leggo oggi su repubblica che la nostra cara compatriota Marina Petrella afferma solennemente che in italia arriverà solo cadavere.
io continuo a non capire,dopo la grazia chiesta a napolitano da sarkozy ed il lurido belare delle pacifemministe d'oltralpe ci si continua ad interrogare sul dafarsi quando la soluzione risiederebbe,a mio modestissimo parere,nell'avatar di ma 75.
Petrella: «In Italia tornerà solo il mio cadavere»
PARIGI (24 luglio) - «Solo il mio cadavere tornerà in Italia». Lo ha detto l'ex brigatista Marina Petrella al marito Hamed Merakchi, che ieri sera le ha fatto visita nell'ospedale psichiatrico Sainte-Anne a Parigi: «Mi ha guardato fisso negli occhi - ha raccontato Merakchi -e mi ha detto: so che sarà dura, ma in Italia riporteranno solo il mio cadavere, nient'altro».
L'uomo, che non vedeva la moglie dal 10 aprile, ha aggiunto di averla trovato molto indebolita, come se fosse invecchiata di vent'anni: «Spero che tutto si sistemi - ha aggiunto - perché non siamo in un paese di selvaggi. Assomiglia ai detenuti dei campi di concentramento. È debole come una vecchietta. Ha provato ad alzarsi in piedi, ma non c'è riuscita e l'ho dovuta aiutare a risedersi». Merakchi ha accusato i medici di «limitarsi a dare a Marina sempre le stesse cure» ed ha criticato la Guardasigilli francese Rachida Dati, che lunedì scorso ha assicurato che la Petrella «non è in fin di vita: la sua prognosi è buona, ed è ben curata». Il marito dell'ex brigatista sostiene che i dottori non danno alcun chiarimento. «Continuano a ripetermi di non preoccuparmi, che la rimetteranno in piedi», dice. Ed è proprio questo, a suo dire, lo scopo della Dati: «Rimetterla in piedi per rispedirla in Italia».
Il decreto di estradizione contro l'ex militante delle Br è stato firmato dal Primo ministro Francois Fillon lo scorso 3 giugno. Ma l'attuazione del mandato è stata ritardata dalla deposizione di un ricorso alla Corte d'appello da parte dell'avvocato della Petrella, Irene Terrel. Un ricorso non è giuridicamente sospensivo, ma di solito si aspetta la decisione del giudice. Intanto, fonti della "comunità" dei fuoriusciti italiani sostengono che ieri, in Consiglio dei ministri, sarebbe stata ipotizzata - anche dal presidente, Nicolas Sarkozy - la possibilità di una scarcerazione della detenuta. La proposta avrebbe trovato molte divisioni fra i membri del governo. Una eventuale scarcerazione non annullerebbe il processo di estradizione, ma rimetterebbe la donna in libertà sul suolo francese. Né l'Eliseo, né il ministero della Giustizia hanno confermato queste indiscrezioni. Il solo e unico commento ufficiale è stato quello di ieri sera, alle ore 20, quando il procuratore generale di Versailles ha confermato che lo status giuridico dell'italiana è «detenzione sotto decreto di estradizione».
Ma per Merekchi le intenzioni del governo restano poco chiare: «Un deputato mi ha telefonato ieri a metà giornata e mi ha detto: Hamed, ci sono buone notizie: la scarcerazione sarà firmata. Anche l'avvocato mi ha chiamato per confermare. Poi, quando sono arrivato in ospedale, ho trovato quattro poliziotti di fronte alla porta della stanza di Marina».
io continuo a non capire,dopo la grazia chiesta a napolitano da sarkozy ed il lurido belare delle pacifemministe d'oltralpe ci si continua ad interrogare sul dafarsi quando la soluzione risiederebbe,a mio modestissimo parere,nell'avatar di ma 75.
Petrella: «In Italia tornerà solo il mio cadavere»
PARIGI (24 luglio) - «Solo il mio cadavere tornerà in Italia». Lo ha detto l'ex brigatista Marina Petrella al marito Hamed Merakchi, che ieri sera le ha fatto visita nell'ospedale psichiatrico Sainte-Anne a Parigi: «Mi ha guardato fisso negli occhi - ha raccontato Merakchi -e mi ha detto: so che sarà dura, ma in Italia riporteranno solo il mio cadavere, nient'altro».
L'uomo, che non vedeva la moglie dal 10 aprile, ha aggiunto di averla trovato molto indebolita, come se fosse invecchiata di vent'anni: «Spero che tutto si sistemi - ha aggiunto - perché non siamo in un paese di selvaggi. Assomiglia ai detenuti dei campi di concentramento. È debole come una vecchietta. Ha provato ad alzarsi in piedi, ma non c'è riuscita e l'ho dovuta aiutare a risedersi». Merakchi ha accusato i medici di «limitarsi a dare a Marina sempre le stesse cure» ed ha criticato la Guardasigilli francese Rachida Dati, che lunedì scorso ha assicurato che la Petrella «non è in fin di vita: la sua prognosi è buona, ed è ben curata». Il marito dell'ex brigatista sostiene che i dottori non danno alcun chiarimento. «Continuano a ripetermi di non preoccuparmi, che la rimetteranno in piedi», dice. Ed è proprio questo, a suo dire, lo scopo della Dati: «Rimetterla in piedi per rispedirla in Italia».
Il decreto di estradizione contro l'ex militante delle Br è stato firmato dal Primo ministro Francois Fillon lo scorso 3 giugno. Ma l'attuazione del mandato è stata ritardata dalla deposizione di un ricorso alla Corte d'appello da parte dell'avvocato della Petrella, Irene Terrel. Un ricorso non è giuridicamente sospensivo, ma di solito si aspetta la decisione del giudice. Intanto, fonti della "comunità" dei fuoriusciti italiani sostengono che ieri, in Consiglio dei ministri, sarebbe stata ipotizzata - anche dal presidente, Nicolas Sarkozy - la possibilità di una scarcerazione della detenuta. La proposta avrebbe trovato molte divisioni fra i membri del governo. Una eventuale scarcerazione non annullerebbe il processo di estradizione, ma rimetterebbe la donna in libertà sul suolo francese. Né l'Eliseo, né il ministero della Giustizia hanno confermato queste indiscrezioni. Il solo e unico commento ufficiale è stato quello di ieri sera, alle ore 20, quando il procuratore generale di Versailles ha confermato che lo status giuridico dell'italiana è «detenzione sotto decreto di estradizione».
Ma per Merekchi le intenzioni del governo restano poco chiare: «Un deputato mi ha telefonato ieri a metà giornata e mi ha detto: Hamed, ci sono buone notizie: la scarcerazione sarà firmata. Anche l'avvocato mi ha chiamato per confermare. Poi, quando sono arrivato in ospedale, ho trovato quattro poliziotti di fronte alla porta della stanza di Marina».
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