Un pò di storia.
Mi appoggio al tuo post, Richard, perchè è mio parere che se sono condivisibili le conclusioni cui giunge questo autore circa il preconcetto di cui è vittima l'uditorio di un dibattito a carattere religioso (si diventa come insensibili alla "prova") è anche vero - ed è questo il punto che qui si vuole evitare di comprendere facendo semplicemente spallucce, come si argomentasse attorno a delle favole - che il Cristianesimo è e si sviluppa attorno ad un nucleo storico ineliminabile, se non ricorrendo agli stessi "dogmi" che si rimproverano a chi vuole provare a ragionare attorno alla vicenda-Cristo.
SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS
Chi è appassionato di archeologia conoscerà senz'altro questo che è definito il "quadrato magico", cinque parole di cinque lettere già rinvenuto nel Mediterraneo, ma qui mi interessa parlare di quello ritrovato nel '36 durante gli scavi della palestra di Pompei, la cittadina sepolta dall'eruzione vesuviana nel '79 dc.
Può essere letto da destra a sinistra, dall'alto in basso, e la sua traduzione è questa "Il seminatore arepo tiene con cura le ruote".
Ma qual' è l'incredibile scoperta che fecero gli archeologi cercando di decifrare questo criptogramma, che gli in quel TENET che taglia a metà il "quadrato" richiama già la forma della croce:
Si scoprì che scomponendo le lettere si giunge a formare due "Padre Nostro" legati dalla N nel mezzo, avanzando due lettere, la A e la O, chiaro richiamo all'alfa e all'omega greco, indice di inizio e fine;
P
A
T
A E O
R
P A T E R N O S T E R
O
S
O T A
E
R
Pompei fu sepolta nel '79 e la palestra disseppellita nel 1936;
Questo significa che in quella città già erano presenti, poco dopo la morte di Gesù, cristiani che raffiguravano sui muri i simbioli della fede esattamente come è raccontata nei Vangeli, addirittura richiamandosi alla più famosa preghiera insegnata da Cristo e, nella simbologia, a quella stessa Croce che sappiamo essere destinata solo agli schiavi e che i romani mai si sarebbero lontanamente sognati di adorare se non avesse appunto rimandato ad altro, ad un avvenimento accaduto in Palestina solo qualche anno prima, raccontato come sappiamo dai Vangeli e testimoniato immediatamente ed alla stessa maniera e con gli stessi simboli che ancora oggi distinguono il Cristianesimo.
Potrei dire di un altra croce scoperta ad Ercolano, sui muri di una casa patrizia, con tanto di segni dei chiodi a tenere delle "tendine" che avrebbero dovuto coprire ad occhi indiscreti quel simbolo di morte spregevole, e che però così era testimoniata, proprio così come descritto nei Vangeli.
Un mito si sarebbe preoccupato di far morire l'eroe in ben altra maniera, questo almeno tutta la mitologia ci racconta.
La figura di Gesù è figura storica, e il suo messaggio, prima trasmesso oralmente ma quasi subito trascritto in quelli che noi oggi conosciamo come i Vangeli e in tutto il corpo epistolare paolino è già ben presente a pochissimi anni dalla conclusione della vicenda storica, e quell'uomo viene già adorato come Dio, la cristologia non si è sedimentata col trascorrere dei secoli (un ampio arco temporale è fondamentale perchè i "miti" si sedimentino) ma subito si riconosce il nucleo, l'annuncio che i testimoni oculari si preoccupano immediatamente di trasmettere.
In definitiva il discorso è semplice e non negoziabile:
Il Gesù della storia è lo stesso, e da subito, di quello della fede, e la ragione non può eliminare l'uno per salvare l'altro, a piacimento;
O Cristo è ciò che i Vangeli raccontano e lo si prende tutto, o altrimenti non si può "accettare" una parte di cornice storica e poi, liquidando il resto come racconto favoloso, buttare ciò che solo nei nostri a-priori non combacia, perchè allora si che ci si ridurrebbe a trattare questa materia avendo già deciso, come ragazzini a cui non piace parte di una storia, il vero e il falso, il razionale e l'irrazionale, creando da noi stessi e magari senza accorgercene un'opera essa si mitica.
