Liberazione

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  • In corpore sano
    Bodyweb Senior
    • Mar 2007
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Il 10% di francesi d'origine magrebina (dunque islamici) è una cifra spaventosa, una bomba etnica posta nel cuore della Francia.
    E' sicuramente un dato spaventoso (anche se gli islamici "effettivi" saranno sicuramente meno di quel 10%) e credo che gli episodi di intolleranza religiosa siano destinati ad aumentare; negli ultimi anni, in Francia, episodi come questo, alla cui base vi è odio religioso, accadono più o meno ogni mese.
    Alla fine c'è poco da stupirsi, tutto questo è il prodotto di una società multiraziale/culturale, in cui per il "politicamente corretto", si cerca di favorire l'inserimento di etnie e culture completamente estranee alla nostra.

    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Questo è semplicemente ciò che accade quando un malinteso senso di democrazia e laicità porta in verità a tranciare ogni radice o legame con la propria storia, che è poi la propria identità.


    Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
    Basta vedere la loro (senza identità) nazionale di calcio, che schiera in campo undici atleti delle colonie francesi. A breve tanto la Francia sarà colonia delle sue ex colonie.
    Ti consiglio di dare un occhio alla coreografia dei lituani esposta durante Lituania-Francia (qualificazioni per l'europeo).
    Pull me under Pull me under
    Pull me under I’m not afraid
    All that I feel is honor and spite
    All I can do is set it right

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
      • 120621
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      • In piedi tra le rovine
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      Originariamente Scritto da In corpore sano Visualizza Messaggio
      E' sicuramente un dato spaventoso (anche se gli islamici "effettivi" saranno sicuramente meno di quel 10%) e credo che gli episodi di intolleranza religiosa siano destinati ad aumentare; negli ultimi anni, in Francia, episodi come questo, alla cui base vi è odio religioso, accadono più o meno ogni mese.
      Alla fine c'è poco da stupirsi, tutto questo è il prodotto di una società multiraziale/culturale, in cui per il "politicamente corretto", si cerca di favorire l'inserimento di etnie e culture completamente estranee alla nostra.


      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • ma_75
        Super Moderator
        • Sep 2006
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        Torno serio per ricordare come la Francia abbia comunque avuto il coraggio laico di combattere (e vincere) la battaglia contro il velo nelle scuole. Una battaglia, questa, che temo non sarebbe così facile da impostare in Italia. In questa situazione ogni concessione finisce per essere intesa come debolezza e possibilità, al tavolo delle trattave, di giocare per una posta più alta.
        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
        ma_75@bodyweb.com

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
          Torno serio per ricordare come la Francia abbia comunque avuto il coraggio laico di combattere (e vincere) la battaglia contro il velo nelle scuole. Una battaglia, questa, che temo non sarebbe così facile da impostare in Italia. In questa situazione ogni concessione finisce per essere intesa come debolezza e possibilità, al tavolo delle trattave, di giocare per una posta più alta.
          E' vero Ma_, la cultura laica dello stato francese è certo più forte della nostra, eppure - paradossalmente - vedo questa forza (su di una prospettiva storica) come il baco che può far rovinare dall'interno tutta la struttura;
          La battaglia per la propria identità (cui gli islamici non rinunceranno mai) non è stata soffocata, ma ha semplicemente cambiato luogo, spostandosi dagli edifici dello stato, vietati ai simboli confessionali e d'appartenenza, alle periferie, ai quartieri, in breve sul territorio.
          Come ricordava anche In Corpore, c'è da chiedersi il perchè dei tanti scontri tra sponde d'appartenenza opposte (in massima parte scontri a sfondo religioso) che infiammano un Paese pure laico come la Francia:
          La risposta risiede nel fatto che non è sufficiente una carta costituzionale per mettersi al riparo da una "colonizzazione" interna portata avanti da chi fa solo all'apparenza buon viso a cattivo gioco, disposto a passare sopra a queste leggi "temporanee" che saranno abbattute a colpi di crescita demografica, legittima e democratica arma in mano a chi , per Legge Divina, democratico non è mai stato, non è e non sarà.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • ma_75
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            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            E' vero Ma_, la cultura laica dello stato francese è certo più forte della nostra, eppure - paradossalmente - vedo questa forza (su di una prospettiva storica) come il baco che può far rovinare dall'interno tutta la struttura;
            La battaglia per la propria identità (cui gli islamici non rinunceranno mai) non è stata soffocata, ma ha semplicemente cambiato luogo, spostandosi dagli edifici dello stato, vietati ai simboli confessionali e d'appartenenza, alle periferie, ai quartieri, in breve sul territorio.
            Come ricordava anche In Corpore, c'è da chiedersi il perchè dei tanti scontri tra sponde d'appartenenza opposte (in massima parte scontri a sfondo religioso) che infiammano un Paese pure laico come la Francia:
            La risposta risiede nel fatto che non è sufficiente una carta costituzionale per mettersi al riparo da una "colonizzazione" interna portata avanti da chi fa solo all'apparenza buon viso a cattivo gioco, disposto a passare sopra a queste leggi "temporanee" che saranno abbattute a colpi di crescita demografica, legittima e democratica arma in mano a chi , per Legge Divina, democratico non è mai stato, non è e non sarà.

