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non oso immaginare cosa abbia riportato liberazione alla data dell'accaduto anche perchè forse mi sono bastate le belanti e patetiche accuse rivolte ai fantasmi dell'unità
"Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."
però vedi,l'ipergarantismo è nel dna della sx che vede nella delinquenza un fenomeno strettamente sociale tanto da addebitare quindi i alla società stessa la responsabilità della sua genesi.
Ipoergarantismo a senso unico, però...chè se il raid del pigneto è condannabile, i collettivi studenteschi della sapienza sono ragazzi di grande senso civico...
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Ipoergarantismo a senso unico, però...chè se il raid del pigneto è condannabile, i collettivi studenteschi della sapienza sono ragazzi di grande senso civico...
sottointeso.
"Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."
Ipoergarantismo a senso unico, però...chè se il raid del pigneto è condannabile, i collettivi studenteschi della sapienza sono ragazzi di grande senso civico...
HAi sentito che hanno fatto?
Un centinaio di studenti hanno praticamente costretto il preside a non uscire dalla struttura, per poi insultarlo, dandogli del fascista , prendendo a calci la porta dell'ufficio.etc...il preside ha poi detto che uno studente si è avvicinato, gli ha chiesto se ha figli e gli ha dato due pacche sulle spalle a scopo intimidatorio-minaccioso...
Hanno praticamente costretto il preside a non uscire dalla struttura, per poi insultarlo, dandogli del fascista etc...il preside ha poi detto che uno studente si è avvicinato, gli ha chiesto se ha figli e gli ha dato due pacche sulle spalle a scopo intimidatorio-minaccioso...
Collettivi studenteschi....
Sono gli stessi che cercarono di cacciare De Felice negli anni settanta....
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
hihi tutta la sinistra sta uscendo matta sopratutto a qui a Roma , dopo la sveja che hanno preso alle elezioni... Per non parlare dei fatti della Sapienza... la stampa sinistroide (quindi quasi tutte le testate) ha avviato un attacco mediatico che durerà giusto giusto 5 anni... Sciacalli di merda li odio!
eccolo,infine,il pericoloso criminale neo nazista.
ispirato da letture evoliane,con il culto della soppraffazione,lo sguardo sconvolto dall'odio di razza il nostro mostra fiero un tatuaggio rappresentante un soldato delle waffen ss.
da notare sulla casacca bianca di chiaro richiamo alla purezza della stirpe ariana il gagliardetto della leibstandarte adolf hitler.
proprio il vero prototipo della ss, occhio ceruleo, capello biondo, fiero l'occhio ed il passo
zig ail, mai fiurer!
Noi pochi felici, Noi banda di Fratelli: Perche' chiunque ha versato il suo sangue insieme a me e' mio fratello.
William Shakespeare-Enrico V - atto
Repubblica — 21 ottobre 2000 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA
è DOVEROSO chiedere scusa. Scrivemmo che Luis Ignacio Marsiglia, ebreo convertito, cattolico praticante, insegnante di religione al liceo "Scipione Maffei" di Verona, il 19 settembre, fu minacciato e insultato e alla fine aggredito da tre naziskin che gli urlavano "sporco ebreo" e inneggiavano a Haider. Non è vero. Luis Marsiglia ha confessato ieri di essersi inventato ogni cosa, le minacce e l' aggressione. HA AMMESSO di averlo fatto per riconquistare una cattedra che la Curia gli aveva tolto e a cui non aveva diritto, privo com' è di un valido titolo di studio. Si è inventato tutto e noi siamo qui per chiedere scusa ai nostri lettori e alla città di Verona. Abbiamo avuto fiducia nelle sue parole e non dovevamo farlo. Abbiamo visto nella diagnosi dei medici, nei verbali della polizia, nella preoccupazione del ministro degli Interni e dei magistrati, nella solidarietà espressagli dai suoi studenti, dalle autorità locali, dal governo e dal presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, una conferma della "verità" di Marsiglia. Potevamo controllare di più quel racconto che annunciava la notte della ragione. Proprio per il dramma che denunciava dovevamo essere più rigorosi. Dovevamo con maggior vigore coltivare alcuni dubbi per vagliare criticamente e in autonomia quella storia. E