Campionato Europeo di Calcio 2024 - commenti alle partite e all'Italia qui

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    Che c'è da dire
    Perdere fa pure parte del gioco, siamo inferiori a tanti
    ma io rimango basito dagli atteggiamenti
    Entrati in campo già con le orecchie basse, come se fossimo già destinati all'inevitabile.
    Secondo tempo comportamento da cani bastonati, zero grinta, zero cazz1mma, non un fallo un attimino più agonistico, carattere sotto i piedi.

    Io, oltre che al livello tecnico, sarei preoccupato in equal modo di questo.

    Poi, come è stato detto, è possibile che tutti ci siano superiori atleticamente?
    Sempre dopo sulle seconde palle
    A me sembra molto strano

    C'e poco da pensare, ci vuole un repulisti generale, anche stando anni senza pensare al risultato in se, ma con un progetto in mente

    Credo che dovrebbe tramutarsi in qualcosa di simile all'anno zero
    Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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      Spalletti ha colpe nell'eliminazione dell'Italia da Euro 2024? I giocatori confusi

      ​Il ct Luciano Spalletti è un visionario, i calciatori non lo capiscono. Quando escono dal campo sembrano quasi sollevati

      Sentite, è un po’ complicata da scrivere. Ma è una sensazione precisa. Questa: visti dal vivo, qui, adesso, sul prato dell’Olympiastadion, mentre indugiano prima di uscire, e si danno pacche, e si soffiano frasi tenendo la mano sulla bocca, osservati attentamente, ecco, gli azzurri paiono come sollevati.
      Tenete a mente: sollevati.
      Tra qualche capoverso capirete, meglio, il perché.
      Subito, a caldo, poche righe di cronaca battente e dolorosa: perché è una sera mortificante, drammatica, memorabile per il calcio italiano. La Svizzera ci ha umiliato. Non c’è solo il racconto di una sconfitta con cui veniamo sbattuti fuori dagli Europei. Siamo dentro qualcosa di più profondo e radicale. Di storico, forse.

      Ma andiamo subito al nocciolo: Luciano Spalletti ha colpe? Sì, certo, per forza. Va bene: quali? Bisogna spiegarla così: il cittì ha un’alta considerazione di sé, e la merita (o meritava, obietterà qualcuno). Comunque: quando arriva alla guida della Nazionale si accorge di avere a disposizione un materiale umano a dir poco modesto. Non ha giocatori di rango internazionale (a parte Donnarumma). Non ha uomini di personalità ed esperienza. Non ha fantasisti. Non ha centravanti. Deve scegliere tra quel pochissimo che offre il nostro campionato.

      Però invece di immaginare una squadra che giochi un calcio semplice, accessibile, dignitoso, decide che la strada migliore sia quella di metterci del suo. Cioè, più o meno, pensa: questi ragazzi li miglioro con le mie visioni. Non è presunzione: è Spalletti. Walter Sabatini, amandolo, sostiene che è un «dirimpettaio della follia». Perché il calcio di Spalletti è sempre stato un meraviglioso miscuglio di puro genio tattico e di pignoleria prossima all’ossessione. Così, arrivati in Germania, lui ha cominciato a spiegarci il suo «calcio perimetrale», che poi doveva diventare «relazionale». Noi cronisti, francamente, ci abbiamo capito poco. Il guaio, enorme, è che non l’hanno capito nemmeno i suoi calciatori (per insegnare certi schemi occorrono esercitazioni quotidiane, e mesi di sedute psicologiche).

