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Si può definire "un colpo di scena" solo perchè, purtroppo, la divulgazione più propriamente scientifica non rende in termini di denaro e di cassetta, e non interessa se non, pochi, specialisti.
Qui si mette in discussione, sulla base di riscontri incrociati, che il campione analizzato non provenga dal panno originale, dalla vera Sindone.
Domani cercherò di rintracciare le notizie che più propriamente riguardano la "composizione", la forma, le cuciture, i rattoppi, tutte le aggiunte che hanno riguardato il Telo, e di cui, in effetti, non abbiamo parlato, ma che pure ci sono e sono importantissime.
Notizia di straordinario interesse, che ravviva la curiosità di approfondire e di saperne ancora di più:
Grazie del lavoro, Richard
Ovviamente neanche quest' ultima pubblicazione (seppur autorevole, a mio parere, considerando la Casa Editrice) pone la parola "fine", poiché la "verità" (scientifica e non solo) può emergere solo e necessariamente da più e più riscontri e confronti.
Non può che essere così.
Ovviamente neanche quest' ultima pubblicazione (seppur autorevole, a mio parere, considerando la Casa Editrice) pone la parola "fine", poiché la "verità" (scientifica e non solo) può emergere solo e necessariamente da più e più riscontri e confronti.
Non può che essere così.
scusa rich ma mi son perso.... vorrei la tua opinione, il tuo pensiero personale
Concordo con tutto quello che l'autore scrive riguardo la leggenda del re Agbar, quella che cerca di identificare con l'apostolo Taddeo il primo detentore materiale di questo Mandylion, così come è solo una mera supposizione, una suggestione dovuta ai racconti evangelici, l'ipotesi di coloro che vogliono Giovanni come primo custode della Sindone (parlo non del Mandylion, ma di quella di Torino).
E' evidente come tutto questo, sopratutto lo sconcertante scambio epistolare(?!) tra questo re e Gesù, è evidente come il tutto sia fuori dalla serietà e dalla verità storica.
Le uniche parole che Gesù scrisse, a quanto ne sappiamo, sono solo i segni che tracciò in terra quando si trattò di aspettare cosa la folla avesse deciso per la protagonista dell'episodio del "lancio della prima pietra", e difatti pure i papi hanno bollato come falso lo scambio epistolare e tutta quella leggenda.
Se ritorni ai miei post dove tratto del Mandylion vedrai che sottolineo come di questo si cominci ad avere notizia nel VI/VII sec., avendo saltato volutamente tutta la parte leggendaria e senza fondamento storico della vicenda.
Il Mandylion però è esistito, ed infatti Lombatti confuta la sua identificazione con la Sindone di Torino, non l'esistenza - provata dalle stesse fonti che anche io ho citato nei post sull'argomento - dello stesso.
Io ho voluto sottolineare come ad un certo punto, dal 900 in poi, da quando cioè il Mandylion viene trasportato al sicuro in Costantinopoli, le immagini iconografiche e numismatiche del volto o dell'intera figura di Cristo in Oriente, assumono tutti i caratteri di concordanza con quelli dell'uomo della Sindone, senza assolutamente, come in effetti tanti hanno fatto, dare per scontata, su queste basi, l'effettiva attribuzione.
Il problema si fa alquanto complesso però proprio sulla base del racconto di questo cavalier Clary, perchè lui, nella sua cronaca, fa espresso riferimento al lenzuolo che avrebbe coperto il corpo del Signore, e non parla dunque di un Mandylion, ovvero di un "fazzoletto".
Altresì gli stessi cataloghi delle reliquie citati da Lombatti parlano, dal 1100 in poi, di una Sindone, di un lenzuolo, non più di un fazzoletto.
C'è ancora da dire che, come ho già riportato, in storia dell'arte si parla, riferendosi all'iconografia bizantina del corpo del Cristo, della cosidetta "curva bizantina", ovvero il paricolare modo di raffigurare la postura del Crocefisso, con una gamba, la sinistra, più corta, perchè ripiegata, rispetto all'altra, da cui la nota leggenda che Gesù fosse "zoppo".
