un giallo storico:il testamento di adolf hitler

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  • thetongue
    Bodyweb Senior
    • Mar 2003
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    #31
    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
    cioè non concordi con il fatto,espresso da hitler stesso,che barbarossa fosse inevitabile.
    io barbarossa l'avrei vista una ottima opzione iniziale: si doveva iniziare con i propositi primi, è cioè lo spazio vitale ad est (e sarebbe anche stata spalleggiata , con buona probabilità, dalle democrazie occidentali, che guardavano di mal occhio la russia bolscevica ma avrebbero voluto far fare il lavoro sporco ad un terzo). per più volte lo stesso hitler aveva ricordato che mai più la germania si sarebbe dovuta metter nelle condizioni di operare su due fronti, già dimostratesi nefaste in diversi momenti storici cruciali.
    specificato ciò, però visto che il nostro aveva cambiato direttive e si era impegnato ad ovest, barbarossa fu proprio la mossa di un disperato che cerca di ribaltare una situazione che si stava progressivamente compromettendo.
    la germania del terzo reich era una formidabile macchina bellica, che avrebbe potuto ottenere tanto a patto di mantenere un po' di quella realpolitik, che aveva dato tante soddisfazioni al secondo reich di bismarck, fino a che il kaiser preso da delirio di onnipotenza non rovinò tutto. per certi versi, l'ideologia hitleriana fu la distorsione di quella bismarckiana e il distacco dalla realtà (che però era l'unico sbocco naturale dell'idealismo tedesco in quel momento storico, in parte per sentimento di rivalsa dal trattato di versailles e congiuntura economico-politica - ne possiamo parlare, ma è un altro tema-).
    dicevo, una formidabile macchina bellica, ma l'errore chiaramente fatale fu l'impegno su fronti disparati: dato il contributo non rilevante delle forze italiane e considerando l'impegno nipponico limitato al pacifico, la germania si trovò a fronteggiare delle forze planetarie sul fronte europeo nord-ovest, europeo est, sud est con balcani e grecia, sud ovest in africa settentrionale. lo sforzo bellico dell'uno contro tutti incarnò il distacco dalla realtà dell'idealismo tedesco, ripeto staccatosi dalla realpolitik di bismarck, a suon di musica dodecafonica con reinterpretazioni wagneriane

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    • six00
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      • Jan 2006
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      #32
      vorrei leggere il mein kampf più in là se ho tempo, voi che forse l'avete letto, che idea vi siete fatti di e che differenze ci sono tra l'hitler di quel libro fino a questo testamento?

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      • Sean
        Csar
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        #33
        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Sono conscio di citare uno dei passi più caldi del testamento (lascio da parte le questioni di autenticità)

        Una caratteristica distintiva dell'ebreo consiste nel fatto che, a differenza degli altri stranieri, egli pretende ovunque tutti i diritti di cittadinanza della comunità che lo ospita, e al contempo rimane sempre ebreo. È un suo diritto, secondo lui, che gli si consenta di scorrazzare con la lepre e di cacciare con i segugi; ed è il solo uomo in tutto il mondo a pretendere un privilegio cosí stravagante.


        Credo che tali idee, pur nella loro coloritura espressiva, inquadrino il problema di cui noi stessi qui abbiamo parlato diverse volte, del doppio status ebreo/italiano, ad esempio, che non si applica ad un buddista/italiano, cristiano/italiano. Aggiungo, incidentalmente, che questo fenomento tipico dele comunità ebraiche si manifesta oggi anche per i musulmani.


