Liberazione

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  • BESTIOLINA
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    • VILLAGGIO PINGUINO
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    Originariamente Scritto da motorhead Visualizza Messaggio
    non pensi che questo metodo sia RIDICOLO?
    e difatti ben si confaa ad un paese ridicolo come l'italia

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    • ma_75
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      • Sep 2006
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      Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio

      L'orgoglio lesbico, gay e trans non è né un sentimento egoista, né un pretesto di esibizionismo: è al contrario un sentimento generoso,

      Cosa vi è, infatti, di più genoso di chi offre il proprio ano, a cifre modiche o finanche gratuitamente urbi et orbi?
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • raspa
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        • on a solitary beach against the sea "le grand hotel Sea-Gull Magique" mentre lontano un minatore bruno tornava.
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        Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
        A Roma e Milano
        indigeribili

        e irriducibili
        Francesco Paolo Del Re


        L'orgoglio lesbico, gay e trans non è né un sentimento egoista, né un pretesto di esibizionismo: è al contrario un sentimento generoso, che si accorda con il significato autentico di democrazia e con il senso più condiviso della civile convivenza e del rispetto reciproco. Dietro ogni polemica nei confronti del Pride c'è un vizio di fondo, ovvero l'ottusità di chi si crede normale in quanto soggetto di potere e di diritto, di chi, non vivendo sulla propria pelle il disagio, il pregiudizio e la discriminazione, pensa che tutta la società sia pacificata, satolla e felice di una media felicità.
        Chi è orgoglioso, chi è curioso, chi è solidale, chi è discriminato, chi è testardo, chi è incazzato, chi ha voglia di fare festa, chi rivendica un'alterità, chi crede nella libertà e nell'uguaglianza di tutti oggi vive un giorno speciale. E lo vive in piazza, a Roma e Milano, e lo vivrà il 14 a Biella, il 28 giugno a Bologna e il 5 luglio a Catania, città dove si celebra la parata organizzata dal movimento lgbtq in ricordo degli sconti tra polizia e transessuali, travestiti e omosessuali allo Stonewall Inn di New York nel 1969.
        È importante scendere in piazza e portare con noi le mamme, gli amici, i parenti, la vicina e il giornalaio. È importante oggi più che mai perché l'Italia che viviamo non ci piace, sembra diventata di colpo inospitale non solo per le persone omosessuali e trans, ma anche per le donne che vogliono essere libere di abortire, per le coppie che vogliono diritti per tutelare la loro unione al di fuori del matrimonio e a prescindere da orientamenti sessuali e identità di genere, per gli immigrati, per rom, sinti, ebrei, precari, per chi crede nella non-violenza e tante altre persone che vivono gomito a gomito con noi ma che non sempre guardiamo con occhio amichevole.
        È importante essere al Pride perché il Pride fa evidentemente paura. Dà fastidio al Vaticano, crea imbarazzo nel sindaco di Roma Alemanno, è indigesto alla poco pari e poco opportuna ministra Mara Carfagna, fa storcere il naso con un segno di croce all'onorevole Paola Binetti del Pd ed è una manifestazione scomoda per molti, troppi. Il Pride fa paura a chi vuole che i cittadini italiani vivano la loro vita all'insegna della paura. Ma per noi che crediamo che la diversità sia un valore e lo affermiamo con testardaggine, la paura non è una gabbia abbastanza resistente in cui essere rinchiusi. Non vogliamo aver paura e non vogliamo essere sobri, né al Pride, né nella quotidianità delle nostre vite.
        Il Pride è irriducibile ad ogni appello alla sobrietà. È indigeribile per chi ha paura del sesso, per chi vorrebbe mettere dei bavagli alle spinte di autodeterminazione dei corpi e dei desideri, per chi guarda con odio e pregiudizio alle diversità. Noi gay, lesbiche e trans facciamo paura perché non abbiamo paura, perché ci appropriamo della città, perché sfiliamo orgogliosi, alla luce del sole. Facciamo paura per i nostri colori, perché scendiamo in piazza testardamente, perché non abbiamo timore di amare e godere, di ridere e mostrarci nella nostra molteplice peculiarità.
        I politici genuflessi e i teocrati in delirio di onnipotenza fanno bene, invece, ad avere paura del Pride, perché noi che riempiamo la piazza di rainbow siamo orgogliosi delle nostre diversità, siamo felici di essere vivi e non abbiamo nessuna intenzione di abbassare la testa e rinunciare ai diritti che ci spettano in quanto persone, a prescindere dagli orientamenti sessuali e dalle identità di genere.
        La visibilità di trans, lesbiche e gay dà fastidio. Tanto che il RomaPride si è dovuto piegare a un'assurda e illogica prepotenza senza autori dichiarati e modificare a soli due giorni dalla parata la piazza dell'arrivo del corteo. Non piazza di Porta San Giovanni, per una pretestuosa sovrapposizione con un concerto all'interno della basilica, ma piazza Navona. Irremovibile, su questo punto, la Questura a fronte dei tentativi di mediazione del Coordinamento RomaPride, che ha proposto ragionevolmente di anticipare la conclusione della manifestazione e posticipare l'inizio del concerto.
        Ci sono ben chiare le ragioni di tale pericolosa ottusità, nonostante nessuno, né le autorità ecclesiastiche, né il comune e né il governo si siano presi responsabilità. Il mancato accomodamento su un problema tecnico è evidentemente un problema politico. Ma il Pride si fa, seppure con il percorso modificato. E si fa nella piena legalità e nel rispetto delle regole. Se no non sarebbe Pride, ovvero una manifestazione pacifica, gioiosa, creativa, ironica, divertente e allo stesso tempo testarda, orgogliosa, profondamente politica e densa di contenuti, rivendicazioni, denunce, passione. Non c'è spazio per la sobrietà, perché il Pride ha la sua forza nella polifonia, nell'irriducibile e spiazzante possibilità di liberare desideri e risignificare norme, divieti, censure. Chi ci vuole sobri dovrebbe marciare con noi.
        Chi ha paura di noi? Di chi è la città? Oggi più che mai la città è nostra, un'appropriazione simbolica che è una sorta di prova generale per la società che vorremmo e che, seppure con passi da lumaca, verrà. Dobbiamo essere numerosissimi in piazza. È l'unica risposta per l'offesa arrecata alla comunità lesbica, gay e trans con il divieto di raggiungere la piazza che inizialmente la Questura ci aveva concesso. È importante partecipare al Pride per affermare che non vogliamo che si ripeta che qualcuno che voglia fare un concerto all'interno di una basilica abbia il potere di fermare una manifestazione di piazza. Per dire no a questo utilizzo improprio, irragionevole, irresponsabile e irrispettoso del potere. Per dire no a chi ci vuole sobri, muti e in gabbia.
        ma se lo legge uno scrittore di testi comici questo è già bell'è fatto!!

