Non Esiste Una Cultura Di Destra

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts
  • simones
    Bodyweb Senior
    • Jun 2002
    • 3728
    • 137
    • 51
    • altoadige
    • Send PM

    Non Esiste Una Cultura Di Destra

    è quello che i sinistri intellettualoidi che nel post guerra hanno costruito la lorto fortuna politico mediatica ci hanno tramandato dal basso della loro mediocrità.
    fedeli al togliattiano secondo stato imboscati di tutti i tipi hanno occupato,con il beneplacito della dc,i canali culturali italiani stabilendo un'egemonia che alla luce della disfatta del socialismo reale ancora tende a perdurare.

    proporrò in questo 3d alcune figure di intellettuali che hanno contribuito alla formazione di un pensiero di destra non omologato.

    inizio nella speranza che qualcuno voglia seguirmi e commentare.

    per ovvie ragioni copiaincollerò sperando che quanto riportato possa permette il decollo di una discussione dai toni moderati.



    RAMIRO LEDESMA RAMOS

    Erik Norling

    Ramiro Ledesma Ramos:
    itinerario di un non conformista


    La nostra lotta non prende senso che quando viene messa in prospettiva. Se noi siamo dei «nostalgici dell’avvenire», sappiamo anche ricordarci del nostro passato e di coloro che lo scrissero.

    E per questa ragione che pubblichiamo qui una traduzione della prefazione di Erik Norkling per la seconda edizione del romanzo scritto da Ramiro Ledesma Ramos durane gli anni 1923-1924 e la cui prima edizione fu pubblicata a Madrid nel 1924 con il titolo El Sello de la muerte (Il sigillo della morte).

    Non è inutile in effettti ripercorre l’itinerario intellettuale e militante del fondatore delle JONS (Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista, Giunte di offensiva nazional-sindacalista) che il nostro camerata Juan-Antonio Llopart aveva presentato sul numero 3 della precedente formula di Résistance, nel marzo 1998, come un autentico nazional-bolscevico, difensore sia dei valori della Spagna che della sua dimensione europea; collegando anche il destino della nazione all’idea socialista di un’equa distribuzione delle ricchezze.

    In un’epoca di pseudo-contestazione del mondialismo da parte del gauchismo, malattia senile del comunismo, e di scioglimento delle nazioni europee nel magma dell’economia liberale, è necessario richiamare la purezza dell’impegno di Ramiro Ledesma Ramos, autentico rivoluzionario e nemico del sistema. Avendo dato non poco filo da torcere alla borghesia spagnola, comprese le tendenze di destra presenti nella Falange, la sua persona e la sua dottrina ci possono servire da riferimento per la nostra azioni.

    Possa il suo ricordo dare chiarezza a noi e turbare il sonno dei borghesi complici, di destra come di sinistra!

    Yves Bessagne





    «Noialtri riteniamo più salutare questa marea di scioperi perché essa contribuirà a squilibrare dei falsi equilibri. D’altra parte, sono mobilitazioni rivoluzionarie, di cui oggi il nostro popolo ha più che mai bisogno. La battaglia sociale alla base di scioperi e di collisioni con la reazione parlamentare, può fornirci l’occasione di confronti decisivi. Di fronte ai borghesi timorati che prendono paura del coraggio del popolo, noi plaudiamo all’azione sindacale che rinnova almeno le virtù guerriere ed eroiche della razza».
    Ramiro Ledesma Ramos, citato in Fascismo rojo, Colectivo Karl-Otto Paetel, Valencia, 1998.



    Ramiro Ledesma Ramos nasce ad Alfarz de Sayago (Zamora) il 23 maggio 1905, figlio di un maestro elementare senza molte risorse, ma con una vasta formazione culturale. Ad appena sedici anni, si trasferisce a Madrid dove lavorerà come funzionario delle Poste, ricevendo diversi incarichi nel corso di alcuni anni, fino ad inserirsi definitivamente nella capitale. La sua origine sociale, dalla classe medio-bassa, lo segnerà profondamente; egli si sente lontano dalle lotte sociali del decennio degli anni venti.

    Autodidatta, egli non avrà una famiglia a sostenerlo, né un nome che lo introduca nella Madrid della dittatura primoriveristea. Studia e legge intensamente tutto quello che gli capita sotto mano, in particolare la filosofia francese. Rapidamente, sforzandosi di superarsi, egli comincia ad interessarsi ai filosofi tedeschi dei quali apprende la lingua sui loro stessi libri. La sua abilità nella lingua di Goethe giungerà ad un tale livello che egli tradurrà in spagnolo diversi lavori di filosofia che saranno pubblicati a Madrid. Questo aspetto sarà senza alcun dubbio una delle specificità che farà sì che, quando si lancerà nell’arena politica, egli non possa condividere la visione meridionale del fascismo, preferendo la sobrietà del nazional-socialismo che, in tutta onestà e verità, è difficile da classificare in questa corrente ideologica.

    Ancora adolescente, egli aveva manifestato delle propensioni letterarie. Aveva scritto tra il 1923 e il 1925 diversi testi minori. El vacio (Il Vuoto), El joven suicida (Il Giovane suicida), e El fracaso de Eva (Il Fallimento di Eva) sono i titoli di alcuni di questi lavori, conservati, ma mai pubblicati. Il suo primo libro esce nel 1924, pubblicato dalle edizioni Reus di Madrid grazie ad un contributo finanziario di suo zio; è un romanzo autobiografico, El Sello de la muerte (Il sigillo della morte). È un testo con chiari riferimenti esistenziali e tradizionalisti, conseguenza del suo pensiero (Ramiro studia Nietzsche, Bergson, Kierkegaard) che lo condurrà a rompere con il movimento positivista e razionalista dell’epoca. Queste letture e la sua visione filosofica segneranno la sua traiettoria politica futura, lontana sia dal naturalismo che dal tradizionalismo spagnolo. Si afferma sempre che questo romanzo è il risultato dell’influenza di Unamuno su Ramiro Ledesma, mentre è più prossimo agli atteggiamenti « barojianas » (L’Albero della scienza) che si rifanno alle stesse fonti ribelli ed irrazionaliste. Poco dopo, nello stesso anno, egli scrive El Quijote y nuestro tiempo (Il Chisciotte e il nostro tempo), stavolta come omaggio ad un antico maestro di Salamanca, Unamuno, avendo già sostanzialmente modificato il suo stile e la sua visione. Questo testo resterà inedito finché Thomas Borras lo pubblicherà nel 1971, censurandolo leggermente.