      Uno dei primi tempi più brutti

      La partita contro l’Albania è stato un colossale equivoco. La Spagna, poi, ci ha preso a pallate. Con la Croazia soffriamo fino al minuto 98’, quando entra Zaccagni, che la butta dentro. Zaccagni, a quel punto, viene descritto in qualche titolo generoso come un incrocio tra Bruno Conti e Claudio Sala: ma è Zaccagni. Spalletti, contro gli svizzeri, gli preferisce addirittura El Shaarawy, che nella Roma fa la riserva. Cambiando, di nuovo, formazione e schemi. Stavolta dovrebbe essere un 4-3-3 piuttosto scolastico, però fatichiamo in modo spaventoso. Chiudiamo, sotto di un gol, forse il peggior primo tempo mai giocato dagli azzurri negli ultimi cinquanta anni. Sono quasi solo appunti della memoria. È tutto talmente brutto che resta impresso. Di Lorenzo, imbarazzante. Scamacca, irritante. Loro hanno questo Xhaka, che è un ottimo regista: ma sembra Schiaffino, tra Barella (male male) e Fagioli. Che gioca al posto di Jorginho. Diciamo che, vedendolo in azione, resta piuttosto incomprensibile il motivo per cui sia stato convocato, nonostante avesse ancora addosso il tanfo di una squalifica, e non giocasse da sette mesi. Ma siamo al pettegolezzo.

      Azzurri escono quasi sollevati

      La verità è che i nostri, anche per tutta la ripresa, faticano in modo oscuro, quasi irrazionale, sbagliando raddoppi, diagonali, in uscita perdiamo palloni assurdi e allora s’intuisce che non solo hanno un problema di autostima (comprensibile, dopo che hai visto da vicino gente tipo Rodri, Yamal, Modric), ma che sono come confusi, stanchi di testa. Il ritiro blindato imposto da Spalletti — e qui, probabilmente, c’è un altro suo grave errore di valutazione — li ha precipitati in una condizione di pura claustrofobia. L’arbitro che fischia la fine li porta fuori da un incubo. I loro sguardi sollevati, di cui parlavo all’inizio del pezzo, si spiegano così.

      Certo, poi resta tanto ancora da spiegare. Dov’è il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina? Che pensa di questo disastro, di questa nostra crisi abissale? Lo sa, presidente, che adesso è purtroppo anche legittimo farsi assalire dal dubbio che a Londra, tre anni fa, vincemmo solo per una generosa botta di benevolenza — chiamiamola così — del destino? Ma Gravina non parla. L’hanno visto andare via con il ministro per lo Sport, Andrea Abodi. Pure Spalletti ora va verso il pullman.
      Gli azzurri sono già bordo. Con le cuffie alle orecchie e i loro nécessaire pieni di oli giapponesi e cremine antirughe. Solo una cosa, ragazzi: in vacanza — quando sarete alle Maldive e a Porto Cervo — ripensateci. E un po’ di vergogna, comunque, provatela.

      ​CorSera-Fabrizio Roncone
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Disastro Italia a Euro 2024: Spalletti parla troppo. Serve una riflessione corale

        ​Non si salva nessuno, da parte del ct Spalletti una abbuffata di pensieri e di concetti,ma l'Italia è piccolina e la Svizzera è sembrata il Real Madrid

        Disgusto e rabbia. Due sensazioni fastidiose che guastano una giornata, che rischia di essere memorabile. Ma in negativo. Una Nazionale così malmessa, che viene a casa dagli Europei di Germania, battuta e umiliata dalla Svizzera, più portata storicamente a sport come sci e bob, viene in mente l’hockey su ghiaccio se contempliamo il gioco di squadra.

        Spalletti parla troppo

        Una Nazionale che in un Europeo riesce a battere a fatica solo l’Albania per diritto divino e si salva all’ultimo secondo contro la Croazia strappando un pareggio che ci ha portato a questo ottavo di finale e a una verità amara e inaccettabile: Nazionale di scarsa qualità, così piccina che la Svizzera è sembrata il Real Madrid.

        Luciano Spalletti è un tecnico preparato, la sua carriera parla per lui, lo scudetto conquistato con il Napoli è una felice realtà, ma è anche vero che lui parla troppo. Una abbuffata di pensieri e di concetti, di idee, con un linguaggio che stordisce e ti fa domandare: «...ma cosa vuole dire…». Ieri dopo la figuraccia è stato stranamente chiaro: «La responsabilità è mia». Un uomo provato. Ma lo è tutto il calcio italiano, che non vede il Mondiale per due edizioni, sbattuto fuori dall’Europeo al primo test vero.

        Gioco, carattere, personalità: è mancato tutto, anche il fisico per giovani sani che faticano su ogni palla. Solo un uomo al comando: Gigio Donnarumma che para e fa di tutto per evitare l’umiliazione, ci tenta anche contro la Svizzera, ma è l’unico innocente di una spedizione flop. Una volta si parlava di Corea per definire un fallimento, adesso diventerà di moda la Svizzera.

