Clinica degli orrori, gli interrogatori dei due sanitari in carcere
Presicci non ha voluto rispondere. Il notaio Pipitone: "Mai vista una cartella clinica"
Santa Rita, i medici si difendono
Altre dieci strutture nel mirino
La Regione sospende il contratto con la struttura privata
Quattordici indagati per truffa con l'aggravante della crudeltà
La clinica Santa Rita a Milano
MILANO - "Ho sempre pensato al bene degli ammalati". Così Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita di Milano, ha risposto al gip Micaela Curami, nel primo dei quattordici interrogatori di garanzia sullo scandalo delle operazioni fasulle nella clinica privata. Brega si difende, quindi,e giura di aver fatto tutto sempre esolo nell'interesse dei pazienti. Un fedele del giuramento di Ippocrate, quindi, almeno secondo le parole dell'avvocato Giuseppe Cannella: "Il mio assistito ha sempre operato secondo coscienza e contesta le conclusioni raggiunte dai, pur autorevoli, consulenti della Procura. Ha spiegato che le operazioni da lui eseguite erano necessarie e proporzionate alle patologie e ha gridato la sua innocenza".
Brega è uno dei due camici bianchi detenuti a S.Vittore. Oltre al leader dell'equipe di chirurgia toracica, è in cella anche il suo collaboratore Fabio Pietro Presicci che però si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Tutti gli altri indagati sono agli arresti domiciliari. A cominciare dal notaio Francesco Pipitone, proprietario della clinica e - secondo l'accusa - l'ispiratore della truffa ai danno del servziio sanitario nazionale con l'aggravante della crudeltà. Pipitone ha affidato la sua difesa alle parole dell'avvocato Enzo Brienza. "Il mio assistito - afferma il legale - non c'entra nulla con gli eventuali illeciti dei medici; il suo compito era solo quello di sceglierli in base alle competenze professionali, non gli spettava scrivere le cartelle cliniche, nè occuparsi dei rimborsi...". Intanto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha annunciato di aver sospeso "a tempo indeterminato" il contratto con la clinica.
Alla fine del settembre scorso, quando l'inchiesta partì, il responsabile della chirurgia toracica Pier Paolo Brega Massone, mandò un sms ad una collega: "Ormai non dormo più. Sono disperato. Tra le cartelle chissà quante saranno pompate e mi arresteranno come truffatore". Firmato: "L'Arsenio Lupin della chirurgia".
Più che una clinica, infatti, Santa Rita negli ultimi due anni sembra essere stato un vero e proprio laboratorio di mostruosità. Il comune obiettivo di tutti i reparti era quello di operare il più possibile, anche dove non c'era necessità, pur di raccattare soldi dal Servizio sanitario nazionale. Il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha preso in esame due anni di cartelle cliniche, 4mila a campione, su un totale di 55mila. Avrebbero fruttato un profitto illecito di oltre 2,5 milioni di euro.
Nei guai sono finiti anche l'ex direttore sanitario Maurizio Sampietro insieme al capo équipe di ortopedia Renato Scarponi; i responsabili di neurochirurgia, Mario Baldini e Paolo Regolo; la responsabile dell'unità di urologia, Maria Pia Pedesini, e quello di otorinolaringoiatria, Giorgio Raponi, nonché il capo degli anestesisti, Giuseppe Sala. Le accuse vanno dalla truffa al falso per finire alle lesioni e all'omicidio, aggravato dalla crudeltà.
Secondo la convinzione dei pubblici ministeri Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, 88 pazienti avrebbero subito un intervento inutile, lesioni gravissime, anche su malati terminali. Altri cinque sarebbero addirittura morti in seguito a un'operazione fatta esclusivamente per far lievitare i conti da presentare al Servizio sanitario nazionale.
Ma l'inchiesta non è finita. Nel mirino della Guardia di Finanza altre dieci cliniche private di Milano e provincia, quella più in vista nella "classifica" dei rimborsi. "Accertamenti di tipo economico e non casi di malasanità" ha spiegato il colonnello delle Fiamme Gialle Cesare Maragoni.
(10 giugno 2008)
diaci a uno che questi dottori nel giro di 7 8 anni saranno nuovamente sulle prime pagine per qualche altro fattaccio simile a questo.
un pò come i soliti nomi dello scandalo del metanolo, a distanza di 10 anni son tornati.
sarebbe tutto così semplice se fosse proibito a vita di riaprie qualsiasi attività dopo simili truffe a danno del cittadino.
via a spalare sabbia ...