    Nel 1926, s’iscrive all’Università di Madrid, alla Facoltà di Filosofia e Lettere, corso che finirà nel 1930, oltre a quello di Scienze Esatte (che non arriverà a terminare, lanciandosi nel 1931 nella lotta politica). Sono anni di studio (che egli non interromperà nemmeno durante i lunghi mesi del suo servizio militare che compie tra l’agosto 1926 e l’ottobre 1927) e con l’aiuto di Ernesto Gimenez Caballero e di César Arconeda, segretario della Gaceta Literaria (Gazzetta Letteraria), e cugino di Ramiro, egli si inizierà al pensiero filosofico più sottile dell’epoca. Egli intesserà, in questi cenacoli di discussione, un’amicizia con molti di coloro che saranno in seguito i suoi più stretti collaboratori politici, ma anche con il fior fiore del pensiero spagnolo. Gli si apriranno le porte della Gaceta Literaria e della prestigiosa Revista de Occidente (Rivista dell’Occidente), come quelle di altre riviste spagnole all’avanguardia nella cultura e nella filosofia dell’epoca. Nell’Ateneo di Madrid, Ramiro, ad appena vent’anni, è una figura celebrata, una promessa intellettuale ammirata da tutti. Ortega y Gasset diviene il suo principale maestro, introducendolo nel mondo complesso della filosofia tedesca. Egli legge così Ottogaard, Hegel, Scheler, Meyerson, Richert, Hartmann, Heidegger, Fichte, etc.

    La sua attrazione per le matematiche gli sarà di grande utilità per la filosofia come per la sua padronanza del tedesco. Egli traduce ed introduce in Spagna numerosi autori come Einstein, Heidegger, Scheler e come le scuole della fenomenologia e della gestalttheorie. I suoi scritti, complicati per i profani, sono elaborati e di un grande livello intellettuale sebbene lontani da ogni politica. L’elenco delle opere pubblicate tra il 1928 e il 1930, dalla penna di un giovane funzionario delle poste impressiona non solo i profani, ma anche gli esperti in materia.

    Mentre studia e si immerge nel mondo delle filosofia (e, non dimentichiamolo, delle matematiche), egli scopre i movimenti d’avanguardia della letteratura e delle arti. Con i suoi sodali della Gaceta Literaria e soprattutto grazie a Gimenez Caballero, Ramiro partecipa a questa nuova corrente che irrompe e che desidera distruggere “il vecchio mondo” dell’arte al fine di promuovere gli avanguardisti in Spagna. Come in Italia, dove il futurismo di Marinetti si allea con il fascismo per distruggere le fondamenta di un paese decadente, questi giovani in Spagna reclamano un’uscita artistica alla crisi sociale della Restaurazione canovista. Così, si comprende che dall’arte alla politica attiva non vi è che un passo. Molti membri della Gaceta Literaria diverranno comunisti, altri fascisti. È il riflesso di un’epoca e di una generazione ribelle che si tufferà nel vortice della guerra civile. La profonda amicizia che li univa attorno all’arte e alle lettere sarà inghiottita dalla profonda frattura che separerà le due Spagne alle quali fa riferimento Machado e che fu una triste realtà.

    Il 1931 è l’anno decisivo della sua vita. Egli ha venticinque anni e attraverso un radicale mutamento, quella che era una traiettoria intellettuale piena di promesse, si converte in attivismo e militanza politica la cui tendenza si può già intravedere in certi suoi scritti precedenti. Un grande intellettuale annullato a vantaggio del carattere effimero della politica? Se non avesse preso questa decisione cruciale, il Ramiro filosofo oggi sarebbe forse un personaggio consacrato dalle enciclopedie. In questo tutto per tutto il Ramiro filosofo lascia il passo al Ramiro politico. Egli ha dubbi, è stato contagiato, come tanti altri della sua generazione, da quella che Mussolini chiama «la malattia del XX secolo», il fascismo.

    Politicamente, Ramiro come dottrinario è quasi altrettanto importate e molto più conosciuto che non per la funzione intellettuale. Egli porrà le basi dell’ideologia nazional-sindacalista che poi la Falange spagnola e, almeno di facciata il franchismo, faranno proprie. Dapprima con La conquista del Estado (la Conquista dello Stato - nel 1931), un settimanale dalle profonde reminiscenze malapartiane, poi con le Giunte d’offensiva nazional-sindacalista (JONS), Ramiro Ledesma tenterà di dare una forma politica ad un pensiero filosofico (nel 1932-1933). Durante la II Repubblica, Ramiro Ledesma pone i fondamenti ideologici, dà le consegne, le parole d’ordine, i simboli, che apporterà con sé alla Falange di José Antonio Primo de Rivera, il figlio del dittatore, quando nel 1934 le loro rispettive formazioni politiche si fonderanno.

    E' anche interessante sottolineare le relazioni che Ramiro Ledesma ha con i gruppi non conformisti francesi degli anni trenta e l’influenza che essi eserciteranno sul suo pensiero politico. Ci riferiamo ai contatti con i gruppi Ordre nouveau, con la rivista Plan e con tutta la rete di intellettuali non conformisti che durante quel decennio fanno da innovatori nel mondo della cultura e della politica francesi. Nessun biografo di Ramiro ha ancora studiato questa relazione. Ramiro Ledesma Ramos può essere considerato come il rappresentante spagnolo di questa corrente che l’universitario svizzero Armin Molher ha chiamato Rivoluzione conservatrice. Con questo termine si comprende il gruppo dei giovani intellettuali usciti dalla crisi della prima guerra mondiale (in Spagna dalla dittatura primoverista) che in Germania, Italia, Francia, tentarono di coniugare il nazionalismo con la necessità di una rivoluzione sociale. Evidentemente, questo fenomeno ricopre uno spettro completo ed ampio, troppo ampio per poterne parlare in questa sede. I più attivi rappresentanti di questo gruppo precursore del nazional-socialismo e del fascismo italiano, finirono per unirsi all’uno o all’altro campo, molti a quello del comunismo, ma molti anche a quello del fascismo. Si misero in luce coloro che sono stati chiamati nazional-bolscevichi, situati tra il fascismo ed il comunismo, la cui ideologia nazional-rivoluzionaria riuscì a raggiungere una base sociale. Per il suo linguaggio politico, alcuni hanno tentato di assimilare Ramiro a questo gruppo, ma senza fornire prove di questa relazione, servendosi semplicemente delle loro intuizioni. Oggi possiamo affermare senza ombra di dubbio, grazie alla documentazione in nostro possesso e che a breve sarà resa pubblica in un lavoro che stiamo preparando, che Ramiro Ledesma ebbe delle relazioni con i nazional-rivoluzionari europei e che questo fu il risultato della sua concezione soreliana della politica. Una visione molto vicina anche a quella degli anarco-sindacalisti di Angel Pestana in Spagna. Che è stata costantemente rivendicata dai settori del nazional-sindacalismo più sensibili al problema sociale. Se vi fu qualcuno che seppe interpretare Georges Sorel e il sindacalismo rivoluzionario uscito dal socialismo revisionista, questi fu Ramiro Ledesma.

