ROMA - La Roma scopre una nuova frontiera della medicina. Matteo Ferrari è il primo calciatore che è stato curato con i fattori di crescita, secondo il protocollo stabilito dal Ministero della Sanità. Un’apertura verso una nuova branca della medicina, che il responsabile sanitario della Roma, dottor Mario Brozzi, stava studiando da un anno e mezzo.
CHE COSA SONO - I farmaci antinfiammatori non steroidei ( fans) non sempre riescono a gestire e risolvere le situazioni infiammatorie dei calciatori. Inoltre non si possono usare in maniera indefinita. Le controindicazioni dei farmaci steroidei, per esempio il cortisone, presentano invece limitazioni nello sport. Mario Brozzi spiega l’importanza dei fattori di crescita: « E’ nata questa nuova frontiera, con percorsi rigenerativi ed antinfiammatori naturali che sono i fattori di crescita, contenuti in alcune cellule del sangue, chiamate piastrine. Sono le prime cellule che arrivano nei tessuti che devono essere rigenerati. Le piastrine liberano queste sostanze chiamate fattori di crescita, favoriscono la rigenerazione dei tessuti, agendo in modo naturale senza effetti collaterali, rigenerando tessuti soggetti a eventi lesionali e quindi questa rigenerazione di tessuti si estrinseca in un potente effetto antinfiammatorio. Appare evidente come nel mondo dello sport questa nuova frontiera che aiuta a facilitare i percorsi rigenerativi e di guarigione, comporta quella che in medicina va sotto il nome di “ restitutio ad integrum”, riproducendo lo stato prelesionale dell’atleta. Attualmente questa frontiera terapeutica è stata introdotta anche nel mondo dello sport professionistico, previa autorizzazione delle autorità sanitarie competenti, con una limitazione rappresentata dal fermo biologico dell’atleta » .
DALLA SPAGNA - Tale metodica giunge in Italia dalla Spagna ed è stata introdotta su Roma dal Centro di medicina sportiva di Villa Stuart, su indicazione del dottor Brozzi. Sono stati trattati diversi atleti facenti capo a diverse discipline sportive. L’ultimo di questi in ordine temporale è Matteo Ferrari.
Spiega ancora Brozzi: « Il giocatore presentava un quadro infiammatorio articolare del ginocchio e sta ultimando il primo ciclo terapeutico caratterizzato da tre somministrazioni di questi fattori di crescita piastrinici con applicazione diretta sul ginocchio. Tale metodica deve essere applicata mediante coinvolgimento di un centro trasfusionale che consente la manipolazione del sangue dell’atleta ( prelievo e conseguente isolamento delle piastrine su sangue dello stesso paziente, isolamento delle piastrine) tutto eseguito dal centro trasfusionale ematologico e successivamente introdotto in modo intralesionale nel paziente. Attualmente le casistiche internazionali danno risultati molto positivi sotto tutti i punti di vista » .
EMATOLOGO - Nell’Italia centro meridionale il primo e unico centro abilitato è quello di Villa Stuart. Tale metodica è controllata dalle autorità preposte rappresentate dai Carabinieri dei Nas, con un ematalogo autorizzato. Per Brozzi i vantaggi sono enormi: « La grande innovazione di questa nuova frontiera terapeutica è data dal miglioramento delle capacità rigenerative dei tessuti, con una guarigione che evita qualsiasi rischio di calcificazione e fibrosi. Per Ferrari manca l’ultima applicazione in un ciclo di tre, ma già c’è una discreta risposta terapeutica. Un anno e mezzo fa mi sono reso conto che i fattori di crescita rappresentavano un’avanguardia terapeutica da studiare. Si può intervenire a livello articolare, tendineo e muscolare. La restitutio dei tessuti è molto importante in tutte le lesioni muscolari e anche in caso di lesioni tendinee » .
da quando è possibile e legale una cosa del genere in Italia?
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