Doccia scozzese per la sicurezza stradale: i miseri 53 milioni annui stanziati dal Governo Prodi e previsti nonostante tutto per tre Finanziarie sono stati ridotti di un terzo con un taglio di 17,5 milioni. Motivo? Trovare le risorse per l'abolizione dell'ICI. La sicurezza stradale non é di destra né di sinistra: ma ora l'investimento pro-capite per far fronte all'emergenza di morti e feriti sull'asfalto passa da un euro a sessanta centesimi. In ciò il Berlusconi IV conferma quanto fatto dai Berlusconi II e III che avevano addirittura azzerati i fondi nelle finanziarie 2004, 2005 e 2006.
Eppure, anche dal punto di vista strettamente economico ci sarebbe tutto l'interesse a investire risorse per abbattere gli incidenti stradali visto che costano alla collettività qualcosa come 30 miliardi di euro l'anno; ossia 500 euro a persona.
Va detto poi che la situazione cambia da regione a regione: andando ad analizzare i dati della Lombardia e di Milano si scopre che nel primo caso il danno sociale è quantizzabile in 6 miliardi di euro (20% del totale, 650 € a persona) mentre per il Comune di Milano la stima del danno sociale è di 1,75 miliardi di euro (quasi 1/15 di tutta l'Italia) con un costo procapite (neonati compresi) di 1347 €/anno.
Il problema è che il taglio di risorse in tema di sicurezza stradale arriva in una situazione già di per se tragica: l'Italia vanta la spesa pro-capite più bassa d'Europa in questo settore, ossia come abbiamo visto meno di un euro all'anno (contro gli oltre 25 della Svizzera, i 23 della Francia, 12 di Cipro, 10 del Belgio e 5 dell'Inghilterra). Certo, per noi oggi è impossibile arrivare a investire quanto fanno Francia e soci ma il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, nato per far rispettare anche in Italia i vincoli comunitari che impongono di dimezzare i morti entro il 2010, aveva previsto inizialmente uno stanziamento minimo annuo per l'Italia di 600 milioni.
Purtroppo i tagli alla sicurezza stradale non finiscono qui: sempre per far fronte all'emergenza Ici sono stati annullati investimenti di altri 618 milioni che erano destinati a incentivi per lo spostamento del traffico pesante verso il trasporto marino ( -241 milioni) e per lo sviluppo del trasporto pubblico locale (-377 milioni). Due voci non comprese nella sicurezza stradale secondo i conti dello Stato, ma che invece hanno ovviamente forti ripercussioni.
Cosa fare? Purtroppo, senza investimenti non ci sono idee. Salvo quella della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che ha proposto almeno di aumento l'uso di biciclette: l'utenza non motorizzata ha un notevole effetto calmierante sulla pericolosità del traffico. "Un obiettivo per Milano - spiega Edoardo Galatola, responsabile sicurezza Fiab - di raggiungere il 15% di ripartizione modale in bicicletta sarebbe quindi raggiungibile. Magari proponendosi di emulare Barcellona che ha superato tra utenza non motorizzata (ciclisti e pedoni) e trasporto pubblico il 50% complessivo degli spostamenti".
fonte:http://www.themaskedblogger.com/imag...r_the_info.jpg
che bello,ci hanno tolto l'ICI.Che bravo silvio!
per non parlare del miliardo e trecento milioni di euro tolto alle infrastrutture in sicilia e calabria.
Però si sa,Silvio è grande,ha fatto in un mese quello che prodi non ha fatto in due anni
bravo silvio!
Eppure, anche dal punto di vista strettamente economico ci sarebbe tutto l'interesse a investire risorse per abbattere gli incidenti stradali visto che costano alla collettività qualcosa come 30 miliardi di euro l'anno; ossia 500 euro a persona.
Va detto poi che la situazione cambia da regione a regione: andando ad analizzare i dati della Lombardia e di Milano si scopre che nel primo caso il danno sociale è quantizzabile in 6 miliardi di euro (20% del totale, 650 € a persona) mentre per il Comune di Milano la stima del danno sociale è di 1,75 miliardi di euro (quasi 1/15 di tutta l'Italia) con un costo procapite (neonati compresi) di 1347 €/anno.
Il problema è che il taglio di risorse in tema di sicurezza stradale arriva in una situazione già di per se tragica: l'Italia vanta la spesa pro-capite più bassa d'Europa in questo settore, ossia come abbiamo visto meno di un euro all'anno (contro gli oltre 25 della Svizzera, i 23 della Francia, 12 di Cipro, 10 del Belgio e 5 dell'Inghilterra). Certo, per noi oggi è impossibile arrivare a investire quanto fanno Francia e soci ma il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, nato per far rispettare anche in Italia i vincoli comunitari che impongono di dimezzare i morti entro il 2010, aveva previsto inizialmente uno stanziamento minimo annuo per l'Italia di 600 milioni.
Purtroppo i tagli alla sicurezza stradale non finiscono qui: sempre per far fronte all'emergenza Ici sono stati annullati investimenti di altri 618 milioni che erano destinati a incentivi per lo spostamento del traffico pesante verso il trasporto marino ( -241 milioni) e per lo sviluppo del trasporto pubblico locale (-377 milioni). Due voci non comprese nella sicurezza stradale secondo i conti dello Stato, ma che invece hanno ovviamente forti ripercussioni.
Cosa fare? Purtroppo, senza investimenti non ci sono idee. Salvo quella della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che ha proposto almeno di aumento l'uso di biciclette: l'utenza non motorizzata ha un notevole effetto calmierante sulla pericolosità del traffico. "Un obiettivo per Milano - spiega Edoardo Galatola, responsabile sicurezza Fiab - di raggiungere il 15% di ripartizione modale in bicicletta sarebbe quindi raggiungibile. Magari proponendosi di emulare Barcellona che ha superato tra utenza non motorizzata (ciclisti e pedoni) e trasporto pubblico il 50% complessivo degli spostamenti".
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che bello,ci hanno tolto l'ICI.Che bravo silvio!
per non parlare del miliardo e trecento milioni di euro tolto alle infrastrutture in sicilia e calabria.
Però si sa,Silvio è grande,ha fatto in un mese quello che prodi non ha fatto in due anni
bravo silvio!
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