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Va bene sono matto io allora....io credevo che la polizia e le forze dell'ordine tutte avessero il compito di arrestare i delinquenti e sedare i disordini facendo rispettare le leggi non di commettere crimini o atti di giustizia sommaria.
Poi i discorsi del tipo "un ventenne che aveva paura" "volevano ucciderlo" etc mi stanno sulle palle.....da che mondo è modno ci sono i criminali e le guardie oggi i ruoli tendono a confondersi.
ci sono i criminali e le guardie...
non i criminali e le forze speciali......
se quel ragazzo non aveva sufficiente sangue freddo...o sufficiente addestramento per stare li la colpa non è certo sua.....
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Ma porcaccio cr***o se io scelgo di fare un mestiere coem il caramba devo tutelare la nazione e non pensare alle mie paura, ma che ***** di uomo è uno che in assetto anti-sommossa ed in piena bagarre pensa alla propria pelle invece di far rispettare l'ordine e far trionfare la giustizia????
Ma che minchiate dite.....allora io vado a fare il poliziotto e poi se o paura perchè ho solo 20 anni allora ammazzo chi sta facendo disordini??
Ma siete fuori???
Se sono uno senza palle vado a fare il dog sitter e non il carabiniere.
Solo che lui nn ha scelto di fare il carabiniere. era di leva!
Era asseganto alla seconda linea dello schieramento, in coppia con un ufficiale, e avrebbe dovuto lanciare i lacrimogeni. Dopo poco l'ufficiale gli ha tolto il lanciatore dalle mani, per sparare lui. Quindi Placanica si limitava a togliere la spoletta alle granate e passarle. Da li , l'intossicazione, e il trasferimento sul defender MEDEVAC. In una carica sucessiva, il genio al comando del battaglione ha mandato avanti le due defendere che dovevano essere al seguito, per sfondare le barricate fatte con i bidoni, in una di queste azioni la defender medevac è rimasta isolata ed assaltata, li dentro c'era quel pover sfigato di Placanica, e il resto lo si sa........
E cmq facile criticare dalla propria scrivania in ufficio, nessuna ha la mianiama idea di come può reagire quando "la merda arriva al ventilatore", fino a che nn succede.
Ma porcaccio cr***o se io scelgo di fare un mestiere coem il caramba devo tutelare la nazione e non pensare alle mie paura, ma che ***** di uomo è uno che in assetto anti-sommossa ed in piena bagarre pensa alla propria pelle invece di far rispettare l'ordine e far trionfare la giustizia????
Ma che minchiate dite.....allora io vado a fare il poliziotto e poi se o paura perchè ho solo 20 anni allora ammazzo chi sta facendo disordini??
Ma siete fuori???
Se sono uno senza palle vado a fare il dog sitter e non il carabiniere.
ma guarda che sei tu che stai vedendo le cose in maniera ottusa..
quello non faceva disordini ma voleva ferire-uccidere un altro...quest'altro si da il caso che era un carabiniere ed è finita come doveva finire...punto non c'è bisogno a mio avviso di chissà quali cervellotiche spiegazioni
"Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "
"Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "
1) innanzitutto i teppisti veri andavano presi...non è che ti butti nel mucchio acchiappi 25 sfigati e li condanni per un reato di cui non se ne sente parlare dal 1930; oppure entri di notte in un dormitorio, pesti a sangue tutti, piazzi delle finte molotov, fingi di essere stato vittima di resistenza ne becchi altri 200 e continui a torturarli illeggittimamente in una caserma
2) le condanne ci sono state e nessuno ha rivoltato il paese
3) se il sistema giudiziario è di parte spiegami perchè nessun uomo delle forze dell'ordine (ovviamente chi ha commesso reato) è stato condannato o incriminato, perchè sono state insabbiati i processi contro i vertici, perchè l'unico condannato (anzi meglio dire "inculato") per quel massacro è stato un povero mentecatto che ha cambiato 20 volte versione dei fatti ha sostenuto di essere solo un capro espiatorio poi si è rimangiato tutto...
4)per quale motivo uno che sfonda una vetrina dovrebbe farsi più anni di uno che stupra e uccide
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poi si parlava di targhe per commemorare un teppista..
beh..si fa di meglio: noi li eleggiamo a rappresentanti dell'Italia, della democrazia, dello Stato.