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        • BESTIOLINA
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          • Nov 2004
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          • VILLAGGIO PINGUINO
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          Originariamente Scritto da raspa Visualizza Messaggio
          ma se lo legge uno scrittore di testi comici questo è già bell'è fatto!!
          certo che non brillano proprio per acume questi
          se c'e una cosa che veramente aiuta i detrattori dei vari movimenti gay e proprio quel ridicolo circo umano del gay pride

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          • raspa
            Bodyweb Advanced
            • May 2007
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            • on a solitary beach against the sea "le grand hotel Sea-Gull Magique" mentre lontano un minatore bruno tornava.
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            Originariamente Scritto da BESTIOLINA Visualizza Messaggio
            certo che non brillano proprio per acume questi
            se c'e una cosa che veramente aiuta i detrattori dei vari movimenti gay e proprio quel ridicolo circo umano del gay pride
            scommetterei una cifretta modica che dietro Librazione c'è silvione

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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              ...E dopo aver letto quanto sopra non riesco ad immaginare cosa scriveranno domani dopo questo:

              «Siete gay»: due ragazzi pestati a sangue È successo su un treno della Circumvesuviana della linea Napoli-Sorrento:«Incredibile indifferenza dei presenti»


              NAPOLI - Nel giorno del Gay Pride, con la doppia manifestazione a Roma e Milano, c'è l'ennesimo episodio di intolleranza contro persone omosessuali. Due ragazzi sono stati pestati a sangue su un treno della Circumvesuviana della linea Napoli-Sorrento, all'altezza di Portici, dopo essere stati additati come gay. I due, di 24 e 27 anni, hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari per le botte subite e uno rischia il distacco della retina.

