Liberazione

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  • tyler360
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    • se non sono in vasca, in sella, in pista o in palestra dovrei essere al poli (mi)
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    Io credo che la sessualità sia privata nella misura in cui può essere privato alimentarsi. Si mangia da soli, si cena in due, si banchetta in tanti, si digiuna, ci si ingozza. Esistono infinite possibilità. Razionalmente, io mi sono liberato della cultura che porta a vergognarsi del proprio corpo, a considerarlo un tabù, a percepirlo come qualcosa di intrinsecamente offensivo o disonorevole, pertanto adopero il corpo e la sessualità nello stesso modo in cui utilizzo il cibo.(quindi te sfonni)
    Mi sono trovato spesso a discutere di sessualità con militanti gay, raramente ho trovato chi era d'accordo con me sul fatto che il corpo e il sesso non siano sacri. Si trattava quasi sempre di atei. Evidentemente, l'essere ateo non garantisce una visione laica e razionale della vita. L'etimo non tradisce, la religione lega le persone alle tradizioni meglio di quanto sia capace di veicolare la spiritualità. Questo paese è pieno di atei la cui unica differenza con i cattolici è il non credere nella trascendenza, persone ossessionate dalla vergogna e dalla sacralità del corpo che quando vengono interrogate sull'oscenità, rispondono come i cattolici.
    io non sono cattolico, non credo nel peccato, nell'anima, nel sarco
    per dirla tutta non credo nemmeno nella morale

    mi considero pragamtico e la teoria che meglio spiega l'evoluzione di qualsiasi sistema dotato di una forte componente casuale in termini di probabilità ed utilitarismo è IMHO il tanto bistrattato darwinismo
    la vita esiste (ancora) perchè il suo unico fine è il perseguire se stessa: in un universo entropico, l'alimentezione provvede a ritardare la fine della singola cellula e la riproduzione quella dell'intero sistema
    quando una specie pensa che il piacere sia il senso della vita non sta commettendo qualcosa di "sbagliato" o "amorale" ma sta interpretando un indicatore chimico in un modo non funzionale al sostentamento--------> si estingue (più in fretta)

    funziona a livello microscopico, funziona a livello macroscopico, funziona anche a livello sociale------> è ingegneristicamente corretto
    Originariamente Scritto da Greg Lemond
    It never gets easier - you just go faster.

    Originariamente Scritto da Vince Lombardi
    Winning isn’t everything – it’s the only thing.

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    • ma_75
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      Do nuova linfa al 3d con un articolo di oggi. La grande penna del direttore Sansonetti

