L'uomo della sindone

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  • sgksgk
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    Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
    L'articolo non è preso da nessun sito, ma è pubblicato da una rivista a carattere accademico: la Physics Education, ediata da IOP (Institute Of Physics). Ecco il link online della rivista:



    Difatti il tono e lo stampo "di ricerca" (mi consentirai) si nota subito e stride marcatamente con quello di Lombatti: l'autore è assolutamente equilibrato nel giudizio e nelle argomentazioni.
    Questo è il link all'articolo online:

    http://www.iop.org/EJ/abstract/0031-9120/40/1/006
    Hai ragione mi sono confuso con un altro articolo.
    Chiedo scusa.

    "Sono ateo, grazie a Dio" - Luis Bunuel

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    • sgksgk
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      • Aug 2004
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      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
      Mi trovo indicato negli "alcuni" e quindi ribadisco che il C14 come metodo di analisi cronologica di reperti di epoca storica non supportato da analisi incrociate di tipo diverso è semplicemente inaffidabile. Basta confrontare "Storia dalla terra" di Carandini, il più comune e affidabile manuale archeologico per vedere che questo metodo non è semplicemente neanche contemplato.
      Dipende che reperti (certo organici ) il C14 con lo spettrografo di massa non è così da buttare come dici.
      Tanto per dovere di cronaca l'ideatore ha preso anche un Nobel per la Fisica e non è un caso che l'abbiano usato per la Sindone.
      Editi: Sicuramente se vuoi datare una conchiglia del 300000 ac stai sbagliando metodo, ma non certo per reperti organici "relativamente giovani" (meno di 10000 anni).

      Edit2: Non Fisica ma il Nobel per la Chimica.
      Last edited by sgksgk; 09-07-2008, 21:12:00.

      "Sono ateo, grazie a Dio" - Luis Bunuel

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      • GalDregon
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        Originariamente Scritto da sgksgk Visualizza Messaggio
        Dipende che reperti (certo organici ) il C14 con lo spettrografo di massa non è così da buttare come dici.
        Tanto per dovere di cronaca l'ideatore ha preso anche un Nobel per la Fisica e non è un caso che l'abbiano usato per la Sindone.
        forbice di precisione ?

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        • sgksgk
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          Originariamente Scritto da GalDregon Visualizza Messaggio
          forbice di precisione ?
          Sull'errore qualcosa dovresti trovare nel pdf postato, cmq è in relazione alla data del reperto (dipende da più fattori cmq a star larghi 5% anche se fosse 10% non risolverebbe il problema della Sindone ).
          Last edited by sgksgk; 09-07-2008, 20:47:09.

          "Sono ateo, grazie a Dio" - Luis Bunuel

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          • Sean
            Csar
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            Originariamente Scritto da sgksgk Visualizza Messaggio
            Per dovere di cronaca anche io sono laureato visto che ci siamo ma credo sia irrilevante e Lombatti (che sicuramente sarà di parte) di lauree ne ha 3 o quattro e si occupa di sindone da 20 anni se no sbaglio ma non è questo il punto.
            Se hai tempo e voglia ti chiedo di leggere tutto questo articolo senza troppa prevenzione e darmi una tua opinione (non tanto sull'aspetto scientifico o meglio anche quello, perchè l'articolo non è nuovissimo, ma più che altro su quello storico letteraio dove le mie conoscenze sono assi minori).

            http://www.cicap.org/piemonte/cicap....=sind_lombatti

            L'interesse, sopratutto riferito alla parte storico-letteraria dell'articolo, c'è.
            Riguardo alla prima parte l'articolista si muove con le stesse obiezioni a confutazione che pure qui oramai abbiamo trattato con dovizia.
            Mi fa specie, per una persona evidentemente preparata, che chiuda con questo:

            "Per farla breve: l'unico vero esperimento scientifico condotto sulla Sindone, la radiodatazione del 1988, ha emesso un verdetto inequivocabile, anche se per molti ritenuto imbarazzante. Il tessuto della reliquia torinese è stato realizzato in un periodo compreso tra il 1260 e il 1390. Il resto è solo mera speculazione di basso profilo scientifico."

