
ma le forze tedesche si fermarono, e permisero l'evacuazione con la coda fra le gambe (usando tutti i mezzi a disposizione civili anche, come pescherecci e quant'altro) di un intero esercito attraveso la manica.
per giustificare il non affondare il colpo di grazia è stato suggerito che quella fu l'ultima proposta di pace all'inghilterra, volendo mostrare un atto di buona volontà e benevolo: la guerra sul continente era vinta, e hitler sperava che i britannici prendessero atto della superiorità e dimostrazione di potenza tedesca ma al contempo apprezzassero l'ultimo tender la mano, e cioè il regalo fatto alla corona inglese a dunkerque.
ma la speculazione hilteriana si dimostrò fatale, perchè le operazioni leone marino (invasione della gran bretagna) furono l'inizio della fine, per tanti versi
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