        Mi sento però di fare una distinzione tra i due protagonisti;
        I musulmani sono mossi solo dal voler portare la parola di Allah, che considerano compito santo, a tutto il mondo, e dunque se sono impermeabili alle altre tradizioni è perchè vogliono preservarsi dall'essere contaminati da "satana".
        Restano quindi ben identificabili nella loro diversità, che assolutamente non nascondono, semmai rivendicano pure qui grazie agli strumenti messi loro a disposizione dalle democrazie.
        Gli ebrei al contrario non vogliono legittimazione per la loro natura, ma più camaleonticamente assumono di facciata l'identità del paese che li ospita, come ben spiegato in quel passo, dichiarandosi tedeschi, italiani, francesi, restando invece fedeli appartenenti a quell'entità indefinibile chiamata Eterno Israele.
        I musulmani, a differenza degli ebrei, non hanno nulla da nascondere.
        Last edited by Sean; 01-08-2008, 22:08:17.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • simones
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          • altoadige
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          #34
          Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
          io barbarossa l'avrei vista una ottima opzione iniziale: si doveva iniziare con i propositi primi, è cioè lo spazio vitale ad est (e sarebbe anche stata spalleggiata , con buona probabilità, dalle democrazie occidentali, che guardavano di mal occhio la russia bolscevica ma avrebbero voluto far fare il lavoro sporco ad un terzo). per più volte lo stesso hitler aveva ricordato che mai più la germania si sarebbe dovuta metter nelle condizioni di operare su due fronti, già dimostratesi nefaste in diversi momenti storici cruciali.
          specificato ciò, però visto che il nostro aveva cambiato direttive e si era impegnato ad ovest, barbarossa fu proprio la mossa di un disperato che cerca di ribaltare una situazione che si stava progressivamente compromettendo.
          la germania del terzo reich era una formidabile macchina bellica, che avrebbe potuto ottenere tanto a patto di mantenere un po' di quella realpolitik, che aveva dato tante soddisfazioni al secondo reich di bismarck, fino a che il kaiser preso da delirio di onnipotenza non rovinò tutto. per certi versi, l'ideologia hitleriana fu la distorsione di quella bismarckiana e il distacco dalla realtà (che però era l'unico sbocco naturale dell'idealismo tedesco in quel momento storico, in parte per sentimento di rivalsa dal trattato di versailles e congiuntura economico-politica - ne possiamo parlare, ma è un altro tema-).
          dicevo, una formidabile macchina bellica, ma l'errore chiaramente fatale fu l'impegno su fronti disparati: dato il contributo non rilevante delle forze italiane e considerando l'impegno nipponico limitato al pacifico, la germania si trovò a fronteggiare delle forze planetarie sul fronte europeo nord-ovest, europeo est, sud est con balcani e grecia, sud ovest in africa settentrionale. lo sforzo bellico dell'uno contro tutti incarnò il distacco dalla realtà dell'idealismo tedesco, ripeto staccatosi dalla realpolitik di bismarck, a suon di musica dodecafonica con reinterpretazioni wagneriane
          sono d'accordo.
          però:
          l'inimicizia tra occidente ed unione sovietica era evidentemente più blanda di quanto si possa pensare.
          a testimoninza di ciò riporto che al momento dell'effettiva spartizione della polonia in seguito al ribbentrop molotov francia ed uk dichiararono guerra alla sola germania.
          seguirono mesi di finta guerra prima dell'attacco hitleriano alla francia
          hitler non voleva lascirsi coinvolgere iun una guerra ad ovest.
          l'operazione barbarossa fu,come giustamente tu sostieni, inevitabile al fine di rovesciare la situazione ed assicurarsi materie prime ed approvvigionamenti sugli urali in quanto la situazione andava facendosi insostenibile.
          evidentemente le potenze occidentali riservavano a stalin lo status di cattivo n 2.
          preso l'est la germania sarebbe stata invincibile sul suolo europeo e questo hitler ben lo sapeva.
          in sintesi le scelte del "folle" hitler alla luce dei dati che possideo mi sembrano assolutamente assennate e tatticamente giustificabili.
          tant'è che,ragazzi,mancò mosca di un soffio.
          il reich fu più vicino alla vittoria di quanto sia concesso scrivere sui libri di testo così come ritengo hitler molto più lucido di quanto si sia disposti ad ammettere.
          si doveva giocare il tutto per tutto ed in questo hitler era maestro.