            Evitare del tutto di parlare, pur essendone certamente a conoscenza, di tutti gli altri, innumerevoli esami che hanno portato a punti di quasi generale condivisione (non li sto qui a riassumere) mi fa ritenere che anche lui (a differenza dell'autore dell'articolo postato da Richard che tratta, pro o contro, ma comunque tratta di tutto il variegato campo della ricerca sindonica), che anche lui appunto possa essere arruolato tra gli "integralisti" di parte opposta, stigmatizzati nel suo pur interessante articolo.
            Per un ulteriore chiarimento spero possa intervenire Richard;
            Io su questo punto non posso che rimanadarti a quanto da me già esposto in altri post.

            La parte storico-letteraria:

            Concordo con tutto quello che l'autore scrive riguardo la leggenda del re Agbar, quella che cerca di identificare con l'apostolo Taddeo il primo detentore materiale di questo Mandylion, così come è solo una mera supposizione, una suggestione dovuta ai racconti evangelici, l'ipotesi di coloro che vogliono Giovanni come primo custode della Sindone (parlo non del Mandylion, ma di quella di Torino).
            E' evidente come tutto questo, sopratutto lo sconcertante scambio epistolare(?!) tra questo re e Gesù, è evidente come il tutto sia fuori dalla serietà e dalla verità storica.
            Le uniche parole che Gesù scrisse, a quanto ne sappiamo, sono solo i segni che tracciò in terra quando si trattò di aspettare cosa la folla avesse deciso per la protagonista dell'episodio del "lancio della prima pietra", e difatti pure i papi hanno bollato come falso lo scambio epistolare e tutta quella leggenda.

            Se ritorni ai miei post dove tratto del Mandylion vedrai che sottolineo come di questo si cominci ad avere notizia nel VI/VII sec., avendo saltato volutamente tutta la parte leggendaria e senza fondamento storico della vicenda.
            Il Mandylion però è esistito, ed infatti Lombatti confuta la sua identificazione con la Sindone di Torino, non l'esistenza - provata dalle stesse fonti che anche io ho citato nei post sull'argomento - dello stesso.
            Io ho voluto sottolineare come ad un certo punto, dal 900 in poi, da quando cioè il Mandylion viene trasportato al sicuro in Costantinopoli, le immagini iconografiche e numismatiche del volto o dell'intera figura di Cristo in Oriente, assumono tutti i caratteri di concordanza con quelli dell'uomo della Sindone, senza assolutamente, come in effetti tanti hanno fatto, dare per scontata, su queste basi, l'effettiva attribuzione.
            Il problema si fa alquanto complesso però proprio sulla base del racconto di questo cavalier Clary, perchè lui, nella sua cronaca, fa espresso riferimento al lenzuolo che avrebbe coperto il corpo del Signore, e non parla dunque di un Mandylion, ovvero di un "fazzoletto".
            Altresì gli stessi cataloghi delle reliquie citati da Lombatti parlano, dal 1100 in poi, di una Sindone, di un lenzuolo, non più di un fazzoletto.

            C'è ancora da dire che, come ho già riportato, in storia dell'arte si parla, riferendosi all'iconografia bizantina del corpo del Cristo, della cosidetta "curva bizantina", ovvero il paricolare modo di raffigurare la postura del Crocefisso, con una gamba, la sinistra, più corta, perchè ripiegata, rispetto all'altra, da cui la nota leggenda che Gesù fosse "zoppo".
            Questo da un fazzoletto con raffigurato solo il volto di Cristo sarebbe stato impossibile da riprodurre, ma se si pone il lenzuolo con la sua intera figura rappresentata, ecco che si trova una probabile spiegazione - senza per questo affermare che il lenzuolo di Costantinopoli (di cui comunque non avremo più notizie dopo la conquista crociata della città) sia la Sindone di Torino.
            In definitiva:
            Abbiamo certamente un Mandylion in Bisanzio.
            Abbiamo poi dalle cronache certe degli anni 1100/1200 riferimenti non più ad un fazzoletto ma ad un lenzuolo.
            Quindi o vi erano sia un Mandylion con impresso un volto e pure un lenzuolo con impresso un corpo, oppure abbiamo lo stesso oggetto che racchiude entrambi.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • Sean
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              Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
              Non sono Sean, ma mi permetto di dare lo stesso la mia impressione sul pezzo (spero di non essere inopportuno).

