Come saprete stasera (21, 15 canale 5) Mentana, un uomo per cui il premio Pulitzer non basterebbe, un giornalista da fare invidia a Woodward e Bernstein, consentirà a sua nanezza di spoloquiare a ruota libera e senza diritto di replica per circa due ore, da buon servo e ligio dipendente. Inutile sottolineare l'importanza che sue nanezza ci permetta di sapere che i magistrati sono brutti cattivi e comunisti e che le intercettazioni per il bene del pubblico cittadino non devono venr fuori. Che dire se non che se fossi Mentana mi vergognerei di uscire di casa?
Ecco cosa ci aspetta
ROMA — L'ha invitato lei, si è proposto lui?
«Io. Confalonieri gli aveva appena consigliato di parlare al Paese. Feltri pure. Mi sono detto: ci provo, siamo gli unici ancora in onda, possiamo fare il colpo». Fatto. Stasera a Matrix (alle 21.15 salvo imprevisti) Enrico Mentana, intervisterà in esclusiva Silvio Berlusconi. «E sarà particolarmente divertente, visto com'è finita l'ultima volta».
Con lei che gli toglieva la parola. Lo rifarebbe, se necessario?
«Non siamo sotto elezioni. Lui ha interesse a parlare, io conosco diritti e doveri di giornalista. Non sarò né un Torquemada nè un reggimicrofono... Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio» (Manzoni, 5 maggio).
Vi ha tenuto sulla corda?
«L'ok è arrivato dopo due giorni».
Condizioni?
«Nessuna. Bastava che fossimo io e lui, a viso aperto, uno contro uno. Il Cavaliere deve spiegare molte cose, noi ne abbiamo molte da chiedergli».
Domande concordate in anticipo?
«No. Ma non serve nemmeno, è talmente ovvio che cosa gli chiederò: di questo clima avvelenato, del dialogo interrotto con Veltroni, delle intercettazioni e di Saccà, del processo Mills, di Napoli, del lodo Schifani e ora Alfano, dell'esercito in strada, della cordata Alitalia, del contrasto col Csm e dei rapporti con Napolitano. Mercoledì prossimo comunque ospito Walter Veltroni, bene così?».
Le basta un'ora e mezza?
«Se sforiamo nessuno protesta».
Nel dubbio di sembrare troppo morbido, sarà più severo del solito?
«Giustamente serrato. Spero sia un colloquio sereno e amichevole, non è un interrogatorio, non devo torchiare nessuno. Cercherò di dare il meglio, però l'intervista si fa in due».
Come lo vede il premier?
«Resta l'uomo che ha vinto le elezioni, il più popolare. Al contrario di quanto si crede, secondo me la sua luna di miele con gli italiani non è finita. La sua immagine non è graffiata».
Intercettazioni: giuste o troppe?
«Con alcuni soggetti meno tutelati abbiamo, lo lasci dire, indegnamente calcato la mano. Con i potenti avrei meno preoccupazioni. Ma se nessuno deve porsi al di sopra della legge, la legge deve garantire anche chi è famoso».
Che pensa delle telefonate Berlusconi-Saccà con raccomandazioni accluse?
«Cambiano i nomi, la sostanza è sempre la stessa da quando esiste la Rai. Quelle conversazioni sono irrilevanti, i riferimenti sessuali sono l'unica cosa che solletica il gusto del guardone che è in noi. Che differenza c'è tra un politico che segnala un'attrice e uno che piazza il suo notista di fiducia in un tg?».
Girerebbero bobine scottanti.
«Lo so. Preferisco pubblicare che censurare, ma se esageriamo si rischia che sia la gente a dire basta. Devo poter dire se Berlusconi rispetta le leggi o no. A chi telefona o quel che fa quando smette di lavorare sono affari suoi. Vogliamo guardare dal buco della serratura? Facciamolo, ma ammettiamo che di questo si tratta».
Berlusconi vuole un decreto legge urgente anti-intercettazioni.
«Credo che una materia così delicata meriterebbe un adeguato dibattito in Parlamento. Ma glielo chiederò stasera».