    Ramiro era allora fascista? Egli evitò sempre l’utilizzo eccessivo di questa etichetta, che d’altronde rifiutava, ma fu lui stesso a sottolineare che il fascismo non è nient’altro nel suo aspetto più profondo che il progetto di incorporare al supporto o alla sostanza storica dello Stato nazionale gli strati popolari più ampi; e che di conseguenza era una concezione innovativa della società in grado di affrontare il marxismo ed il parlamentarismo borghese e che egli lo sentiva con una simpatia più che evidente. Noi non possiamo definirlo unicamente come tale, ma egli fu sicuramente il rappresentante più autentico espresso dalla Spagna di questa corrente di pensiero politico e quello che fu meno influenzato dal tradizionalismo reazionario del XIX secolo. È un altro aspetto completamente distinto da prendersi in considerazione sulla questione di sapere se egli avrebbe preso il medesimo cammino di molti intellettuali della Rivoluzione conservatrice europea, che abbandonarono il fascismo quando scoprirono che esso era controllato dalle correnti di destra.

    Deluso dalla traiettoria della Falange, che considera eccessivamente reazionaria, e per questioni di strategia propagandistica, egli si separa da questo partito agli inizi del 1935 e comincia la sua ultima tappa politico-intelletuale. Il percorso filosofico vitale è assolutamente incompatibile con la visione politica di José Antonio de Rivera e degli altri dirigenti falangisti, molto più prossimi a posizioni tradizionaliste del pensiero nazionalista spagnolo, delle quali essi possiedono una evoluzione interessante e adeguata a quel momento. È in questi ultimi due anni della sua vita che egli scrive il suo famoso Discurso a las Juventudes de Espãna (Discorso alla gioventù di Spagna), autentico compendio dell’ideologia rivoluzionaria e radicale che egli ha cominciato a redigere nel 1934, come Fascismo en Espãna? (Fascismo in Spagna?) che firmerà con lo pseudonimo che utilizza nella rivista delle JONS, Roberto Lanzas. In questo libro, l’ultimo che pubblicherà prima di morire, egli passa in rassegna tutta la traiettoria dei gruppi fascisti spagnoli(il gruppo de La conquista del Estado, la Falange, le JONS) essendo la miglior guida per comprendere il loro scacco e analizzare le cause avendo compreso l’incapacità di imporre in Spagna una formazione d’intonazione fascista. È già un Ramiro deluso dalle realtà spagnole, ma che continua a militare nell’attivismo politico.

    Ora solo, dopo aver abbandonato la Falange, egli pubblica La Patria Libre (La Patria Libera), un settimanale attorno al quale egli intende raggruppare i sostenitori delle JONS al di fuori della disciplina falangista ma, dopo alcuni rari numeri, egli deve sospendere la sua pubblicazione per mancanza di fondi. Durante l’estate del 1936, decide di lanciarsi di nuovo nell’avventura giornalistica e fonda Nuestra Revoluciòn (Nostra Rivoluzione), di cui uscirà un solo numero unico, all’inizio del luglio 1936. Manca solo una settimana allo scoppio della guerra civile.

    Durante l’estate del 1936, Ramiro Lesdesma Ramos è detenuto nella Madrid repubblicana e il 29 ottobre, messo a morte dai miliziani del Fronte Popolare e gettato in una fossa comune ad Araveca, nella periferia della capitale. Sono circolate diverse versioni sulla sua morte, e tutte si raggruppano nel sottolineare il suo coraggio di fronte alla morte quando venne fucilato ed in conclusione assassinato per le sue idee. Quando il suo maestro Ortega y Gasset venne a conoscenza dell’avvenimento, egli non poté che esclamare fremente: Non hanno ucciso un uomo, hanno ucciso un’intelligenza!

    Mitizzato sotto il franchismo, ma in fondo censurato in maniera velata (la Chiesa cattolica giunse a chiedere che egli venisse iscritto all’indice degli autori proibiti»), Ramiro Ledesma sarà considerato come uno dei fondatori del nazional-simdacalismo nella propaganda del sistema. Era ufficialmente nel Pantheon degli eroi falangisti, ma sfortunatamente l’interesse per l’analisi della sua opera era raro.

    Fu così che nel 1941 si permise a Santiago Montero Diaz, un universitario galiziano amico di gioventù di Ramiro Ledesma e suo principale difensore nella Spagna franchista, di pubblicare i suoi scritti filosofici che non furono d’altronde i minori messi in luce.

    Lo stesso anno, Ximenes de Sandoval, biografo appassionato di José Antonio Primo de Rivera, cominciava il lavoro di isolamento e di demolizione della memoria di Ramiro Ledesma, mentre rapidamente altri lo seguivano con il consenso dei media ufficiali. La sua figura resta sempre relegata all’ombra dell’onnipresente José Antonio Primo de Rivera, molto più adattabile all’ideologia del Nuovo Stato del generalissimo Franco. Non è che verso la fine del franchismo che autori come Sanchez Diana o Tomàs Borras tenteranno di salvare l’eredità di Ramiro Ledesma, mai senza un grande successo.

    Durante l’epoca di transizione, alcuni dirigenti falangisti ebbero il desiderio di rivendicare il Ramiro politico ma, avendo poca conoscenza del Ramiro filosofo, di conseguenza interpretarono male il Ramiro politico. L’uno è inseparabile dall’altro. Comunque in questi anni, e per questo saremo loro sempre riconoscenti, la famiglia Ledesma ha messo in atto un importante impegno di pubblicazione delle sue opere. Inoltre è uscita nel 1983 una nuova edizione ad ampia diffusione dei suoi scritti filosofici, grazie alla casa editrice Tecnos di Madrid. Tuttavia il Ramiro filosofo continua ad essere ancora sconosciuto, tanto per gli storici quanto per coloro che si interessano di quel periodo del pensiero politico spagnolo.