              Le questioni trattate nel link sono le stesse che emergono dall'articolo che ho postato, ma il tono mi sembra drastico e "sulla difensiva" (mentre la logica e la razionalità non hanno bisogno di "difendersi").

              Come già chiarito in questa discussione, non vi sono motivi per discreditare il risultato della datazione con il C14 del 1988, ma vi sono molti spunti (di questi si è qui discusso e su questo è, tutto sommato, concorde la Comunità Scientifica) che suggeriscono la necessità di ulteriori indagini. Ciò che non condivido nel pezzo è, appunto, il tono "definitivo" che l'autore sembra voler attribuire alla questione (in realtà concentrato a rilevare la "malafede altrui", più che fornire argomentazioni di scienza), atteggiamento che sicuramente contrasta con il desiderio di Conoscenza che da sempre contraddistingue lo spirito di un ricercatore.

              D'altro canto il CICAP c'entra ben poco nella questione: l'interesse che suscita il Telo è tutt'altro che di "natura paranormale".
              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              Mi trovo indicato negli "alcuni" e quindi ribadisco che il C14 come metodo di analisi cronologica di reperti di epoca storica non supportato da analisi incrociate di tipo diverso è semplicemente inaffidabile. Basta confrontare "Storia dalla terra" di Carandini, il più comune e affidabile manuale archeologico per vedere che questo metodo non è semplicemente neanche contemplato.
              Mentre scrivevo il mio, gli interventi riguardo la prima parte dell'articolo di Lombatti si sono succeduti, e mi sento di quotarli, sposandoli.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • sgksgk
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                L'interesse, sopratutto riferito alla parte storico-letteraria dell'articolo, c'è.
                Riguardo alla prima parte l'articolista si muove con le stesse obiezioni a confutazione che pure qui oramai abbiamo trattato con dovizia.
                Mi fa specie, per una persona evidentemente preparata, che chiuda con questo:

                "Per farla breve: l'unico vero esperimento scientifico condotto sulla Sindone, la radiodatazione del 1988, ha emesso un verdetto inequivocabile, anche se per molti ritenuto imbarazzante. Il tessuto della reliquia torinese è stato realizzato in un periodo compreso tra il 1260 e il 1390. Il resto è solo mera speculazione di basso profilo scientifico."

                Evitare del tutto di parlare, pur essendone certamente a conoscenza, di tutti gli altri, innumerevoli esami che hanno portato a punti di quasi generale condivisione (non li sto qui a riassumere) mi fa ritenere che anche lui (a differenza dell'autore dell'articolo postato da Richard che tratta, pro o contro, ma comunque tratta di tutto il variegato campo della ricerca sindonica), che anche lui appunto possa essere arruolato tra gli "integralisti" di parte opposta, stigmatizzati nel suo pur interessante articolo.
                Per un ulteriore chiarimento spero possa intervenire Richard;
                Io su questo punto non posso che rimanadarti a quanto da me già esposto in altri post.

                La parte storico-letteraria:

                Concordo con tutto quello che l'autore scrive riguardo la leggenda del re Agbar, quella che cerca di identificare con l'apostolo Taddeo il primo detentore materiale di questo Mandylion, così come è solo una mera supposizione, una suggestione dovuta ai racconti evangelici, l'ipotesi di coloro che vogliono Giovanni come primo custode della Sindone (parlo non del Mandylion, ma di quella di Torino).
                E' evidente come tutto questo, sopratutto lo sconcertante scambio epistolare(?!) tra questo re e Gesù, è evidente come il tutto sia fuori dalla serietà e dalla verità storica.
                Le uniche parole che Gesù scrisse, a quanto ne sappiamo, sono solo i segni che tracciò in terra quando si trattò di aspettare cosa la folla avesse deciso per la protagonista dell'episodio del "lancio della prima pietra", e difatti pure i papi hanno bollato come falso lo scambio epistolare e tutta quella leggenda.

