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Forse la generosità si riferiva alle dimensioni del membro
mebro che a sua volta sarà dotato di generosi dosi di immonda putredine dovuta alla loro idrofobia.
Originariamente Scritto da epico
Zajka te la sei tirata troppo...mi sarebbe piaciuto scoparti ma a me non interessa piu' interagire con te..una volta che ce l'hai dentro stai sicura che non mi chiedi di tirarlo fuori
Sa, a me piacciono gli uomini neri, li trovo molto più erotici dei bianchi slavati...».
ladruncoli di soldi ma generosi nella poesia dei loro corpi
Ma il machismo non è un'anticamera del fascismo e del razzismo? E non è che spesso tanti compagni appagati dal fatto di difendere i "valori della classe operaia" non si sono resi conto che nel loro sguardo maschio sul mondo ci sono i germi di quel fascismo e razzismo?
La "lotta per la classe operaia" non è qualche volta una scusa ideologicamente rassicurante per non voler vedersi dentro nella propria maschia chiusura? diceva Pasolini, il poeta omosessuale
gli pseudo giornaletti di destra sottointendono (neanche tanto sotto) che la sinistra sia gay
L'altro giorno a Milano in un supermercato sento una ragazza rom che grida a squarciagola: «Non sono una straniera, non sono una straniera, sono pugliese, sono pugliese, mia mamma è pugliese, quello mi ha dato della straniera ma io sono pugliese».
Camminando per le strade di questa città bianca e nera vedo che solo gli stranieri puliscono le strade, fanno i portinai, lavano le scale.... Visioni di un Sudafrica che pensavo dimenticato. «Sono vent'anni che lavoro in questo paese» mi dice la donna africana che pulisce le camere dell'albergo, «ma ora quando vado in un negozio a comprare faccio il più in fretta possibile, perché sento gli occhi che mi guardano pesanti. E perciò ho detto ai miei figli: Basta, ora ce ne andiamo via. Cosa ci ha dato questo paese? Niente. Solo ci ha tolto vent'anni di una possibile altra vita».
«Può andare in quella piscina», mi dice un giovanotto. «È pulita. E soprattutto non ci sono extracomunitari».
Il suo pallido volto, smorto nonostante la lampada, si sbianca ancor di più quando gli rispondo: «E se a me piacessero gli extracomunitari? Sa, a me piacciono gli uomini neri, li trovo molto più erotici dei bianchi slavati...». Ricordo quando facevo uno spettacolo a Venezia alla Biennale con gli zingari, a volte ladruncoli di soldi ma generosi nella poesia dei loro corpi e della loro voce. Ma noi paese con sempre meno poesia vediamo ora gli zingari ladri, brutti, nemici da allontanare.
Li tolleriamo se sono buoni, se lavorano, se sono docili e servili. Così li facciamo cadere dai ponteggi. Chiedendo poi ai loro familiari di rimanere in silenzio. Altrimenti li rimandiamo al loro paese a calci in culo, per usare i termini poetici delle Camicie Verdi che tanto piacciono agli italiani. I nostri, gli italiani, possono essere anche delle teste di *****, ma voi stranieri no, vi vogliamo solo buoni e al nostro servizio.
Certi esponenti della sinistra hanno detto frasi come: «Ma se parliamo sempre di rom e mettiamo un leader omosessuale a dirigere il partito cosa dirà la classe operaia?». Ma il machismo non è un'anticamera del fascismo e del razzismo? E non è che spesso tanti compagni appagati dal fatto di difendere i "valori della classe operaia" non si sono resi conto che nel loro sguardo maschio sul mondo ci sono i germi di quel fascismo e razzismo?
La "lotta per la classe operaia" non è qualche volta una scusa ideologicamente rassicurante per non voler vedersi dentro nella propria maschia chiusura? Ora la classe operaia sono loro: clandestini, rom, zingari, gli ultimi della terra.
La libertà si costruisce sugli stracci sporchi, sulle nudità scheletrite, sulle madri zingare, diceva Pasolini, il poeta omosessuale: e forse per questo anche da tanti comunisti, nel profondo, disprezzato.