Presicci non ha voluto rispondere. Il notaio Pipitone: "Mai vista una cartella clinica"
Santa Rita, i medici si difendono
Altre dieci strutture nel mirino
La Regione sospende il contratto con la struttura privata
Quattordici indagati per truffa con l'aggravante della crudeltà
La clinica Santa Rita a Milano
MILANO - "Ho sempre pensato al bene degli ammalati". Così Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita di Milano, ha risposto al gip Micaela Curami, nel primo dei quattordici interrogatori di garanzia sullo scandalo delle operazioni fasulle nella clinica privata. Brega si difende, quindi,e giura di aver fatto tutto sempre esolo nell'interesse dei pazienti. Un fedele del giuramento di Ippocrate, quindi, almeno secondo le parole dell'avvocato Giuseppe Cannella: "Il mio assistito ha sempre operato secondo coscienza e contesta le conclusioni raggiunte dai, pur autorevoli, consulenti della Procura. Ha spiegato che le operazioni da lui eseguite erano necessarie e proporzionate alle patologie e ha gridato la sua innocenza".
Brega è uno dei due camici bianchi detenuti a S.Vittore. Oltre al leader dell'equipe di chirurgia toracica, è in cella anche il suo collaboratore Fabio Pietro Presicci che però si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Tutti gli altri indagati sono agli arresti domiciliari. A cominciare dal notaio Francesco Pipitone, proprietario della clinica e - secondo l'accusa - l'ispiratore della truffa ai danno del servziio sanitario nazionale con l'aggravante della crudeltà. Pipitone ha affidato la sua difesa alle parole dell'avvocato Enzo Brienza. "Il mio assistito - afferma il legale - non c'entra nulla con gli eventuali illeciti dei medici; il suo compito era solo quello di sceglierli in base alle competenze professionali, non gli spettava scrivere le cartelle cliniche, nè occuparsi dei rimborsi...". Intanto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha annunciato di aver sospeso "a tempo indeterminato" il contratto con la clinica.
Alla fine del settembre scorso, quando l'inchiesta partì, il responsabile della chirurgia toracica Pier Paolo Brega Massone, mandò un sms ad una collega: "Ormai non dormo più. Sono disperato. Tra le cartelle chissà quante saranno pompate e mi arresteranno come truffatore". Firmato: "L'Arsenio Lupin della chirurgia".
Più che una clinica, infatti, Santa Rita negli ultimi due anni sembra essere stato un vero e proprio laboratorio di mostruosità. Il comune obiettivo di tutti i reparti era quello di operare il più possibile, anche dove non c'era necessità, pur di raccattare soldi dal Servizio sanitario nazionale. Il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha preso in esame due anni di cartelle cliniche, 4mila a campione, su un totale di 55mila. Avrebbero fruttato un profitto illecito di oltre 2,5 milioni di euro.
Nei guai sono finiti anche l'ex direttore sanitario Maurizio Sampietro insieme al capo équipe di ortopedia Renato Scarponi; i responsabili di neurochirurgia, Mario Baldini e Paolo Regolo; la responsabile dell'unità di urologia, Maria Pia Pedesini, e quello di otorinolaringoiatria, Giorgio Raponi, nonché il capo degli anestesisti, Giuseppe Sala. Le accuse vanno dalla truffa al falso per finire alle lesioni e all'omicidio, aggravato dalla crudeltà.
Secondo la convinzione dei pubblici ministeri Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, 88 pazienti avrebbero subito un intervento inutile, lesioni gravissime, anche su malati terminali. Altri cinque sarebbero addirittura morti in seguito a un'operazione fatta esclusivamente per far lievitare i conti da presentare al Servizio sanitario nazionale.
Ma l'inchiesta non è finita. Nel mirino della Guardia di Finanza altre dieci cliniche private di Milano e provincia, quella più in vista nella "classifica" dei rimborsi. "Accertamenti di tipo economico e non casi di malasanità" ha spiegato il colonnello delle Fiamme Gialle Cesare Maragoni.
(10 giugno 2008)
diaci a uno che questi dottori nel giro di 7 8 anni saranno nuovamente sulle prime pagine per qualche altro fattaccio simile a questo.
un pò come i soliti nomi dello scandalo del metanolo, a distanza di 10 anni son tornati.
sarebbe tutto così semplice se fosse proibito a vita di riaprie qualsiasi attività dopo simili truffe a danno del cittadino.
via a spalare sabbia ...
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