Sul mio personalissimo cartellino il miglior commentatore di sempre.
RIP Rino Tommasi
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Indubbiamente tra i migliori, altissima scuola. Straordinaria capacità di trasmettere la sua enorme cultura sportiva e storica circa gli sport che commentava. Chiarezza di linguaggio e proprietà degli argomenti sotto al profilo tecnico, capace però anche di scaldarsi nell'entusiasmo per certi colpi di tennis o di boxe, per certe imprese, sviluppandone in diretta una sorta di epopea...Educazione e rispetto per lo spettatore.
In coppia con Clerici un duo favoloso....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Se ne va un altro pezzo di Storia dello sport parlato.
Resta Buffa ancora giovane e poco più mi sa.
Meda per il motociclismo passionale.
I telecronisti di Sky hanno quasi tutti una cifra alta, ma (sempre tolto Buffa che è soprattutto uno Storico), nessuno che mi faccia tremare o in qualche caso commuovere.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioIndubbiamente tra i migliori, altissima scuola. Straordinaria capacità di trasmettere la sua enorme cultura sportiva e storica circa gli sport che commentava. Chiarezza di linguaggio e proprietà degli argomenti sotto al profilo tecnico, capace però anche di scaldarsi nell'entusiasmo per certi colpi di tennis o di boxe, per certe imprese, sviluppandone in diretta una sorta di epopea...Educazione e rispetto per lo spettatore.
In coppia con Clerici un duo favoloso.
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Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza MessaggioSe ne va un altro pezzo di Storia dello sport parlato.
Resta Buffa ancora giovane e poco più mi sa.
Meda per il motociclismo passionale.
I telecronisti di Sky hanno quasi tutti una cifra alta, ma (sempre tolto Buffa che è soprattutto uno Storico), nessuno che mi faccia tremare o in qualche caso commuovere.
Ha un suo stile.
Però Tommasi ai tempi di Tyson era imbattibili, spesso era meglio la sua cronaca dei match.
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
Beh Piccinini, anche se è un po' che non lo sento, a me piaceva, nelle cronache calcistiche, sciabolata... non va.
Ha un suo stile.
Però Tommasi ai tempi di Tyson era imbattibili, spesso era meglio la sua cronaca dei match.
Ma sono altra roba imho, rispetto pure ai radiocronisti di Tutto il Calcio Minuto per Minuto per capirci...quella era poesia.
Michele Plastino è un altro veramente bravo che stavo dimenticando, nonostante tifi Lazio (per chi scrive potrebbe essere penalizzante 🤣)...lui ha formato molti attuali famosi della scuola romana.
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Rino Tommasi, le curiosità del giornalista: la fretta al ristorante, i quaderni compilati a mano, il completo schizzato dal sangue
Il giornalista, venuto a mancare mercoledì a 90 anni, viaggiava spigoloso e sempre in anticipo sui tempi. Detestava i telecronisti tifosi, ma se sapevi entrare nel suo personalissimo cartellino sapeva apprezzarti
È stato Wikipedia prima di Internet e professore (cit. Gianni Brera) prima dell’intelligenza artificiale. Per 13 Olimpiadi, 7 Superbowl, 149 tornei dello Slam, 157 trasferte negli Usa, oltre 400 telecronache di pugilato e perlomeno altrettante di tennis — tenere le statistiche di se stesso era una vezzosa deformazione professionale —, Rino Tommasi da Verona, classe ’34, figlio di Virgilio primatista italiano del lungo e nipote di Angelo campione nazionale dell’alto, non ha sbagliato un numero.
Viaggiava spigoloso e in anticipo sui tempi
Dalla sua precisione cartesiana, forse un modo per fissare su carta una preparazione sportiva enciclopedica (i quaderni Clairefontaine venivano compilati a mano quotidianamente e viaggiavano in un’elegante ventiquattrore), hanno attinto generazioni di giornalisti e appassionati, spesso senza sapere che Rino, scomparso ieri a 90 anni piegato da una lunga e impietosa malattia 947 giorni dopo l’amico-sodale Gianni Clerici, compagno di doppio in indimenticabili scorribande tv, era molto di più di un giornalista.
Atleta («Se ho vinto io i campionati universitari di tennis vuol dire che, a differenza degli Usa, il livello è bassissimo» amava dire con falsa modestia), promoter di pugilato, conduttore, importatore di primizie da oltreoceano: all’esperimento del Superbowl ’81 (in studio, per spiegare le regole di quel rugby americano in cui la palla ovale può essere lanciata avanti con le mani, Mike Bongiorno), quando era responsabile dello sport di Canale 5 seguì l’acquisto dell’Nfl, in chiaro, su una rete commerciale. Il primo McDonald’s nostrano avrebbe aperto a Bolzano solo a fine ’85. Viaggiava spedito, dritto, spigoloso e in anticipo sui tempi, Tommasi.
La fretta al ristorante, il completo sporco di sangue a bordo ring
Dalla fretta con cui mangiava («Mi porti la prima cosa che ha sul menù» ordinava ai camerieri) — non era voracità ma impazienza per i minuti tolti a cose più importanti — ai suoi stilemi del linguaggio, entrati nel lessico sportivo con la stessa incisività dei neologismi breriani, dall’invenzione della telecronaca a due voci agli aforismi spesso egoriferiti («Il giudice della boxe può essere d’accordo con me, oppure sbaglia»), dall’odio inveterato per certe espressioni («finalissima», «matematicamente qualificato»: sbagliato, è aritmeticamente) al completo di sartoria schizzato dal sangue del ring di Las Vegas che nell’86 immolò al Mondiale dei medi tra Hagler e Mugabi, undici riprese considerate il suo capolavoro pugilistico, gli aneddoti nella mente di chi l’ha conosciuto si accavallano.
Amava i pronostici, e raramente si sbagliava: «Se Edberg non vince Wimbledon entro cinque anni, smetto di scrivere di tennis» sentenziò nell’83; e nell’88, a fil di sirena, Stefanello lo accontentò. Detestava i telecronisti tifosi, di cui oggigiorno ahinoi abbonda l’etere («Il tifo è una malattia: bisogna essere obiettivi») e chissà se oggi fischieranno le orecchie all’ex giovane collega che anni fa a Londra venne brutalizzato con quella voce nasale da bastian contrario che avanzava a scatti, con pause attoriali e rasoiate precise: «Caro, per mia decisione irrevocabile tu da domani non farai più telecronache di Wimbledon. Sei all’ultimo posto nel mio ranking. Anzi, non sei nemmeno in classifica».
Grazie ancora, Rino
Ma se riuscivi ad entrare nel suo personalissimo cartellino, e magari a meritarti un circoletto rosso per un’osservazione puntuale o un silenzio appropriato, senza farsi accorgere sapeva apprezzarti. Molti anni fa, proprio a Wimbledon, annunciò in diretta l’assunzione al Corriere della Sera, dopo un lungo inseguimento, di un’aspirante giornalista. Ne approfitto per ringraziarti ancora, Rino.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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