Questo da un fazzoletto con raffigurato solo il volto di Cristo sarebbe stato impossibile da riprodurre, ma se si pone il lenzuolo con la sua intera figura rappresentata, ecco che si trova una probabile spiegazione - senza per questo affermare che il lenzuolo di Costantinopoli (di cui comunque non avremo più notizie dopo la conquista crociata della città) sia la Sindone di Torino.
In definitiva:
Abbiamo certamente un Mandylion in Bisanzio.
Abbiamo poi dalle cronache certe degli anni 1100/1200 riferimenti non più ad un fazzoletto ma ad un lenzuolo.
Quindi o vi erano sia un Mandylion con impresso un volto e pure un lenzuolo con impresso un corpo, oppure abbiamo lo stesso oggetto che racchiude entrambi.
Riguardo la sola riproduzione iconografica del Mandylion-Sindone, ho trovato alcune interessanti immagini che possono rendere meglio l'idea, e che allego al mio precedente post;
Inutile sottolineare come la rappresentazione del volto di Cristo su dipinti o monete appaia straordinariamente coincidente col volto sindonico, ma secoli prima che questo faccia la sua comparsa in Occidente.
L' icona orientale qui postata, si noti, è del VI/VII sec.d.c., l'epoca, come già detto, della presenza del Mandylion in Edessa.
L'acconciatura, la piega della barba, l'arcata sopraccigliare, la forma del naso e l'espressione del volto non possono non richiamare, con punti di evidenza, lo stesso volto dell'uomo della Sindone.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Riguardo la sola riproduzione iconografica del Mandylion-Sindone, ho trovato alcune interessanti immagini che possono rendere meglio l'idea, e che allego al mio precedente post;
Inutile sottolineare come la rappresentazione del volto di Cristo su dipinti o monete appaia straordinariamente coincidente col volto sindonico, ma secoli prima che questo faccia la sua comparsa in Occidente.
L' icona orientale qui postata, si noti, è del VI/VII sec.d.c., l'epoca, come già detto, della presenza del Mandylion in Edessa.
L'acconciatura, la piega della barba, l'arcata sopraccigliare, la forma del naso e l'espressione del volto non possono non richiamare, con punti di evidenza, lo stesso volto dell'uomo della Sindone.
ciao Sean, le due laterali sono davvero impressionanti
ciao Sean, le due laterali sono davvero impressionanti
Effettivamente risultano più precise di qualunque identikit
Questa immagine invece serve per riallacciarsi all'articolo di Richard, nel punto in cui si parla di queste famose bruciature, di piccola forma e diverse da quelle molto più grandi dovute al famoso incendio di Chambery;
Queste lesioni o bruciature che dir si voglia testimoniano, per la loro particolare conformazione, di come la Sindone non sia sempre stata conservata arrotolata, ma per un periodo precedente è stata piegata, in dodici parti, questo lo si ricava seguendo il numero e la posizione di queste piccole lesioni.
L'immagine che ho postato è il cosidetto " Manoscritto Pray", realizzato tra il 1192/93, da una scuola costantinopolitana, ed oggi conservato a Budapest, che ha come soggetto l'Unzione di Cristo.
Già la postura, con le mani incrociate, richiama immediatamente la Sindone, così come la raffigurazione dell'intero corpo del deposto, ma l'ho voluta riportare perchè alcuni studiosi vedono, nei piccoli segni del lenzuolo raffigurato in questa miniatura (non sono riuscito a trovare un'immagine migliore), gli stessi della Sindone, che testimoniano di un diverso sistema di ripiegatura del Telo.
Un indizio, nulla di più, ma è certo che a scavare nell'iconografia orientale i rimandi alla figura della Sindone si fanno pressanti.