            Bisogna evitare proprio questo, che una legge divenuta tale sulla piazza, divenga legge a tutti gli effetti anche per lo stato. Non vedo molti modi per opporvisi se non una strenua, radicale, puntuale, repressione. Lo stato deve avere il coraggio di manifestare la propria forza, non tollerando che si creino delle comunità, ad esempio su base etnica e religiosa, che pretendono di poter apllicare al loro interno leggi diverse e alternative rispetto alle leggi statali. Bisogna imperdire che si creino comunità di questo tipo piuttosto che dover poi lottare per disarticolarle. Anche la storia dei paesi arabi insegna che l'unico modo per respingere le istanze fondamentaliste è stata la repressione militare. Turchia, Egitto e Algeria sono paesi esemplari da questo punto di vista. Qui, invece, si pensa di poter risolvere la questione improvvisando tavole rotonde e commissioni bilaterali.
            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
            ma_75@bodyweb.com

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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              Bisogna evitare proprio questo, che una legge divenuta tale sulla piazza, divenga legge a tutti gli effetti anche per lo stato. Non vedo molti modi per opporvisi se non una strenua, radicale, puntuale, repressione. Lo stato deve avere il coraggio di manifestare la propria forza, non tollerando che si creino delle comunità, ad esempio su base etnica e religiosa, che pretendono di poter apllicare al loro interno leggi diverse e alternative rispetto alle leggi statali. Bisogna imperdire che si creino comunità di questo tipo piuttosto che dover poi lottare per disarticolarle. Anche la storia dei paesi arabi insegna che l'unico modo per respingere le istanze fondamentaliste è stata la repressione militare. Turchia, Egitto e Algeria sono paesi esemplari da questo punto di vista. Qui, invece, si pensa di poter risolvere la questione improvvisando tavole rotonde e commissioni bilaterali.
              Quoto.
              Bisogna smetterla di intendere la democrazia come sinonimo di permissivismo a manica larga;
              Lo Stato ha i mezzi per far sentire la propria forza che, come negli esempi da te citati, è l'unica via che questa gente rispetta.
              Da loro si definiscono "sottomessi", è ciò che in fondo vogliono.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
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              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • gabriele81
                eh eh son manzo
                • Jul 2006
                • 10168
                • 861
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                • roma
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                Bufera sulla schedatura dei bimbi rom
                Unicef e Garante privacy contro Maroni