      Chiedete scusa a Mara Carfagna

      Piero Sansonetti


      Il titolo che avete appena letto, e la prima parte di questo articolo, faranno inorridire alcuni dei nostri lettori. I quali, naturalmente, protesteranno. Ma non c'è niente di male nel dissenso tra un giornale e una parte dei lettori, direi anzi che è esattamente la caratteristica originale di «Liberazione», l'originalità che fa essere questo giornale diverso dagli altri, proprio perché è scritto e letto da persone che pensano con la propria testa, che sono libere, che non hanno pregiudizi e che amano confrontarsi e discutere anche animatamente, e avere pareri diversi. Domani pubblicheremo nella pagina delle Lettere i giudizi dei lettori che dissentono.
      Tutta questa premessa per dirvi che sento di dovere esprimere solidarietà all'onorevole Mara Carfagna. Ho giudicato volgari, gratuiti e del tutto inaccettabili gli insulti che le sono stati rivolti dal palco di piazza Navona l'altra sera, e ho giudicato molto grave il fatto che gli organizzatori della manifestazione girotondina - molti dei quali: molti, certo non tutti - stimo e considero amici, i quali si sono scusati con Giorgio Napolitano per gli insulti di Beppe Grillo, non si siano sentiti in dovere di scusarsi in modo formale e pubblico con l'onorevole Carfagna.
      Sabina Guzzanti - una attrice che altre volte a me è sembrata molto brava - ha pronunciato mercoledì sera a piazza Navona, testualmente, questa frase riferita a Mara Carfagna: «Ma tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una che ti ha succhiato l'uccello». Non la trovo affatto divertente. Trovo che sia un modo un po' fascistoide di fare polemica. Un po' barbaro. Si prende per buona una intercettazione - che se c'è stata è illegale - anzi, non una intercettazione ma le voci su una intercettazione, quasi certamente false, e si usa questa roba per gettare fango e disprezzo su una persona della quale si sa pochissimo, e lo si fa usando i più triviali argomenti sessuali. Non riesco a trovare qualcosa di bello o almeno di accettabile in questo. Credo che Mara Carfagna possa essere criticata in modo severissimo per come sta facendo il ministro (e io la critico). E che si possa fare questo senza rotolarsi nelle pozzanghere e perdere la propria dignità.
      Mercoledì sera sono andato a Piazza Navona. Mi ha colpito il contrasto che c'era tra la piazza e il palco. La piazza era composta quasi esclusivamente da persone di sinistra, più o meno tra i cinquanta e i sessant'anni, moltissimi ex Pci, o ex «manifesto», o ex Ds. Moltissimi sessantottini. Sul palco sentivo discorsi, alcuni anche belli - o comunque accettabili - altri fortemente reazionari (penso a quello di Di Pietro) ma comunque dignitosi. Altri ancora, fuori dalla civiltà (come quello citato di Sabina Guzzanti, ma anche, in gran parte, quello di Beppe Grillo, attore milionario anche simpatico, ma non capisco come possa fare la morale a nessuno, se si guadagna in un anno più dell'intero reparto presse della Fiat... Sarò pure un vecchio comunista a tre narici, ma resto convinto che guadagnare 5 milioni di euro all'anno sia un furto, come diceva Proudhon...).
      Ci tengo a porre questa questione: la civiltà. Ho la netta sensazione che tutta la politica italiana sia sull'orlo di una vera e propria crisi di civiltà. Vengono messi in discussione i valori essenziali della libertà e della tolleranza che sono stati alla base della nostra civiltà politica, vengono calpestati, vilipesi, irrisi a tal punto da mettere davvero a rischio la sopravvivenza della politica. Le leggi anti-rom, le persecuzioni contro i rumeni e gli immigrati, l'omofobia - tutte cose delle quali la destra è principalmente responsabile, ma alle quali grandi fette del centrosinistra non sono estranee - rappresentano un aspetto di questa crisi; i fenomeni di intolleranza, giustizialismo, linciaggio morale, che si registrano in settori del centrosinistra e dei girotondi, non sono molti diversi: fanno parte della stessa crisi. Con questo voglio dire che a me sembra che la natura vera dell'emergenza nella quale stiamo vivendo non sia il «rischio-democrazia» ma il «rischio-civiltà». E il rischio civiltà comporta l'estinzione della politica, perché la politica può realizzarsi compiutamente solo in presenza di una condizione di civiltà e di affermazione dei valori essenziali della convivenza, della comunità, della collettività.
      Come si affronta una situazione così grave? E quanto pesa in questa crisi la scomparsa della sinistra dal Parlamento (e in gran parte anche dalle piazze e dagli altri luoghi della politica?). Rispondo prima alla seconda domanda. Credo che la scomparsa della sinistra pesi moltissimo, che abbia provocato degli effetti a catena di spostamento del senso comune e della società politica verso posizioni reazionarie di vario genere. Penso che per affrontare questa emergenza occorra una grande sforzo comune e una grande alleanza, che metta insieme le forze di sinistra, quelle cristiane e quelle liberali interessate alla sconfitta del populismo, del peronismo e di tutti i loro effetti (forcaioli, maschilisti, classisti, razzisti, antifemministi, autoritari eccetera...) .Non credo che noi si possa lavorare concretamente alla ricostruzione e rifondazione della sinistra, e al suo ritorno in scena, se non lavoriamo contemporaneamente, e anche d'intesa con altre forze, alla ricostruzione della comunità politica e dei suoi principi fondamentali. Non possiamo credere che il tema della riforma della politica sia semplicemente quello che riguarda le leggi elettorali. Se crediamo questo, siamo perduti, siamo in mano a quelli - da Confindustria, a settori vastissimi sia del centrodestra che del centrosinistra - che vogliono abolire la politica, le sue ricchezze, la sua cultura, le sue capacità di promuovere e usare i conflitti. La riforma della politica vuol dire riaffermare una idea di Stato, di bene comune, di legalità, di tolleranza, di solidarietà, di libertà, di diritto e di diritti, di lotta e di conflitto, che oggi è travolta dall'invasione del campo politico da parte del potere industriale e finanziario, di quello ecclesiastico e della famosa «casta».
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • tyler360
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        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Do nuova linfa al 3d con un articolo di oggi. La grande penna del direttore Sansonetti