È il suo quarto a tu per tu col Cavaliere. Teso?
«Tranquillo, non sono emotivo». Abito della grande occasione? «Ma va, completo e camicia».
Lei dà un dolore a Vespa che d'estate parlerà solo d'amore.
«Se ne parlerà anche da me... Quella parte magari la dedico a Bruno».
Ecco cosa ci aspetta
ROMA — L'ha invitato lei, si è proposto lui?
«Io. Confalonieri gli aveva appena consigliato di parlare al Paese. Feltri pure. Mi sono detto: ci provo, siamo gli unici ancora in onda, possiamo fare il colpo». Fatto. Stasera a Matrix (alle 21.15 salvo imprevisti) Enrico Mentana, intervisterà in esclusiva Silvio Berlusconi. «E sarà particolarmente divertente, visto com'è finita l'ultima volta».
Con lei che gli toglieva la parola. Lo rifarebbe, se necessario?
«Non siamo sotto elezioni. Lui ha interesse a parlare, io conosco diritti e doveri di giornalista. Non sarò né un Torquemada nè un reggimicrofono... Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio» (Manzoni, 5 maggio).
Vi ha tenuto sulla corda?
«L'ok è arrivato dopo due giorni».
Condizioni?
«Nessuna. Bastava che fossimo io e lui, a viso aperto, uno contro uno. Il Cavaliere deve spiegare molte cose, noi ne abbiamo molte da chiedergli».
Domande concordate in anticipo?
«No. Ma non serve nemmeno, è talmente ovvio che cosa gli chiederò: di questo clima avvelenato, del dialogo interrotto con Veltroni, delle intercettazioni e di Saccà, del processo Mills, di Napoli, del lodo Schifani e ora Alfano, dell'esercito in strada, della cordata Alitalia, del contrasto col Csm e dei rapporti con Napolitano. Mercoledì prossimo comunque ospito Walter Veltroni, bene così?».
Le basta un'ora e mezza?
«Se sforiamo nessuno protesta».
Nel dubbio di sembrare troppo morbido, sarà più severo del solito?
«Giustamente serrato. Spero sia un colloquio sereno e amichevole, non è un interrogatorio, non devo torchiare nessuno. Cercherò di dare il meglio, però l'intervista si fa in due».
Come lo vede il premier?
«Resta l'uomo che ha vinto le elezioni, il più popolare. Al contrario di quanto si crede, secondo me la sua luna di miele con gli italiani non è finita. La sua immagine non è graffiata».
Intercettazioni: giuste o troppe?
«Con alcuni soggetti meno tutelati abbiamo, lo lasci dire, indegnamente calcato la mano. Con i potenti avrei meno preoccupazioni. Ma se nessuno deve porsi al di sopra della legge, la legge deve garantire anche chi è famoso».
Che pensa delle telefonate Berlusconi-Saccà con raccomandazioni accluse?
«Cambiano i nomi, la sostanza è sempre la stessa da quando esiste la Rai. Quelle conversazioni sono irrilevanti, i riferimenti sessuali sono l'unica cosa che solletica il gusto del guardone che è in noi. Che differenza c'è tra un politico che segnala un'attrice e uno che piazza il suo notista di fiducia in un tg?».
Girerebbero bobine scottanti.
«Lo so. Preferisco pubblicare che censurare, ma se esageriamo si rischia che sia la gente a dire basta. Devo poter dire se Berlusconi rispetta le leggi o no. A chi telefona o quel che fa quando smette di lavorare sono affari suoi. Vogliamo guardare dal buco della serratura? Facciamolo, ma ammettiamo che di questo si tratta».
Berlusconi vuole un decreto legge urgente anti-intercettazioni.
«Credo che una materia così delicata meriterebbe un adeguato dibattito in Parlamento. Ma glielo chiederò stasera».
È il suo quarto a tu per tu col Cavaliere. Teso?
«Tranquillo, non sono emotivo». Abito della grande occasione? «Ma va, completo e camicia».
Lei dà un dolore a Vespa che d'estate parlerà solo d'amore.
«Se ne parlerà anche da me... Quella parte magari la dedico a Bruno».
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