Disprezziamo e ci indigniamo per un piccolo "teppista" eletto martire dal sistema stesso, e ci dimentichiamo che l'Italia è governata e sorretta da un marciume immondo fatto di omicidi,stragi, intrallazzi, e i mandanti di tutto questo stanno ancora ben seduti sulle loro poltrone rosse.
Mi avete preceduto,avete detto tutto voi ,quindi ,niente.
Solo è curioso come la morte di Giuliani alla fine faccia molto comodo a chi difende sempre e comunque i poliziotti, perchè in qualche modo viene ad oscurare i gravissimi atti compiuti dalle FDO in quei giorni.E mi riferisco agli episodi della caserma di Bolzaneto che come già detto qui sopra sono rimasti a tutt'oggi impuniti(la sentenza arriverà tra pochi mesi). Mi chiedo cosa ne pensino i vari sostenitori delle FDO, di tutte le violenze,le umiliazioni,i pestaggi e le torture di cui gli uomini dello Stato(quelli che dovrebbero difenderci dai criminali) sono stati capaci in quei tre giorni.
Tre giorni in cui a Genova è successo quello che si è visto nelle peggiori giornate della storia recente di paesi come Cile e Cina...
Ma forse sto chiedendo troppa obiettività.
Tre giorni in cui a Genova è successo quello che si è visto nelle peggiori giornate della storia recente di paesi come Cile e Cina...
Ma forse sto chiedendo troppa obiettività.
Mi avete preceduto,avete detto tutto voi ,quindi ,niente.
Solo è curioso come la morte di Giuliani alla fine faccia molto comodo a chi difende sempre e comunque i poliziotti, perchè in qualche modo viene ad oscurare i gravissimi atti compiuti dalle FDO in quei giorni.E mi riferisco agli episodi della caserma di Bolzaneto che come già detto qui sopra sono rimasti a tutt'oggi impuniti(la sentenza arriverà tra pochi mesi). Mi chiedo cosa ne pensino i vari sostenitori delle FDO, di tutte le violenze,le umiliazioni,i pestaggi e le torture di cui gli uomini dello Stato(quelli che dovrebbero difenderci dai criminali) sono stati capaci in quei tre giorni.
Tre giorni in cui a Genova è successo quello che si è visto nelle peggiori giornate della storia recente di paesi come Cile e Cina...
Ma forse sto chiedendo troppa obiettività.
Dai forse esageri un po'.Qua sono successe cose più "soft".
Il problema è che qua ci eleggiamo a Stato CIVILE e Democratico, e succedono queste cose.
Laggiù sono più o meno mezze dittature ed è quindi (purtroppo) più "normale".
dice che la forza è nell’ordine ma glielo leggo in faccia che non ci crede.se solo mi togliesse il piede dalla testa,potrei guardarlo in faccia davvero.La forza è nell’ordine,quale forza,quale ordine?
Boh,che dire,a sto punto,copio incollo un articolo da Repubblica.it su quanto accaduto a Bolzaneto.E me ne tiro fuori.
E parliamo di fatti documentati, accertati e provati.
"C'ERA anche un carabiniere "buono", quel giorno. Molti "prigionieri" lo ricordano. "Giovanissimo". Più o meno ventenne, forse "di leva". Altri l'hanno in mente con qualche anno in più. In tre giorni di "sospensione dei diritti umani", ci sono stati dunque al più due uomini compassionevoli a Bolzaneto, tra decine e decine di poliziotti, carabinieri, guardie di custodia, poliziotti carcerari, generali, ufficiali, vicequestori, medici e infermieri dell'amministrazione penitenziaria. Appena poteva, il carabiniere "buono" diceva ai "prigionieri" di abbassare le braccia, di levare la faccia dal muro, di sedersi. Distribuiva la bottiglia dell'acqua, se ne aveva una a disposizione. Il ristoro durava qualche minuto. Il primo ufficiale di passaggio sgridava con durezza il carabiniere tontolone e di buon cuore, e la tortura dei prigionieri riprendeva.
