Dal sito www.repubblica.it
Grande eco in Germania per un film sulla storia di Andreas Niedrig
Eroinomane già a 15 anni ha trovato la salvezza nello sport, con grandi risultati
"Corri per tornare a vivere"
Andreas, da drogato a Ironman
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
Andreas Niedrig
BERLINO - Era tossicodipendente ed eroinomane dall'età di 15 anni, finiva spesso privo di sensi nelle toilettes delle stazioni, viveva in strada. Poi si è salvato grazie allo sport, è diventato un triatleta di successo. Prima il suo libro, "vom Junkie zum Ironman", da drogato ad atleta della corsa ironman, poi ora il film che ne ha tratto, "Lauf um dein Leben" (corri per salvare la tua vita), girato insieme al regista Fritjof Hohagen, ne hanno fatto l'ex drogato più famoso di Germania dopo Cristiana F., la protagonista di 'Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino'.
Il protagonista di questa storia commovente e straordinaria si chiama Andreas Niedrig, oggi ha 40 anni. Continua a correre, e tiene seminari, corsi e iniziative pubbliche per insegnare ai giovani a non cadere preda delle droghe. La sua corsa per la vita continua.
La storia di Andreas Niedrig scuote il pubblico tedesco, tanto che ieri la Sueddeutsche Zeitung, il quotidiano di qualità più diffuso, gli ha dedicato una pagina. "Ormai sono 'clean', pulito, da 19 anni", racconta Niedrig al collega Jochen Temsch del giornale di Monaco. La sua storia avrebbe potuto finire ben diversamente.
Andreas è nato 40 anni fa a Oer-Erkenschwick, una città ai margini del grigio territorio della Ruhr, l'antico cuore industriale e carbonifero d'Europa. Da bambino aveva difficoltà a scuola, a 13 anni cominciò a fumare. Poi due anni dopo passò alle droghe pesanti: cocaina, speed, lsd, eroina. Cominciò il tunnel nell'inferno: chiuso nei bagni delle stazioni ferroviarie per iniettarsi la droga, veniva spesso trovato svenuto. Viveva in strada come un mendicante, soffriva di paranoie.
Una dura terapia lo ha salvato dalla tossicodipendenza, ma quando si trattò di tentare di cominciare una vita normale suo padre, agente di polizia, non credette in lui. Lo riteneva un incapace, non gli dette fiducia. Andreas frequentò corsi di avviamento professionale come meccanico ortopedico. Ma non gli bastava, voleva mostrare al padre e al mondo di potercela fare a rialzarsi in piedi. Cominciò ad allenarsi per il Triathlon. Sono prove durissime: 3,8 chilometrti di nuoto, poi 180 chilometri in bicicletta, poi di corsa il percorso della maratona, cioè 42 chilometri e 195 metri.
Nei suoi tempi migliori da atleta Andreas realizzò un tempo di otto ore, tre minuti e 54 secondi. Fu una volta secondo e due volte terzo alla gara europea Ironman, una volta settimo a Ironman mondiale nelle Hawaii. Si era salvato, ma dedicandosi allo sport estremo - con a fianco l'appoggio affettuoso della moglie Sabine - si sentiva tagliato fuori dalla vita reale. Lo stress fisico lo ha costretto anche a dolorose operazioni: al piede sinistro gli manca un terzo della muscolatura, due viti al titanio tengono saldo il suo tallone d'Achille. Eppure una settimana fa ha corso la gara ironman in Sudafrica ed è arrivato nono.
Otto anni fa pubblicò il libro. Se ne parlò - ma non tanto come lui avrebbe voluto. E soprattutto, le testate e i programmi tv sportivi lo ignorarono. Si accorsero di lui solo i giornali locali della sua regione, e da quegli articoli nacque l'idea del film. Girato insieme a Fritjof Hohagen e ora pronto: uscirà giovedì sugli schermi tedeschi.
La notorietà ora è arrivata, Andreas vuole usarla per fare del bene. Non incassa un euro dei compensi dei suoi corsi, conferenze e seminari, attività per cui è prenotato fino al 2009: li devolve a iniziative per l'aiuto dei tossicodipendenti. Il suo sogno adesso è creare una fondazione per aiutare i ragazzi che affrontano i problemi combattuti da lui in gioventù. Lauf um dein Leben è anche un aiuto per loro: non un film sullo sport, ma piuttosto la storia drammatica di una vittima della droga che si salva con la sua forza di volontà. "Chi ha mai detto che la vita deve essere sempre facile? Non è questo il senso della vita", avverte.
(21 aprile 2008)
Grande esempio di come lo sport può diventare il mezzo per superare tanti problemi e momenti di difficoltà...