        Con tutto il rispetto per le dimensioni di una presidenza come quella degli Stati Uniti, si discute molto di Biden, se sia ancora all’altezza della situazione e dell’alta responsabilità. Beh, qui se si parla di calcio italiano, di lucidità se ne vede poca: senza andare tanto lontano, alla Casa Bianca, ma restando nei Palazzi del nostro Pallone, una riflessione corale è necessaria.

        ​CorSera-Daniele Dallera
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          Italia, dalla Svizzera una lezione dura da dimenticare: cosa rende la sconfitta ancora più grave

          Siamo precipitati nel terzo mondo dopo due Mondiali mancati, che abbiamo visto alla televisione e questo Europeo senza gloria in cui siamo stati capaci di vincere solo con l'Albania. E pensare che siamo all'inizio di un ciclo...

          Sul prato dove diciotto anni fa abbiamo vinto il Mondiale, l’Italia ha subìto una lezione che farà fatica a dimenticare. Umiliata dalla Svizzera e eliminata dall’Europeo, senza nessuna attenuante. Spalletti voleva rendere orgogliosi gli italiani che oggi, al novantesimo di quel pianto, si sono vergognati di una squadra che non è mai stata squadra, senza anima né gioco, incapace di vincere un contrasto e di mettere in fila due passaggi. «Chiediamo scusa», ha detto il c.t alla fine di quello che è stato un vero naufragio tecnico, tattico, fisico. Anche caratteriale. Encefalogramma piatto. Uno stillicidio, un dolore acuto, un pomeriggio nero, choccante. Un fallimento. Siamo precipitati nel terzo mondo calcistico, dopo due Mondiali mancati, che abbiamo visto alla televisione e questo Europeo senza gloria in cui siamo stati capaci di battere soltanto l’Albania. Nel mezzo c’è stata la notte di Wembley, che ci dobbiamo tenere stretta, un lampo, un bagliore nel deserto.​

          L'Italia non c'è mai stata

          Un’Italia così brutta, arrendevole e scombiccherata, non la vedevamo da tempo in un grande torneo. Forse al Mondiale 2010 in Sudafrica o a quello del ‘74, sempre in Germania, ma era a fine ciclo. Questa Nazionale, invece, è all’inizio di un percorso e la preoccupazione suona ancora più grande. La Svizzera è saltata addosso alla partita, l’ha addentata e non ha più mollato la presa, dominando in lungo e in largo e segnando due gol, ma la sconfitta avrebbe potuto assumere dimensioni più ampie senza le parate del solito Donnarumma, decisivo sullo 0-0 prima su Embolo, lanciato a rete e tenuto in gioco da Darmian e poi sulla punizione maligna di Rieder, deviata sul palo. I rossi, che hanno centrato i quarti, hanno dominato sul piano tattico e fisico, nella velocità del gioco e nella chiarezza di idee. L’Italia non c’è mai stata. Altro che liberata, dopo il girone complicato con Spagna e Croazia.


          Si salva solo Donnarumma

          Il ritmo ha fatto la differenza. Yakin ha scelto un 3-4-3 che, grazie a Ndoye, uno dei motorini del Bologna che spingono la Nati, è diventato spesso un 3-3-4. Gli svizzeri hanno occupato bene il campo, fatto pressing, messo all’angolo l’Italietta che si è scollata e è andata in mille pezzi. Anche le scelte di Spalletti non sono state convincenti. Di Lorenzo è affondato come le altre volte, Fagioli è stato tenero, i romanisti Cristante e El Shaarawy ombre vuote e Scamacca non ha tenuto un pallone e non ha fatto salire la squadra. Ma anche i leader sono stati sottotono: Barella ha offerto la peggior versione di se stesso e Chiesa non è mai riuscito a accendersi. Il bolognese Freuler, con un perfetto inserimento e grazie alla deviazione decisiva di Mancini, ha rotto l’equilibrio quando speravamo di andare al riposo sullo 0-0 per riorganizzarci. Nella ripresa, il c.t. ha inserito subito il talismano Zaccagni, ma Vargas, con un imprendibile diagonale sotto l’incrocio, ha fatto scendere la notte dopo appena 25 secondi. E i pali, quello di Schar che stava per beffare Sommer e quello di Scamacca in fuorigioco, non hanno aggiunto niente.