Tortura. Non è una formula impropria o sovrattono. Due anni di processo a Genova hanno documentato - contro i 45 imputati - che cosa è accaduto a Bolzaneto, nella caserma Nino Bixio del reparto mobile della polizia di Stato nei giorni del G8, tra venerdì 20 e domenica 22 luglio 2001, a 55 "fermati" e 252 arrestati. Uomini e donne. Vecchi e giovani. Ragazzi e ragazze. Un minorenne. Di ogni nazionalità e occupazione; spagnoli, greci, francesi, tedeschi, svizzeri, inglesi, neozelandesi, tre statunitensi, un lituano.
Studenti soprattutto e disoccupati, impiegati, operai, ma anche professionisti di ogni genere (un avvocato, un giornalista...). I pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno detto, nella loro requisitoria, che "soltanto un criterio prudenziale" impedisce di parlare di tortura. Certo, "alla tortura si è andato molto vicini", ma l'accusa si è dovuta dichiarare impotente a tradurre in reato e pena le responsabilità che hanno documentato con la testimonianza delle 326 persone ascoltate in aula.
Il reato di tortura in Italia non c'è, non esiste. Il Parlamento non ha trovato mai il tempo - né avvertito il dovere in venti anni - di adeguare il nostro codice al diritto internazionale dei diritti umani, alla Convenzione dell'Onu contro la tortura, ratificata dal nostro Paese nel 1988. Esistono soltanto reatucci d'uso corrente da gettare in faccia agli imputati: l'abuso di ufficio, l'abuso di autorità contro arrestati o detenuti, la violenza privata. Pene dai sei mesi ai tre anni che ricadono nell'indulto (nessuna detenzione, quindi) e colpe che, tra dieci mesi (gennaio 2009), saranno prescritte (i tempi della prescrizione sono determinati con la pena prevista dal reato).
Come una goccia sul vetro, penosamente, le violenze di Bolzaneto scivoleranno via con una sostanziale impunità e, quel che è peggio, possono non lasciare né un segno visibile nel discorso pubblico né, contro i colpevoli, alcun provvedimento delle amministrazioni coinvolte in quella vergogna. Il vuoto legislativo consentirà a tutti di dimenticare che la tortura non è cosa "degli altri", di quelli che pensiamo essere "peggio di noi". Quel "buco" ci permetterà di trascurare che la tortura ci può appartenere. Che - per tre giorni - ci è già appartenuta.
Nella prima Magna Carta - 1225 - c'era scritto: "Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, spossessato della sua indipendenza, messo fuori legge, esiliato, molestato in qualsiasi modo e noi non metteremo mano su di lui se non in virtù di un giudizio dei suoi pari e secondo la legge del paese". Nella nostra Costituzione, 1947, all'articolo 13 si legge: "La libertà personale è inviolabile. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione di libertà"
La caserma di Bolzaneto oggi non è più quella di ieri. Con un'accorta gestione, si sono voluti cancellare i "luoghi della vergogna", modificarne anche gli spazi, aprire le porte alla città, alle autorità cittadine, civili, militari, religiose coltivando l'idea di farne un "Centro della Memoria" a ricordo delle vittime dei soprusi. C'è un campo da gioco nel cortile dove, disposti su due file, i "carcerieri" accompagnavano l'arrivo dei detenuti con sputi, insulti, ceffoni, calci, filastrocche come "Chi è lo Stato? La polizia! Chi è il capo? Mussolini!", cori di "Benvenuti ad Auschwitz".
Dov'era il famigerato "ufficio matricole" c'è ora una cappella inaugurata dal cardinale Tarcisio Bertone e nei corridoi, dove nel 2001 risuonavano grida come "Morte agli ebrei!", ha trovato posto una biblioteca intitolata a Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume italiana, ucciso nel campo di concentramento di Dachau per aver salvato la vita a 5000 ebrei.
Quel giorno, era venerdì 20 luglio, l'ambiente è diverso e il clima di piombo. Dopo il cancello e l'ampio cortile, i prigionieri sono sospinti verso il corpo di fabbrica che ospita la palestra. Ci sono tre o quattro scalini e un corridoio centrale lungo cinquanta metri. È qui il garage Olimpo. Sul corridoio si aprono tre stanze, una sulla sinistra, due sulla destra, un solo bagno. Si è identificati e fotografati. Si è costretti a firmare un prestampato che attesta di non aver voluto chiamare la famiglia, avvertire un avvocato. O il consolato, se stranieri (agli stranieri non si offre la traduzione del testo).