              INDIFFERENZA - Prima le invettive, poi calci e pugni sferrati in pieno volto con inaudita violenza. Ad agire sarebbe stato un gruppo di dieci ragazzi che alla stazione della Circumvesuviana di San Giovanni a Teduccio si è dileguato rapidamente. Le due vittime, che hanno presentato una denuncia, accusano anche un'incredibile mancanza di solidarietà da parte degli altri passeggeri. Tanta indifferenza in un vagone, stando alla denuncia delle vittime, affollato da numerose persone. Risalire agli aggressori non dovrebbe essere particolarmente difficile considerato che le stazioni della Circumvesuviana sono dotate di impianto di videosorveglianza a circuito chiuso.


              Forse potrà rabbonirli il fatto che il deprecabile episodio sia accaduto in un treno e non nei famosi autobus dove sembra si concentrino i controlli delle squadracce di regime...
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • BESTIOLINA
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                ...E dopo aver letto quanto sopra non riesco ad immaginare cosa scriveranno domani dopo questo:

                «Siete gay»: due ragazzi pestati a sangue È successo su un treno della Circumvesuviana della linea Napoli-Sorrento:«Incredibile indifferenza dei presenti»


                NAPOLI - Nel giorno del Gay Pride, con la doppia manifestazione a Roma e Milano, c'è l'ennesimo episodio di intolleranza contro persone omosessuali. Due ragazzi sono stati pestati a sangue su un treno della Circumvesuviana della linea Napoli-Sorrento, all'altezza di Portici, dopo essere stati additati come gay. I due, di 24 e 27 anni, hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari per le botte subite e uno rischia il distacco della retina.

                INDIFFERENZA - Prima le invettive, poi calci e pugni sferrati in pieno volto con inaudita violenza. Ad agire sarebbe stato un gruppo di dieci ragazzi che alla stazione della Circumvesuviana di San Giovanni a Teduccio si è dileguato rapidamente. Le due vittime, che hanno presentato una denuncia, accusano anche un'incredibile mancanza di solidarietà da parte degli altri passeggeri. Tanta indifferenza in un vagone, stando alla denuncia delle vittime, affollato da numerose persone. Risalire agli aggressori non dovrebbe essere particolarmente difficile considerato che le stazioni della Circumvesuviana sono dotate di impianto di videosorveglianza a circuito chiuso.


                Forse potrà rabbonirli il fatto che il deprecabile episodio sia accaduto in un treno e non nei famosi autobus dove sembra si concentrino i controlli delle squadracce di regime...

                magari se le squadraccie erano sul treno per i medesimi controlli del bus le botte i 2 poveri giovini non le beccavano


                ps mi domandavo
                certo che se risultasse che i picchiatori in questione sono extracomunitari sarebbe proprio divertente vedere un po la sinistra che combinerebbe

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                • raspa
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                  questi di Liberazione fanno come le Brigate Rosse che in fondo in fondo erano nere

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                  • Sean
                    Csar
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                    Originariamente Scritto da BESTIOLINA Visualizza Messaggio
                    magari se le squadraccie erano sul treno per i medesimi controlli del bus le botte i 2 poveri giovini non le beccavano


                    ps mi domandavo
                    certo che se risultasse che i picchiatori in questione sono extracomunitari sarebbe proprio divertente vedere un po la sinistra che combinerebbe
                    Mi sa che hai centrato il punto Bestiolina
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • raspa
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                      vorrei farvi riflettere sul fatto che dopo qualche timido tentativo questi articoli sono diventati veramente indifendibili..

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                      • motorhead
                        Inattivo
                        • Dec 2005
                        • 5988
                        • 562
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                        Originariamente Scritto da raspa Visualizza Messaggio
                        vorrei farvi riflettere sul fatto che dopo qualche timido tentativo questi articoli sono diventati veramente indifendibili..
                        se per caso ti riferisci a me ti faccio notare come la mia osservazione era inerente il metodo di individuazione dei clandestini e non sul contenuto dell'articolo.
                        Last edited by motorhead; 07-06-2008, 22:24:26.

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                        • ma_75
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                          Per par condicio ho deciso di aprire un 3d in cui pubblicare articoli tratti da Il giornale, quotidiano che quanto a grandi firme non teme confronti
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                          • motorhead
                            Inattivo
                            • Dec 2005
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                            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                            Per par condicio ho deciso di aprire un 3d in cui pubblicare articoli tratti da Il giornale, quotidiano che quanto a grandi firme non teme confronti
                            allora più che da ridere ci sarà da piangere

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                            • gabriele81
                              eh eh son manzo
                              • Jul 2006
                              • 10168
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                              Oggi al Colosseo
                              sfilano i Rom
                              Andiamoci tutti
                              Laura Eduati