    Tratto dal sito www.voxnr.com
    Traduzione dal francese
    a cura di Belgicus
    "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

    L.F.Celine
  • simones
    Bodyweb Senior
    • Jun 2002
    • 3728
    • 137
    • 51
    • altoadige
    • Send PM

    #2
    sono partito dal basso per permettere un incipit tranquillo.
    sarebbe bastato il nome di G.Gentile per affossare definitivamente la pseudo verità in titolo al 3d
    "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

    L.F.Celine

    Commenta

    • gabriele81
      eh eh son manzo
      • Jul 2006
      • 10168
      • 861
      • 167
      • roma
      • Send PM

      #3
      Nicolas Davila

      Commenta

      • simones
        Bodyweb Senior
        • Jun 2002
        • 3728
        • 137
        • 51
        • altoadige
        • Send PM

        #4
        grazie.

        ti invito al copiaincolla di un minimo di informazioni.
        non è nel tuo stile copiaincollare tuttavia mi senti di chiederti un sforzo.


        io continuo:luis ferdinad celine.
        medico condotto ed autore di alcuni capolavori letterari del 900 quali viaggio al termine della notte, morte a credito disilluso dalla applicazione del socialismo reale salutò con gioia l'avvento di hitler al potere augurandosi un'europa fascista e degiudeizzata
        "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

        L.F.Celine

        Commenta

        • simones
          Bodyweb Senior
          • Jun 2002
          • 3728
          • 137
          • 51
          • altoadige
          • Send PM

          #5
          armin mohler
          "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

          L.F.Celine

          Commenta

          • simones
            Bodyweb Senior
            • Jun 2002
            • 3728
            • 137
            • 51
            • altoadige
            • Send PM

            #6
            dario fo.



            ah no ***** ora è di sx.
            se fo merita il nobel lo meritano anche beruschi e zuzzurro e gaspare
            "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

            L.F.Celine

            Commenta

            • simones
              Bodyweb Senior
              • Jun 2002
              • 3728
              • 137
              • 51
              • altoadige
              • Send PM

              #7
              giovanni gentile,teorico dello stato etico fu ministro della cultura fascista e rappresentante,insieme a croce,dell'idealismo italiano.

              ucciso barbaramente da un gruppo di gappisti nel 44.
              "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

              L.F.Celine

              Commenta

              • simones
                Bodyweb Senior
                • Jun 2002
                • 3728
                • 137
                • 51
                • altoadige
                • Send PM

                #8
                robert brassillach,poeta francese.
                condannato a morte per "collaborazionismo"
                "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                L.F.Celine

                Commenta

                • gabriele81
                  eh eh son manzo
                  • Jul 2006
                  • 10168
                  • 861
                  • 167
                  • roma
                  • Send PM

                  #9
                  Nicolas Davila, becero conanincolla da wikiquote, sono sicuro che molti di questi pensieri vi troveranno concordi.
                  • Avere ragione è una ragione in più per non aver alcun successo.
                  • Ci sono certe stupidaggini che è possibile impugnare adeguatamente solo con una stupidità ancora più grottesca.
                  • I libri intellettuali dicono le stesse cose dei libri stupidi, ma hanno autori diversi.
                  • I Vangeli e il Manifesto del partito comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla pornografia.
                  • La maggiore astuzia del male è la sua trasformazione in dio domestico e discreto, la cui familiare presenza rassicura.
                  • La stampa non vuole informare il lettore, ma convincerlo che lo sta informando.