A una donna, che protesta e non vuole firmare, è mostrata la foto dei figli. Le viene detto: "Allora, non li vuoi vedere tanto presto...". A un'altra che invoca i suoi diritti, le tagliano ciocche di capelli. Anche H. T. chiede l'avvocato. Minacciano di "tagliarle la gola". M. D. si ritrova di fronte un agente della sua città. Le parla in dialetto. Le chiede dove abita. Le dice: "Vengo a trovarti, sai". Poi, si è accompagnati in infermeria dove i medici devono accertare se i detenuti hanno o meno bisogno di cure ospedaliere. In un angolo si è, prima, perquisiti - gli oggetti strappati via a forza, gettati in terra - e denudati dopo. Nudi, si è costretti a fare delle flessioni "per accertare la presenza di oggetti nelle cavità".
Nessuno sa ancora dire quanti sono stati i "prigionieri" di quei tre giorni e i numeri che si raccolgono - 55 "fermati", 252 "arrestati" - sono approssimativi. Meno imprecisi i "tempi di permanenza nella struttura". Dodici ore in media per chi ha avuto la "fortuna" di entrarvi il venerdì. Sabato la prigionia "media" - prima del trasferimento nelle carceri di Alessandria, Pavia, Vercelli, Voghera - è durata venti ore. Diventate trentatré la domenica quando nella notte tra 1.30 e le 3.00 arrivano quelli della Diaz, contrassegnati all'ingresso nel cortile con un segno di pennarello rosso (o verde) sulla guancia.
È saltato fuori durante il processo che la polizia penitenziaria ha un gergo per definire le "posizioni vessatorie di stazionamento o di attesa". La "posizione del cigno" - in piedi, gambe divaricate, braccia alzate, faccia al muro - è inflitta nel cortile per ore, nel caldo di quei giorni, nell'attesa di poter entrare "alla matricola". Superati gli scalini dell'atrio, bisogna ancora attendere nelle celle e nella palestra con varianti della "posizione" peggiori, se possibile. In ginocchio contro il muro con i polsi ammanettati con laccetti dietro la schiena o nella "posizione della ballerina", in punta di piedi.
Nelle celle, tutti sono picchiati. Manganellate ai fianchi. Schiaffi alla testa. La testa spinta contro il muro. Tutti sono insultati: alle donne gridato "entro stasera vi scoperemo tutte"; agli uomini, "sei un gay o un comunista?" Altri sono stati costretti a latrare come cani o ragliare come asini; a urlare: "viva il duce", "viva la polizia penitenziaria". C'è chi viene picchiato con stracci bagnati; chi sui genitali ,mentre steso sulla schiena è costretto a tenere le gambe aperte e in alto: G. ne ricaverà un "trauma testicolare". C'è chi subisce lo spruzzo del gas urticante-asfissiante. Chi patisce lo spappolamento della milza. A.
D. arriva nello stanzone con una frattura al piede. Non riesce a stare nella "posizione della ballerina". Lo picchiano con manganello. Gli fratturano le costole. Sviene. Quando ritorna in sé e si lamenta, lo minacciano "di rompergli anche l'altro piede". Poi, gli innaffiano il viso con gas urticante mentre gli gridano. "Comunista di merda". C'è chi ricorda un ragazzo poliomielitico che implora gli aguzzini di "non picchiarlo sulla gamba buona". I. M. T. lo arrestano alla Diaz. Gli viene messo in testa un berrettino con una falce e un pene al posto del martello. Ogni volta che prova a toglierselo, lo picchiano. B. B. è in piedi.
Gli sbattono la testa contro la grata della finestra. Lo denudano. Gli ordinano di fare dieci flessioni e intanto, mentre lo picchiano ancora, un carabiniere gli grida: "Ti piace il manganello, vuoi provarne uno?". S. D. lo percuotono "con strizzate ai testicoli e colpi ai piedi". A. F. viene schiacciata contro un muro. Le gridano: "*****, devi fare pompini a tutti", "Ora vi portiamo nei furgoni e vi stupriamo tutte". S. P. viene condotto in un'altra stanza, deserta. Lo costringono a denudarsi. Lo mettono in posizione fetale e, da questa posizione, lo obbligano a fare una trentina di salti mentre due agenti della polizia penitenziaria lo schiaffeggiano. J. H. viene picchiato e insultato con sgambetti e sputi nel corridoio. Alla perquisizione, è costretto a spogliarsi nudo e "a sollevare il pene mostrandolo agli agenti seduti alla scrivania". J. S., lo ustionano con un accendino.