          si narra che presa la decisione dell'attaccoi all'urss goering si rivolse a hitler sostenendo che la scelta fosse,a suo modo di vedere, eccessivamente azzardata.
          hitler rispose laconicamente che in vita sua non aveva fatto altro che giocarsi sempre il tutto per tutto.
          "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

          L.F.Celine

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          • Sean
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            #35
            Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
            sono d'accordo.
            però:
            l'inimicizia tra occidente ed unione sovietica era evidentemente più blanda di quanto si possa pensare.
            a testimoninza di ciò riporto che al momento dell'effettiva spartizione della polonia in seguito al ribbentrop molotov francia ed uk dichiararono guerra alla sola germania.
            seguirono mesi di finta guerra prima dell'attacco hitleriano alla francia
            hitler non voleva lascirsi coinvolgere iun una guerra ad ovest.
            l'operazione barbarossa fu,come giustamente tu sostieni, inevitabile al fine di rovesciare la situazione ed assicurarsi materie prime ed approvvigionamenti sugli urali in quanto la situazione andava facendosi insostenibile.
            evidentemente le potenze occidentali riservavano a stalin lo status di cattivo n 2.
            preso l'est la germania sarebbe stata invincibile sul suolo europeo e questo hitler ben lo sapeva.
            in sintesi le scelte del "folle" hitler alla luce dei dati che possideo mi sembrano assolutamente assennate e tatticamente giustificabili.
            tant'è che,ragazzi,mancò mosca di un soffio.
            il reich fu più vicino alla vittoria di quanto sia concesso scrivere sui libri di testo così come ritengo hitler molto più lucido di quanto si sia disposti ad ammettere.
            si doveva giocare il tutto per tutto ed in questo hitler era maestro.


            si narra che presa la decisione dell'attaccoi all'urss goering si rivolse a hitler sostenendo che la scelta fosse,a suo modo di vedere, eccessivamente azzardata.
            hitler rispose laconicamente che in vita sua non aveva fatto altro che giocarsi sempre il tutto per tutto.
            Pur riconoscendo i motivi che Tongue illustra concordo sullo stato di "necessità" che qui ribadisci.
            Per far apparire chiara la logica di quell'azione, bisogna tornare a quel concetto di Tempo che Hitler sapeva vitale;
            Poi si capisce il perchè e che si trattava necessariamente di trarre il dado.
            ...ma di noi
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            • simones
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              #36
              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Pur riconoscendo i motivi che Tongue illustra concordo sullo stato di "necessità" che qui ribadisci.
              Per far apparire chiara la logica di quell'azione, bisogna tornare a quel concetto di Tempo che Hitler sapeva vitale;
              Poi si capisce il perchè e che si trattava necessariamente di trarre il dado.

              concordo appieno,la metafora del dado rende inoltre perfettamente l'dea.
              hitler era infatti un uomo estremamente coraggioso
              "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

              L.F.Celine

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              • Sean
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                #37

                Ah, se gli italiani fossero rimasti fuori di questa guerra! Se solo avessero mantenuto il loro stato di non belligeranza! Tenuto conto della nostra amicizia e degli interessi comuni che ci legano, quale valore inestimabile avrebbe avuto per noi tale atteggiamento


                Per gratitudine (poiché non dimenticherò mai l'atteggiamento adottato dal Duce al tempo dell
                'Anschluss) mi, sono sempre astenuto dal criticare o dal giudicare l'Italia. All'opposto, ho sempre fatto quanto stava in me per trattarla come una nostra pari: Sfortunatamente, le leggi della natura. hanno dimostrato che è un errore trattare come uguali coloro che uguali non sono. Il Duce, personalmente; mi uguaglia. Può darsi anche che sia superiore a me dal punto di vista delle sue ambizioni per quanto concerne il popolo italiano. Ma contano solo i fatti, e non le ambizioni.