                  In margine a un testo implicito [modifica]
                  • Adattarsi è sacrificare un bene remoto a un bisogno immediato.
                  • Borghesia è qualunque insieme di individui scontenti di ciò che hanno e soddisfatti di ciò che sono.
                  • Al volgo non interessa essere libero, ma credersi tale.
                  • Chi cerchi di educare e non di sfruttare, si tratti di un popolo o di un bambino, non gli parla facendo la vocina infantile.
                  • Chi denuncia i limiti intellettuali dei politici dimentica che tali limiti sono la causa dei loro successi.
                  • Chi sopprime le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventa un fanatico che incede tra schemi.
                  • Chiamare ingiustizia la giustizia è la più diffusa delle consolazioni.
                  • Chiamiamo egoista chi non si sacrifica al nostro egoismo.
                  • Civiltà è ciò che è miracolosamente scampato allo zelo dei governanti.
                  • Ciò che non è persona in fondo non è nulla.
                  • Crediamo di affrontare le nostre teorie con i fatti, in realtà possiamo confrontarle solo con teorie dell'esperienza.
                  • Da quando la religione si secolarizza, come unico testimone di Dio rimane Satana.
                  • Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.
                  • Dopo aver screditato la virtù, questo secolo è riuscito a screditare anche i vizi.
                  • Duecento anni fa era lecito confidare nel futuro senza essere completamente stupidi. Ma oggi chi può dar credito alle attuali profezie, dato che siamo noi lo splendido avvenire di ieri?
                  • Educare l'uomo è impedirgli la "libera espressione della sua personalità".
                  • Essere cristiani è trovarsi di fronte a colui cui non possiamo nasconderci, di fronte a cui non possiamo mascherarci. È assumersi il peso di dire la verità anche quando offende.
                  • Gli esempi concreti sono i carnefici delle idee astratte.
                  • I professionisti della venerazione dell'uomo si sentono autorizzati a disprezzare il prossimo. La difesa della dignità umana consente loro di essere sgarbati con il vicino.
                  • Il cattolico autentico non sta al di qua ma al di là della bestemmia.
                  • Il domandarsi tace solo di fronte all'amore: "Perché amare?" è l'unica domanda impossibile: L'amore non è mistero, ma luogo in cui il mistero si dissolve.
                  • Il filosofo non è altro che la fiamma che lo brucia.
                  • Il filosofo non è portavoce della sua epoca, ma angelo prigioniero nel tempo.
                  • Il massimo trionfo della scienza sembra consistere nella velocità crescente con cui lo stupido può trasferire la sua stupidità da un luogo a un altro.
                  • Il più grande errore moderno non è l'annuncio della morte di Dio, ma l'essersi persuasi della morte del diavolo.
                  • Il popolo sopporta di essere derubato, purché non si smetta di adularlo.
                  • Il riso amabile e compiacente è una prostituzione dell'anima.
                  • Il socialismo è la filosofia della colpa altrui.
                  • Istruire non è indicare soluzioni, ma rivelare problemi.
                  • L'amore è l'atto che trasforma il suo oggetto da cosa in persona.
                  • L'amore per il popolo è vocazione aristocratica. Il democratico lo esercita soltanto in periodo elettorale.
                  • L'anima cresce verso l'interno.
                  • L'atrocità della vendetta non è proporzionale all'atrocità dell'offesa, ma all'atrocità di chi si vendica.
                  • L'atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni soluzione.
                  • L'etica ci proibisce di considerare gli uomini come mezzi e l'Uomo come fine.
                  • L'idea del "libero sviluppo della personalità" sembra degna di ammirazione finché non incappa in individui la cui personalità si è sviluppata liberamente.
                  • L'incertezza è il clima dell'anima.
                  • L'individualismo moderno si riduce a reputare personali e proprie le opinioni condivise da tutti.
                  • L'intelligenza vive finché non preferisce le sue soluzioni ai problemi.
                  • L'umanità crede di rimediare ai propri errori ripetendoli.
                  • L'uomo ama solo chi adula, ma rispetta solo chi lo insulta.
                  • L'uomo di sinistra si crede generoso perché le sue mete sono confuse.
                  • L'uomo è il rifugio più fragile per l'uomo.
                  • L'uomo intelligente non vive mai in ambienti mediocri. Un ambiente mediocre è quello in cui non ci sono uomini intelligenti.
                  • L'uomo moderno non si sente mai così individuo come quando fa le stesse cose che fanno tutti.
                  • L'uomo preferisce discolparsi con la colpa altrui piuttosto che con la propria innocenza.
                  • La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.
                  • La bruttezza di un oggetto è la condizione preliminare del suo moltiplicarsi su scala industriale.
                  • La forma sublime del disprezzo è il perdono.
                  • La libertà non è indispensabile perché l'uomo sappia cosa vuole e chi è, ma perché sappia chi è e che cosa vuole.
                  • La libertà non è la meta della storia, ma la materia con cui essa lavora.
                  • La legge è forma giuridica del costume oppure sopraffazione della libertà.
                  • La legge è l'embrione del terrore.
                  • La legittimità del potere non dipende dalla sua origine ma dai suoi fini. Per il democratico, invece, nulla è vietato al potere se la sua origine lo legittima.
                  • La legislazione che protegge minuziosamente la libertà strangola le libertà.
                  • La modernità non sfugge alla tentazione di identificare il permesso con il possibile.
                  • La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.
                  • La morte di Dio, è una falsa notizia messa in giro dal diavolo che mentiva sapendo di mentire.
                  • La personalità di questi tempi è la somma di ciò che fa colpo sugli stupidi.
                  • La più grande astuzie del male è travestirsi da dio domestico e discreto, familiare e rassicurante.
                  • La ragione è una mano premuta sul petto a placare il battito del nostro cuore disordinato.
                  • La religione non è nata dall'esigenza di assicurare solidarietà sociale, come le cattedrali non sono state edificate per incentivare il turismo.
                  • La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose.
                  • La sensualità è la possibilità permanente di riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza.
                  • La sensualità è la presenza del valore nel sensibile.
                  • La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo.
                  • La tecnica mutila ogni desiderio che soddisfa.
                  • La tirannia di un individuo è preferibile al dispotismo della legge, perché il tiranno è vulnerabile mentre la legge è incorporea.
                  • La tirannia più esecrabile è quella che adduce principi degni di rispetto.
                  • La "volontà generale" è la finzione che consente al democratico di sostenere che per inchinarsi di fronte ad una maggioranza c'è un'altra ragione oltre la semplice paura.
                  • Le architravi secolari poggiano sulle spalle solitarie.
                  • Le categorie sociologiche autorizzano a circolare nella società senza curarsi dell'individualità insostituibile di ciascun uomo. La sociologia è l'ideologia della nostra indifferenza verso il prossimo.
                  • Le civiltà muoiono per l'indifferenza verso i valori peculiari che le fondano.
                  • Le frasi sono pietruzze che lo scrittore getta nell'animo del lettore. Il diametro delle onde concentriche che esse formano dipende dalle dimensioni dello stagno.
                  • Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati in famiglia dalle moltitudini domenicali.
                  • Limitando il nostro uditorio limitiamo i nostri passi falsi. La solitudine è l'unico arbitro incorruttibile.
                  • Lo psicologo abita i sobborghi dell'anima, come il sociologo la periferia della società.
                  • Lo specialista asseconda la propensione delle scienze a trasformarsi in ideologie. Al fine di occupare posizioni di comando, lo specialista attribuisce alla propria specialità una superiorità fittizia che il profano, intimidito dall'esoterismo di ogni specializzazione, non osa contestare.
                  • Lo Stato moderno fabbrica le opinioni che poi raccoglie rispettosamente sotto il nome di opinione pubblica.
                  • Lo storico democratico insegna che il democratico uccide solo perché le sue vittime lo costringono a farlo.
                  • Malgrado l'intrusione di fronzoli tecnici nelle lettere, gli artifici estetici non sono strumenti di laboratorio ma trappole per dare la caccia agli angeli.
                  • Maturare non vuol dire rinunciare alle nostre aspirazioni, ma accettare che il mondo non è obbligato a soddisfarle.
                  • Mille sono le verità, uno solo l'errore.
                  • Nel correggere la naturale ambivalenza dei sentimenti, la ragione li corrompe, mutilando così l'universo.
                  • Nel nostro secolo ogni impresa collettiva edifica prigioni. Solo l'egoismo ci impedisce di collaborare ad atti infami.
                  • Nessuna idea che ha bisogno d'appoggio lo merita.
                  • Nessuno sa esattamente cosa vuole finché il suo avversario non glielo spiega.
                  • Non c'è fraternità politica che valga un odio condiviso.
                  • Non c'è retorica che prolunghi l'amore tra le anime oltre l'istante in cui la carne si placa.
                  • Non è la sensualità che allontana da Dio ma l'astrazione.
                  • Non l'originalità della dottrina ma la divinità di Cristo determina l'importanza del cristianesimo.
                  • Non parlo di Dio, per convertire qualcuno, ma perché è l'unico tema di cui valga la pena parlare.
                  • Non riuscendo a realizzare le sue aspirazioni, il "progresso" chiama aspirazione ciò che si realizza.
                  • Nulla è più pericoloso che risolvere problemi transitori con soluzioni permanenti.
                  • Oggi a partecipare si finisce per essere complici.
                  • Ogni bene che si possa dimostrare è un bene a metà. Il Bene si può solo mostrare.
                  • Ogni civiltà è un dialogo con la morte.
                  • Ogni nuova generazione accusa le generazioni precedenti di non aver redento l'uomo. Ma l'abiezione con cui la nuova generazione si adatta al mondo, dopo il fallimento di turno, è proporzionale alla veemenza delle sue accuse.
                  • Ogni verità è un rischio che ci pare valga la pena di correre.
                  • Pensare come i nostri contemporanei è la ricetta della prosperità e della stupidità.
                  • Per Dio non ci sono che individui.
                  • Per sfidare Dio l'uomo gonfia il proprio vuoto.
                  • Pochi uomini sopporterebbero la propria vita se non si sentissero vittime della sorte.
                  • Quando le cose ci sembrano essere solo quel che sembrano, presto ci sembreranno essere ancora meno.
                  • Quando si è giovani si teme di passare per stupidi; nell'età matura si teme di esserlo.
                  • Quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli.
                  • Quanto più una cosa è importante, tanto meno importa il numero dei suoi difensori. Se per difendere una nazione c'è bisogno di un esercito, per difendere un'idea basta un solo uomo.
                  • Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso.
                  • Questo secolo sprofonda lentamente in un pantano di sperma e di merda. Per maneggiare gli avvenimenti attuali gli storici futuri dovranno mettersi i guanti.
                  • Respiro male in un mondo non attraversato da ombre sacre.
                  • Rifiutare di stupirsi è il contrassegno della bestia.
                  • Riformare la società per mezzo di leggi è il sogno del cittadino incauto e il preambolo discreto di ogni tirannia
                  • Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune dei pregiudizi.
                  • Sarebbe interessante verificare se c'è mai stata predica che non sia sfociata in assassinio.
                  • Se Dio fosse il punto d'arrivo di un ragionamento, non sentirei alcuna necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo la sostanza di ciò che spero, è anche la sostanza di ciò che vivo.
                  • Sensuale, scettico e religioso non sarebbe una cattiva definizione di ciò che sono.
                  • Si comincia scegliendo perché si ammira e si finisce ammirando perché si è scelto.
                  • Società totalitaria è il nome volgare di quella specie sociale la cui denominazione scientifica è società industriale.
                  • Soggettivo è quel che un solo soggetto percepisce, oggettivo quel che tutti i soggetti percepiscono: perciò sia l'oggettività che la soggettività possono essere tanto reali quanto fittizie.
                  • Solo se ci contraddicono possiamo affinare le nostre idee.
                  • Tra i moderni succedanei della religione forse il meno abietto è il vizio.
                  • Tutte le dimostrazioni deludono, come tutti i sogni realizzati.
                  • Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.
                  • Un libro che non abbia Dio, o l'assenza di Dio, come protagonista clandestino, è privo d'interesse.
                  • Una convinzione si irrobustisce solo quando la nutriamo di obiezioni.
                  • Visto dall'interno, niente è completamente vuoto.
                  • Vive la sua vita solo chi la osserva, la pensa e la dice: gli altri, è la vita che li vive.
                  • Vivere è l'unico valore della modernità. Perfino l'eroe moderno muore esclusivamente in nome della vita.

