Ma è davvero una scelta sensata quella di entrare oggi con un programma di realizzazione di centrali di terza generazione? Ad oggi la terza generazione è già considerata obsoleta e si sta lavorando per arrivare alla quarta tra una decina di anni. E allora dotarsi di questa tecnologia adesso potrebbe essere un errore strategico grossolano...
Rubbia, Paganetto e Mattioli, si sono espressi dicendo che l'attuale tecnologia nucleare di III generazione (quella a cui Scaiola fa riferimento quando parla di ultima generazione) è assolutamente perdente perchè ormai obsoleta e gravata
da:
- costi elevatissimi dell'intero "sistema nucleare" ed in parte non
ancora quantificabili;
- problemi di sicurezza irrisolti
- problema, ancora irrisolto NEL MONDO, dello smaltimento e/o della
conservazione delle scorie radiottive
- tempi di realizzazione del "sistema nucleare", e non soltanto
delle singole centrali, estremamente lunghi e soggetti a forti
slittamenti
- limitatezza delle scorte mondiali di uranio che diventeranno
quindi non meno strategiche di quelle del petrolio e del gas; "In realtà un tema generalmente sottovalutato riguarda proprio la
disponibilità di materiale fissile. In effetti negli anni scorsi si
era in presenza di una sovrabbondanza di uranio anche per l'utilizzo
del materiale proveniente dal programma di disarmo nucleare. Questa
situazione è destinata a cambiare e le difficoltà ad aprire nuove
miniere stanno già facendo lievitare il prezzo, sestuplicato negli
ultimi 5 anni".
- necessità di bonifica dei siti dopo la dismissione delle centrali;
- mercato europeo dell'energia già affollatissimo e, quindi,
impraticabile per chi vorrà entrarvi addirittura fra non meno di 12
anni e con una tecnologia già oggi vecchia.
Rubbia, Paganetto e Mattioli, si sono espressi dicendo che l'attuale tecnologia nucleare di III generazione (quella a cui Scaiola fa riferimento quando parla di ultima generazione) è assolutamente perdente perchè ormai obsoleta e gravata
da:
- costi elevatissimi dell'intero "sistema nucleare" ed in parte non
ancora quantificabili;
- problemi di sicurezza irrisolti
- problema, ancora irrisolto NEL MONDO, dello smaltimento e/o della
conservazione delle scorie radiottive
- tempi di realizzazione del "sistema nucleare", e non soltanto
delle singole centrali, estremamente lunghi e soggetti a forti
slittamenti
- limitatezza delle scorte mondiali di uranio che diventeranno
quindi non meno strategiche di quelle del petrolio e del gas; "In realtà un tema generalmente sottovalutato riguarda proprio la
disponibilità di materiale fissile. In effetti negli anni scorsi si
era in presenza di una sovrabbondanza di uranio anche per l'utilizzo
del materiale proveniente dal programma di disarmo nucleare. Questa
situazione è destinata a cambiare e le difficoltà ad aprire nuove
miniere stanno già facendo lievitare il prezzo, sestuplicato negli
ultimi 5 anni".
- necessità di bonifica dei siti dopo la dismissione delle centrali;
- mercato europeo dell'energia già affollatissimo e, quindi,
impraticabile per chi vorrà entrarvi addirittura fra non meno di 12
anni e con una tecnologia già oggi vecchia.
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