        Chiedete scusa a Mara Carfagna

        Piero Sansonetti


        Il titolo che avete appena letto, e la prima parte di questo articolo, faranno inorridire alcuni dei nostri lettori. I quali, naturalmente, protesteranno. Ma non c'è niente di male nel dissenso tra un giornale e una parte dei lettori, direi anzi che è esattamente la caratteristica originale di «Liberazione», l'originalità che fa essere questo giornale diverso dagli altri, proprio perché è scritto e letto da persone che pensano con la propria testa, che sono libere, che non hanno pregiudizi e che amano confrontarsi e discutere anche animatamente, e avere pareri diversi. Domani pubblicheremo nella pagina delle Lettere i giudizi dei lettori che dissentono.
        Tutta questa premessa per dirvi che sento di dovere esprimere solidarietà all'onorevole Mara Carfagna. Ho giudicato volgari, gratuiti e del tutto inaccettabili gli insulti che le sono stati rivolti dal palco di piazza Navona l'altra sera, e ho giudicato molto grave il fatto che gli organizzatori della manifestazione girotondina - molti dei quali: molti, certo non tutti - stimo e considero amici, i quali si sono scusati con Giorgio Napolitano per gli insulti di Beppe Grillo, non si siano sentiti in dovere di scusarsi in modo formale e pubblico con l'onorevole Carfagna.
        Sabina Guzzanti - una attrice che altre volte a me è sembrata molto brava - ha pronunciato mercoledì sera a piazza Navona, testualmente, questa frase riferita a Mara Carfagna: «Ma tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una che ti ha succhiato l'uccello». Non la trovo affatto divertente. Trovo che sia un modo un po' fascistoide di fare polemica. Un po' barbaro. Si prende per buona una intercettazione - che se c'è stata è illegale - anzi, non una intercettazione ma le voci su una intercettazione, quasi certamente false, e si usa questa roba per gettare fango e disprezzo su una persona della quale si sa pochissimo, e lo si fa usando i più triviali argomenti sessuali. Non riesco a trovare qualcosa di bello o almeno di accettabile in questo. Credo che Mara Carfagna possa essere criticata in modo severissimo per come sta facendo il ministro (e io la critico). E che si possa fare questo senza rotolarsi nelle pozzanghere e perdere la propria dignità.
        Mercoledì sera sono andato a Piazza Navona. Mi ha colpito il contrasto che c'era tra la piazza e il palco. La piazza era composta quasi esclusivamente da persone di sinistra, più o meno tra i cinquanta e i sessant'anni, moltissimi ex Pci, o ex «manifesto», o ex Ds. Moltissimi sessantottini. Sul palco sentivo discorsi, alcuni anche belli - o comunque accettabili - altri fortemente reazionari (penso a quello di Di Pietro) ma comunque dignitosi. Altri ancora, fuori dalla civiltà (come quello citato di Sabina Guzzanti, ma anche, in gran parte, quello di Beppe Grillo, attore milionario anche simpatico, ma non capisco come possa fare la morale a nessuno, se si guadagna in un anno più dell'intero reparto presse della Fiat... Sarò pure un vecchio comunista a tre narici, ma resto convinto che guadagnare 5 milioni di euro all'anno sia un furto, come diceva Proudhon...).
        Ci tengo a porre questa questione: la civiltà. Ho la netta sensazione che tutta la politica italiana sia sull'orlo di una vera e propria crisi di civiltà. Vengono messi in discussione i valori essenziali della libertà e della tolleranza che sono stati alla base della nostra civiltà politica, vengono calpestati, vilipesi, irrisi a tal punto da mettere davvero a rischio la sopravvivenza della politica. Le leggi anti-rom, le persecuzioni contro i rumeni e gli immigrati, l'omofobia - tutte cose delle quali la destra è principalmente responsabile, ma alle quali grandi fette del centrosinistra non sono estranee - rappresentano un aspetto di questa crisi; i fenomeni di intolleranza, giustizialismo, linciaggio morale, che si registrano in settori del centrosinistra e dei girotondi, non sono molti diversi: fanno parte della stessa crisi. Con questo voglio dire che a me sembra che la natura vera dell'emergenza nella quale stiamo vivendo non sia il «rischio-democrazia» ma il «rischio-civiltà». E il rischio civiltà comporta l'estinzione della politica, perché la politica può realizzarsi compiutamente solo in presenza di una condizione di civiltà e di affermazione dei valori essenziali della convivenza, della comunità, della collettività.
        Come si affronta una situazione così grave? E quanto pesa in questa crisi la scomparsa della sinistra dal Parlamento (e in gran parte anche dalle piazze e dagli altri luoghi della politica?). Rispondo prima alla seconda domanda. Credo che la scomparsa della sinistra pesi moltissimo, che abbia provocato degli effetti a catena di spostamento del senso comune e della società politica verso posizioni reazionarie di vario genere. Penso che per affrontare questa emergenza occorra una grande sforzo comune e una grande alleanza, che metta insieme le forze di sinistra, quelle cristiane e quelle liberali interessate alla sconfitta del populismo, del peronismo e di tutti i loro effetti (forcaioli, maschilisti, classisti, razzisti, antifemministi, autoritari eccetera...) .Non credo che noi si possa lavorare concretamente alla ricostruzione e rifondazione della sinistra, e al suo ritorno in scena, se non lavoriamo contemporaneamente, e anche d'intesa con altre forze, alla ricostruzione della comunità politica e dei suoi principi fondamentali. Non possiamo credere che il tema della riforma della politica sia semplicemente quello che riguarda le leggi elettorali. Se crediamo questo, siamo perduti, siamo in mano a quelli - da Confindustria, a settori vastissimi sia del centrodestra che del centrosinistra - che vogliono abolire la politica, le sue ricchezze, la sua cultura, le sue capacità di promuovere e usare i conflitti. La riforma della politica vuol dire riaffermare una idea di Stato, di bene comune, di legalità, di tolleranza, di solidarietà, di libertà, di diritto e di diritti, di lotta e di conflitto, che oggi è travolta dall'invasione del campo politico da parte del potere industriale e finanziario, di quello ecclesiastico e della famosa «casta».
        tristezza a palate
        Originariamente Scritto da Greg Lemond
        It never gets easier - you just go faster.

        Originariamente Scritto da Vince Lombardi
        Winning isn’t everything – it’s the only thing.

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        • gabriele81
          eh eh son manzo
          • Jul 2006
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          • roma
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          Ennesimo articolo da lacrimuccia che riga il viso. Il fascismo-racismo è alle porte.