                Prendere le impronte digitali ai piccoli rom? Per il
                ministro dell'Interno Roberto Maroni, autore della proposta che fa sobbalzare sulla sedia Unicef e Garante della privacy, «questa è la strada giusta per garantire i diritti ai minori».
                E dunque non si torna indietro.
                Non si torna indietro, spiega il responsabile del Viminale, in quanto bisogna permettere ai bambini rom di vivere «una vita normale» senza essere «obbligati all'accattonaggio». E difatti nel pacchetto sicurezza in esame al Parlamento esiste una norma che permetterà di togliere la patria potestà ai genitori che portano i figli per le strade a chiedere l'elemosina.
                Ma sono le impronte digitali a suscitare le preoccupazioni del Garante della privacy, secondo il quale sussistono nella proposta «delicati problemi di discriminazione che possono toccare la dignità delle persone e specialmente dei minori»; con questa motivazione il Garante ha chiesto informazioni ai prefetti di Roma, Napoli e Milano, che in qualità di commissari straordinari per le problematiche dei rom hanno dato il via nelle scorse settimane al censimento delle comunità "nomadi".
                «Stupore e grave preoccupazione» esprime l'Unicef attraverso il portavoce italiano Vincenzo Spadafora, che si augura si tratti di una provocazione del governo. Da tempo, annota Spadafora, le autorità italiane e l'opinione pubblica sono concentrare eccessivamente sui rom. E sono specialmente le comunità ebraiche italiane a puntare il dito contro una procedura che ricorda da vicino le leggi razziali. Lo dice esplicitamente Amos Luzzatto, ex presidente dell'Unione comunità israelitiche italiane, seguito da un appello agli ebrei italiani formulato dal conduttore Gad Lerner, che già in passato fu protagonista di proteste contro il Viminale minacciando l'allora ministro dell'Interno Pisanu di recarsi in questura a farsi prendere le impronte digitali. Azioni concrete come quelle paventate dall'Arci, pronta a ricorrere ai tribunali nazionali e internazionali per fermare Maroni. O una azione concreta come quella degli europarlamentari del Prc (Musacchio, Catania, Morgantini, Aita, Agnoletto) che sulla schedatura dei rom, adulti e bambini, hanno presentato una interrogazione alla Commissione europea.
                In un certo senso l'Europa ha già dato una risposta attraverso il Consiglio europeo per le attività e i diritti dei rom: «sono contrario a questo provvedimento, in nessun paese europeo succede questo» commenta il coordinatore Henry Scicluna. L'ex ministro per la Solidarietà sociale accusa il capo del Viminale di «demagogia razzista»: il governo Prodi, ricorda Paolo Ferrero, aveva dedicato 100 milioni di euro all'integrazione di migranti e rom (solo rom in realtà), fondo bloccato per il 2008 da un ricorso di Veneto e Lombardia.
                La schedatura e le impronte trovano invece il benestare della sindaca di Milano Letizia Moratti e del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Ma anche quello di una figura nota agli appassionati di Porta a Porta, la giudice per i minorenni Simonetta Matone, ora capo di gabinetto della ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna: «Prendere le impronte digitali è una prassi consolidata da sempre negli uffici giudiziari minorili. In tribunale ci sono pacchi alti così di impronte digitali di piccoli rom».

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                • gabriele81
                  eh eh son manzo
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                  NUovo articolo:

                  "Una nuova emergenza legata a un insediamento nomade, al quale da due mesi sono state disattivate le utenze di acqua ed energia elettrica, è stata denunciata dai partiti di opposizione del Comune di Trieste"
                  Una nuova emergenza legata a un insediamento nomade, al quale da due mesi sono state disattivate le utenze di acqua ed energia elettrica, è stata denunciata dai partiti di opposizione del Comune di Trieste. Si tratta di un campo situato alla periferia del capoluogo giuliano e occupato da circa 30 anni da un accampamento di nomadi Sinti, cittadini triestini provenienti dall'Istria.

                  L'area, originariamente di proprietà dell'Ente zona industriale (Ezit) è stata venduta lo scorso anno a una società privata, che ne ha chiesto lo sgombero. In seguito all'ingiunzione del privato, l'azienda di servizi triestina AcegasAps ha deciso di disattivare luce e acqua. Negli scorsi mesi, il sindaco Roberto Dipiazza era già intervenuto per riattivare i servizi, ma AcegasAps li ha recentemente staccati di nuovo, anche in base a un'indagine penale della magistratura."