Ogni trasferimento ha la sua "posizione vessatoria di transito", con la testa schiacciata verso il basso, in alcuni casi con la pressione degli agenti sulla testa, o camminando curvi con le mani tese dietro la schiena. Il passaggio nel corridoio è un supplizio, una forca caudina. C'è un doppia fila di divise grigio-verdi e blu. Si viene percossi, minacciati.
In infermeria non va meglio. È in infermeria che avvengono le doppie perquisizioni, una della polizia di Stato, l'altra della polizia penitenziaria. I detenuti sono spogliati. Le donne sono costrette a restare a lungo nude dinanzi a cinque, sei agenti della polizia penitenziaria. Dinanzi a loro, sghignazzanti, si svolgono tutte le operazioni. Umilianti. Ricorda il pubblico ministero: "I piercing venivano rimossi in maniera brutale. Una ragazza è stata costretta a rimuovere il suo piercing vaginale con le mestruazioni dinanzi a quattro, cinque persone". Durante la visita si sprecano le battute offensive, le risate, gli scherni. P.
B., operaio di Brescia, lo minacciano di sodomizzazione. Durante la perquisizione gli trovano un preservativo. Gli dicono: "E che te ne fai, tanto i comunisti sono tutti froci". Poi un'agente donna gli si avvicina e gli dice: "È carino però, me lo farei". Le donne, in infermeria, sono costrette a restare nude per un tempo superiore al necessario e obbligate a girare su se stesse per tre o quattro volte. Il peggio avviene nell'unico bagno con cesso alla turca, trasformato in sala di tortura e terrore. La porta del cubicolo è aperta e i prigionieri devono sbrigare i bisogni dinanzi all'accompagnatore. Che sono spesso più d'uno e ne approfittano per "divertirsi" un po'.
Umiliano i malcapitati, le malcapitate. Alcune donne hanno bisogno di assorbenti. Per tutta risposta viene lanciata della carta da giornale appallottolata. M., una donna avanti con gli anni, strappa una maglietta, "arrangiandosi così". A. K. ha una mascella rotta. L'accompagnano in bagno. Mentre è accovacciata, la spingono in terra. E. P. viene percossa nel breve tragitto nel corridoio, dalla cella al bagno, dopo che le hanno chiesto "se è incinta". Nel bagno, la insultano ("*****", "*******"), le schiacciano la testa nel cesso, le dicono: "Che bel culo che hai", "Ti piace il manganello".
Chi è nello stanzone osserva il ritorno di chi è stato in bagno. Tutti piangono, alcuni hanno ferite che prima non avevano. Molti rinunciano allora a chiedere di poter raggiungere il cesso. Se la fanno sotto, lì, nelle celle, nella palestra. Saranno però picchiati in infermeria perché "puzzano" dinanzi a medici che non muovono un'obiezione. Anche il medico che dirige le operazioni il venerdì è stato "strattonato e spinto".
Il giorno dopo, per farsi riconoscere, arriva con il pantalone della mimetica, la maglietta della polizia penitenziaria, la pistola nella cintura, gli anfibi ai piedi, guanti di pelle nera con cui farà poi il suo lavoro liquidando i prigionieri visitati con "questo è pronto per la gabbia". Nel suo lavoro, come gli altri, non indosserà mai il camice bianco. È il medico che organizza una personale collezione di "trofei" con gli oggetti strappati ai "prigionieri": monili, anelli, orecchini, "indumenti particolari". È il medico che deve curare L. K.