          IL Governo demonizza i migranti
          e il Vaticano benedice l'emergenza


          Enzo Mazzi



          Provo un acuto senso di disgusto a rimestare nella melma maleodorante delle decisioni di questo governo sulla cosiddetta sicurezza, ultima la estensione a tutto il territorio nazionale dello stato di emergenza per l'afflusso di immigrati clandestini. Argomentare critiche o chiedere spiegazioni è già un riconoscere a tali decisioni uno statuto di dignità. La vera gravissima emergenza nazionale è questo governo autoritario che fomenta la paura per alimentare un senso comune reazionario e così scaricare col consenso della maggioranza le pesanti contraddizioni della globalizzazione liberista sul capro espiatorio di turno invece che assumersi il gravoso compito di governarle. Il fascismo nacque così, con strategie analoghe, passo dopo passo, decisione aberrante dopo decisione aberrante, dettate da emergenze sbandierate, enfatizzate e spesso inventate. Mussolini divenne in tal modo il salvatore della patria agli occhi di una società che fu indotta a vedere nella dittatura, piuttosto che nella lotta sociale e nell'organizzazione di classe, la soluzione agli angosciosi problemi del dopoguerra e delle trasformazioni indotte da un industrialismo inumano e oppressivo. Il baratro si aprì a poco a poco con dosi progressive di una droga che addormentò ogni senso critico nella maggioranza degli italiani. Quando ci svegliammo eravamo già all'inferno.
          Il "Duce" fu anche riconociuto "uomo della Provvidenza" da un vertice ecclesiastico che vide nella dittatura la soluzione ai problemi della secolarizzazione e alla perdita del controllo totale sulla società da parte del sistema del sacro. Fu un elemento determinante per l'affermazione del fascismo e del nazismo.
          Sembra che la storia si ripeta anche su questo capitolo penoso e inquietante dell'alleanza fra l'autoritarismo del potere ecclesiastico e l'autoritarismo del potere politico. L'inusuale duplice bacio all'anello pontificio da parte di Berlusconi nella recente udienza in Vaticano viene ricambiato ogni giorno con attestazioni di consenso ecclesiastico, più o meno esplicito, verso l'attuale governo italiano. Va proprio in questo senso, mi sembra, la dichiarazione di monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, sulla estensione nazionale della emergenza clandestini, dichiarazione emanata ieri a volo in senso proprio, cioè mentre stava per partire per una Conferenza internazionale negli Stati Uniti: tempismo sospetto!
          «Anche una padrona di casa - ha detto monsignor Marchetto - si trova in emergenza se arrivano due ospiti imprevisti, ma cercherà di provvedere nel migliore dei modi alla loro accoglienza». E' un lapsus, una leggerezza, oppure va visto come un ulteriore indice di apprezzamento del Vaticano per questo "governo padrone di casa"? Un ricambio del duplice bacio? E poi l'auspicio che «nell'attuazione delle disposizioni sia salvaguardato il rispetto dei diritti umani di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie». Ma in questo modo il monsignore dà un implicito riconoscimento alla estensione nazionale dell'emergenza clandestini. Mentre è proprio quella disposizione che offende i diritti umani, che sancisce il principio della discriminazione, che alimenta la guerra fra poveri, che incunea la paura fra la soggettività dei cittadini indotti a rinunciare a diritti fondamentali per gettarsi nelle braccia dei salvatori e l'assenza di soggettività dei migranti spinti ad accettare come paria qualsiasi condizione di vita e di lavoro.
          Dobbiamo svegliarci prima che sia troppo tardi.

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          • ma_75
            Super Moderator
            • Sep 2006
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            Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
            Ennesimo articolo da lacrimuccia che riga il viso. Il fascismo-racismo è alle porte.

            IL Governo demonizza i migranti
            e il Vaticano benedice l'emergenza


            Enzo Mazzi



            Provo un acuto senso di disgusto a rimestare nella melma maleodorante delle decisioni di questo governo sulla cosiddetta sicurezza, ultima la estensione a tutto il territorio nazionale dello stato di emergenza per l'afflusso di immigrati clandestini. Argomentare critiche o chiedere spiegazioni è già un riconoscere a tali decisioni uno statuto di dignità. La vera gravissima emergenza nazionale è questo governo autoritario che fomenta la paura per alimentare un senso comune reazionario e così scaricare col consenso della maggioranza le pesanti contraddizioni della globalizzazione liberista sul capro espiatorio di turno invece che assumersi il gravoso compito di governarle. Il fascismo nacque così, con strategie analoghe, passo dopo passo, decisione aberrante dopo decisione aberrante, dettate da emergenze sbandierate, enfatizzate e spesso inventate. Mussolini divenne in tal modo il salvatore della patria agli occhi di una società che fu indotta a vedere nella dittatura, piuttosto che nella lotta sociale e nell'organizzazione di classe, la soluzione agli angosciosi problemi del dopoguerra e delle trasformazioni indotte da un industrialismo inumano e oppressivo. Il baratro si aprì a poco a poco con dosi progressive di una droga che addormentò ogni senso critico nella maggioranza degli italiani. Quando ci svegliammo eravamo già all'inferno.
            Il "Duce" fu anche riconociuto "uomo della Provvidenza" da un vertice ecclesiastico che vide nella dittatura la soluzione ai problemi della secolarizzazione e alla perdita del controllo totale sulla società da parte del sistema del sacro. Fu un elemento determinante per l'affermazione del fascismo e del nazismo.
            Sembra che la storia si ripeta anche su questo capitolo penoso e inquietante dell'alleanza fra l'autoritarismo del potere ecclesiastico e l'autoritarismo del potere politico. L'inusuale duplice bacio all'anello pontificio da parte di Berlusconi nella recente udienza in Vaticano viene ricambiato ogni giorno con attestazioni di consenso ecclesiastico, più o meno esplicito, verso l'attuale governo italiano. Va proprio in questo senso, mi sembra, la dichiarazione di monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, sulla estensione nazionale della emergenza clandestini, dichiarazione emanata ieri a volo in senso proprio, cioè mentre stava per partire per una Conferenza internazionale negli Stati Uniti: tempismo sospetto!
            «Anche una padrona di casa - ha detto monsignor Marchetto - si trova in emergenza se arrivano due ospiti imprevisti, ma cercherà di provvedere nel migliore dei modi alla loro accoglienza». E' un lapsus, una leggerezza, oppure va visto come un ulteriore indice di apprezzamento del Vaticano per questo "governo padrone di casa"? Un ricambio del duplice bacio? E poi l'auspicio che «nell'attuazione delle disposizioni sia salvaguardato il rispetto dei diritti umani di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie». Ma in questo modo il monsignore dà un implicito riconoscimento alla estensione nazionale dell'emergenza clandestini. Mentre è proprio quella disposizione che offende i diritti umani, che sancisce il principio della discriminazione, che alimenta la guerra fra poveri, che incunea la paura fra la soggettività dei cittadini indotti a rinunciare a diritti fondamentali per gettarsi nelle braccia dei salvatori e l'assenza di soggettività dei migranti spinti ad accettare come paria qualsiasi condizione di vita e di lavoro.

