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Sanremo 2024: LXXIV Festival della Canzone Italiana
Io vedo semplicemente gente che esprime consenso moderato in un video.
Nell'altro dissenso.
Senza offendere nessuno.
No certo, non vedi alcuna coalizione.
Ognuno ha votato assolutamente per conto suo. 😂
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
L'ambasciatore israeliano intanto se la dovrebbe prendere con la corte dell'Aja, che ha messo sotto inchiesta Israele proprio per genocidio...e in secondo luogo ricordarsi che qua vige la libertà di espressione del proprio pensiero, e Ghali ha semplicemente espresso il suo, che poi è quello di milioni e milioni e ancora milioni di persone nel mondo, USA (alleati dell'ambasciatore) compresi...quindi, se la prenda coi grossi invece di attaccare i piccoli.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
è virale il video in cui si mette in mostra che nella scenografia del palco di vedrebbe l'immagine di satana...
vi risulta?
cmq sul web trovate tutto.
aprite
gli
occhi
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Tra l'altro, la RAI non è mai stata saldamente in mando ad un governo come adesso.
Per cui, attaccandone i vertici, Gasparri è come se attaccasse sè stesso.
Stavo leggendo l'analisi di Ondarock sul Festival. Ho fatto il nome, tra gli autori, di Paolo Antonacci. In realtà, hanno evidenziato come ci siano altri nomi costantemente presenti e che portano ad una certa omologazione delle canzoni (uso la terminologia di Ondarock).
La questione spinosissima, sollevata un po’ ovunque già settimane prima dell’inizio del Festival, sulla presenza massiccia di alcuni autori nei trenta brani in gara, è giocoforza fisiologica quando la direzione artistica di una rassegna assume contorni baudiani. Il che non è una giustificazione, tutt’altro: pone in ballo la necessità di affidare alla stessa persona per troppo tempo la vetrina di fatto più importante del mainstream nostrano. Succede così che Tropico, ossia il cantautore pop napoletano Davide Petrella, si trovi a firmare ben quattro canzoni, quasi come se non fossero bastati il primo e il secondo posto dello scorso anno conquistati come autore delle canzoni di Marco Mengoni e Lazza. Oppure che Cheope, cioè Alfredo Rapetti, il figlio del paroliere per antonomasia Mogol, appaia in tre brani. E ancora altri immancabili come Davide Simonetta o Jacopo Et, al secolo Jacopo Angelo Ettore, anche lui come Rapetti presente tre volte. Insomma, se da un lato negli ultimi anni si è assistito a uno svecchiamento della proposta sanremese, dall’altro lato si è progressivamente fatto spazio un coagulo di penne più o meno satellitari alle major del caso, che ha creato l’inevitabile ristagno a valle in un’edizione annacquatissima.
Le canzoni della settantaquattresima puntata, per dirla con Netflix, della kermesse ligure finiscono dunque spesse volte per essere il risultato di una congrega narrativa (e ritmica) tanto blasonata quanto ripetitiva. Si prenda il caso della cassa dritta che mai in passato aveva tanto bordeggiato a Sanremo, o i ganci melodici che scuotono la memoria breve come ben dimostra “Cenere” di Lazza che appare e scompare in “I p’ me, tu p’ te” di Geolier. E’ un loop che dovrebbe dissolversi il prossimo anno, quantomeno sulla carta, a meno che Amadeus non voglia “sorprenderci” tutti con un ulteriore gettone. Eventualità, quest’ultima, che metterebbe seriamente a rischio la bontà della proposta sanremese, così come già accaduto in passato quando l’Ariston fini per diventare il palco di riserva di Amici. (Giuliano delli Paoli)
E' un aspetto quello di pochi autori dominus della situazione che aveva messo in evidenza anche Michele Monina (altro critico musicale) giorni prima del Festival: intanto c'è da dire che questo è anche dovuto al fatto che ormai poche case discografiche si spartiscono il mercato, sono le multinazionali...e poi appunto quando si trova un filone che funziona si tende, anche per logiche redditizie, a sfruttare quello.
Più che sui testi parlerei prima però della musica, perchè il tono e la sostanza di una canzone è la musica, ed è lì che si dovrebbe lavorare per evitare l'omologazione, tipo la "cassa dritta" di cui parla Ondarock...e ad autori e case discografiche aggiungerei anche i produttori, perchè alla fine se la produzione di una canzone non si distingue da un'altra, è perchè gli arrangiamenti sono tutti omologati, così come gli spunti, le idee musicali (si usa troppo il computer, che appiatisce arrangiamenti e musiche).
