Fedez e Tony Effe...piuttosto imbarazzante prendere entrambi dopo il ridicolo e squallido casino che hanno fatto negli ultimi mesi...ma ormai Sanremo è un ridicolo show dove è necessario il clamore per gli ascolti e poco più.
Sanremo 2025: 75° Festival della Canzone Italiana
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Qualche tagliola è calata...Michele Bravi...Madame...Irene Grandi......ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Confermo il mio 20 per cento scarso di decenza, alcuni sul filo del rasoio
Ottima la conferma di Giorgia e Ranieri, come detto
Chiamarne la meta era già tanto, come ipotetica proposta artisticaSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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Pare che Giorgia abbia un pezzo "forte", di quelli che se ti capitano non puoi non portarli a Sanremo, almeno secondo Michele Monina: https://mowmag.com/culture/i-big-di-...ica-dei-rapper
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Poche sorprese, e quelle scelte per cercare il caos: a Sanremo 2025 le dimensioni contano
Trenta i Big in gara annunciati da Carlo Conti, di qualcuno si poteva fare a meno. La sensazione di una nave di lungo corso, dove tutti conoscono bene il loro copione
Ci si aspettava un segno di discontinuità rispetto alle gigantesche (anche nel successo televisivo) edizioni firmate da Amadeus, e invece no: 30 canzoni anche quest’anno, alla faccia delle dichiarazioni d’intenti e delle riflessioni sulla durata eccessiva delle serate. La sensazione è che da quelle dimensioni, ormai, non si possa tornare indietro: oggettivamente il numero dei cantanti pare eccessivo e di alcuni, in tutta franchezza, avremmo fatto anche volentieri a meno. A partire dai protagonisti del dissing volgare e offensivo andato in scena qualche mese fa, quello tra Tony Effe e Fedez. Vederli nella lista dei partecipanti al Festival fa salire retropensieri legati a inevitabili polemiche e discussioni, scivolando sul vecchio principio del “purché se ne parli”.
Ma il punto, forse, è che Sanremo non ha bisogno di spinte ulteriori: è la vetrina della musica made in Italy, un volano promozionale inarrivabile per gli artisti, un argomento di dibattito che dura mesi. Una verità che porta con sé molte luci e altrettante ombre, ma tant’è. A disposizione del pubblico c’è un catalogo variegato: ognuno può trovare la sua zona di comfort.
C’è tanta produzione da classifica, una quota rap che oltre ai due “litiganti” comprende anche Shablo, che porta con sé Guè, Joshua e Tormento, e Emis Killa, altro duro e puro del mondo hip hop. C’è una quota cantautorato classico, con Simone Cristicchi e l’esordiente(all’Ariston) Brunori Sas, e due artisti realmente fuori schema come Lucio Corsi (chi ha visto Vita da Carlo ne avrà apprezzato la verve davvero originale) e Joan Thiele, vincitrice del David di Donatello nel 2023 per la canzone portante del film Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, di cui era protagonista anche Elodie, a sua volta presente nel cast sanremese.
Tra Clara e Massimo Ranieri, Gaia (che ritroverà il suo partner artistico Tony Effe con ha trionfato in estate grazie a Sesso e samba) e Marcella Bella, Carlo Conti garantisce in qualche modo la trasversalità della proposta, andando a toccare i gusti di generazioni diverse.
Dice che le canzoni erano talmente belle che non si poteva ridurre il numero dei cantanti, ma in uno spettacolo infinito sono molti quelli che rischiano di non essere notati o ascoltati con sufficiente attenzione. E visto il livello di molta produzione attuale, qualche dubbio è lecito averlo. L’effetto sorpresa è limitato a pochissimi nomi: per il resto, la sensazione è quella di un battello da crociera di lungo corso, dove tutti ormai hanno imparato come muoversi e conoscono bene il loro copione.
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Mica solo loro...pare siano arrivate 200 canzoni...almeno i Jalisse ai "no" si sono abituati...e comunque a casa loro il trofeo sulla mensola ce l'hanno...si possono anche consolare...hanno il loro lavoro, fanno le loro musiche, stanno bene...chi li ammazza?...ma di noi
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Irene Grandi è la Noemi degli anni 90Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza MessaggioRadio e major semplicemente arrivano dopo altre piattaforme come Spotify e Youtube. Ne sono un riflesso.
Prima non era così, infatto molti artisti nello scenario hip hop si lamentavano di avere seguito nella loro sottocultura ma le radio non li pasavano perché snob verso il genere. Da quando in numeri dello streaming sono sotto gli occhi di tutti sono diventati quelli a dettare legge.