                Se ritorni ai miei post dove tratto del Mandylion vedrai che sottolineo come di questo si cominci ad avere notizia nel VI/VII sec., avendo saltato volutamente tutta la parte leggendaria e senza fondamento storico della vicenda.
                Il Mandylion però è esistito, ed infatti Lombatti confuta la sua identificazione con la Sindone di Torino, non l'esistenza - provata dalle stesse fonti che anche io ho citato nei post sull'argomento - dello stesso.
                Io ho voluto sottolineare come ad un certo punto, dal 900 in poi, da quando cioè il Mandylion viene trasportato al sicuro in Costantinopoli, le immagini iconografiche e numismatiche del volto o dell'intera figura di Cristo in Oriente, assumono tutti i caratteri di concordanza con quelli dell'uomo della Sindone, senza assolutamente, come in effetti tanti hanno fatto, dare per scontata, su queste basi, l'effettiva attribuzione.
                Il problema si fa alquanto complesso però proprio sulla base del racconto di questo cavalier Clary, perchè lui, nella sua cronaca, fa espresso riferimento al lenzuolo che avrebbe coperto il corpo del Signore, e non parla dunque di un Mandylion, ovvero di un "fazzoletto".
                Altresì gli stessi cataloghi delle reliquie citati da Lombatti parlano, dal 1100 in poi, di una Sindone, di un lenzuolo, non più di un fazzoletto.

                C'è ancora da dire che, come ho già riportato, in storia dell'arte si parla, riferendosi all'iconografia bizantina del corpo del Cristo, della cosidetta "curva bizantina", ovvero il paricolare modo di raffigurare la postura del Crocefisso, con una gamba, la sinistra, più corta, perchè ripiegata, rispetto all'altra, da cui la nota leggenda che Gesù fosse "zoppo".
                Questo da un fazzoletto con raffigurato solo il volto di Cristo sarebbe stato impossibile da riprodurre, ma se si pone il lenzuolo con la sua intera figura rappresentata, ecco che si trova una probabile spiegazione - senza per questo affermare che il lenzuolo di Costantinopoli (di cui comunque non avremo più notizie dopo la conquista crociata della città) sia la Sindone di Torino.
                In definitiva:
                Abbiamo certamente un Mandylion in Bisanzio.
                Abbiamo poi dalle cronache certe degli anni 1100/1200 riferimenti non più ad un fazzoletto ma ad un lenzuolo.
                Quindi o vi erano sia un Mandylion con impresso un volto e pure un lenzuolo con impresso un corpo, oppure abbiamo lo stesso oggetto che racchiude entrambi.
                Capisco, mi dispiace non poter argomentare più di tanto mi di storia dell'arte ne so veramente poco (in generale di tutto ) ma qui ancor di più , ero curioso di sapere il tuo punto di vista rispetto a quello di Lombatti.

                "Sono ateo, grazie a Dio" - Luis Bunuel

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                • GalDregon
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                  Originariamente Scritto da sgksgk Visualizza Messaggio
                  Sull'errore qualcosa dovresti trovare nel pdf postato, cmq è in relazione alla data del reperto (dipende da più fattori cmq a star larghi 5% anche se fosse 10% non risolverebbe il problema della Sindone ).


                  un 10% è tantissimo...credevo un 1 o massimo 2 %

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                  • sgksgk
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                    Originariamente Scritto da GalDregon Visualizza Messaggio
                    un 10% è tantissimo...credevo un 1 o massimo 2 %
                    Un 10% l'ho detto...per dire se anche fosse....
                    In effetti è 2-5% ad esagerare.