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Riguardo la sola riproduzione iconografica del Mandylion-Sindone, ho trovato alcune interessanti immagini che possono rendere meglio l'idea, e che allego al mio precedente post;
Inutile sottolineare come la rappresentazione del volto di Cristo su dipinti o monete appaia straordinariamente coincidente col volto sindonico, ma secoli prima che questo faccia la sua comparsa in Occidente.
L' icona orientale qui postata, si noti, è del VI/VII sec.d.c., l'epoca, come già detto, della presenza del Mandylion in Edessa.
L'acconciatura, la piega della barba, l'arcata sopraccigliare, la forma del naso e l'espressione del volto non possono non richiamare, con punti di evidenza, lo stesso volto dell'uomo della Sindone.
questo mi fa sospettare anchora di più che sia un falso
questo mi fa sospettare anchora di più che sia un falso
Ti posso dire che lo stesso pensiero ha attraversato anche me, per le stesse ragioni che presumo siano le tue, ovvero un richiamo a-posteriori a certa iconografia già in uso, da secoli, in Oriente.
Però noi sappiamo che l'uomo della Sindone è un vero uomo, morto, in maniera altamente probabile, in virtù delle ferite che sono visibili sul Telo.
Si torna allora alla solita questione, quella ciò che il geniale falsario debba aver trovato e torturato un personaggio somigliantissimo al volto "comune" di gran parte dell'iconografia orientale, senza contare che per 700 anni, nella zona di Costantinopoli, si ha testimonianza di questo "volto del Signore", che poi diventa "corpo del Signore", probabile paradigma delle immagini costantinopolitane qui riportate, e che collimano, possiamo dirlo, con la Sindone, emersa da noi ufficialmente solo nel 1353.
Un percorso, quello storico-artistico, affascinante e curioso tanto quanto quello, di capitale importanza e cui spetta comunque l'ultima parola, scientifico.
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Sean non e' ancora comprovato che l'uomo della sindone fosse un vero uomo...non disseminiamo falsita'....non c'e per niente la certezza che tu dici...far passare come certe cose che non sono e' cattiva informazione...gli studi fatti sono pochi e contrastanti...da questo quindi trarre che fosse un vero uomo ammazzato e' del tutto falso.
scusa rich ma mi son perso.... vorrei la tua opinione, il tuo pensiero personale
Quello che ho notato mentre cercavo questi riferimenti (ma la considerazione in realtà si estende facilmente ad altri ambiti della ricerca) è che si ha la facile tendenza a distinguere le due "fazioni" (pro e contro l'autenticità). Anche i risultati della ricerca, quindi, si adatterebbero all' "indole" del ricercatore, a seconda che questi sia, a priori, "pro" o "contro".
Penso che questo non avvenga nella realtà (salvo casi di "ricercatori" che con la ricerca hanno davvero poco a che fare) e che chiunque sia portato a questa forzatura stia dimostrando intenti di strumentalizzazione scientifica.
Ciò di cui ha bisogno un ricercatore è esclusivamente di poter interagire con l'oggetto di ricerca: il suo lavoro, accuratamente portato a termine, produrrà un tassello necessario alla comprensione della verità. Per poterci cavare qualcosa sono, in generale, necessari molti, moltissimi tasselli e quindi tempo per condurre adeguatamente le indagini (anche se opinione pubblica e media vorrebbero tutto e subito).
Parlando della Sindone (mi riferisco, in particolare, all'analisi più propriamente scientifica) non ci sono state (per chiari motivi) né un numero adeguato di interazioni con l'oggetto d'indagine, né un tempo adeguato per tirare le somme. Le "poche" interazioni hanno, d'altro canto, fatto sorgere molte domande, ma non hanno fornito soddisfacenti risposte. Questo non perché non sarà mai possibile accontentare entrambe "le fazioni in campo" (cosa d'altra parte vera, finché esisteranno "fazioni"), ma soprattutto perché non vi sono stati ancora adeguati riscontri incrociati.