                  Ah, naturalmente nessuno dice che corrente e acqua per i rom sono gratis.

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                  • gabriele81
                    eh eh son manzo
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                    «Siamo tutte e tutti Rom»
                    «Siamo tutte e tutti Rom». E' la parola d'ordine con cui l'Arci, invita a partecipare il prossimo lunedì ad una raccolta volontaria di impronte.
                    «E' già iniziata la schedatura e la rilevazione delle impronte digitali dei rom, minori compresi, nei campi nomadi - afferma in una nota il responsabile immigrazione dell'Arci, Filippo Miraglia - con lo scopo di "censire" quanti vi risiedono. Una misura fortemente voluta dal ministro Maroni, nonostante l'indignazione con cui è stata accolta da gran parte dell'opinione pubblica». «Forti perplessità sulla legittimità di un simile provvedimento - ricorda Miraglia - ha espresso anche il Commissario europeo ai diritti umani. Associazioni laiche e cattoliche, italiane e internazionali, intellettuali, artisti, giornalisti, politici hanno denunciato il razzismo di questa misura giudicata un grave vulnus della democrazia e della Convenzione per la tutela dei diritti del fanciullo. Un atto discriminatorio e persecutorio».
                    «E' necessario - sottolinea quindi il responsabile immigrazione dell'Arci - dare visibilità, anche con azioni simboliche, alla nostra indignazione. Il 7 luglio, a Roma, in Piazza Esquilino, dalle 17 alle 20, l'Arci, col sostegno dell'Aned, organizzerà una 'schedaturà pubblica e volontaria, raccogliendo le impronte digitali delle cittadine e cittadini italiani che condividono la nostra protesta. Centinaia di impronte che invieremo al ministro con un messaggio: "siamo tutte e tutti rom". Con noi, a farsi "schedare", ci saranno anche Moni Ovadia, Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Ascanio Celestini e tanti altri. A tutte le forze politiche di opposizione, alle forze democratiche, alle associazioni, ai media, ai singoli - conclude Miraglia - chiediamo di aiutarci a fermare questo scempio della vita civile e democratica del nostro paese, in cui il razzismo è ormai pratica di governo».

                    Chi va?

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                    • BESTIOLINA
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                      • VILLAGGIO PINGUINO
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                      Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                      «Siamo tutte e tutti Rom»
                      «Siamo tutte e tutti Rom». E' la parola d'ordine con cui l'Arci, invita a partecipare il prossimo lunedì ad una raccolta volontaria di impronte.

                      «E' già iniziata la schedatura e la rilevazione delle impronte digitali dei rom, minori compresi, nei campi nomadi - afferma in una nota il responsabile immigrazione dell'Arci, Filippo Miraglia - con lo scopo di "censire" quanti vi risiedono. Una misura fortemente voluta dal ministro Maroni, nonostante l'indignazione con cui è stata accolta da gran parte dell'opinione pubblica». «Forti perplessità sulla legittimità di un simile provvedimento - ricorda Miraglia - ha espresso anche il Commissario europeo ai diritti umani. Associazioni laiche e cattoliche, italiane e internazionali, intellettuali, artisti, giornalisti, politici hanno denunciato il razzismo di questa misura giudicata un grave vulnus della democrazia e della Convenzione per la tutela dei diritti del fanciullo. Un atto discriminatorio e persecutorio».
                      «E' necessario - sottolinea quindi il responsabile immigrazione dell'Arci - dare visibilità, anche con azioni simboliche, alla nostra indignazione. Il 7 luglio, a Roma, in Piazza Esquilino, dalle 17 alle 20, l'Arci, col sostegno dell'Aned, organizzerà una 'schedaturà pubblica e volontaria, raccogliendo le impronte digitali delle cittadine e cittadini italiani che condividono la nostra protesta. Centinaia di impronte che invieremo al ministro con un messaggio: "siamo tutte e tutti rom". Con noi, a farsi "schedare", ci saranno anche Moni Ovadia, Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Ascanio Celestini e tanti altri. A tutte le forze politiche di opposizione, alle forze democratiche, alle associazioni, ai media, ai singoli - conclude Miraglia - chiediamo di aiutarci a fermare questo scempio della vita civile e democratica del nostro paese, in cui il razzismo è ormai pratica di governo».