                    "Sono ateo, grazie a Dio" - Luis Bunuel

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                    • ma_75
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                      Ad ogni modo ci si intestardisce in analisi che si suppongono oggettive e fredde (e non lo sono), quando basterebbe fare una semplice analisi archeologica, come se si trattasse di un qualunque altro reperto. Un tessuto romano non è in nessun modo uguale ad un tessuto medievale, una fibra cardata in Palestina non è in alcun modo uguale ad una cardata in Francia, un pigmento colorante usato nel I secolo non è in nulla simile ad uno del XIII. Ecco le analisi che potrebbero svelare il mistero, però non si fanno.
                      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                      ma_75@bodyweb.com

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                      • Sean
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                        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                        Ad ogni modo ci si intestardisce in analisi che si suppongono oggettive e fredde (e non lo sono), quando basterebbe fare una semplice analisi archeologica, come se si trattasse di un qualunque altro reperto. Un tessuto romano non è in nessun modo uguale ad un tessuto medievale, una fibra cardata in Palestina non è in alcun modo uguale ad una cardata in Francia, un pigmento colorante usato nel I secolo non è in nulla simile ad uno del XIII. Ecco le analisi che potrebbero svelare il mistero, però non si fanno.
                        Ti posso rispondere solo per quanto concerne la tessitura del Telo, a "spiga di pesce", perfettamente compatibile con lini simili tessuti in Palestina nel I sec., come testimoniato da alcuni ritrovamenti effettuati nel celebre sito di Masada.
                        Purtroppo pure qui la questione si presenta biforcuta, in quanto lo stesso metodo di tessitura è riscontrato pure in Europa (mi pare di ricordare in Francia, ma sarò più preciso in seguito), e dunque pari siamo.
                        Per quanto riguarda il pigmento, quello appunto è un cardine dell'enigma, e viene ben spiegato nell'articolo di Richard.
                        Per farla breve non vi sono, viste al microscopio, tracce di detriti di qualunque sorta sulle fibre del Lino, ma solo un lievissimo "tratto" di scuro,molto in superficie, come se le fibre avessero assunto quell'aspetto "da sole" ma non in tutto il loro spessore (Richard ha usato il termine "pixellare" che credo renda meglio l'idea).
                        Questo tratto è più scuro dove il lenzuolo è più vicino al corpo, mentre è più debole dove questo era poggiato più lontano, ma la figura, eccezionalmente, presenta uniformità di proporzioni.
                        Se io imprimo il mio viso con del colorante su di un fazzoletto, poggiandomelo sopra, e poi lo svolgo, l'immagine apparirà più piatta e larga della mia reale faccia, proprio in virtù dell'azione fisica del poggiare e svolgere.
                        La figura impressa sulla Sindone rimane proporzionata, come se fosse il vero corpo di un uomo disteso, senza che il lenzuolo lo abbia mai coperto.
                        Le macchie di sangue non si comportano alla stessa maniera, ma risultano invece, e come dovrebbero essere, piatte ed allargate, ed intingono le fibre come fanno i coloranti, in tutta la loro profondità;
                        Sotto a queste macchie poi non v'è traccia di "pixellamento", ovvero sono antecedenti alla formazione dell'immagine.
                        Ci sono molti altri elementi ancora da riportare riguardo questo lenzuolo (lo farò domani, per spunto di discussine e per rendere ancora più completo il 3d), ma già questo a me, al di là del radiocarbonio, muoverebbe una estrema sete di conoscenza, e di sfida verso questo oggetto.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • ma_75
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Ti posso rispondere solo per quanto concerne la tessitura del Telo, a "spiga di pesce", perfettamente compatibile con lini simili tessuti in Palestina nel I sec., come testimoniato da alcuni ritrovamenti effettuati nel celebre sito di Masada.
                          Purtroppo pure qui la questione si presenta biforcuta, in quanto lo stesso metodo di tessitura è riscontrato pure in Europa (mi pare di ricordare in Francia, ma sarò più preciso in seguito), e dunque pari siamo.
                          Per quanto riguarda il pigmento, quello appunto è un cardine dell'enigma, e viene ben spiegato nell'articolo di Richard.
                          Per farla breve non vi sono, viste al microscopio, tracce di detriti di qualunque sorta sulle fibre del Lino, ma solo un lievissimo "tratto" di scuro,molto in superficie, come se le fibre avessero assunto quell'aspetto "da sole" ma non in tutto il loro spessore (Richard ha usato il termine "pixellare" che credo renda meglio l'idea).
                          Questo tratto è più scuro dove il lenzuolo è più vicino al corpo, mentre è più debole dove questo era poggiato più lontano, ma la figura, eccezionalmente, presenta uniformità di proporzioni.
                          Se io imprimo il mio viso con del colorante su di un fazzoletto, poggiandomelo sopra, e poi lo svolgo, l'immagine apparirà più piatta e larga della mia reale faccia, proprio in virtù dell'azione fisica del poggiare e svolgere.
                          La figura impressa sulla Sindone rimane proporzionata, come se fosse il vero corpo di un uomo disteso, senza che il lenzuolo lo abbia mai coperto.
                          Le macchie di sangue non si comportano alla stessa maniera, ma risultano invece, e come dovrebbero essere, piatte ed allargate, ed intingono le fibre come fanno i coloranti, in tutta la loro profondità;
                          Sotto a queste macchie poi non v'è traccia di "pixellamento", ovvero sono antecedenti alla formazione dell'immagine.
                          Ci sono molti altri elementi ancora da riportare riguardo questo lenzuolo (lo farò domani, per spunto di discussine e per rendere ancora più completo il 3d), ma già questo a me, al di là del radiocarbonio, muoverebbe una estrema sete di conoscenza, e di sfida verso questo oggetto.