            Dobbiamo svegliarci prima che sia troppo tardi.

            Spero che abbia non più della terza media
            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
            ma_75@bodyweb.com

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            • gabriele81
              eh eh son manzo
              • Jul 2006
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              • roma
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              Svegliati ma_, non ricordi forse l'incredibile amore di Hitler per le gerarchie ecclesiastiche?

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              • ma_75
                Super Moderator
                • Sep 2006
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                Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                Svegliati ma_, non ricordi forse l'incredibile amore di Hitler per le gerarchie ecclesiastiche?

                Intanto ho fatto una ricerchina su google, temo che questo signore sia uno di quei cattolici pauperistici che sfilano al G8
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                • simones
                  Bodyweb Senior
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                  • altoadige
                  • Send PM

                  Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                  Svegliati ma_, non ricordi forse l'incredibile amore di Hitler per le gerarchie ecclesiastiche?

                  ah se lo ricordo.
                  "una volta vinta la guerra regoleremo i conti anche con quei porci"
                  adolf hitler
                  "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                  L.F.Celine

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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
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                    • In piedi tra le rovine
                    • Send PM

                    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                    ah se lo ricordo.
                    "una volta vinta la guerra regoleremo i conti anche con quei porci"
                    adolf hitler
                    Aggiungerei che neppure il Fascismo fu tenero nei confronti delle associazioni cattoliche, come dimostrano le lotte contro la FUCI negli anni Venti.
                    L'articolista di Liberazione, al solito, ha preso una cantonata.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Diegosfgt
                      IL SOBILLATORE
                      • Dec 2004
                      • 6530
                      • 273
                      • 194
                      • South California
                      • Send PM

                      Però il fatto di creare l'emergenza per dare qualche giro di vite in più non è una cazzata...
                      Originariamente Scritto da Superfustakkion VS Maurox

                      però che coincidenza quel maledetto è peggio di una fattucchiera infatti il suo sguardo da strega è inqueitante e malefico, e la testa come il mago di OZ
                      Originariamente Scritto da proxgis VS GOTM
                      senti tesoro io ho fatto il gigolo (nonostante non abbia il fisico ma sono bellino che ci devo fare?)

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                      • gabriele81
                        eh eh son manzo
                        • Jul 2006
                        • 10168
                        • 861
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                        • roma
                        • Send PM

                        Oggi la fiducia al decreto sulla manovra: tagliano 357 milioni di euro al fondo per l'editoria.Stop ai contributi diretti
                        Liberazione a rischio chiusura