                Né il mio affetto personale per il Duce, né i miei istintivi sentimenti di amicizia per il popolo italiano sono mutati. Ma io attribuisco a me stesso la colpa di non avere ascoltato la voce della ragione, che mi imponeva di essere spietato pur nella mia amicizia per l'Italia. E avrei potuto far questo con personale vantaggio del Duce stesso e con vantaggio del suo popolo. Mi rendo conto, naturalmente, che un simile atteggiamento da parte mia lo avrebbe offeso e che egli non mi avrebbe mai perdonato. Ma in seguito alla mia indulgenza, sono accadute cose che non sarebbero dovute accadere e che possono senz'altro dimostrarsi fatali. La vita non perdona la debolezza.


                Ecco un'altro punto nodale della storia, che a posteriori si riverbera ancora nell'attualità.
                Possiamo dirlo anche noi, oggi, che sarebbe stato meglio per tutti se l'Italia avesse mantenuto la sua neutralità, perchè la titanica opera intrapresa dal Duce di portare a compimento la maturazione del popolo italiano non avrebbe subito la disastrosa fermata imposta dalla guerra, una conclusione attraverso la quale tutti interpretano, con giudizio falsato dalla sconfitta bellica, quello che fu il Fascismo.
                Hitler fu avvantaggiato nel suo operare perchè si ritrovò immediatamente a capo di un popolo che già credeva, e che infatti rimase, nella sua quasi totalità, compatto fino alla fine.
                Mussolini ebbe dalla sua solo se stesso, e per questo la sua statura si può dire davvero gigantesca.
                Pure lo stato, coi Savoia in testa, ebbe contro, dove Hitler invece teneva tutte le leve.
                Sarebbero meglio serviti, gli anni spesi in guerra, per fascistizzare il popolo italiano, per fargli prendere piena coscienza di se stesso e della sua vocazione.
                Perchè se pure è vero, come dice lo stesso Hitler, che dove è l'Italia è la vittoria, purtroppo non lo è per quanto riguarda gli italiani, ed il compito del Duce, tremendo, era proprio quello di colmare questo vuoto storico.
                Il Duce intervenne nel conflitto appunto pensando che una guerra (che dalle evidenze si sarebbe dovuta chiudere in poco tempo) lo avrebbe aiutato nel suo compito, e la risposta iniziale degli italiani lo ingannò.
                Hitler, d'altro canto, qui mancò del coraggio di dissuadere il maestro e l'alleato.
                Tutto si paga, alla fine.
                Last edited by Sean; 01-08-2008, 23:25:42.
                ...ma di noi
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • pina colada
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                  #38
                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Anche io ho poche conoscenze di economia, un campo che non ho mai frequentato.
                  Però riguardo alla creazione del Reichsmark posso dire che questo si inquadra benissimo in quella che è uno dei cardini della filosofia stessa del Fascismo (definisco così per convenzione anche il Nazismo), ovvero il suo abbattere, il suo voler distruggere ogni strumento attraverso il quale, "dall'alto" si possa controllare la volontà e la libertà dei popoli di determinare se stessi.
                  Le stesse, identiche situazioni in cui ci ritroviamo oggi, ammanettati.
                  Ma la reichsmark fu creata nel '24 per sostituire la valuta precedente il cui potere d'acquisto era andato completamente a farsi benedire dopo l'iperinflazione del '23, a seguito dell'occupazione della Ruhr e delle riparazioni impostegli dal Trattato di Versailles...

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                  • Sean
                    Csar
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                    • Send PM

                    #39
                    Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                    Ma la reichsmark fu creata nel '24 per sostituire la valuta precedente il cui potere d'acquisto era andato completamente a farsi benedire dopo l'iperinflazione del '23, a seguito dell'occupazione della Ruhr e delle riparazioni impostegli dal Trattato di Versailles...
                    Come detto, Pina, le mie conoscenze in economia, ed in storia dell'economia, sono limitate a poche cose note, e anzi su questo punto puoi aiutarci a fare maggiore chiarezza.
                    Il riferimento da tenere in conto, comunque, è quello che Hitler intendeva sottrarre la Reichsmark dal controllo e dagli influssi che non fossero propriamente tedeschi (leggi il potere di controllo bancario degli ebrei), ed in questo senso va letta la mia affermazione sulla natura e sulla filosofia fascista al riguardo (ma applicabile ad ogni altro campo).
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
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                    • bersiker1980
                      decisamente grosso
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                      • Send PM