                  Commenta

                  • simones
                    Bodyweb Senior
                    • Jun 2002
                    • 3728
                    • 137
                    • 51
                    • altoadige
                    • Send PM

                    #10
                    guglielmo marconi,presidente de l'accademi d'italia.


                    altri membri dell'accademia medesima:

                    - Luigi Pirandello, scrittore
                    - Filippo Tommaso Marinetti, scrittore
                    - Ardengo Soffici, pittore e scrittore
                    - Giovanni Papini, scrittore
                    - Gioacchino Volpe, storico
                    - Raffaele Pettazzoni, storico delle religioni
                    - Ildebrando Pizzetti, musicista
                    - Riccardo Bacchelli, scrittore
                    - Enrico Fermi, scienziato
                    - Giulio Aristide Sartorio, pittore
                    - Adolfo Wildt, scultore
                    - Salvatore Di Giacomo, poeta
                    - Alfredo Panzini, scrittore
                    - Pietro Mascagni, musicista
                    - Emilio Cecchi, critico d'arte
                    - Ugo Ojetti, scrittore
                    - Massimo Bontempelli, scrittore
                    - Achille Funi, pittore.
                    "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                    L.F.Celine

                    Commenta

                    • simones
                      Bodyweb Senior
                      • Jun 2002
                      • 3728
                      • 137
                      • 51
                      • altoadige
                      • Send PM

                      #11
                      Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                      Nicolas Davila, becero conanincolla da wikiquote, sono sicuro che molti di questi pensieri vi troveranno concordi.
                      • Avere ragione è una ragione in più per non aver alcun successo.
                      • Ci sono certe stupidaggini che è possibile impugnare adeguatamente solo con una stupidità ancora più grottesca.
                      • I libri intellettuali dicono le stesse cose dei libri stupidi, ma hanno autori diversi.
                      • I Vangeli e il Manifesto del partito comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla pornografia.
                      • La maggiore astuzia del male è la sua trasformazione in dio domestico e discreto, la cui familiare presenza rassicura.
                      • La stampa non vuole informare il lettore, ma convincerlo che lo sta informando.

