Analizzati due peli misteriosi
Gli yeti esistono. E' questa la suggestiva ipotesi a cui sono giunti alcuni ricercatori della Brookes University di Oxford dopo alcuni test su due misteriosi peli ritrovati in una remota foresta sulle colline di Garo, in India. Gli esperti non sono riusciti ad attribuire i reperti a nessuna specie conosciuta. Secondo i locali, apparterrebbero a un "mande barung", un selvatico uomo chiamato nella versione himalayana "abominevole uomo delle nevi".
Recuperati cinque anni fa e lunghi rispettivamente 44 e 33 millimetri, secondo gli scienziati, tecnicamente i due peli non dimostrerebbero l'esistenza degli yeti, ma allo stesso tempo non escluderebbero tale possibilità. "I peli - ha detto al domenicale 'Independent on Sunday' Ian Redmond, un esperto in scimmie che coordina gli esami alla Brookes University - sono la prova più positiva sul fatto che lo yeti potrebbe forse esistere".
Certezze, per ora, non ne esistono e gli scienziati vanno molto cauti. Gli esperti contano di saperne di più dalle analisi genetiche a cui i due peli saranno presto sottoposti in due laboratori specializzati, a Oxford e a Cardiff. Se non riusciranno a identificare con esattezza la creatura di appartenenza i test del Dna dovrebbero perlomeno accertare la parentela con esseri viventi conosciuti, spiega il domenicale.
Gli yeti esistono. E' questa la suggestiva ipotesi a cui sono giunti alcuni ricercatori della Brookes University di Oxford dopo alcuni test su due misteriosi peli ritrovati in una remota foresta sulle colline di Garo, in India. Gli esperti non sono riusciti ad attribuire i reperti a nessuna specie conosciuta. Secondo i locali, apparterrebbero a un "mande barung", un selvatico uomo chiamato nella versione himalayana "abominevole uomo delle nevi".
Recuperati cinque anni fa e lunghi rispettivamente 44 e 33 millimetri, secondo gli scienziati, tecnicamente i due peli non dimostrerebbero l'esistenza degli yeti, ma allo stesso tempo non escluderebbero tale possibilità. "I peli - ha detto al domenicale 'Independent on Sunday' Ian Redmond, un esperto in scimmie che coordina gli esami alla Brookes University - sono la prova più positiva sul fatto che lo yeti potrebbe forse esistere".
Certezze, per ora, non ne esistono e gli scienziati vanno molto cauti. Gli esperti contano di saperne di più dalle analisi genetiche a cui i due peli saranno presto sottoposti in due laboratori specializzati, a Oxford e a Cardiff. Se non riusciranno a identificare con esattezza la creatura di appartenenza i test del Dna dovrebbero perlomeno accertare la parentela con esseri viventi conosciuti, spiega il domenicale.
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