          Spalletti stavolta ha sbagliato

          Spalletti ha dimostrato a Napoli e lungo una grande carriera di essere un allenatore di qualità, ma stavolta ha sbagliato. Luciano ha sopravvalutato la rosa e scelto un progetto troppo ambizioso per una Nazionale modesta. Troppi cambi di formazione e di sistema, anche di ideologia, dalla voglia di essere dominanti a quella di essere resilienti. La squadra è sembrata stanca, spenta, in confusione. Gli interisti, tranne Bastoni, sono arrivati svuotati. Credevamo con Scamacca di aver trovato un centravanti: per adesso è solo un’illusione. Come questo Europeo già finito.

          ​​CorSera
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            Nazionale, un flop annunciato. Buffon alla squadra: “Qualcuno parli”

            ​Un progetto nato in fretta un’estate fa dopo l’addio di Mancini e naufragato fra dubbi e incertezze. Il silenzio dei giocatori e l’attacco del capo delegazione

            Un progetto nato in fretta un’estate fa dopo l’addio di Mancini e naufragato fra dubbi e incertezze. Il silenzio dei giocatori e l’attacco del capo delegazione
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              Spalletti non è adatto al ruolo di CT, la stampa (stranamente lucida stamattina) stavolta ne elenca in maniera chiara i motivi: si perde in astrazioni, a volte si confonde da solo entro i propri concetti, è troppo attaccato all'idea di calcio "bello", quando il calcio deve essere una cosa sola, in specie in tornei simili: concreto e vincente.

              Pur di perseguire la sua idea di calcio ha cambiato troppe formazioni in due settimane in Germania, aumentando la confusione e sbagliando scelte.

              Con Spalletti si rischia di non qualificarsi nemmeno ai mondiali, d'altro canto se Albania-Spagna-Croazia-Svizzera fossero stati un girone di qualificazione saremmo fuori.

              Chiamare Allegri. Il calcio "semplice" è il suo mantra. Ha le idee chiarissime, è sempre stato un tecnico molto lucido e capace di adattarsi ad ogni situazione e ad ogni pressione. Ha il carisma che gli viene dalla lunga frequentazione della vittoria. Ha personalità. E' l'antitesi del calcio astruso che tanto va di moda, quello predicato dagli Adani e che (purtroppo) ha sviato anche Spalletti.

              No scelte di mezza via alla Pioli, un tecnico che fino a ieri era diretto al Genoa. Qua serve un peso massimo e gli italiani (tolto Ancelotti, che sta su un altro pianeta) di massimi sono due: Conte e Allegri. Tolto Conte resta Allegri: è "semplice", speriamo lo sia anche per quello zero di Gravina.
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              • germanomosconi
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                • pordenone
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                Tra l'altro mi aspettavo le dimissioni di Spalletti ma vedo che tiene botta
                Originariamente Scritto da Marco pl
                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                IO? Mai masturbato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                Io sono drogato..

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                • Irrlicht
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                  "Sentite, è un po’ complicata da scrivere. Ma è una sensazione precisa. Questa: visti dal vivo, qui, adesso, sul prato dell’Olympiastadion, mentre indugiano prima di uscire, e si danno pacche, e si soffiano frasi tenendo la mano sulla bocca, osservati attentamente, ecco, gli azzurri paiono come sollevati.​"

                  Bellissima sintesi.
                  Ed è quello che non riuscivo ad esprimere.

                  ​​​​​​Arrendersi all'inevitabile quando ancora non lo era.
                  Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                  • Irrlicht
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                    Perché dovrebbe dimettersi
                    Ha le sue grosse responsabilità, senza alcuna ombra di dubbio
                    Non ha tenuto una linea stabile , giocatori parsi demotivati
                    Qui al di là del bagaglio tecnico scarso la mano del selezionatore dovrebbe vedersi
                    Non parliamo di discorsi "da campo" pratici
                    Su questo non ci piove
                    Anche su alcune scelte tattiche è criticabile

                    Punti a favore: pochi, se non lo scarso tempo a disposizione e il materiale tecnico povero a disposizione.