LE piattaforme streaming , con relative classifiche edischi d'oro ecc ecc. e' roba abbastanza recente e riguarda specialmente la nuova scuola e la scena trapOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Sanremo, ecco perché Conti non è la controriforma dell'innovatore Amadeus
I punti di contatto fra i due: il numero 30 e l'occhio rivolto al mercato
Gli scettici, e ce n'erano tanti non solo sui social ma anche fra i discografici, sono stati messi a tacere. Carlo Conti non ha gettato il velo della restaurazione sul Festival. Non ha fatto la controriforma cancellando i Sanremo di Amadeus. Insomma, nell'interpretare il ruolo di direttore artistico, Conti non ha usato il metro di «Tale e quale» o «I migliori anni». Sarebbe stato da matti fare il contrario. Non è quello il pubblico di riferimento. Da qualche anno, dati Auditel alla mano, il Festival di Sanremo ha visto ringiovanire il proprio pubblico televisivo ed è tornato rilevante, dati ufficiali di FIMI, nel mercato discografico. È in base a questi presupposti che è stata fatta listona dei 30, quella che ha lasciato fuori — oltre ad Al Bano e Jalisse, ma qui siamo ai limiti dello stalking nei confronti del Festival — «almeno altri 10 che avrebbero meritato di farne parte e che potremmo rivedere nel 2026».
Conti non poteva essere l'antitesi di Amadeus. Come Amadeus non è stato un visionario spuntato dal nulla. Il primo a rischiare con il cambio generazionale era stato Claudio Baglioni: nel 2018 e 2019 aveva invitato artisti che per il pubblico di Rai1 finivano nell'etichetta «chi?????». Amadeus ha trasformato quegli esperimenti in regola, ma il cambiamento portato dallo streaming non poteva essere ignorato. Si è creato un sistema virtuoso fra Festival, televisione e industria musicale. Ci hanno guadagnato tutti.
Conti avrà usato lenti diverse da quelle di Amadeus, e si capirà meglio a gennaio quando ci saranno gli ascolti riservati alla stampa, ma l'obiettivo è puntato sempre sul mercato e, ha detto Conti al Tg1, riflette i «sapori» di un momento storico in cui «la musica italiana sta andando di più di quella straniera fra i giovani rispetto a quello che succedeva qualche anno fa».
Certo, ci sono Marcella Bella e Massimo Ranieri in quota «spettatore di Rai1 tradizionale» —e forse lei anche TeleMeloni visto il suo passato di candidata per Alleanza Nazionale —, ma il resto della lista potrebbe essere una playlist da «new music friday».
C'è un altro punto di contatto fra Amadeus e Conti. Il numero degli artisti in gara. Trenta erano nella scorsa edizione, trenta anche questa volta. Un'edizione kolossal. Che dovrà tenere conto anche dei quattro di Sanremo Giovani che verranno scelti il 18 dicembre in diretta su Rai1. Detto che le classifiche parleranno di Sanremo per settimane, in futuro bisognerà ragionare sul fatto che la la grandeur non rischi di bruciare anche canzoni belle: fra radio e playlist non c'è posto per tutti.
Visto il ritorno il DopoFestival, affidato ad Alessandro Cattelan, e la gara parallela dei Giovani, l'unico modo per Conti di mantenere la promessa di chiudere entro l'una e mezza (almeno le prime quattro serate) è che la scaletta tagli tutto quell'autosmarchettamento Rai con i protagonisti di fiction di quinta fila che abbiamo visto all'Ariston negli ultimi anni. Non se lo merita il Festival.
CorSera...ma di noi
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Originariamente Scritto da M K K Visualizza MessaggioIrene Grandi è la Noemi degli anni 90
Stesso discorso per la Grandi, che poi nel suo momento non è riuscita a costruire un successo duraturo pur provenendo da una epoca dove la discografia solida ancora funzionava, ultimissimi suoi bagliori.
Il cast è comunque abnorme e manderà allo sbaraglio parecchi, questo è più che ovvio...li si poteva direttamente non prendere e fare un cast da 24 canzoni come era nei programmi iniziali.
...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Spero per loro che
1) dopo aver ascoltato le loro canzoni anche il pubblico giubili alla stessa maniera e non che si contorca per via di ulceriti e gastriti indotte e
2) che dopo il Festival continuino a gioire come adesso che la scatola è chiusa, perchè per molti di loro il rischio di sfasciarsi la dentiera sarà alto...ma di noi
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggiosigpic
Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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