Due monache di clausura, cacciate alcuni anni fa dal monastero di Santa Maria del Carmine di Camerino (Macerata), si sono incatenate domenica mattina per circa due ore alla base di un lampione in piazza Pio XII, lo slargo antistante la basilica di San Pietro. Suor Albina Locantore, 73 anni, di Pisticci (Matera), e suor Teresa Izzi, 79 anni, di Fondi (Latina), appartenenti all'ordine delle Carmelitane di antica osservanza, avevano cartelli con scritto: «Santità, non siamo né prostitute, né violente, né ladre, né malate di mente» (questa anafora con omoteleuto è fantastica) e «Santità, ci hanno cacciate e denunciate, vergogna!». Le due religiose sostengono di aver lasciato il monastero per due mesi per motivi di salute e non essere poi state riammesse. Dopo la protesta davanti al portone della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, una portavoce delle due monache di clausura ha detto di aver ricevuto, tramite le forze dell'ordine, la proposta di essere ricevute da qualche rappresentante della Congregazione, offerta respinta - ha spiegato - per l'assenza del legale che difende le due suore.
L'OMBRA DI UN UOMO () - Dietro la vicenda ci sono un'ispezione eccelesiale e un'inchiesta della procura. Suor Albina Locantore era la priora del convento, prima di esserne allontanata dopo che un'ispezione ecclesiale del 2005 aveva scoperto varie irregolarità, compresa la presenza di un uomo ospitato () come custode nella struttura. Alcune religiose avevano sostenuto che la sua presenza era indispensabile (), visto che il convento ospitava suore molto anziane. Dall'ispezione, però, erano emersi anche ammanchi di denaro, sui quali era stata aperta un'inchiesta della magistratura. Quest'ultima, nel 2007, ha chiesto il rinvio a giudizio dell'uomo per truffa e circonvenzione di incapace.
L'OMBRA DI UN UOMO () - Dietro la vicenda ci sono un'ispezione eccelesiale e un'inchiesta della procura. Suor Albina Locantore era la priora del convento, prima di esserne allontanata dopo che un'ispezione ecclesiale del 2005 aveva scoperto varie irregolarità, compresa la presenza di un uomo ospitato () come custode nella struttura. Alcune religiose avevano sostenuto che la sua presenza era indispensabile (), visto che il convento ospitava suore molto anziane. Dall'ispezione, però, erano emersi anche ammanchi di denaro, sui quali era stata aperta un'inchiesta della magistratura. Quest'ultima, nel 2007, ha chiesto il rinvio a giudizio dell'uomo per truffa e circonvenzione di incapace.
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