                    Da criticarlo a crocifiggerlo, però, c'è il grigio in mezzo

                    Qui il fallimento è atavico di sistema
                    Per me quest'anno sarebbe andata così con qualsiasi guida tecnica
                    Poi se parliamo di progetto a lungo termine, naturalmente, è un altro paio di maniche
                    Last edited by Irrlicht; 30-06-2024, 08:19:51.
                    Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                      Oggi alle 12.00 ci sarà una conferenza stampa di Gravina. Vedremo cosa dirà, anche se non ha mai detto nulla. Figura che definire esangue è dire poco.

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                        Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio
                        Oggi alle 12.00 ci sarà una conferenza stampa di Gravina. Vedremo cosa dirà, anche se non ha mai detto nulla. Figura che definire esangue è dire poco.
                        Gravina deve fare solo due cose. La prima e più importante di tutte: convocare gli stati generali del calcio, dalle scuole calcio in su. Chiudersi a Coverciano per qualche settimana, sviscerare da ogni punto di vista i problemi (cosa si sbaglia nelle scuole calcio/giovanili; questione stranieri; strutture; necessità per tutte le squadre di A di farsi una seconda squadra dove far giocare i giovani; riduzione della A a 18 squadre ecc...ecc...) e poi mettere in moto le ormai non più rinviabili riforme.

                        Nel frattempo, cioè subito (visto che ci sarà da qualificarsi ai mondiali) salutare Spalletti e chiamare Allegri.

                        Ce la farà quel pupazzo a comportarsi una volta tanto da presidente e non da burocrate? Il calcio italiano sta sprofondando, è in regressione sotto ogni punto di vista, si rischia di non poter risalire più se non si attueranno una serie di misure radicali, senza guardare in faccia a nessuno. Se non ne è capace, che venga un commssario.
                        Last edited by Sean; 30-06-2024, 08:50:45.
                        ...ma di noi
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Fabi Stone
                          Bodyweb Senior
                          • Jan 2015
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                          Io lo dissi e lo scrissi appena lo annunciarono, che Spalletti non era adatto per fare il Commissario Tecnico.

                          Se poi quel bastardo di Zuse la smettesse di scrivere le stesse cose che scrivo io, me farebbe na cortesia 😂.

                          Spalletti non te lo fa il 4-4-2 da compitino, lui vuole allenare. La colpa più grande di Luciano è quella di avere accettato la Nazionale.

                          Con Sacchi abbiamo visto, nel rapporto qualità/quantità calciatori, la nazionale più brutta della storia...ma li poteva pure "giocare" a fare l'esaurito, perché tra Baresi, Maldini, Baggio, Signori, Albertini ecc ecc...te la risolvevano comunque.

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                          • Irrlicht
                            Bodyweb Senior
                            • Aug 2021
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                            Massí, 2/3 moscow mule in una zona di villeggiatura di tendenza al sunset e passa tutto
                            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                            • fede79
                              Stratocaster Addicted
                              • Oct 2002
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                              • Roma
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                              Il primo a dimettersi dovrebbe essere quell’inutile di Gravina, a seguire tutti gli altri: stanno facendo il male del calcio italiano da troppi anni.
                              sigpic
                              Free at last, they took your life
                              They could not take your PRIDE

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                              • Fabi Stone
                                Bodyweb Senior
                                • Jan 2015
                                • 10894
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                                Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                                "Sentite, è un po’ complicata da scrivere. Ma è una sensazione precisa. Questa: visti dal vivo, qui, adesso, sul prato dell’Olympiastadion, mentre indugiano prima di uscire, e si danno pacche, e si soffiano frasi tenendo la mano sulla bocca, osservati attentamente, ecco, gli azzurri paiono come sollevati.​"

                                Bellissima sintesi.
                                Ed è quello che non riuscivo ad esprimere.

                                ​​​​​​Arrendersi all'inevitabile quando ancora non lo era.
                                Giusto.
                                Questi calciatori, ottimi atleti e prima di tutto UOMINI... Meritano ampiamente delle attenuanti.
                                "Saremmo stati forti, se guidati a dovere"
                                Per carità.

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