(Edit: Nell'invio del post si è scomposta la lettura del criptogramma, che avevo messo al centro della pagina, ma basta incrociare i due Pater Noster sulla N e si ha la "soluzione" con le due A ed O così come trovata dagli archeologi)
Originariamente Scritto da richard
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SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS
Chi è appassionato di archeologia conoscerà senz'altro questo che è definito il "quadrato magico", cinque parole di cinque lettere già rinvenuto nel Mediterraneo, ma qui mi interessa parlare di quello ritrovato nel '36 durante gli scavi della palestra di Pompei, la cittadina sepolta dall'eruzione vesuviana nel '79 dc.
Può essere letto da destra a sinistra, dall'alto in basso, e la sua traduzione è questa "Il seminatore arepo tiene con cura le ruote".
Ma qual' è l'incredibile scoperta che fecero gli archeologi cercando di decifrare questo criptogramma, che gli in quel TENET che taglia a metà il "quadrato" richiama già la forma della croce:
Si scoprì che scomponendo le lettere si giunge a formare due "Padre Nostro" legati dalla N nel mezzo, avanzando due lettere, la A e la O, chiaro richiamo all'alfa e all'omega greco, indice di inizio e fine;
P
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A E O
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P A T E R N O S T E R
O
S
O T A
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Pompei fu sepolta nel '79 e la palestra disseppellita nel 1936;
Questo significa che in quella città già erano presenti, poco dopo la morte di Gesù, cristiani che raffiguravano sui muri i simbioli della fede esattamente come è raccontata nei Vangeli, addirittura richiamandosi alla più famosa preghiera insegnata da Cristo e, nella simbologia, a quella stessa Croce che sappiamo essere destinata solo agli schiavi e che i romani mai si sarebbero lontanamente sognati di adorare se non avesse appunto rimandato ad altro, ad un avvenimento accaduto in Palestina solo qualche anno prima, raccontato come sappiamo dai Vangeli e testimoniato immediatamente ed alla stessa maniera e con gli stessi simboli che ancora oggi distinguono il Cristianesimo.
Potrei dire di un altra croce scoperta ad Ercolano, sui muri di una casa patrizia, con tanto di segni dei chiodi a tenere delle "tendine" che avrebbero dovuto coprire ad occhi indiscreti quel simbolo di morte spregevole, e che però così era testimoniata, proprio così come descritto nei Vangeli.
Un mito si sarebbe preoccupato di far morire l'eroe in ben altra maniera, questo almeno tutta la mitologia ci racconta.
La figura di Gesù è figura storica, e il suo messaggio, prima trasmesso oralmente ma quasi subito trascritto in quelli che noi oggi conosciamo come i Vangeli e in tutto il corpo epistolare paolino è già ben presente a pochissimi anni dalla conclusione della vicenda storica, e quell'uomo viene già adorato come Dio, la cristologia non si è sedimentata col trascorrere dei secoli (un ampio arco temporale è fondamentale perchè i "miti" si sedimentino) ma subito si riconosce il nucleo, l'annuncio che i testimoni oculari si preoccupano immediatamente di trasmettere.
In definitiva il discorso è semplice e non negoziabile:
Il Gesù della storia è lo stesso, e da subito, di quello della fede, e la ragione non può eliminare l'uno per salvare l'altro, a piacimento;
O Cristo è ciò che i Vangeli raccontano e lo si prende tutto, o altrimenti non si può "accettare" una parte di cornice storica e poi, liquidando il resto come racconto favoloso, buttare ciò che solo nei nostri a-priori non combacia, perchè allora si che ci si ridurrebbe a trattare questa materia avendo già deciso, come ragazzini a cui non piace parte di una storia, il vero e il falso, il razionale e l'irrazionale, creando da noi stessi e magari senza accorgercene un'opera essa si mitica.
(Edit: Nell'invio del post si è scomposta la lettura del criptogramma, che avevo messo al centro della pagina, ma basta incrociare i due Pater Noster sulla N e si ha la "soluzione" con le due A ed O così come trovata dagli archeologi)
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