                              Schedature compiute dalla polizia in piena notte, molotov lanciate sul campo rom di Ponticelli, pacchetto sicurezza del governo, sgomberi immotivati come quello avvenuto all'ex Campo Boario. E, in generale, un senso comune, una vulgata sostenuta da politici e media che dipingono gli "zingari" come sostanzialmente delinquenti, inadatti alla convivenza civile e, come di recente ha sottolineato il ministro Calderoli, «non propensi a lavorare».
                              Contro quello che chiamano genocidio culturale manifesteranno oggi per la prima volta rom e sinti, giunti a Roma da ogni parte d'Italia e d'Europa nel corteo lanciato dal musicista e docente universitario Alexian Santino Spinelli, rom di origine abruzzese della European Roma Travellers Forum, al quale hanno aderito personalità di spicco come Alberto Asor Rosa (da 30 anni ordinario di letteratura italiana alla Sapienza, infilato dal PCI e mai uscito) , Dario Fo (ex-fascista, noto guitto da strapazzo, il cui nobel alla letteratura è stato uno dei più gravi affronti alla storia dell'uomo) , l'europarlamentare rom Viktòria Mohàcsi che denunciò nelle scorse settimane le terribili condizioni dei campi nomadi italiani, il presidente della Romani Union Stanislav Stankiewicz, e poi Paolo Ferrero, Marco Pannella, giornalisti come Gian Antonio Stella e studiosi come Marco Revelli, Arci, Everyone, Capodarco, i partigiani dell'Anpi.

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                              • gabriele81
                                eh eh son manzo
                                • Jul 2006
                                • 10168
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                                Il nostro è stato un atto simbolico di occupazione del Vaticano»



                                «Il nostro è stato un atto simbolico di occupazione del Vaticano». E ieri una decina di partecipanti del comitato Facciamo Breccia ha tentato il blitz. Un blitz durato pochi minuti in piazza San Pietro perché subito bloccato dall'intervento delle forze dell'ordine. «E' stata una cosa assurda - riferiscono le partecipanti - anche perché la polizia ha fermato tutti». E dire che sono stati bloccati anche i giornalisti, i fotografi, persino un collaboratore di Liberazione , nonché i turisti ignari malcapitati sul posto. «A chiunque avesse fatto foto sono state fatte cancellare - denuncia il comitato - Siamo di fronte alla fine dello stato di diritto, come dimostrano le azioni di questo governo e le violenze di strada contro tutti i soggetti diversi». (questa è spartana follia) E dire che il tutto è stato deciso dopo la mancata autorizzazione di piazza San Giovanni come location conclusiva del Pride. I motivi addotti, come ricordano le esponenti del comitato che hanno tentato con un'azione simbolica di ricordare l'accaduto, «erano e restano risibili». Spiegazioni assurde date al comitato promotore del Pride: l'autorizzazione non è stata concessa con la scusa di un concerto che si teneva - si badi bene - dentro le mura della Lateranense. «Dopo un Pride festoso e autodeterminato, Facciamo Breccia - dicono dal comitato - denuncia il tentativo di repressione e la sottrazione degli spazi di agibilità politica legata alla negazione di piazza San Giovanni come piazza finale del pride di Roma. I movimenti lesbici, femministi gay e trans non si arrestano, e dopo l'occupazione di tutti gli spazi politici da parte delle destre clerico-fasciste, Facciamo Breccia ha simbolicamente occupato il territorio vaticano e Piazza san Pietro. L'occupazione è avvenuta con le bandiere No Vat e con i corpi dei soggetti che vengono ogni giorno simbolicamente e ideologicamente costruiti come "diversi" dai mass media e dalla politica istituzionale di ogni colore. Rivendichiamo quest'azione come atto di liberazione nell'ambito del Pride Roma contro la deriva oscurantista e securitaria che si è attivata anche, ma non solo, contro i soggetti lesbici, gay e trans». Nel frattempo a San Giovanni, in una piazza deserta, un altro sit in promosso dai radicali, esponenti di Rifondazione come Saverio Aversa ed Elettra Deiana, gente comune è tornato a ribadire quanto sia stato incauto e incomprensibile non concedere una piazza pubblica ad un evento come il Pride. «La piazza ieri - racconta Aversa - era deserta. Nessun pullman, neppure quello dei partecipanti al concerto che si teneva all'interno della Lateranense. Denunciamo - conclude - questo tentativo oscurantista di vietare una manifestazione in difesa di valori civili».

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