                      Chi va?

                      che vogliano anche loro luce è acqua gratuiti e il non dover mandare i figli a scuola?

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                      • Sean
                        Csar
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                        Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                        «Siamo tutte e tutti Rom»
                        «Siamo tutte e tutti Rom». E' la parola d'ordine con cui l'Arci, invita a partecipare il prossimo lunedì ad una raccolta volontaria di impronte.
                        «E' già iniziata la schedatura e la rilevazione delle impronte digitali dei rom, minori compresi, nei campi nomadi - afferma in una nota il responsabile immigrazione dell'Arci, Filippo Miraglia - con lo scopo di "censire" quanti vi risiedono. Una misura fortemente voluta dal ministro Maroni, nonostante l'indignazione con cui è stata accolta da gran parte dell'opinione pubblica».
                        «E' necessario - sottolinea quindi il responsabile immigrazione dell'Arci - dare visibilità, anche con azioni simboliche, alla nostra indignazione. Il 7 luglio, a Roma, in Piazza Esquilino, dalle 17 alle 20, l'Arci, col sostegno dell'Aned, organizzerà una 'schedaturà pubblica e volontaria, raccogliendo le impronte digitali delle cittadine e cittadini italiani che condividono la nostra protesta. Centinaia di impronte che invieremo al ministro con un messaggio: "siamo tutte e tutti rom". Con noi, a farsi "schedare", ci saranno anche Moni Ovadia, Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Ascanio Celestini e tanti altri.

                        Chi va?
                        Veramente l'opinione pubblica è favorevolissima, dati i sondaggi, alla schedatura ed alla raccolta delle impronte, ma tant'è...
                        Per tutti i nomi citati che hanno l'intenzione di spedire a Maroni le proprie impronte auspicherei che avessero l'animo di essere conseguenti alle proprie azioni, ovvero, nel caso di auspicabilissime espulsioni di massa, di prendere e fare anche loro le valigie per seguire in solidarietà i fratelli di sventura;
                        Tanto che ci stanno a fare in un paese antidemocratico e fascista, non sarebbe più degno l'esilio?
                        Last edited by Sean; 03-07-2008, 18:03:55.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • gabriele81
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                          L'articolo di oggi è un capolavoro.

                          I gay benpensanti credono che gli esseri umani sani, al di là dell'orientamento sessuale, siano monogami e morigerati; la coppia è l'unico luogo in cui vivere la sessualità; gli omosessuali non vogliono mettere in discussione né arrecare danno alla società fondata sulla famiglia

