Grazie
Resta lo iato di questa datazione, sperando che in un futuro prossimo si possa ripetere, magari "costringendosi" a prelevare un lembo di tessuto anche vicinissimo ai contorni della figura.
Abbiamo comunque un elemento contro decine di altri, e difatti nessuno, nonostante il C14, si azzarda a tirare una linea, col rischio di lasciare inevasi tutti gli altri, inquietanti interrogativi.
Siamo nell'anno domini 2008, abbiamo per le mani un oggetto "concreto", una forma materiale e dunque oggettivamente esaminabile, eppure più la si scandaglia e più aumentano, invece di diminuire, gli interrogativi.
Purtroppo il cavaliere De Charny non disse come entrò in possesso di questo straordinario lenzuolo funebre, obbligandoci a gettare lo sguardo, armati di un lumicino, nel pozzo dei secoli.
Domani tornerò sulle altre questioni che più propriamente riguardano l'articolo, come questi fori che, col lenzuolo piegato, sembrano confermare l'ipotesi che in Oriente fosse esposto il solo volto dell'uomo della Sindone.
Il sangue, e sopra l'immagine, tenue, senza aloni, non dipinta.
Il sangue ed il siero, e quella ferita al costato.
Il sangue che cola dai capelli, quel volto tumefatto, visibile anche ad occhio nudo, se pure, straordinariamente, in negativo.
I chiodi ai polsi e ai piedi, i pollici nascosti dal palmo, le tracce di aloe e di mirra, i punti più marcati, che indicano come comunque quel lenzuolo è stato avvolto dalla testa ai piedi su quel cadavere che non presenta i segni della putrefazione, ma solo quelli, incredibili, del flagellum e del patibulum - e quegli occhi chiusi alla luce, che interrogano i nostri aperti e guardinghi con la stessa, indimenticata domanda...E voi chi dite che io sia?
Resta lo iato di questa datazione, sperando che in un futuro prossimo si possa ripetere, magari "costringendosi" a prelevare un lembo di tessuto anche vicinissimo ai contorni della figura.
Abbiamo comunque un elemento contro decine di altri, e difatti nessuno, nonostante il C14, si azzarda a tirare una linea, col rischio di lasciare inevasi tutti gli altri, inquietanti interrogativi.
Siamo nell'anno domini 2008, abbiamo per le mani un oggetto "concreto", una forma materiale e dunque oggettivamente esaminabile, eppure più la si scandaglia e più aumentano, invece di diminuire, gli interrogativi.
Purtroppo il cavaliere De Charny non disse come entrò in possesso di questo straordinario lenzuolo funebre, obbligandoci a gettare lo sguardo, armati di un lumicino, nel pozzo dei secoli.
Domani tornerò sulle altre questioni che più propriamente riguardano l'articolo, come questi fori che, col lenzuolo piegato, sembrano confermare l'ipotesi che in Oriente fosse esposto il solo volto dell'uomo della Sindone.
Il sangue, e sopra l'immagine, tenue, senza aloni, non dipinta.
Il sangue ed il siero, e quella ferita al costato.
Il sangue che cola dai capelli, quel volto tumefatto, visibile anche ad occhio nudo, se pure, straordinariamente, in negativo.
I chiodi ai polsi e ai piedi, i pollici nascosti dal palmo, le tracce di aloe e di mirra, i punti più marcati, che indicano come comunque quel lenzuolo è stato avvolto dalla testa ai piedi su quel cadavere che non presenta i segni della putrefazione, ma solo quelli, incredibili, del flagellum e del patibulum - e quegli occhi chiusi alla luce, che interrogano i nostri aperti e guardinghi con la stessa, indimenticata domanda...E voi chi dite che io sia?
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