                          Ottimo. Se il tessuto della Sindone si comporta come un normale tessuto, analisi consuete in archeometria dovrebbero permettere di individuare con sicurezza di che fibra si tratta e quindi dove poteva essere prodotta e quando, al di là delle similitudini tra prodotti di datazioni molto differenti che tu fai notare. Mi spiego: con l'archeometria è possibile stabilire la provenienza di un'argilla di un vaso per vedere dove lo stesso è stato prodotto, confrontando il campione con i giacimenti dispersi nel mediterraneo. Non ho motivi di credere che un analogo lavoto non sia possibile anche per campioni di tessuto. C'è da dire che può trattarsi di anlisi distruttive o che comunque richiedono campioni più ampi di quelli che la chiesa è disposta a concedere alla ricerca.
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                          • Sean
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                            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                            Ottimo. Se il tessuto della Sindone si comporta come un normale tessuto, analisi consuete in archeometria dovrebbero permettere di individuare con sicurezza di che fibra si tratta e quindi dove poteva essere prodotta e quando, al di là delle similitudini tra prodotti di datazioni molto differenti che tu fai notare. Mi spiego: con l'archeometria è possibile stabilire la provenienza di un'argilla di un vaso per vedere dove lo stesso è stato prodotto, confrontando il campione con i giacimenti dispersi nel mediterraneo. Non ho motivi di credere che un analogo lavoto non sia possibile anche per campioni di tessuto. C'è da dire che può trattarsi di anlisi distruttive o che comunque richiedono campioni più ampi di quelli che la chiesa è disposta a concedere alla ricerca.
                            Spunto notevolmente interessante, che non mi pare di avere letto (come ipotesi di lavoro) da nessun'altra parte - chiedo conforto a chi vorrà intervenire-.
                            Il problema credo anch'io risieda nell'obiezione che tu stesso lucidamente muovi, ovvero nel dover andare ad operare in maniera diretta e prelevando altro campione sul tessuto sindonico.
                            Mi sa, e senza voler essere drastici, che per venire a capo di tutto, o quanto meno per fare importantissimi passi avanti, sarà necessario intervenire più a fondo sul Telo, correndo il rischio di comprometterne una parte - Analizzarla come è stato fatto fin'ora, da "lontano", forse non è più sufficiente:
                            Bisognerà pur dare mano libera a chi però quelle mani le sappia davvero usare.
                            Last edited by Sean; 10-07-2008, 01:02:22.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • richard
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                              • May 2006
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Spunto notevolmente interessante, che non mi pare di avere letto (come ipotesi di lavoro) da nessun'altra parte - chiedo conforto a chi vorrà intervenire-.
                              Il problema credo anch'io risieda nell'obiezione che tu stesso lucidamente muovi, ovvero nel dover andare ad operare in maniera diretta e prelevando altro campione sul tessuto sindonico.
                              Mi sa, e senza voler essere drastici, che per venire a capo di tutto, o quanto meno per fare importantissimi passi avanti, sarà necessario intervenire più a fondo sul Telo, correndo il rischio di comprometterne una parte - Analizzarla come è stato fatto fin'ora, da "lontano", forse non è più sufficiente:
                              Bisognerà pur dare mano libera a chi però quelle mani le sappia davvero usare.
                              Ciò che affermi mi sembra indubbio.
                              A tal proposito vorrei segnalare un altro riferimento (a dire il vero più tecnico del precedente, trattandosi di vero e proprio articolo di ricerca) che pone effettivi dubbi sul campione utilizzato per la datazione con il C14 del 1988.


