La voglia di muscoli diventa malattia
Allarme giovanissimi: sono drogati dalla palestra
Spremuta d'arancia a colazione, frullato alle 10 del mattino e tacchino a pranzo. La sveglia, nel cuore della notte, ricorda il cocktail di integratori. La pratica della costruzione corporea è la nuova prigione di uomini sempre più giovani che considerano un «corpo muscoloso» la carta vincente per la felicità. Gli esperti la chiamano vigoressia, il culto della forza; complesso di Adone,innamoramento per la propria immagine; ma, sempre di più, bigoressia, l'insoddisfazione per non essere abbastanza «grossi».
«L'uso che i manuali scientifici fanno di queste nomenclature non ci piace - è il parere di Elisabetta Spinelli, responsabile del Centro di diagnosi e terapia dei disturbi alimentari dell'Asl Rmd di Roma - le sigle servono a dare un barlume di identità a questi fragili soggetti. Ma sono delle forti insidie».
Al di là delle nomenclature, il problema esiste e la medicina ne sta prendendo coscienza. La «sindrome del palestrato» è una nuova forma di anoressia nervosa «inversa» che associa all'attività fisica smodata diete nutrizionali ristrette con attenzione maniacale alla massa muscolare. «Le vittime sono uomini tra i 25 e i 35 anni, dal livello culturale medio alto e una buona posizione sociale che, entrati nel giro, si accorgono di non poter vivere senza il body building», osserva Alba Russo, psicologa del Cesda, il Centro di studi sulle dipendenze dell'Asl 10 di Firenze.Ma l’identikit sta cambiando.
«Basta entrare in una qualsiasi palestra per accorgersi di come si comportano i maniaci del fitness - indica lo studio del Centro regionale per i Disturbi del comportamento alimentare dell'Università di Bologna - : dieta ed esercizio fisico sembrano il loro unico interesse (62%); non parlano d'altro che di muscoli(56%); il 39% si lamenta di non essere abbastanza muscoloso». Si abbassa l'età a rischio: i ragazzi tra i 18 e i 24 anni, timidi, insicuri e succubi dei modelli mediatici, diventano le nuove vittime. «Non si distingue più tra malattia e vita», è il parere di Luisa Stagi, docente di Scienze sociali all'Università di Genova che ha curato la ricerca «Anticorpi. Dieta, fitness e altre prigioni»(Franco Angeli edizioni, 2008, 160 pp.). «Chi soffre di questa patologia assume la perfezione corporea come obiettivo di vita che non riesce mai a raggiungere».
«Il nucleo psicopatologico della bigoressia è analogo all'anoressia: si è ossessionati dalla forma corporea», dice Laura Dalla Ragione, psichiatra del Centro per i disturbi alimentari "Palazzo Francisci" dell'Asl2 di Todi. Individuato il problema, i ministeri della Salute e delle Politiche giovanili hanno commissionato una ricerca su «Le buone pratiche nel trattamento e prevenzione dei disturbi alimentari». Sono ancora pochi i centri pubblici specializzati, ma guarire è possibile. L'ideale è rendersi conto del problema entro il primo anno.
Allarme giovanissimi: sono drogati dalla palestra
Spremuta d'arancia a colazione, frullato alle 10 del mattino e tacchino a pranzo. La sveglia, nel cuore della notte, ricorda il cocktail di integratori. La pratica della costruzione corporea è la nuova prigione di uomini sempre più giovani che considerano un «corpo muscoloso» la carta vincente per la felicità. Gli esperti la chiamano vigoressia, il culto della forza; complesso di Adone,innamoramento per la propria immagine; ma, sempre di più, bigoressia, l'insoddisfazione per non essere abbastanza «grossi».
«L'uso che i manuali scientifici fanno di queste nomenclature non ci piace - è il parere di Elisabetta Spinelli, responsabile del Centro di diagnosi e terapia dei disturbi alimentari dell'Asl Rmd di Roma - le sigle servono a dare un barlume di identità a questi fragili soggetti. Ma sono delle forti insidie».
Al di là delle nomenclature, il problema esiste e la medicina ne sta prendendo coscienza. La «sindrome del palestrato» è una nuova forma di anoressia nervosa «inversa» che associa all'attività fisica smodata diete nutrizionali ristrette con attenzione maniacale alla massa muscolare. «Le vittime sono uomini tra i 25 e i 35 anni, dal livello culturale medio alto e una buona posizione sociale che, entrati nel giro, si accorgono di non poter vivere senza il body building», osserva Alba Russo, psicologa del Cesda, il Centro di studi sulle dipendenze dell'Asl 10 di Firenze.Ma l’identikit sta cambiando.
«Basta entrare in una qualsiasi palestra per accorgersi di come si comportano i maniaci del fitness - indica lo studio del Centro regionale per i Disturbi del comportamento alimentare dell'Università di Bologna - : dieta ed esercizio fisico sembrano il loro unico interesse (62%); non parlano d'altro che di muscoli(56%); il 39% si lamenta di non essere abbastanza muscoloso». Si abbassa l'età a rischio: i ragazzi tra i 18 e i 24 anni, timidi, insicuri e succubi dei modelli mediatici, diventano le nuove vittime. «Non si distingue più tra malattia e vita», è il parere di Luisa Stagi, docente di Scienze sociali all'Università di Genova che ha curato la ricerca «Anticorpi. Dieta, fitness e altre prigioni»(Franco Angeli edizioni, 2008, 160 pp.). «Chi soffre di questa patologia assume la perfezione corporea come obiettivo di vita che non riesce mai a raggiungere».
«Il nucleo psicopatologico della bigoressia è analogo all'anoressia: si è ossessionati dalla forma corporea», dice Laura Dalla Ragione, psichiatra del Centro per i disturbi alimentari "Palazzo Francisci" dell'Asl2 di Todi. Individuato il problema, i ministeri della Salute e delle Politiche giovanili hanno commissionato una ricerca su «Le buone pratiche nel trattamento e prevenzione dei disturbi alimentari». Sono ancora pochi i centri pubblici specializzati, ma guarire è possibile. L'ideale è rendersi conto del problema entro il primo anno.
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