dare - per fare un esempio - uno sguardo più approfondito al referto medico o chiederci come mai in una città, dove tutti sanno tutto, tre ragazzotti con le teste rasate possono pestare un professore amato dai suoi studenti e sparire nel nulla, come se non fossero mai esistiti. Potevamo farlo, non lo abbiamo fatto ed è il nostro mestiere avere dubbi e controllare. Proviamo disagio per la nostra ingenuità e pietà per Luis Ignacio Marsiglia. Possiamo soltanto immaginare quali fantasmi o mediocrissime passioni lo abbiano consigliato di inscenare questa fandonia per difendere soltanto se stesso, il suo posticino al caldo tra gli insegnanti di un liceo-bene. Possiamo provare soltanto vergogna per lui se pensiamo a che cosa disse quando gli fu chiesto: "Professore, si è inventato tutto?". Lo sventurato rispose: "Io sono profondamente indignato. Questo è un dolore che non fa che acuire una ferita che non riesco a chiudere...". Sapeva il poveretto quale e quante ferite stava aprendo per davvero e non nel suo corpo, ma nel corpo e nell' anima di molti altri che la discriminazione la vivono come un morso nella carne? Era consapevole Luis Ignacio Marsiglia che quella sua fandonia può rendere fandonie, favole e frescacce le cento, mille realtà in cui l' intolleranza razziale e religiosa c' è davvero, concreta, cruda, insopportabile? Dobbiamo chiedere scusa a Verona e ai veronesi. Ci siamo sforzati di non fare di ogni erba un fascio, di non vedere lungo l' Adige soltanto bieco conservatorismo, difesa degli "schei" e razzismo. Abbiamo raccontato che, nella città di Salò e di Abel e Furlan (i nazisti di Ludwig), c' era posto per la Caritas, la San Vincenzo, il Cireneo, con l' assistenza ai malati terminali, il Cestim che accompagna l' inserimento degli immigrati, il Cesam, dove i medici fanno agli stranieri più di seimila visite gratis all' anno. Abbiamo tentato di raccontare, di Verona, lo spirito solidale dei veronesi e quel rifiuto della modernità e difesa del locale che sembra un movimento profondo e radicato nella società veneta. L' aggressione all' ebreo, il pestaggio di Luis Marsiglia è parsa (e non soltanto a noi) peggio che possibile, probabile. Perché è qui a Verona che si radica e si compiace un intransigente "venetismo etnico" che considera ogni forma di diversità - lo zingaro, il "marocchino", l' ebreo - "complotto contro le radici". Le menzogne di Marsiglia e la fandonia che ha raccontato all' Italia non possono farci dimenticare allora che intolleranza e discriminazione non sono menzogne, che sono qui tra noi. Sono il pane amaro di centinaia di migliaia di persone e la strada che pericolosamente nel silenzio dell' opinione pubblica (non si sa se complice o intimorita) hanno imboccato la Lega e alcuni settori della Chiesa cattolica. L' urina di maiale padano dispersa sul territorio della costruenda moschea di Lodi per profanarla e sconsacrarla o l' invettiva del cardinale Biffi contro i musulmani non sono, come nel caso Marsiglia, l' invenzione di un uomo mediocre minacciato dalla disoccupazione che specula cinicamente sulla persecuzione della sua gente. Sono il flusso di fondo di una società che smarrisce il senso di una comune responsabilità, che si ripiega su stessa. E' l' armamentario politico e ideologico di un leghismo che incupisce lo smarrimento e le paure dei "padri di famiglia", che crea minacce e fantasmi e offre come difesa e riparo la differenza, l' esclusione, un nuovo muro. Nessuna menzogna di Luis Ignacio Marsiglia potrà cancellarlo o farcelo dimenticare. - di GIUSEPPE D' AVANZO
E' un articolo pretestuoso nelle sue conclusioni, lo era allora e lo è tanto più oggi, che il problema, l'allarme sociale procurato da un'immigrazione incontrollata e violenta ha fatto cadere ogni possibile forma di giustificazioni e di distinguo.
Inutile attaccarsi ai fantasmi del passato, gli italiani lo hanno capito sbattendo fuori dal parlamento certi pacifisti egualitari, forse sarebbe il caso di fare altrettanto con certi giornalisti.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
I collettivi studenteschi non hanno perso l'occasione per dimostrare la loro povertà di idee, dimostrando che la loro unica attività è l'antifascismo (?) a priori.