                      #40
                      Mi chiedo come si possa definire brillante un condottiero che venne sconfitto in 3 fronti su 4 pur disponendo di alcuni tra i migliori generali dell'età moderna.
                      sigpic

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                      • pina colada
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                        #41
                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Come detto, Pina, le mie conoscenze in economia, ed in storia dell'economia, sono limitate a poche cose note, e anzi su questo punto puoi aiutarci a fare maggiore chiarezza.
                        Il riferimento da tenere in conto, comunque, è quello che Hitler intendeva sottrarre la Reichsmark dal controllo e dagli influssi che non fossero propriamente tedeschi (leggi il potere di controllo bancario degli ebrei), ed in questo senso va letta la mia affermazione sulla natura e sulla filosofia fascista al riguardo (ma applicabile ad ogni altro campo).
                        Ah ok, avevo capito male..
                        Cmq sì l'attività economica venne sottoposta ad un rigido controllo statale, funzionale agli interessi della grande borghesia imprenditoriale che era stata una delle forze promotrici della «rivoluzione» nazista.
                        Bisogna però tenere conto soprattutto della Grande Crisi... In questo contesto gli Stati mostrarono la tendenza a chiudersi ed aumentò l'intervento statale (declinato nelle varie versioni sovietica, democratica e fascista) per sostenere l'offerta (che fu indirizzata allo sforzo bellico e alla costruzione di infrastrutture pesanti a spese dello Stato). Questo detto molto brevemente poi la cosa si potrebbe approfondire

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                        • Sean
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                          • In piedi tra le rovine
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                          #42
                          Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                          Ah ok, avevo capito male..
                          Cmq sì l'attività economica venne sottoposta ad un rigido controllo statale, funzionale agli interessi della grande borghesia imprenditoriale che era stata una delle forze promotrici della «rivoluzione» nazista.
                          Bisogna però tenere conto soprattutto della Grande Crisi... In questo contesto gli Stati mostrarono la tendenza a chiudersi ed aumentò l'intervento statale (declinato nelle varie versioni sovietica, democratica e fascista) per sostenere l'offerta (che fu indirizzata allo sforzo bellico e alla costruzione di infrastrutture pesanti a spese dello Stato). Questo detto molto brevemente poi la cosa si potrebbe approfondire
                          Grazie
                          Ecco, nel caso dei "regimi" possiamo dire che questa chiusura fosse dovuta anche, e forse sopratutto, dalla volontà di sottrarre il controllo sul potere economico dalle mani di enti "terzi", già ben identificati.
                          Sai meglio di me, infatti, come attreverso l'economia si possa controllare la stessa forza vitale di una nazione, influenzandone inevitabilmente anche la politica.
                          In questo Mussolini ed Hitler furono conseguenti, e fu una delle prime questioni che dovettero affrontare;
                          Oggi alla luce di un mondo che si vuole globalizzato (ma solo economicamente) quegli eventi, e quelle decisioni, si leggono ancora meglio.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • filippoII
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                            • Jul 2007
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                            #43
                            interessantissimo questo post..

                            qualcuno di voi ha letto "Il prezzo dello sterminio" di Adam Tooze?

