Il Comune li vuole cacciare dal centro
A Genova anche i trans incrociano le braccia. Per protestare contro il Comune che vorrebbe mandarli via dai vicoli, un gruppo di transessuali che si prostituisce nel ghetto del centro storico ha infatti deciso di scioperare e di manifestare davanti al palazzo Tursi, sede del municipio. "Qui se non ci fossimo noi sarebbe un disastro", dice Annapaola, nome d'arte di un trans intervistato dal "Secolo XIX".
Al momento non è ancora chiaro quanto durerà il singolare sciopero del sesso, ma i transessuali questa volta hanno deciso di fare sul serio e di farsi valere con le autorità competenti che stanno cercando di cacciarli dalla città.
Da qualche anno, spiega il giornale ligure, sia il Comune sia le forze dell'ordine hanno concentrato i loro sforzi nel risanamento delle aree a luci rosse, prestando particolare attenzione a quegli stabili che vengono utilizzati come alcove. Le prime ordinanze di chiusura con decreto giudiziario sono state inviate ai legittimi proprietari e per i trans praticare la "professione" presto sarà praticamente impossibile.
I trans che da anni sono una presenza fissa di quello che fu il ghetto ebraico si sentono accerchiati e così hanno scelto di scendere in piazza per far valere le proprie ragioni e dimostrare che la loro presenza non è affatto un problema di ordine pubblico. "Gli spacciatori ci fanno schifo e li mandiamo via a calci", spiega Annapaola, trans del centro storico di Genova. Della stessa opinione sono anche molte altre sue colleghe, convinte che la loro presenza nel ghetto garantisca in un certo senso delle zone franche in un quartiere devastato dalla criminalità.
La parola passa ora al Comune, che dovrà trovare una soluzione al problema. Di sicuro non potrà precettare i trans. Chissà come la prenderanno i clienti.
A Genova anche i trans incrociano le braccia. Per protestare contro il Comune che vorrebbe mandarli via dai vicoli, un gruppo di transessuali che si prostituisce nel ghetto del centro storico ha infatti deciso di scioperare e di manifestare davanti al palazzo Tursi, sede del municipio. "Qui se non ci fossimo noi sarebbe un disastro", dice Annapaola, nome d'arte di un trans intervistato dal "Secolo XIX".
Al momento non è ancora chiaro quanto durerà il singolare sciopero del sesso, ma i transessuali questa volta hanno deciso di fare sul serio e di farsi valere con le autorità competenti che stanno cercando di cacciarli dalla città.
Da qualche anno, spiega il giornale ligure, sia il Comune sia le forze dell'ordine hanno concentrato i loro sforzi nel risanamento delle aree a luci rosse, prestando particolare attenzione a quegli stabili che vengono utilizzati come alcove. Le prime ordinanze di chiusura con decreto giudiziario sono state inviate ai legittimi proprietari e per i trans praticare la "professione" presto sarà praticamente impossibile.
I trans che da anni sono una presenza fissa di quello che fu il ghetto ebraico si sentono accerchiati e così hanno scelto di scendere in piazza per far valere le proprie ragioni e dimostrare che la loro presenza non è affatto un problema di ordine pubblico. "Gli spacciatori ci fanno schifo e li mandiamo via a calci", spiega Annapaola, trans del centro storico di Genova. Della stessa opinione sono anche molte altre sue colleghe, convinte che la loro presenza nel ghetto garantisca in un certo senso delle zone franche in un quartiere devastato dalla criminalità.
La parola passa ora al Comune, che dovrà trovare una soluzione al problema. Di sicuro non potrà precettare i trans. Chissà come la prenderanno i clienti.
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