Molto bello il crescendo finale, che giunge dopo una serie di episodi inventati e il solito collegamento fra razzismo e fascismo. "Visioni di un sudafrica che pensavo dimenticato", "la libertà si costruisce sugli stracci sporchi", e ancora una volta il richiamo a Pasolini, visto che di uomosessualità non aveva ancora parlato, a meno di non voler leggere in quel "zingari generosi nella poesia dei loro corpi" un richiamo orrendo.
Mah, insomma questo Pippo Delbono sembra sia regista e drammaturgo, uno che dopo il liceo se ne andò in Danimarca assieme ad un attore argentino ad unirsi non in matrimonio ma ad una scuola d'arte.
I riferimenti a Pasolini sono voluti in quanto pare avere un debito di riconoscenza e/o emulazione verso il ben più famoso e dotato scrittore.
Mette in scena da una vita reietti di ogni sorta, lui la chiama "poetica border-line" ed infatti l'articolo sopra spiega bene quale poesia il nostro veda nei bisognosi extracomunitari.
Strana la vita: poteva uscire un nuovo Pasolini e ci ritroviamo con uno che al massimo batte le vie di Termini o Monte Caprino in cerca d'ispirazione.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Mah, insomma questo Pippo Delbono sembra sia regista e drammaturgo, uno che dopo il liceo se ne andò in Danimarca assieme ad un attore argentino ad unirsi non in matrimonio ma ad una scuola d'arte.
I riferimenti a Pasolini sono voluti in quanto pare avere un debito di riconoscenza e/o emulazione verso il ben più famoso e dotato scrittore.
Mette in scena da una vita reietti di ogni sorta, lui la chiama "poetica border-line" ed infatti l'articolo sopra spiega bene quale poesia il nostro veda nei bisognosi extracomunitari.
Strana la vita: poteva uscire un nuovo Pasolini e ci ritroviamo con uno che al massimo batte le vie di Termini o Monte Caprino in cerca d'ispirazione.
Ma cosa pensasse Pasolini di questi sedicenti intelletuali, poi, è cosa nota
Questi minus habens ogni tanto si ricordano di tirarlo per la giacchetta, quando invece ai bei tempi e con sovietica puntualità lo fecero fuori dal partito, facendogli terra bruciata attorno.
Ritengo sia stata la sua fortuna, gli ha evitato proprio quell'incasellamento che come sottolinei tanto disprezzava, mentre a tutti costoro non resta che adeguarsi ad una mediocrità che scambiano per vita.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
La catabasi verso l'inenarrabile si sta compiendo piano piano, con articoli mirati di livello qualitativo sempre più scadente. Ecco qui uno dei pezzi di prima pagina. Ancora una volta, il richiamo al nazismo squilla forte come la malafede di chi scrive.
«I vigili hanno fatto scendere dal bus i bambini romeni. Mi son venuti i brividi...»
Marcello Cantoni
Cara Liberazione,
oggi a Roma ho assistito con i miei occhi ad un esempio del nuovo corso legalitario nazionale e capitolino.
Ero alla fermata Atac di piazza delle cinque lune, davanti a Piazza Navona. Passa l'autobus numero trenta, si ferma e apre le porte, due vigili si avvicinano e guardano all'interno del veicolo. Poi intimano all'autista di non ripartire e salgono sul mezzo, si dirigono verso una famiglia rumena e la fanno scendere.
Una volta a terra scatta la prassi. Documenti, chi è questa ragazza, di chi è il bambino e via dicendo. La storia finisce bene, la famiglia è in regola. Io guardavo la scena e con me una ragazza poco lontana. Eravamo abbastanza schifati. I due vigili devono aver sentito il nostro sguardo. Non hanno usato toni pesanti con la famiglia, e sembrava quasi si sentissero in imbarazzo e si chiedessero il senso di quella loro azione.
Resta il fatto che, gentili o meno, il nuovo corso è sbarcato nella Capitale. I vigili devono obbedire ad Alemanno e ai suoi furori, e allora via sugli autobus a cercare i "pericolosi".
Non so come finirà, so che assistere a quella scena mi ha fatto venire un brivido alla schiena.
Io ho trent'anni e per mia fortuna non ho vissuto il periodo delle deportazioni, ma qualcosa del genere - differente nella follia e nel numero, ma simile nell'idea di fondo - deve essere accaduto. Quando si arriva a far scendere una famiglia con bambini piccoli da un mezzo pubblico, solo perchè appartiene ad un etnia, mi chiedo: quanto manca al disastro?
1 hanno usato violenza su queste persone?
