Originariamente Scritto da Manx
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Aspè forse ho capito. Il rapporto è una sintesi di positivo e negativo (tesi e antitesi), quello di K. è il processo inverso di Hegel, cioè la sintesi che cerca di tornare ciò che era prima. Anche se poi, nel libro dice che la disperazione deriva dal non essere se stessi, cioè forse il nostro essere mettendosi in rapporto col mondo dispera di allontanarsi da se stesso.
Lui dice, ad esempio, che l'infinito dispera di non essere finito perché nell'infinito l'essere perde ogni punto di riferimento, ma anche il finito dispera di non essere infinito perché troppo limitato dalla sua finitezza appunto, insomma fa pensare ad una sintesi tra i due, un infinito che abbia in se un punto di riferimento (Dio?). Ma una volta sintesi, ci sarebbe comunque disperazione perché questa sintesi desidererebbe essere o tutto finito o tutto infinito allo stesso tempo, un vicolo cieco insomma, da come ho capito io non se ne esce.
Comunque si, ho scelto proprio un bel libercolo, ma tanto dove ti giri, i filosofi importanti son tutti così, spero di trarne almeno qualche messaggio.
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