                            metto qui le note di copertina:Tra il 1938 e il 1945 l’Europa ha conosciuto una devastazione senza precedenti. Per la seconda volta nell’arco di una sola generazione la Germania attuava una campagna di conquista che già nel 1941 la vedeva ormai in guerra contro l’impero britannico, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. E tre anni e mezzo dopo l’Europa e la parte occidentale dell’Unione Sovietica erano ridotte a un cumulo fumante di macerie. Ma come è potuto accadere? Come è stato possibile il ripetersi di una tragedia simile a distanza di pochi anni da quella precedente? A differenza di quanto ci è sempre stato insegnato, Adam Tooze cerca di dare una risposta cambiando la prospettiva: se la tragedia vissuta dall’Europa nel XX secolo avesse avuto le sue radici nella debolezza della Germania, anziché nella sua forza?
                            L’attenzione si sposta dunque sull’economia tedesca, oltre che sulla questione razziale e sulla politica. Hitler aveva capito che la povertà della Germania nel 1933 non dipendeva solo dalla depressione, ma anche dalla limitata estensione del territorio e dalla scarsità di risorse naturali.
                            Aveva previsto il mondo globalizzato, con l’Europa schiacciata dallo strapotere dell’America. E aveva individuato l’alternativa: un super-stato europeo sotto la guida della Germania. Per questo il Führer lanciò i suoi eserciti male equipaggiati in una grandiosa quanto velleitaria campagna di conquista. Ma la mancata presa di coscienza da parte di Hitler, Speer e degli altri gerarchi del fatto che la prospettiva di una vittoria fosse pressoché impossibile, ha fatto sì che il Terzo Reich venisse distrutto al prezzo di decine di milioni di vite.
                            Con un imponente lavoro di ricerca e una documentazione minuziosa, Il prezzo dello sterminio cambia radicalmente la visione della Germania nazista e in buona parte anche la storia della seconda guerra mondiale, e forse dell’intero XX secolo.


                            secondo voi vale la pena comprarlo?

                            vorrei farmi una cultura che volge il più possibile verso la verità sul terzo reich...

                            qualcuno conosce l'enciclopedia del terzo reich che danno in edicola?vale la pena prenderla o vengono dette sempre le solite cose?

                            mi consigliate del materiale?

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                            • pina colada
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                              • Dec 2007
                              • 13845
                              • 652
                              • 636
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                              #44
                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Grazie
                              Ecco, nel caso dei "regimi" possiamo dire che questa chiusura fosse dovuta anche, e forse sopratutto, dalla volontà di sottrarre il controllo sul potere economico dalle mani di enti "terzi", già ben identificati.
                              Sai meglio di me, infatti, come attreverso l'economia si possa controllare la stessa forza vitale di una nazione, influenzandone inevitabilmente anche la politica.
                              In questo Mussolini ed Hitler furono conseguenti, e fu una delle prime questioni che dovettero affrontare;
                              Oggi alla luce di un mondo che si vuole globalizzato (ma solo economicamente) quegli eventi, e quelle decisioni, si leggono ancora meglio.
                              Certamente.
                              Volevo però ricordare alcune cose importanti da non dimenticare per un'analisi complessiva della situazione economica del periodo e per farlo mi riferirò alla situazione italiana che ho avuto modo di studiare meglio...
                              L'intervento massiccio dello Stato nell'economia fu anche un'eredità della Grande Guerra. Inoltre la chiusura fu funzionale anche per "salvaguardare" i piccoli imprenditori (che costituivano un potenziale ottimo sostegno al regime) dalla concorrenza estera. La "chiusura" fu fatta anche attraverso la rivalutazione della Lira (la quota novanta) il cui obiettivo principale era la conquista di credibilità e di prestigio internazionale anche al fine di attrarre capitali esteri e aumentare il consenso presso lapiccola e la media borghesia. Infine la Grande Crisi diede il colpo finale...
                              Spero di essere stata esauriente...

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                              • ma_75
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                                • Sep 2006
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                                #45
                                Originariamente Scritto da bersiker1980 Visualizza Messaggio
                                Mi chiedo come si possa definire brillante un condottiero che venne sconfitto in 3 fronti su 4 pur disponendo di alcuni tra i migliori generali dell'età moderna.
                                Perchè si considerano solo le sconfitte, non le vittorie, o solo la riuscita di una manovra non la sua superiorità strategica. In questo senso la genialità di Napoleone non è inficiata da Waterloo e la superiorità strategica di Annibale non è in nulla diminuita da Zama. Hitler si impadronì della Francia con una guerra lampo, ma per tutti rimarrà sempre il grande sconfitto della IIGM
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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