socio dannato, entra in questo 3d
ciao six, ti rispondo
"trans-gender" non era un aggettivo riferente ad un undividuo transessuale, bensì ad uno stereotipo originalmente alieno ad un genere (il femminile, in questo caso) ed importato dall'universo maschile: questa donna, sottolineava che la scissione sentimento-fisicità è generalmente caratteristica maschile.
il femminismo è stato un momento storico fondamentale e necessario, affinchè tanti soprusi ed ingiustizie di un mondo brutalmente maschilista fossero messi in luce ed affrontati. ma, svolta la funzione storica predetta, il femminismo poi è stato portato avanti da persone, di entrambi i sessi, aventi problemi di autostima circa il loro valore di genere: una donna racchia che avrà una bassa autostima della sua avvenenza femminile, ad esempio, tenderà a spostare l'asse di valutazione per se stessa su caratteristiche quali l'intellettualismo, l'interesse politico, scientifico, la prestanza fisica, l'autorità etc......così come un uomo, che ha problemi di self-confidence riguardo alla sua mascolinità, tenderà ad avallare tali movimenti culturali perchè si sente mancante nel poter offrire alla donna quello che, secondo il naturale gioco dei ruoli, dovrebbe (siccome siamo in un forum di bb: se tu sei un emaciato rachitico, ovvio che per non sentirti na merda che non può offrir quel senso di protezione fisica alla donna, allora tenderai a rendere meno aguzze le differenze tra i generi, a smussarle in modo che l'intellettualismo si allarghi a dismisura a scapito anche di un senso di protezione fisica offerto da secoli dall'uomo alla donna. e quindi poi fai finta che ti sta bene che lei ti apra il barattolo col coperchio ostinato, che tu smilzo ti sei fatto uscire un'ernia ma non ci riesci)
i ruoli naturali: l'uomo ricerca nella donna grazia femminile (caris greca) e la capacità di portar avanti le difficili dinamiche interne ed intime alla coppia/famiglia, e la donna nell'uomo il providing (senso di sicurezza fisico, relazionale e protettivo della coppia/famiglia nei confronti dell'esterno, economico).
voglio esser completamente onesto, con tutto quello che ne consegue va. questa donna, onestamente molto coraggiosa, è daccordo con me sul fatto che nella stragrande maggioranza dei casi le donne rincorrenti targets e ricoprenti ruoli maschili lo fanno non tanto perchè seguano un vero interesse o vocazione, ma sol per dimostrare al mondo esterno ed a loro stesse che possono non solo competere col mashio, ma ben superarlo. ho esempi di donne, fornite di splendido intelletto e corredate da palle quadrate, che con successo si sono imposte nei campi manageriale, politico, scientifico; ma spesso fanno questo non perchè abbiano una reale passione per la scoperta scientifica, o la storiografia, o quello che volete, ma perchè devono dimostrare che loro possono.
con questo processo si ritrovano a spendere la maggior parte della loro energia e impiegare le giornate in cose che non rispecchiano i loro reali interessi, perdendo contatto con la loro natura profonda: la disgiunzione tra le vocazioni ed i reali interessi, dipendenti dalla nostra natura profonda, ed la condotta autoimposta, volta solo a sentimenti di auto-riscatto storico e culturale, crea l'alienazione femminile odierna. quella maschile ne è complementare, rientrando nella generale confusione dei ruoli: alla fine, come ho avuto modo di dir con socio qualche settimana fa, entrambi i sessi ne pagano il prezzo salato
ciao six, ti rispondo
"trans-gender" non era un aggettivo riferente ad un undividuo transessuale, bensì ad uno stereotipo originalmente alieno ad un genere (il femminile, in questo caso) ed importato dall'universo maschile: questa donna, sottolineava che la scissione sentimento-fisicità è generalmente caratteristica maschile.
il femminismo è stato un momento storico fondamentale e necessario, affinchè tanti soprusi ed ingiustizie di un mondo brutalmente maschilista fossero messi in luce ed affrontati. ma, svolta la funzione storica predetta, il femminismo poi è stato portato avanti da persone, di entrambi i sessi, aventi problemi di autostima circa il loro valore di genere: una donna racchia che avrà una bassa autostima della sua avvenenza femminile, ad esempio, tenderà a spostare l'asse di valutazione per se stessa su caratteristiche quali l'intellettualismo, l'interesse politico, scientifico, la prestanza fisica, l'autorità etc......così come un uomo, che ha problemi di self-confidence riguardo alla sua mascolinità, tenderà ad avallare tali movimenti culturali perchè si sente mancante nel poter offrire alla donna quello che, secondo il naturale gioco dei ruoli, dovrebbe (siccome siamo in un forum di bb: se tu sei un emaciato rachitico, ovvio che per non sentirti na merda che non può offrir quel senso di protezione fisica alla donna, allora tenderai a rendere meno aguzze le differenze tra i generi, a smussarle in modo che l'intellettualismo si allarghi a dismisura a scapito anche di un senso di protezione fisica offerto da secoli dall'uomo alla donna. e quindi poi fai finta che ti sta bene che lei ti apra il barattolo col coperchio ostinato, che tu smilzo ti sei fatto uscire un'ernia ma non ci riesci)
i ruoli naturali: l'uomo ricerca nella donna grazia femminile (caris greca) e la capacità di portar avanti le difficili dinamiche interne ed intime alla coppia/famiglia, e la donna nell'uomo il providing (senso di sicurezza fisico, relazionale e protettivo della coppia/famiglia nei confronti dell'esterno, economico).
voglio esser completamente onesto, con tutto quello che ne consegue va. questa donna, onestamente molto coraggiosa, è daccordo con me sul fatto che nella stragrande maggioranza dei casi le donne rincorrenti targets e ricoprenti ruoli maschili lo fanno non tanto perchè seguano un vero interesse o vocazione, ma sol per dimostrare al mondo esterno ed a loro stesse che possono non solo competere col mashio, ma ben superarlo. ho esempi di donne, fornite di splendido intelletto e corredate da palle quadrate, che con successo si sono imposte nei campi manageriale, politico, scientifico; ma spesso fanno questo non perchè abbiano una reale passione per la scoperta scientifica, o la storiografia, o quello che volete, ma perchè devono dimostrare che loro possono.
con questo processo si ritrovano a spendere la maggior parte della loro energia e impiegare le giornate in cose che non rispecchiano i loro reali interessi, perdendo contatto con la loro natura profonda: la disgiunzione tra le vocazioni ed i reali interessi, dipendenti dalla nostra natura profonda, ed la condotta autoimposta, volta solo a sentimenti di auto-riscatto storico e culturale, crea l'alienazione femminile odierna. quella maschile ne è complementare, rientrando nella generale confusione dei ruoli: alla fine, come ho avuto modo di dir con socio qualche settimana fa, entrambi i sessi ne pagano il prezzo salato
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