                        Luca Marcenaro

                        Sono complessivamente sette gli emendamenti approvati ieri in commissione Bilancio al Senato al decreto legge sulla manovra economica, sul quale oggi l'aula di Palazzo Madama voterà l'ennesima fiducia al Governo prima di ritrasmettere il provvedimento a Montecitorio che dovrebbe metterlo ai voti martedì. E rispetto al testo già licenziato dalla Camera, si registrano pure 66 correzioni che l'esecutivo ha chiesto di fare in sede di "coordinamento formale": errori materiali e refusi nei riferimenti e nel numero dei commi «che producono conseguenze spesso in contrasto con gli obiettivi delle norme stesse».
                        Non c'è traccia, invece, di alcuna modifica agli articoli 44 e 60, che stabiliscono per decreto la morte della libertà d'informazione. E non c'è nemmeno nessun refuso, stavolta. Qualora non si raggiungesse un accordo per il superamento della norma che mette in discussione il diritto soggettivo ai contributi diretti (cioè l'ottenimento dallo Stato di risorse certe e commisurate alla tiratura e alla diffusione dei giornali) all'editoria cooperativa, non profit e di partito e a quella che prevede nel triennio tagli complessivi per 357,3 milioni di euro (83,09 nel 2009, 100,44 nel 2010 e 173,8 nel 2011) a un fondo già incapiente, infatti, sarebbero prossime alla chiusura numerose testate, tra cui Liberazione, il Manifesto, Il Secolo, l'Avvenire, La Padania; e perfino l'Unità andrebbe incontro a inattesi problemi economici. Il paradosso che conferma la tendenza, già manifestata dalla maggioranza, di favorire lobby di potere come nel caso del maxi-condono ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici in causa con Poste Italiane, è che invece dovrebbero continuare ad essere erogati i contributi indiretti che fanno salve le tariffe agevolate postali di cui godono i grandi gruppi editoriali che macinano utili e si quotano in borsa. Come dire: oltre il danno, la beffa. E pure Radio Radicale, che per la sua caratteristica di garantire il servizio di trasmissione delle sedute parlamentari da sola riceve circa 30 milioni di euro (la quasi totalità dei contributi radiofonici), non dovrebbe perdere i suoi cospicui finanziamenti.
                        Per tutti gli altri adesso, più che a possibili ritocchi estivi, l'ultima speranza va riposta nella finanziaria di settembre: in quella sede, infatti, il governo potrebbe finanziare il credito d'imposta e il credito agevolato per gli investimenti in innovazione tecnologica delle imprese editoriali.
                        Ma nonostante le proteste della Fnsi a cui si sono unite Cgil-Cisl e Uil (che hanno chiesto la modifica dell'articolo 44 in una lettera inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria Paolo Bonaiuti), l'annuncio del ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, «il governo non intende fare ulteriori modifiche», chiude per ora la porta a qualsiasi trattativa. Dopo la norma anti precari e quella sugli assegni sociali, adesso il governo che nonostante la propaganda tremontiana ruba ai poveri per dare ai ricchi, sembra dunque chiudere il cerchio mettendo anche il bavaglio alla pluralità dell'informazione.
                        «Andiamo incontro a un taglio pesantissimo sia da un punto di vista quantitativo che da un punto di vista qualitativo». E' l'allarme lanciato dal direttore del Manifesto Gabriele Polo, che invita a non «rassegnarsi» e propone: «Anzichè dare il via a tante piccole manifestazioni sui singoli provvedimenti, bisognerebbe invece organizzare un appuntamento generale che contesti globalmente il progetto economico del ministro Tremonti che colpisce i precari, gli assegni sociali e promette tagli all'editoria».
                        E, per una volta, dalla stessa parte della barricata sta anche Flavia Perina del Secolo d'Italia: «Quello dei tagli all'editoria - dice- è un provvedimento sbagliato e spero che si trovi il modo di correggerlo. Il centrodestra, che rivendica per questo Paese una rivoluzione del merito, non può pensare di spalmare tagli indiscrimanati su due-trecento testate. Dovrebbe invece premiare quei giornali che hanno un ruolo effettivo nella circolazione delle idee e colpire solo le testate fantasma che prendono contributi senza averne il diritto».
                        Da destra, deluso anche il responsabile dell'informazione di Alleanza Nazionale Alessio Butti: «La manovra economica in discussione al Senato è in larghissima parte condivisibile. Tuttavia non posso nascondere la profonda delusione per i tagli apportati indiscriminatamente all'editoria che mettono seriamente nei guai decine di giornali venduti in edicola, che hanno migliaia di abbonati e occupano centinaia di giornalisti ed operatori dell'informazione». Secondo il senatore del Pdl, infatti, «la Finanziaria 2008 era già sufficientemente punitiva nei confronti dell'editoria e il centrodestra avrebbe dovuto invertire la rotta anzichè proseguire su quella china decurtando le somme anche sul 2009 e sul 2010. Ma quello che più avvilisce è il fatto che un'adeguata politica di risparmio potrebbe essere attuata tagliando i giornali finti che, per intenderci, arrivano in Senato o alla Camera al mattino e finiscono ancora piegati nel cesto della raccolta differenziata».
                        Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Roberto Natale, che prima precisa, «un conto è il rigore per colpire le finte cooperative su cui siamo pronti a collaborare, tutt'altro il taglio indiscriminato», e poi avverte: «Non ci facciamo affascinare dal clima culturale secondo cui ogni spesa pubblica rappresenti uno spreco, sia che lo sostenga Beppe Grillo sia che lo proponga il Presidente della Camera Gianfranco Fini». Secondo il sindacalista, infatti, «se la riforma dell'editoria annunciata da Bonaiuti partisse da un taglio così pesante che colpisce in modo particolare proprio quegli organi di informazione che fondano la loro ricchezza sulla forza delle idee, ci troveremmo di fronte a una riforma di fatto prima ancora di cominciare a discutere. E allora anche la parola sciopero non sarebbe proibita, anche perchè restano aperte le questioni del rinnovo del contratto e dei moltissimi lavoratori precari».
                        Intanto, mentre i "poveri" aspettando settembre per capire che vita vivere o di che morte morire, il consiglio di amministrazione di Cir (gruppo De Benedetti) ha approvato la scissione parziale delle attività di editoria da quelle industriali e finanziarie. Lo si apprende da una nota secondo la quale resterà a capo di Cir (la società scissa) la partecipazione di controllo nel gruppo Editoriale L'Espresso, mentre ad ogni azionista del gruppo verranno assegnate proporzionalmente azioni della società beneficiaria. «Queste operazioni vanno lette e studiate con attenzione - osserva il parlamentare dell'Italia dei Valori Giuseppe Giulietti - ma mi sembra nel segno della trasparenza e di una sempre più marcata separazione tra l'editoria e le altre attività. Un segnale incoraggiante per tutti colori che sono stanchi di un mercato che presenta troppi conflitti di interesse e dove spesso l'editoria è un'attività secondaria per trainare altre attività che nulla hanno a che vedere con il libero esercizio degli editori e dei giornalisti».