                      In margine a un testo implicito [modifica]
                      • Adattarsi è sacrificare un bene remoto a un bisogno immediato.
                      • Borghesia è qualunque insieme di individui scontenti di ciò che hanno e soddisfatti di ciò che sono.
                      • Al volgo non interessa essere libero, ma credersi tale.
                      • Chi cerchi di educare e non di sfruttare, si tratti di un popolo o di un bambino, non gli parla facendo la vocina infantile.
                      • Chi denuncia i limiti intellettuali dei politici dimentica che tali limiti sono la causa dei loro successi.
                      • Chi sopprime le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventa un fanatico che incede tra schemi.
                      • Chiamare ingiustizia la giustizia è la più diffusa delle consolazioni.
                      • Chiamiamo egoista chi non si sacrifica al nostro egoismo.
                      • Civiltà è ciò che è miracolosamente scampato allo zelo dei governanti.
                      • Ciò che non è persona in fondo non è nulla.
                      • Crediamo di affrontare le nostre teorie con i fatti, in realtà possiamo confrontarle solo con teorie dell'esperienza.
                      • Da quando la religione si secolarizza, come unico testimone di Dio rimane Satana.
                      • Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.
                      • Dopo aver screditato la virtù, questo secolo è riuscito a screditare anche i vizi.
                      • Duecento anni fa era lecito confidare nel futuro senza essere completamente stupidi. Ma oggi chi può dar credito alle attuali profezie, dato che siamo noi lo splendido avvenire di ieri?
                      • Educare l'uomo è impedirgli la "libera espressione della sua personalità".
                      • Essere cristiani è trovarsi di fronte a colui cui non possiamo nasconderci, di fronte a cui non possiamo mascherarci. È assumersi il peso di dire la verità anche quando offende.
                      • Gli esempi concreti sono i carnefici delle idee astratte.
                      • I professionisti della venerazione dell'uomo si sentono autorizzati a disprezzare il prossimo. La difesa della dignità umana consente loro di essere sgarbati con il vicino.
                      • Il cattolico autentico non sta al di qua ma al di là della bestemmia.
                      • Il domandarsi tace solo di fronte all'amore: "Perché amare?" è l'unica domanda impossibile: L'amore non è mistero, ma luogo in cui il mistero si dissolve.
                      • Il filosofo non è altro che la fiamma che lo brucia.
                      • Il filosofo non è portavoce della sua epoca, ma angelo prigioniero nel tempo.
                      • Il massimo trionfo della scienza sembra consistere nella velocità crescente con cui lo stupido può trasferire la sua stupidità da un luogo a un altro.
                      • Il più grande errore moderno non è l'annuncio della morte di Dio, ma l'essersi persuasi della morte del diavolo.
                      • Il popolo sopporta di essere derubato, purché non si smetta di adularlo.
                      • Il riso amabile e compiacente è una prostituzione dell'anima.
                      • Il socialismo è la filosofia della colpa altrui.
                      • Istruire non è indicare soluzioni, ma rivelare problemi.
                      • L'amore è l'atto che trasforma il suo oggetto da cosa in persona.
                      • L'amore per il popolo è vocazione aristocratica. Il democratico lo esercita soltanto in periodo elettorale.
                      • L'anima cresce verso l'interno.
                      • L'atrocità della vendetta non è proporzionale all'atrocità dell'offesa, ma all'atrocità di chi si vendica.
                      • L'atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni soluzione.
                      • L'etica ci proibisce di considerare gli uomini come mezzi e l'Uomo come fine.
                      • L'idea del "libero sviluppo della personalità" sembra degna di ammirazione finché non incappa in individui la cui personalità si è sviluppata liberamente.
                      • L'incertezza è il clima dell'anima.
                      • L'individualismo moderno si riduce a reputare personali e proprie le opinioni condivise da tutti.
                      • L'intelligenza vive finché non preferisce le sue soluzioni ai problemi.
                      • L'umanità crede di rimediare ai propri errori ripetendoli.
                      • L'uomo ama solo chi adula, ma rispetta solo chi lo insulta.
                      • L'uomo di sinistra si crede generoso perché le sue mete sono confuse.
                      • L'uomo è il rifugio più fragile per l'uomo.
                      • L'uomo intelligente non vive mai in ambienti mediocri. Un ambiente mediocre è quello in cui non ci sono uomini intelligenti.
                      • L'uomo moderno non si sente mai così individuo come quando fa le stesse cose che fanno tutti.
                      • L'uomo preferisce discolparsi con la colpa altrui piuttosto che con la propria innocenza.
                      • La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.
                      • La bruttezza di un oggetto è la condizione preliminare del suo moltiplicarsi su scala industriale.
                      • La forma sublime del disprezzo è il perdono.
                      • La libertà non è indispensabile perché l'uomo sappia cosa vuole e chi è, ma perché sappia chi è e che cosa vuole.
                      • La libertà non è la meta della storia, ma la materia con cui essa lavora.
                      • La legge è forma giuridica del costume oppure sopraffazione della libertà.
                      • La legge è l'embrione del terrore.
                      • La legittimità del potere non dipende dalla sua origine ma dai suoi fini. Per il democratico, invece, nulla è vietato al potere se la sua origine lo legittima.
                      • La legislazione che protegge minuziosamente la libertà strangola le libertà.
                      • La modernità non sfugge alla tentazione di identificare il permesso con il possibile.
                      • La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.
                      • La morte di Dio, è una falsa notizia messa in giro dal diavolo che mentiva sapendo di mentire.
                      • La personalità di questi tempi è la somma di ciò che fa colpo sugli stupidi.
                      • La più grande astuzie del male è travestirsi da dio domestico e discreto, familiare e rassicurante.
                      • La ragione è una mano premuta sul petto a placare il battito del nostro cuore disordinato.
                      • La religione non è nata dall'esigenza di assicurare solidarietà sociale, come le cattedrali non sono state edificate per incentivare il turismo.
                      • La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose.
                      • La sensualità è la possibilità permanente di riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza.
                      • La sensualità è la presenza del valore nel sensibile.
                      • La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo.
                      • La tecnica mutila ogni desiderio che soddisfa.
                      • La tirannia di un individuo è preferibile al dispotismo della legge, perché il tiranno è vulnerabile mentre la legge è incorporea.
                      • La tirannia più esecrabile è quella che adduce principi degni di rispetto.
                      • La "volontà generale" è la finzione che consente al democratico di sostenere che per inchinarsi di fronte ad una maggioranza c'è un'altra ragione oltre la semplice paura.
                      • Le architravi secolari poggiano sulle spalle solitarie.
                      • Le categorie sociologiche autorizzano a circolare nella società senza curarsi dell'individualità insostituibile di ciascun uomo. La sociologia è l'ideologia della nostra indifferenza verso il prossimo.
                      • Le civiltà muoiono per l'indifferenza verso i valori peculiari che le fondano.
                      • Le frasi sono pietruzze che lo scrittore getta nell'animo del lettore. Il diametro delle onde concentriche che esse formano dipende dalle dimensioni dello stagno.
                      • Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati in famiglia dalle moltitudini domenicali.
                      • Limitando il nostro uditorio limitiamo i nostri passi falsi. La solitudine è l'unico arbitro incorruttibile.
                      • Lo psicologo abita i sobborghi dell'anima, come il sociologo la periferia della società.
                      • Lo specialista asseconda la propensione delle scienze a trasformarsi in ideologie. Al fine di occupare posizioni di comando, lo specialista attribuisce alla propria specialità una superiorità fittizia che il profano, intimidito dall'esoterismo di ogni specializzazione, non osa contestare.
                      • Lo Stato moderno fabbrica le opinioni che poi raccoglie rispettosamente sotto il nome di opinione pubblica.
                      • Lo storico democratico insegna che il democratico uccide solo perché le sue vittime lo costringono a farlo.
                      • Malgrado l'intrusione di fronzoli tecnici nelle lettere, gli artifici estetici non sono strumenti di laboratorio ma trappole per dare la caccia agli angeli.
                      • Maturare non vuol dire rinunciare alle nostre aspirazioni, ma accettare che il mondo non è obbligato a soddisfarle.
                      • Mille sono le verità, uno solo l'errore.
                      • Nel correggere la naturale ambivalenza dei sentimenti, la ragione li corrompe, mutilando così l'universo.
                      • Nel nostro secolo ogni impresa collettiva edifica prigioni. Solo l'egoismo ci impedisce di collaborare ad atti infami.
                      • Nessuna idea che ha bisogno d'appoggio lo merita.
                      • Nessuno sa esattamente cosa vuole finché il suo avversario non glielo spiega.
                      • Non c'è fraternità politica che valga un odio condiviso.
                      • Non c'è retorica che prolunghi l'amore tra le anime oltre l'istante in cui la carne si placa.
                      • Non è la sensualità che allontana da Dio ma l'astrazione.
                      • Non l'originalità della dottrina ma la divinità di Cristo determina l'importanza del cristianesimo.
                      • Non parlo di Dio, per convertire qualcuno, ma perché è l'unico tema di cui valga la pena parlare.
                      • Non riuscendo a realizzare le sue aspirazioni, il "progresso" chiama aspirazione ciò che si realizza.
                      • Nulla è più pericoloso che risolvere problemi transitori con soluzioni permanenti.
                      • Oggi a partecipare si finisce per essere complici.
                      • Ogni bene che si possa dimostrare è un bene a metà. Il Bene si può solo mostrare.
                      • Ogni civiltà è un dialogo con la morte.
                      • Ogni nuova generazione accusa le generazioni precedenti di non aver redento l'uomo. Ma l'abiezione con cui la nuova generazione si adatta al mondo, dopo il fallimento di turno, è proporzionale alla veemenza delle sue accuse.
                      • Ogni verità è un rischio che ci pare valga la pena di correre.
                      • Pensare come i nostri contemporanei è la ricetta della prosperità e della stupidità.
                      • Per Dio non ci sono che individui.
                      • Per sfidare Dio l'uomo gonfia il proprio vuoto.
                      • Pochi uomini sopporterebbero la propria vita se non si sentissero vittime della sorte.
                      • Quando le cose ci sembrano essere solo quel che sembrano, presto ci sembreranno essere ancora meno.
                      • Quando si è giovani si teme di passare per stupidi; nell'età matura si teme di esserlo.
                      • Quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli.
                      • Quanto più una cosa è importante, tanto meno importa il numero dei suoi difensori. Se per difendere una nazione c'è bisogno di un esercito, per difendere un'idea basta un solo uomo.
                      • Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso.
                      • Questo secolo sprofonda lentamente in un pantano di sperma e di merda. Per maneggiare gli avvenimenti attuali gli storici futuri dovranno mettersi i guanti.
                      • Respiro male in un mondo non attraversato da ombre sacre.
                      • Rifiutare di stupirsi è il contrassegno della bestia.
                      • Riformare la società per mezzo di leggi è il sogno del cittadino incauto e il preambolo discreto di ogni tirannia
                      • Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune dei pregiudizi.
                      • Sarebbe interessante verificare se c'è mai stata predica che non sia sfociata in assassinio.
                      • Se Dio fosse il punto d'arrivo di un ragionamento, non sentirei alcuna necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo la sostanza di ciò che spero, è anche la sostanza di ciò che vivo.
                      • Sensuale, scettico e religioso non sarebbe una cattiva definizione di ciò che sono.
                      • Si comincia scegliendo perché si ammira e si finisce ammirando perché si è scelto.
                      • Società totalitaria è il nome volgare di quella specie sociale la cui denominazione scientifica è società industriale.
                      • Soggettivo è quel che un solo soggetto percepisce, oggettivo quel che tutti i soggetti percepiscono: perciò sia l'oggettività che la soggettività possono essere tanto reali quanto fittizie.
                      • Solo se ci contraddicono possiamo affinare le nostre idee.
                      • Tra i moderni succedanei della religione forse il meno abietto è il vizio.
                      • Tutte le dimostrazioni deludono, come tutti i sogni realizzati.
                      • Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.
                      • Un libro che non abbia Dio, o l'assenza di Dio, come protagonista clandestino, è privo d'interesse.
                      • Una convinzione si irrobustisce solo quando la nutriamo di obiezioni.
                      • Visto dall'interno, niente è completamente vuoto.
                      • Vive la sua vita solo chi la osserva, la pensa e la dice: gli altri, è la vita che li vive.
                      • Vivere è l'unico valore della modernità. Perfino l'eroe moderno muore esclusivamente in nome della vita.