Incapaci di organizzare una contro assemblea in cui spiegare le loro ragioni (evidentemente non le conoscono neanche loro) hanno pensato di fare l'unica cosa che sanno fare: far tacere qualcun altro, come già successo in occasione della visita del Papa.
(30 maggio 2008)
Nostro malgrado siamo costretti ad assistere all’ennesimo atto violento e brutale da parte di chi ancora non si rassegna alla scomparsa del regime fascista in Italia.
Tuttavia c’è qualcosa di inedito. Da ora le aggressioni possono tranquillamente avvenire in pieno giorno, in luoghi molto affollati come può esserlo un’università. Ora c’è il governo “amico” che copre le spalle e, non abbiamo timore di affermare, sovvenziona certe correnti e organizzazioni.
Organizzazioni evidentemente funzionali a scopi repressivi e quindi volte a riportare in auge una sorta di strategia della tensione. Organizzazioni non clandestine, ma perfettamente inserite in un contesto istituzionale: basti pensare alle ultime elezioni politiche che hanno visto “Forza Nuova” e “La Destra – Fiamma tricolore” ottenere complessivamente un risultato che sfiora il 3%. Senza contare tutte le correnti neofasciste che appoggiavano direttamente il partito dell’attuale presidente del consiglio.
Non crediamo di esagerare, a questo punto, se affermiamo che l’università La Sapienza è sotto assedio. Un assedio neofascista!
Perché? La scorsa notte militanti di Forza Nuova hanno passato il loro tempo facendo affissione sui muri esterni l’università. Già stamani ragazze e ragazzi dei collettivi universitari erano impegnati nel pulire i muri soffocati da quella cartaccia nera. Ebbene l’aggressione squadrista non si è fatta attendere e numerosi compagni sono rimasti feriti e contusi dopo diversi minuti di colluttazione.
Inutile elencare le suppellettili metalliche utilizzate per acuire il dolore e provocare la maggiore perdita di sangue possibile. Diciamo che siamo sotto assedio, come studenti e come persone, perché ciò che colpisce maggiormente è la rapidità con cui la notizia che i collettivi si erano messi in moto è circolata. Le tre macchine “littorie” che sono entrate in azione verso l’ora di pranzo erano, molto probabilmente, già pronte per l’uso; aspettavano solo il segnale di partenza.
Da non trascurare sono sicuramente le cause scatenanti di questo scempio. Il preside della facoltà di lettere della Sapienza aveva accordato nei giorni scorsi un’assemblea a cui avrebbe dovuto partecipare Roberto Fiore che presiede appunto Forza Nuova. Dopo i fatti accaduti nelle ultime ventiquattr’ore le compagne e i compagni dei collettivi hanno fatto in modo che quell’assemblea non avesse luogo, oltre al blocco totale delle lezioni.
Tutto questo non è un fatto isolato. Nei giorni scorsi nel quartiere Pigneto a Roma si sono registrati atti di violenza e aggressione gratuita nei confronti di migranti e delle loro attività commerciali. Poco importa che la firma di questi atti sia una croce celtica o una svastica: un certo modo di pensare e agire, al contrario di quanto pensavano i cultori buonisti del “pensiero unico”, sta tornando a farsi sentire materialmente. Non dimentichiamo i pogrom recenti avvenuti in diverse città italiane, Napoli su tutte, a discapito di Rom e migranti in generale.
È importare tenere a mente questi avvenimenti, perché saranno solo i primi di una lunga lista. Le elezioni politiche hanno solo fatto da scintilla propulsiva a un fenomeno già da tempo pronto a scattare in tutta la sua ferocia.
Non c’è da contrastare solo i neofascisti! Anche l’indifferenza di chi si sente al sicuro e lontano da certe dinamiche. Sapere che c’erano persone che passavano senza curarsi del pestaggio alla Sapienza è raccapricciante e fa capire che le vette da scalare sono almeno due: neonazismo e indifferenza.
Ci attende un compito molto arduo: lotta totale al ritorno dello squadrismo fascista e culturale per ottenere la massima mobilitazione possibile.
Pull me under Pull me under
Pull me under I’m not afraid
All that I feel is honor and spite
All I can do is set it right
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