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                        • Sam Fisher
                          Bodyweb Advanced
                          • Jan 2006
                          • 4257
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                          • Ministero della Pubblica Istruzione
                          • Send PM

                          Cristo sia lodato se tagliano i finanziamenti all'editoria.
                          Pillola rossa o pillola blu ????

                          La risposta è dentro te.

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                          • jo.surf
                            Bodyweb Advanced
                            • Jun 2006
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                            • Send PM

                            Originariamente Scritto da Sam Fisher Visualizza Messaggio
                            Cristo sia lodato se tagliano i finanziamenti all'editoria.
                            Mi sa che bisognerebbe ringraziare qualcuno più in basso, mooolto più basso....

                            Vedrai che comunque ci sarà qualcuno che avrà da dire anche su questo, vedrai.........
                            Solidarietà ...

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                            • gabriele81
                              eh eh son manzo
                              • Jul 2006
                              • 10168
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                              • roma
                              • Send PM

                              Ritorno su Liberazione dopo diversi mesi. Non che mancassero articoli pregni di mediocrità intellettuale e coerenza logica, semplicemente avevo altro da fare.
                              Ieri ho letto un articolo dove si tracciava il parallelo Roosvelt-Obama, due grandi presidenti democratici, dimenticando qualcosina qua e là.
                              Oggi ho notato con piacere il primo spazio dedicato allo stupro della caffarella, naturalmente al solo fine di screditare le indagini e la polizia in seguito all'esito negativo della prova del DNA. Prima invece i due ragazzini seviziati non meritavano una parola. D'altronde gli immigrati vanno sempre difesi, anche quando bisogna giocare con le statistiche, ricordando ad esempio che il 60% degli stupri è commesso da italiani, ma omettendo che il 2% della popolazione (rumeni e marocchini) commette l'80% degli stupri di strada.E poi il solito articolo:

                              "Beatrice Macchia
                              Bergamo
                              «La professionalità degli agenti ha evitato il peggio». Un piede sulla testa di un ragazzo sdraiato per terra. Un altro giovanissimo da solo in mezzo ai celerini (lui a volto scoperto, loro con caschi e fazzoletti) che cerca di far smettere le botte sul suo amico, insultato, spinto, qualche calcio e pugno, bestemmie... Forse il prefetto di Bergamo la chiama professionalità, ma le immagini su YouReporter.it riprese da molti media parlano chiaro. Una squadraccia di un paio di centinaia di uomini con bastoni, caschi, inni fascisti, saluti romani, bandiere celtiche è stata scortata e protetta dalla polizia. Una contromanifestazione di un migliaio di persone a volto scoperto e mani nude che viene allontanata, spinta via e dopo il lancio di alcune bottiglie (cosa fastidiosa, ma mica "guerriglia") viene manganellata e inseguita con un finale di quelli che non si vedono spesso: 57 fermi e 2 arresti (confermati ieri con scarcerazione e obbligo di firma).
                              Così l'apertura di una sede di Forza Nuova a Bergamo (ma non erano vietate le associazioni fasciste?) è diventata l'ennesima occasione per scoprire lo strano modo di intendere l'agibilità democratica da parte del ministero retto da Roberto Maroni: protezione agli squadristi, botte a centro sociali, giovani comunisti e chiunque "puzzi" di alternativo. Con tanto di polemiche rovesciate del centrodestra bergamasco a chiedere conto a sindaco e coalizione di centrosinistra di una manifestazione "non autorizzata", quella degli antifascisti. E il prefetto a difendere "i suoi": «Reazione giusta e misurata» dice, ma quel poliziotto in borghese e passamontagna che si accanisce su manifestanti a mani alzate in via Quarenghi, signor prefetto, chi è? Il mondo va al contrario. Qualcuno lo deve dire.
                              In un'affollatissima conferenza stampa presso la sala di Rifondazione in Comune, i centri sociali hanno chiesto la destituzione del Questore e hanno mostrato i video del "black block" in passamontagna e manganello d'ordinanza oltre alle controdenunce di manifestanti arrestati mentre andavano a casa o malmenati per nulla. E hanno ricostruito la storia delle presunte autorizzazioni e manifestare insieme a Maurizio Morgano, consigliere comunale del Prc: «Da dieci anni tengo i rapporti con la polizia per manifestazioni e presidi e anche questa volta con il consigliere Armanni abbiamo concordato col questore che avremmo evitato qualsiasi contromanifestazione se fosse stato vietato il corteo fascista..». Ma il Questore dice che non c'è nessun corteo di Forza Nuova non c'era. Era previsto «un trasferimento» per lasciare andare in gruppo i fascisti alla loro sede. E così gli antifascisti organizzano solo un presidio. Solo che un corteo è prendersi la strada con megafoni e bandiere mentre un trasferimento cos'è? «Di certo non una sfilata paramilitare di un'ora e mezza con mazze e caschi per attestarsi in piazza con cori fascisti - commenta Morgano - le spiegazioni adesso le vogliamo noi. Vogliamo sapere perché è stata garantita una manifestazione non autorizzata inneggiante al fascismo. Vogliamo sapere perché è stato permesso tutto ciò». Intanto la Questura fa sapere che il materiale video da loro girato sarà analizzato per intero. Il che vuol dire che rischiano qualcosa anche i fascisti in corteo se venissero ravvisati gli estremi della Legge Mancino. Dopo averli usati. Ne gettano qualcuno. Come è sempre stato. «Quanto successo a Bergamo è di inaudita gravità», commenta Ezio Locatelli segretario provinciale di Rifondazione «le forze dell'ordine a manifestazione conclusa hanno pensato bene di procedere in maniera indiscriminata e ingiustificata a cariche, fermi e maltrattamenti nei confronti di persone che poi sono risultate estranee a qualsiasi addebito». Un chiarimento a ministero e prefetto è stato chiesto anche dal segretario nazionale Paolo Ferrero."