Mia personale opinione è che l'oggetto sia interessantissimo e di forte stimolo per menti desiderose di Conoscenza; penso che non meriti di essere catalogato frettolosamente come "fake" e dimenticato, magari solo per "paura" di un oggetto che, inutile girarci intorno, ha la pretesa di rimandare direttamente, sia esso vero o falso, alla figura di Cristo.
Sean non e' ancora comprovato che l'uomo della sindone fosse un vero uomo...non disseminiamo falsita'....non c'e per niente la certezza che tu dici...far passare come certe cose che non sono e' cattiva informazione...gli studi fatti sono pochi e contrastanti...da questo quindi trarre che fosse un vero uomo ammazzato e' del tutto falso.
se sul telo ci fosse stata l'immagine di un molossoide non la penseresti cosi'
Ma_75 ringrazia l'utente Epico per il seguente post.
Beh, mi accodo anch'io nel ringraziare l'utente in questione, che per tutta la lunghezza del 3d ha fatto oggetto solo il sottoscritto delle sue affettuose attenzioni e rimbrotti
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Quello che ho notato mentre cercavo questi riferimenti (ma la considerazione in realtà si estende facilmente ad altri ambiti della ricerca) è che si ha la facile tendenza a distinguere le due "fazioni" (pro e contro l'autenticità). Anche i risultati della ricerca, quindi, si adatterebbero all' "indole" del ricercatore, a seconda che questi sia, a priori, "pro" o "contro".
Penso che questo non avvenga nella realtà (salvo casi di "ricercatori" che con la ricerca hanno davvero poco a che fare) e che chiunque sia portato a questa forzatura stia dimostrando intenti di strumentalizzazione scientifica.
Ciò di cui ha bisogno un ricercatore è esclusivamente di poter interagire con l'oggetto di ricerca: il suo lavoro, accuratamente portato a termine, produrrà un tassello necessario alla comprensione della verità. Per poterci cavare qualcosa sono, in generale, necessari molti, moltissimi tasselli e quindi tempo per condurre adeguatamente le indagini (anche se opinione pubblica e media vorrebbero tutto e subito).
Parlando della Sindone (mi riferisco, in particolare, all'analisi più propriamente scientifica) non ci sono state (per chiari motivi) né un numero adeguato di interazioni con l'oggetto d'indagine, né un tempo adeguato per tirare le somme. Le "poche" interazioni hanno, d'altro canto, fatto sorgere molte domande, ma non hanno fornito soddisfacenti risposte. Questo non perché non sarà mai possibile accontentare entrambe "le fazioni in campo" (cosa d'altra parte vera, finché esisteranno "fazioni"), ma soprattutto perché non vi sono stati ancora adeguati riscontri incrociati.
Mia personale opinione è che l'oggetto sia interessantissimo e di forte stimolo per menti desiderose di Conoscenza; penso che non meriti di essere catalogato frettolosamente come "fake" e dimenticato, magari solo per "paura" di un oggetto che, inutile girarci intorno, ha la pretesa di rimandare direttamente, sia esso vero o falso, alla figura di Cristo.
Nel 2010, come detto, una nuova Ostensione;
Il Telo sarà ancora una volta pubblico oggetto di cuoriosità per i profani e di acuto interesse per gli addetti ai lavori.
Benedetto XVI è pur sempre il Papa della Ragione, oltre che della Fede, il suo magistero poggia su questi due cardini, che poi sono quelli di ogni uomo, perchè con questi ha comunque e sempre fatto i conti, ancora oggi.
Ci sono dunque elementi per augurarsi che, nell'importantissima occasione, si possa dare il consenso a quei nuovi e più approfonditi esami che pure in questo bellissimo 3d ci trovano tutti concordi.
La Dottrina della Chiesa Cattolica d'altronde così recita, in un passo di una Costituzione del Vaticano I: "Se qualcuno dirà che Dio uno e vero, Creatore e Signore nostro, per mezzo delle cose create, non possa conoscersi con certezza al lume naturale dell'umana ragione, sia anatema".
Speriamo che il Papa se ne ricordi.
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