A L. K. hanno spruzzato sul viso del gas urticante. Vomita sangue. Sviene. Rinviene sul lettino con la maschera ad ossigeno. Stanno preparando un'iniezione. Chiede: "Che cos'è?". Il medico risponde: "Non ti fidi di me? E allora vai a morire in cella!". G. A. si stava facendo medicare al San Martino le ferite riportate in via Tolemaide quando lo trasferiscono a Bolzaneto. All'arrivo, lo picchiano contro un muretto. Gli agenti sono adrenalinici. Dicono che c'è un carabiniere morto. Un poliziotto gli prende allora la mano. Ne divarica le dita con due mani. Tira. Tira dai due lati. Gli spacca la mano in due "fino all'osso". G. A. sviene. Rinviene in infermeria. Un medico gli ricuce la mano senza anestesia. G. A. ha molto dolore. Chiede "qualcosa". Gli danno uno straccio da mordere. Il medico gli dice di non urlare.
Per i pubblici ministeri, "i medici erano consapevoli di quanto stava accadendo, erano in grado di valutare la gravità dei fatti e hanno omesso di intervenire pur potendolo fare, hanno permesso che quel trattamento inumano e degradante continuasse in infermeria".
Non c'è ancora un esito per questo processo (arriverà alla vigilia dell'estate). La sentenza definirà le responsabilità personali e le pene per chi sarà condannato. I fatti ricostruiti dal dibattimento, però, non sono più controversi. Sono accertati, documentati, provati. E raccontano che, per tre giorni, la nostra democrazia ha superato quella sempre sottile ma indistruttibile linea di confine che protegge la dignità della persona e i suoi diritti. È un'osservazione che già dovrebbe inquietare se non fosse che - ha ragione Marco Revelli a stupirsene - l'indifferenza dell'opinione pubblica, l'apatia del ceto politico, la noncuranza delle amministrazioni pubbliche che si sono macchiate di quei crimini appaiono, se possibile, ancora più minacciose delle torture di Bolzaneto.
Possono davvero dimenticare - le istituzioni dello Stato, chi le governa, chi ne è governato - che per settantadue ore, in una caserma diventata lager, il corpo e la "dimensione dell'umano" di 307 uomini e donne sono stati sequestrati, umiliati, violentati? Possiamo davvero far finta di niente e tirare avanti senza un fiato, come se i nostri vizi non fossero ciclici e non si ripetessero sempre "con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l'etica, con l'identica allergia alla coerenza"?
Si ma non puoi paragonare Genova alla Cina o al Cile.
Punto.In quei posti la gente viene veramente torturata e seviziata e uccisa.Qui ci si è andati vicino ma tutti sono tornati a casa, con tanta rabbia ma sono tornati a casa e possono dimenticare...
E' diverso il contesto socio politico e simili: il problema è quanto la polizia possa essere, e sia capace di essere, l'espressione della legalità e della giustizia, quanto si possa ancora credere in tale sistema, quanto si possa ancora far affidamento su di essi.
Io NON credo nella polizia italiana, io ho paura della polizia italiana, e questo è grave.
Ma è così.
Io vorrei che Genova fosse anche ricordata per ciò per cui la gente stava lottando, sono gli IDEALI che devono portarci avanti, non deve essere solo la critica.
Ma sembra che questo sia solo un contorno a tutto, per cosa si stava lottando ce ne siamo dimenticati tutti, nessuno si chiede neanche più se è giusto o sbagliato....
dice che la forza è nell’ordine ma glielo leggo in faccia che non ci crede.se solo mi togliesse il piede dalla testa,potrei guardarlo in faccia davvero.La forza è nell’ordine,quale forza,quale ordine?
io vi dico solo che adesso con la nuova squadra di governo e sopratutto la russa all'interno, sono finiti i tempi per ste *******te...sarà molto molto peggio
"Avrei potuto ucciderli tutti, avrei potuto uccidere anche te. In città la legge sei tu, qui sono io! Lascia perdere; lasciami stare o scateno una guerra che neanche te la sogni! "
Si ma non puoi paragonare Genova alla Cina o al Cile.
Punto.In quei posti la gente viene veramente torturata e seviziata e uccisa.Qui ci si è andati vicino ma tutti sono tornati a casa, con tanta rabbia ma sono tornati a casa e possono dimenticare...
io vi dico solo che adesso con la nuova squadra di governo e sopratutto la russa all'interno, sono finiti i tempi per ste *******te...sarà molto molto peggio
io vi dico solo che adesso con la nuova squadra di governo e sopratutto la russa all'interno, sono finiti i tempi per ste *******te...sarà molto molto peggio
intendi Fiorello?
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
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