                      vorrei un tuo parere su fo.
                      non pensi che meriterebbero il nobel anche zuzzurro e gaspare?
                      "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                      L.F.Celine

                      Commenta

                      • gabriele81
                        eh eh son manzo
                        • Jul 2006
                        • 10168
                        • 861
                        • 167
                        • roma
                        • Send PM

                        #12
                        Di Fo ho parlato tante volte anche sul forum e devo dire che non lo apprezzo neanche un po'. Il consesso che decide l'assegnazione del nobel avrà avuto le sue motivazioni.

                        Commenta

                        • ma_75
                          Super Moderator
                          • Sep 2006
                          • 52669
                          • 1,388
                          • 775
                          • Send PM

                          #13
                          Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                          vorrei un tuo parere su fo.
                          non pensi che meriterebbero il nobel anche zuzzurro e gaspare?
                          IL premio nobel a Fo è semplicemente ridicolo, come, per altro, molti degli ultimi premi nobel nel campo della letteratura; autori di cui sparirà il ricordo già l'anno dopo la vincita del premio.
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

                          Commenta

                          • Leonida
                            Filosofo del *****
                            • Nov 2006
                            • 12672
                            • 1,019
                            • 690
                            • Send PM

                            #14
                            Julius Evola
                            Originariamente Scritto da gorgone
                            è plotino la chiave universale per le vagine
                            Originariamente Scritto da gorgone
                            secondo me sono pazzi.

                            Commenta

                            • thetongue
                              Bodyweb Senior
                              • Mar 2003
                              • 9739
                              • 731
                              • 281
                              • Send PM

                              #15
                              a parte che dalla prospettiva estetica, fo è grottesco anche sotto il profilo concettuale

                              Commenta

                              Working...
                              X