                          Emiliano Settimi


                          I gay benpensanti credono che gli esseri umani sani, al di là dell'orientamento sessuale, siano monogami e morigerati; la coppia è l'unico luogo in cui vivere la sessualità; gli omosessuali non vogliono mettere in discussione né arrecare danno alla società fondata sulla famiglia. Tuttavia, nonostante i toni rassicuranti di questo messaggio, la politica del movimento - da venti anni fedele alla stessa linea - non ha ottenuto nessun risultato. Nulli o addirittura negativi, se si pensa alla legge sulla fecondazione, sono i risultati politici raggiunti. Facendo propri il perbenismo, l'ansia di normalità e il bisogno di conformismo, l'omosessuale benpensante è inconsapevole alleato di quella società sessuofoba, omofoba e bigotta che impedisce alle persone di vivere libere dalla vergogna. (cit. dirittipasolini)
                          Esiste in Italia una fitta rete di circoli privati dedicati al sesso tra uomini: saune, cruising bar e discoteche con dark room dove chi va in cerca di avventure le trova molto facilmente, commettendo atti contrari alla morale comune. Ciò, tuttavia, non sta ad indicare che la politica delle associazioni che gestiscono questi locali affermi apertamente il diritto alla libera sessualità più di quanto concubini illustri del mondo cattolico siano pubblicamente a favore del divorzio o ministre seminude si battano contro il reato di atti osceni. Le saune, le dark, i cruising seguono la regola che le azioni commesse al buio non esistono. In nessun paese d'Europa che io abbia visitato è necessaria una tessera gay che sancisca l'ingresso in un territorio protetto e privato. In nome della coerenza le associazioni che gestiscono locali per libertini dovrebbero impegnarsi politicamente per ridefinire i limiti dell'osceno nella società, ma questo non avviene. Quale interesse avrebbero le associazioni a rendere possibile la libertà dei corpi al di fuori di queste riserve? Di certo non gioverebbe alla loro economia.
                          In Italia l'ipocrisia è endemica, non ci sono azioni permesse e cose che non si fanno per nessuna ragione al mondo, tutto è lecito purché non ti vedano e il tuo onore sia salvo. In seno a questa cultura le associazioni gay assecondano la pratica della doppia morale, una per la luce e una per l'oscurità, traendone vantaggi economici.
                          Oggi i gay si sentono minacciati, non capiscono che la loro paura è la forza del nemico, non comprendono che all'omofobo con la spranga non interessa se qualcuno il giorno dopo griderà al bruto e dirà che certe cose sono inammissibili. Ma inammissibili per chi? In questo clima di paura ed emergenza, è difficile correggere la rotta di una politica fallimentare e collaborazionista (con chi?) sul terreno del controllo dei corpi e dei desideri.
                          Facendo proprio il linguaggio degli avversari, i gay benpensanti si dichiarano contro gli eccessi di chi si oppone al controllo sui nostri corpi esercitato da un potere bugiardo e ignorante che parla in nome della natura ma di questa non sa nulla e storicamente lo ha dimostrato numerose volte. Si accodano alla litania di chi lamenta poco decoro e troppo degrado. Non hanno il coraggio di prendere le distanze dai nostri carnefici (parla forse dei 4 milioni di uominisessuali massacrati dalla Chiesa). Il gay benpensante è così ingenuo da dichiarare con assoluta certezza che se in Italia non ci sono leggi contro la discriminazione degli omosessuali o leggi che regolino le unioni tra persone dello stesso sesso è colpa di chi non va al pride in giacca e cravatta ma anzi, indulge in piume, paillette e desabillé. Pochi intuiscono che con questo servilismo non si otterrà mai nulla, a parte una rete di locali con tessera dove puoi fare quello che ti pare ma solo al buio e se non ti fai beccare dalle guardie private (cioè cosa si chiede, libertà di incularella e sburriata sulla crapa in mezzo alla strada? Non mi pare sia permesso agli etero). In nome della sicurezza accettiamo che i nostri luoghi di incontro siano sorvegliati da guarnigioni di vigilantes che non di rado impongono con la violenza i loro codici morali. L'obiettivo dei gay benpensanti non è quello di ribellarsi alla dittatura di chi decide per tutti cosa sia lecito e cosa sia vietato pubblicamente; essi vogliono semplicemente trasportare all'interno di una normalità grigia e asfissiante la relazione monogamica omosessuale, rendendola socialmente accettabile (la monogamia è grigia, farsi inculare da 100 persone l'anno rende l'ano colorato). Manca ogni analisi antropologica dei motivi che determinano l'esistenza di una società basata sulla coppia (eh sì, certe cose le nascondono nelle decine di trattazioni in materia). Manca una riflessione sul fatto che se il collante dello stare in coppia è la fedeltà dei corpi, in una società in cui ormai i corpi sono mobili e non vogliono essere nodi di una rete immutabile,(me lo immagino qui a cercare la metafora...mhhh...corpi...mhhh..rete..sì rete...i nodi della rete...mhh..non mi convince..vabbè è annata) l'unione fallirà al primo sospetto di tradimento. Nessun corpo è più fedele a un solo corpo, anzi, io dubito che la fedeltà dei corpi sia mai esistita al di fuori della finzione che le coppie recitano sapendo di ingannarsi. La fedeltà dei corpi è simulata anche nei luoghi più improbabili come cruising e saune. Che altro sono i camerini se non il McDonald della monogamia?