Grande eco in Germania per un film sulla storia di Andreas Niedrig
Eroinomane già a 15 anni ha trovato la salvezza nello sport, con grandi risultati
"Corri per tornare a vivere"
Andreas, da drogato a Ironman
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
Andreas Niedrig
BERLINO - Era tossicodipendente ed eroinomane dall'età di 15 anni, finiva spesso privo di sensi nelle toilettes delle stazioni, viveva in strada. Poi si è salvato grazie allo sport, è diventato un triatleta di successo. Prima il suo libro, "vom Junkie zum Ironman", da drogato ad atleta della corsa ironman, poi ora il film che ne ha tratto, "Lauf um dein Leben" (corri per salvare la tua vita), girato insieme al regista Fritjof Hohagen, ne hanno fatto l'ex drogato più famoso di Germania dopo Cristiana F., la protagonista di 'Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino'.
Il protagonista di questa storia commovente e straordinaria si chiama Andreas Niedrig, oggi ha 40 anni. Continua a correre, e tiene seminari, corsi e iniziative pubbliche per insegnare ai giovani a non cadere preda delle droghe. La sua corsa per la vita continua.
La storia di Andreas Niedrig scuote il pubblico tedesco, tanto che ieri la Sueddeutsche Zeitung, il quotidiano di qualità più diffuso, gli ha dedicato una pagina. "Ormai sono 'clean', pulito, da 19 anni", racconta Niedrig al collega Jochen Temsch del giornale di Monaco. La sua storia avrebbe potuto finire ben diversamente.
Andreas è nato 40 anni fa a Oer-Erkenschwick, una città ai margini del grigio territorio della Ruhr, l'antico cuore industriale e carbonifero d'Europa. Da bambino aveva difficoltà a scuola, a 13 anni cominciò a fumare. Poi due anni dopo passò alle droghe pesanti: cocaina, speed, lsd, eroina. Cominciò il tunnel nell'inferno: chiuso nei bagni delle stazioni ferroviarie per iniettarsi la droga, veniva spesso trovato svenuto. Viveva in strada come un mendicante, soffriva di paranoie.
Una dura terapia lo ha salvato dalla tossicodipendenza, ma quando si trattò di tentare di cominciare una vita normale suo padre, agente di polizia, non credette in lui. Lo riteneva un incapace, non gli dette fiducia. Andreas frequentò corsi di avviamento professionale come meccanico ortopedico. Ma non gli bastava, voleva mostrare al padre e al mondo di potercela fare a rialzarsi in piedi. Cominciò ad allenarsi per il Triathlon. Sono prove durissime: 3,8 chilometrti di nuoto, poi 180 chilometri in bicicletta, poi di corsa il percorso della maratona, cioè 42 chilometri e 195 metri.
Nei suoi tempi migliori da atleta Andreas realizzò un tempo di otto ore, tre minuti e 54 secondi. Fu una volta secondo e due volte terzo alla gara europea Ironman, una volta settimo a Ironman mondiale nelle Hawaii. Si era salvato, ma dedicandosi allo sport estremo - con a fianco l'appoggio affettuoso della moglie Sabine - si sentiva tagliato fuori dalla vita reale. Lo stress fisico lo ha costretto anche a dolorose operazioni: al piede sinistro gli manca un terzo della muscolatura, due viti al titanio tengono saldo il suo tallone d'Achille. Eppure una settimana fa ha corso la gara ironman in Sudafrica ed è arrivato nono.
Otto anni fa pubblicò il libro. Se ne parlò - ma non tanto come lui avrebbe voluto. E soprattutto, le testate e i programmi tv sportivi lo ignorarono. Si accorsero di lui solo i giornali locali della sua regione, e da quegli articoli nacque l'idea del film. Girato insieme a Fritjof Hohagen e ora pronto: uscirà giovedì sugli schermi tedeschi.
La notorietà ora è arrivata, Andreas vuole usarla per fare del bene. Non incassa un euro dei compensi dei suoi corsi, conferenze e seminari, attività per cui è prenotato fino al 2009: li devolve a iniziative per l'aiuto dei tossicodipendenti. Il suo sogno adesso è creare una fondazione per aiutare i ragazzi che affrontano i problemi combattuti da lui in gioventù. Lauf um dein Leben è anche un aiuto per loro: non un film sullo sport, ma piuttosto la storia drammatica di una vittima della droga che si salva con la sua forza di volontà. "Chi ha mai detto che la vita deve essere sempre facile? Non è questo il senso della vita", avverte.
(21 aprile 2008)
Grande esempio di come lo sport può diventare il mezzo per superare tanti problemi e momenti di difficoltà...
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