2 è illecito controllare se una persona NON italiana è regolarizzata in ITALIA?
3 se il rumeno di turno che potrebbe stuprarti un giorno di questi (ovviamente la cosa non la auguro a nessuno sia chiaro) fosse fermato GRAZIE ad un controllo del genere, che diresti di alemmanno?
4 bambini sempre a metterli in mezzo, io capisco che i bambini sono le prime vittime, ma è anche nel loro/nostro interesse fare certri controlli, per evitare che diventino proprio i delinquenti di domani (e non dico fra 10 anni ma moooolto meno)
Originariamente Scritto da epico
Zajka te la sei tirata troppo...mi sarebbe piaciuto scoparti ma a me non interessa piu' interagire con te..una volta che ce l'hai dentro stai sicura che non mi chiedi di tirarlo fuori
Io ho trent'anni e per mia fortuna non ho vissuto il periodo delle deportazioni, ma qualcosa del genere - differente nella follia e nel numero, ma simile nell'idea di fondo - deve essere accaduto.
Quando si arriva a far scendere una famiglia con bambini piccoli da un mezzo pubblico, solo perchè appartiene ad un etnia, mi chiedo: quanto manca al disastro?
Ecco i danni dell'alfabetizzazione di massa
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
A questo punto manderò una lettera a Liberazione con questo contenuto:
"Cara dolce Liberazione,
Secondo i calcoli effettuati da stimati ricercatori, al Comune di Roma vengono a mancare ogni anno una trentina di milioni di euro a causa del mancato pagamento, da parte di coloro che fanno generosa esposizione dei loro corpi poetici (c.d. rom), delle tasse e dei biglietti per usufruire dei pubblici servizi (ogni giorno 15.000 rom si spostano senza pagare il biglietto). Eppure vado oltre la freddezza del dato numerico e dico che i valori delle classi disagiate devono impedire a questo stato tiranno e fascista di esigere qualsiasi gabella. Pensate che l'altro giorno un brivido freddo, una goccia gelata ha percorso la mia spina dorsale. Ero sull'autobus a magnare purchetta, quando all'improvviso questi gendarmi nazisti e omofobi hanno preso d'assalto l'autobus con la loro arroganza, chiedendo a una zingara madre e a un piccolo bambino rom col suo dolce sorriso il biglietto! Come si può! Non ricordo le esportazioni, ma so benissimo che sono morti 18 milioni di zingari e 46 di ebrei, e che tutto deve essere iniziato così. Fascismo,omofobia,lazielità,nazismo,mongocrazia, csenofobie,pornocrazia, ecco quello che gi aspetta, il tutto mendre che me magnavo la purchetta."
A questo punto manderò una lettera a Liberazione con questo contenuto:
"Cara dolce Liberazione,
Secondo i calcoli effettuati da stimati ricercatori, al Comune di Roma vengono a mancare ogni anno una trentina di milioni di euro a causa del mancato pagamento, da parte di coloro che fanno generosa esposizione dei loro corpi poetici (c.d. rom), delle tasse e dei biglietti per usufruire dei pubblici servizi (ogni giorno 15.000 rom si spostano senza pagare il biglietto). Eppure vado oltre la freddezza del dato numerico e dico che i valori delle classi disagiate devono impedire a questo stato tiranno e fascista di esigere qualsiasi gabella. Pensate che l'altro giorno un brivido freddo, una goccia gelata ha percorso la mia spina dorsale. Ero sull'autobus a magnare purchetta, quando all'improvviso questi gendarmi nazisti e omofobi hanno preso d'assalto l'autobus con la loro arroganza, chiedendo a una zingara madre e a un piccolo bambino rom col suo dolce sorriso il biglietto! Come si può! Non ricordo le esportazioni, ma so benissimo che sono morti 18 milioni di zingari e 46 di ebrei, e che tutto deve essere iniziato così. Fascismo,omofobia,lazielità,nazismo,mongocrazia, csenofobie,pornocrazia, ecco quello che gi aspetta, il tutto mendre che me magnavo la purchetta."
Se la mandi la firmo
Originariamente Scritto da epico
Zajka te la sei tirata troppo...mi sarebbe piaciuto scoparti ma a me non interessa piu' interagire con te..una volta che ce l'hai dentro stai sicura che non mi chiedi di tirarlo fuori
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