                          La condivisione dei corpi è argomento che non si può nemmeno trattare, non fa parte di nessun possibile discorso esplicito. I corpi ottengono la loro rivincita nel buio delle dark e nei fetidi seminterrati dei cruising finché, dopo un orgasmo lontano dalla luce, i cervelli di quei corpi ricominciano a pensare che il sesso è squallido senza amore. Cervelli indecisi tra il possesso dell'amore e l'amore del possesso, ma comunque certi che senza possesso non si va da nessuna parte. Cervelli egoisti. Cervelli incapaci di capire chi mette in condivisione il proprio corpo perché sanno leggere la realtà soltanto in funzione di rapporti di potere e logiche competitive. Non c'è spazio per la cooperazione, nelle loro menti.
                          Io credo che la sessualità sia privata nella misura in cui può essere privato alimentarsi. Si mangia da soli, si cena in due, si banchetta in tanti, si digiuna, ci si ingozza. Esistono infinite possibilità. Razionalmente, io mi sono liberato della cultura che porta a vergognarsi del proprio corpo, a considerarlo un tabù, a percepirlo come qualcosa di intrinsecamente offensivo o disonorevole, pertanto adopero il corpo e la sessualità nello stesso modo in cui utilizzo il cibo.(quindi te sfonni)
                          Mi sono trovato spesso a discutere di sessualità con militanti gay, raramente ho trovato chi era d'accordo con me sul fatto che il corpo e il sesso non siano sacri. Si trattava quasi sempre di atei. Evidentemente, l'essere ateo non garantisce una visione laica e razionale della vita. L'etimo non tradisce, la religione lega le persone alle tradizioni meglio di quanto sia capace di veicolare la spiritualità. Questo paese è pieno di atei la cui unica differenza con i cattolici è il non credere nella trascendenza, persone ossessionate dalla vergogna e dalla sacralità del corpo che quando vengono interrogate sull'oscenità, rispondono come i cattolici. Osceno è il godimento, oscena è la bellezza, oscena è la libertà (la bellezza di un ex-donna,ex uomo, con le protesi al silicone e mezzo metro di ceppa? ).Annaspano come i cattolici nelle acque basse di tutto ciò che offre la prospettiva del dramma a buon mercato, nella micragnosa palude dei buoni sentimenti di facciata dietro i quali si cela il disprezzo per tutto ciò che è vario e multiforme. Sono atei, eppure un pisello li manda fuori di testa, nemmeno fosse Dio.
                          Raramente, in queste discussioni con i militanti gay, qualcuno è stato d'accordo con me, ma poi mi ha spiegato che il mio messaggio non può essere capito dalle masse, è troppo complicato. E' una questione di formazione: il gay militante di solito è di sinistra e cede facilmente al dirigismo, lui sa cosa è bene per le masse.
                          E' illuminante notare che, quando uso il mio corpo senza nessuna forma di riguardo per quella cultura che assimila la nudità alla vergogna e la continenza alla virtù, il gay benpensante adoperi in modo suicida gli stessi concetti che gli omofobi usano per denigrare gli omosessuali. Mi sento dire che sono malato, esibizionista, pervertito, volgare, indecente. L'omosessuale benpensante si sente a disagio davanti alla dimostrazione che il corpo possa essere spogliato non solo degli abiti, ma anche da quella sovrastruttura culturale che impone artificialmente la demarcazione di confini la cui unica spiegazione fornita quando se ne faccia richiesta non è altro che un anello tautologico di apodittiche giustificazioni secondarie le quali si rafforzano reciprocamente, ma falliscono nell'identificare la motivazione primaria dell'esistenza nella società del concetto che il gay benpensante, acriticamente e senza fantasia, chiama oscenità.
                          Osceno è ciò che non è permesso dire o mostrare pubblicamente perché il potere ha deciso così, ma il gay benpensante crede che l'oscenità sia imparziale e immutabile. Incapace di rendersi conto della relatività dell'oscenità e del fatto che i suoi confini esistono soltanto per rendere evidente l'esistenza di un potere che controlla la libertà delle persone, il gay benpensante ignora che la normalità alla quale egli aspira non è scritta nel nostro dna, ma è una sovrastruttura ereditata dalla storia non più adatta alla felicità delle persone, alla produttività e allo sviluppo di una società post industriale, dove le distanze non esistono, dove le barriere culturali sono labili, dove le persone, per produrre ricchezza e conoscenza, hanno bisogno di libertà e non di essere incastonate in un rigido sistema sociale che ne immobilizzi i corpi e la coscienze. Questo sistema sociale, basato sulla stabilità della famiglia monogamica eterosessuale, era stato pensato per una società agricola, più povera di tecnologia e di sapere, che non esiste più (in realtà nasce per attenuare la conflittualità sociale). Noi non dobbiamo vivere le nostre vite, i nostri corpi, come coloro che non potevano comunicare in tempo reale, non potevano viaggiare, avevano freddo, fame e morivano come mosche di stupide infezioni. Coloro per i quali la vita era un mistero. Oggi la vita è un mistero solo per chi legge libri sbagliati; mancano i dettagli, ma il quadro generale è chiaro.
                          In nome di quali credenze i gay perbenisti continuano a collegare la dignità alla mortificazione del corpo e dei nostri più innocui desideri? Perché hanno bisogno di nascondersi e fare il gioco dei loro oppressori? Perché scalpitano per poi cedere alla vergogna, sentinella interiore che il potere ha posto nei loro cuori? Perché non la espungono, questa vergogna? Perché non si rendono conto che la battaglia non è per la liberazione degli omosessuali, ma per la liberazione della sessualità tutta da chi continua a leggere il mondo alla luce tenebrosa del peccato? (perchè sò froci)