Una canzone come quella di Irama ad esempio fa eccezione e si vede: nessun campionamento, nessun ritmo "da discoteca" (per cassa dritta si intende quello, tipo la musica techno), e anche la canzone della Bertè, un classico pezzo rock...poche eccezioni che appunto si notano.
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Difficile osare quando devi fare un arrangiamento da orchestra , televisivo , e soprattutto live con gente probabilmente che ha scarse doti canore e non ha reali esperienze di live....
un mammud quanti concerti ha fatto ? Perche esistono diverse scuole....la vecchia scuola che iniziava a esibirsi a 15 anni e ha fatto migliaia di date (un Albano , ricchi e poveri e gente del genere saprebbe performante bene anche con un cantatu anni 90 dentro una grotta ) , poi c'e la scuola talent , questi nascono in televisione, sicuramente sono quelli che possono osare di più , ma sono quelli che er esigenze tecniche hanno se,re avuto brani confezionati ad hoc per palchi televisivi, e poi c'e la nuova scuola social rap trap... Che ne sanno cantare, non hanno brani che valorizzano doti canore e, non hanno esperienza di live ..dove fanno dj set o apparizioni con autotune sul playback e sono anche poco avvezzi alla tv....
Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
E' un aspetto quello di pochi autori dominus della situazione che aveva messo in evidenza anche Michele Monina (altro critico musicale) giorni prima del Festival: intanto c'è da dire che questo è anche dovuto al fatto che ormai poche case discografiche si spartiscono il mercato, sono le multinazionali...e poi appunto quando si trova un filone che funziona si tende, anche per logiche redditizie, a sfruttare quello.
Più che sui testi parlerei prima però della musica, perchè il tono e la sostanza di una canzone è la musica, ed è lì che si dovrebbe lavorare per evitare l'omologazione, tipo la "cassa dritta" di cui parla Ondarock...e ad autori e case discografiche aggiungerei anche i produttori, perchè alla fine se la produzione di una canzone non si distingue da un'altra, è perchè gli arrangiamenti sono tutti omologati, così come gli spunti, le idee musicali (si usa troppo il computer, che appiatisce arrangiamenti e musiche).
Una canzone come quella di Irama ad esempio fa eccezione e si vede: nessun campionamento, nessun ritmo "da discoteca" (per cassa dritta si intende quello, tipo la musica techno), e anche la canzone della Bertè, un classico pezzo rock...poche eccezioni che appunto si notano.
Il problema, quando porti a Sanremo pezzi basati sulla "cassa dritta", o cmq su ritmi fissi cadenzati, è che rischi anche di far perdere il senso del pezzo, di sminuirlo. Per dire, se qualcuno non mi avesse detto che quello di Dargen D'Amico era un pezzo serio (il tema dei migranti), il mio orecchio ne avrebbe percepito solo il carattere danzereccio. Ora, non vorrei passare per boomerone, ma il rischio può essere questo. Lo dico poi da utente di diversi generi musicali, anche molto diversi tra loro.
ho appena scoperto che la mia nipotina ha votato 6 volte per geolier utilizzando i cellulari dei genitori dei nonni e del fratello
ma che vi frega a voi napoletani di sto tizio? alla fne è campanilismo, non pensavo foste così campanilisti a napoli
non è che per la mango hanno votato in massa i basilicatesi
Vorrei esprimere ancora un sentito grazie alla provvidenziale coalizione della sala stampa che, con senno e giudizio, ci ha salvato da una scellerata vittoria
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
Per me le migliori 5, non in ordine:
Angelina, Geolier, Ghali, Annalisa, Mahmood
Poi molto orecchabili la Bertè, i The Kolors
Irama insomma.. non mi ha convinto
Questione Geolier.. per me nessuno dovrebbe partecipare con un testo in dialetto
La sua vittoria alla serata cover francamente imbarazzante e probabilmente gli è costata la vittoria finale perchè poi la sala stampa si è coalizzata contro di lui
Nel complesso un bel festival secondo me
Amadeus soprendentemente un super conduttore di queste 5 edizioni
Amadeus soprendentemente un super conduttore di queste 5 edizioni
Addirittura super ?
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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