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                              • gabriele81
                                eh eh son manzo
                                • Jul 2006
                                • 10168
                                • 861
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                                • roma
                                • Send PM

                                Bah...



                                Graziarosa Villani
                                Abolire l'ergastolo perché anticostituzionale. La suprema carta mette al centro la persona e la sua dignità umana. Da mesi ergastolani, parenti, amici e volontari sono in sciopero della fame. A staffetta. Si digiuna a turno per un giorno. E ieri è stata la volta di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista. Anche lui ha aderito alla campagna "Mai dire mai" promossa dall'associazione Liberarsi. Quell'avverbio nella dicitura "fine pena: mai" segna la morte progressiva di tanti uomini e donne. Una situazione da sepolti vivi, che uccide le aspettative condannando le persone ad una morte lenta. E per Ferrero l'occasione per aderire alla campagna per l'abolizione dell'ergastolo è stata la visita al carcere romano di Rebibbia.
                                «Stiamo scioperando - ha detto il segretario del Prc all'uscita del carcere - per attirare l'attenzione su un problema che sembra non interessi nessuno. La questione che vogliamo sollevare - ha aggiunto - è che se il carcere deve servire a reinserire le persone nella società, se davvero ha una funzione di rieducazione, la condizione dell'ergastolo è assurda. Si tratta di una pena che è sostanzialmente indifferente al processo di mutamento delle persone che vivono in detenzione». E le alternative sono molto più efficaci anche dal punto di vista sociale. «Al posto dell'ergastolo - sottolinea Ferrero - ci sono le misure alternative. La loro efficacia è dimostrata dal fatto che 8 detenuti su 10 una volta in libertà tornano a delinquere, mentre chi usufruisce di misure alternative torna a delinquere 2 volte su 10».
                                L'abolizione dell'ergastolo se in Italia è un tabù in altri Stati europei è ormai la norma. «Molti Paesi lo hanno abolito, Portogallo, Spagna, Norvegia, Polonia» commenta Giovanni Russo Spena, responsabile del dipartimento Giustizia del Prc che ha accompagnato Ferrero nella visita a Rebibbia e anche lui in sciopero della fame. E in tal senso la campagna "Mai dire mai" guarda all'Europa, alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. "Il ricorso è stato presentato da 739 detenuti - spiega Russo Spena - e ha molte probabilità che venga accolto. Sulla questione anche Giusto Catania ha presentato una mozione all'europarlamento
                                «Una pena che lascia all'individuo, come unica prospettiva, una lunga e pesante attesa della morte non rieduca, è contraria a qualsiasi senso di umanità; si riduce alla banalità di una vendetta, utile solo per appagare le fobie di quanti attingono alle stesse pulsioni cui attinge il delitto».
                                Si legge nel ricorso. «Alle condizioni attuali gli ergastolani italiani - scrivono ancora i detenuti - sentono pesare su di loro un passato che non passa mai e sono costretti a inseguire, schiavi della pena, una morte che tarda ad arrivare».
                                «Il comitato dei detenuti - ha detto Russo Spena - intende promuovere un passaggio anche davanti al capo dello Stato, un'azione ch ci vede ovviamente favorevoli»
                                E la situazione delle carceri italiane. aggrava le condizioni di tanti ergastolani. La visita a Rebibbia ha fatto emergere indicatori molto preoccupanti specie in vista dei prossimi mesi. Se Rebibbia in qualche modo il sovraffollamento non è alle stelle le notizie che giungono dalle altre carceri, Poggio Reale in primis, parlano di gravissimi disagi. «Siamo ai numeri prima dell'indulto» commenta Ferrero che ammonisce «se non si comincia subito a ragionare il rischio che ci sia un'estate devastante, che ad agosto la situazione scoppi». E a Rebibbia anche le guardie carcerarie hanno qualcosa da dire. A Ferrero e Russo Spena hanno riferito che sono sotto organico. Tra le ragioni il trasferimento di circa un terzo dell'unità ad altri incarichi. Nei ministeri, ma anche nei parchi a fare attività di pattuglia in sella ai cavalli. Grave anche la situazione sanitaria con una recrudescenza di casi di Aids.

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