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                          • golden.bough
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                            Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                            E' un metodo assolutemente legittimo. Se qualcuno viene trovato senza documenti può essere portato in Questura per l'identificazione. Si procede anche secondo l'esperienza dell'agente che procede, nel senso che di solito non viene portato in questura un pensionato italiano di 60 anni, che al momento della richiesta dà nome,cognome e indirizzo, magari chiedendo ai detti ufficiali di trattenerlo in attesa che un parente porti i documenti o di accompagnarlo a casa. Un nigeriano con non parla italiano e non ha nè documenti, nè può dare un indirizzo, secondo la casistica è un candidato più idoneo all'identificazione.
                            in svizzera usano metodi assai più severi, se han bisogno di stranieri se li vanno a prendere

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                            • naturalmentebig
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                              Originariamente Scritto da golden.bough Visualizza Messaggio
                              in svizzera usano metodi assai più severi, se han bisogno di stranieri se li vanno a prendere
                              ancora è vivo in me il ricordo di uno spot televisivo elvetico in cui si avvertivano tutti gli stranieri irregolari (nello spot c'era un nero) che se fossero entrati nel paese in modo losco,la vita per loro sarebbe stata un inferno.
                              https://t.me/pump_upp

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                              • golden.bough
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                                Originariamente Scritto da naturalmentebig Visualizza Messaggio
                                ancora è vivo in me il ricordo di uno spot televisivo elvetico in cui si avvertivano tutti gli stranieri irregolari (nello spot c'era un nero) che se fossero entrati nel paese in modo losco,la vita per loro sarebbe stata un inferno.
                                Non solo, mio cugino è andato a lavorare per un'anno in svizzera in una galleria ( è un lavoro duro ma molto ben pagato..).
                                In dodici mesi ha collezionato tre multe: la prima perchè ha buttato un mozzicone di sigaretta dalla macchina, le altre due per eccesso di velocità. Non dico che l'hanno buttato fuori a calci ma tutti i giorni gli controllavano i documenti: è tornato in italia a gambe levate.

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