                              Rogers R. N., Studies on the radiocarbon sample from the shroud of turin, Thermochimica Acta, 425: 189 (2005).


                              Ecco il link online:

                              http://www.sciencedirect.com/science?_ob=ArticleURL&_udi=B6THV-4DTBVHC-1&_user=512866&_coverDate=01%2F20%2F2005&_rdoc=26&_fmt=high&_orig=browse&_srch=doc-info(%23toc%235292%232005%23995749998%23553672%23FLA%23display%23Volume)&_cdi=5292&_sort=d&_docancho r=&_ct=29&_acct=C000025326&_version=1&_urlVersion=0&_userid=512866&md5=cf2878119037ee01fc8e2d54f43ff 5c7


                              Riporto direttamente l'abstract per completezza:

                              Abstract

                              In 1988, radiocarbon laboratories at Arizona, Cambridge, and Zurich determined the age of a sample from the Shroud of Turin. They reported that the date of the cloth’s production lay between a.d. 1260 and 1390 with 95% confidence. This came as a surprise in view of the technology used to produce the cloth, its chemical composition, and the lack of vanillin in its lignin. The results prompted questions about the validity of the sample.
                              Preliminary estimates of the kinetics constants for the loss of vanillin from lignin indicate a much older age for the cloth than the radiocarbon analyses. The radiocarbon sampling area is uniquely coated with a yellow–brown plant gum containing dye lakes. Pyrolysis-mass-spectrometry results from the sample area coupled with microscopic and microchemical observations prove that the radiocarbon sample was not part of the original cloth of the Shroud of Turin. The radiocarbon date was thus not valid for determining the true age of the shroud.

                              © 2004 Elsevier B.V. All rights reserved.


                              Keywords: Shroud of Turin; Lignin kinetics; Pyrolysis/mass spectrometry; Flax fiber analyses

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
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                                • Send PM

                                Si può definire "un colpo di scena" solo perchè, purtroppo, la divulgazione più propriamente scientifica non rende in termini di denaro e di cassetta, e non interessa se non, pochi, specialisti.
                                Qui si mette in discussione, sulla base di riscontri incrociati, che il campione analizzato non provenga dal panno originale, dalla vera Sindone.
                                Domani cercherò di rintracciare le notizie che più propriamente riguardano la "composizione", la forma, le cuciture, i rattoppi, tutte le aggiunte che hanno riguardato il Telo, e di cui, in effetti, non abbiamo parlato, ma che pure ci sono e sono importantissime.
                                Notizia di straordinario interesse, che ravviva la curiosità di approfondire e di saperne ancora di più:
                                Grazie del lavoro, Richard
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
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                                forse, tra mille inverni
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                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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