chi crede in dio

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  • thetongue
    Bodyweb Senior
    • Mar 2003
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    #61
    Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
    Penso che sia opportuno distinguere il "semplice" credere da aver Fede.

    Nel primo caso puoi permetterti un atteggiamento "distaccato", ritenendo l'oggetto del "credere" semplicemente plausibile, che non contrasta quindi con la logica, nei confronti del quale non senti alcun particolare coinvolgimento a livello emotivo.

    Nel secondo caso non solo credi, ma l'oggetto del credere suscita anche un coinvolgimento emotivo e, se vogliamo, sentimentale, fondamentalmente caratterizzato da un fondo di fiducia.

    Aver Fede implica credere, ma non viceversa.


    A questo punto è leggittimo l'interrogativo: si può realmente "aver fiducia" e "disprezzare" contemporaneamente?
    volendo dare come buona questa tua distinzione (avrei delle ulteriori specificazioni, più che riserve), a tal proposito paolo dice che la "nuova vita" (la salvezza, che è già sperimentabile come dimensione terrena) va "vissuta", più che "riconosciuta cognitivamente": l'atteggiamento speculativo del "chin scratcher" viene liquidato come inutile, ai fini della rinascita in cristo. rinascita che si vive nelle azioni e si incarna, più che avallare come una possibilità ontologica
    Last edited by thetongue; 18-04-2008, 22:51:54.

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    • THE ALEX
      Bodyweb Advanced
      • Sep 2003
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      • somewhere on planet earth
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      #62
      Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
      volendo dare come buona questa tua distinzione (avrei delle ulteriori specificazioni, più che riserve), a tal proposito paolo dice che la "nuova vita" va "vissuta", più che "riconosciuta cognitivamente": l'atteggiamento speculativo del "chin scratchcer" viene liquidato come inutile, ai fini della rinascita in cristo. rinascita che si vive nelle azioni e si incarna, più che avallare come una possibilità ontologica
      sai che non sono ancora riuscito a capire la tua posizione..sembrerebbe quasi uno "standby believer" ma piu' che altro mi sembra ti diverta a smontare le tesi di atei e credenti allo stesso modo....Enlighten me please(giusto per far incazzare san giuan)
      « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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      • marcandrea
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        • adesso vivo in una casa pulita
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        #63
        io ci credo, il motivo non lo so, sono cresciuto con questa convinzione ed anche se molte volte sono deluso dall'aspettativa di una vita migliore per tutti... continuo a crederci

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        • thetongue
          Bodyweb Senior
          • Mar 2003
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          #64
          Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
          sai che non sono ancora riuscito a capire la tua posizione..sembrerebbe quasi uno "standby believer" ma piu' che altro mi sembra ti diverta a smontare le tesi di atei e credenti allo stesso modo....Enlighten me please(giusto per far incazzare san giuan)
          tu non la puoi capire, perchè non ci riesco neanche io.
          di sicuro sento molto "il problema", non sono uno che riesce a vivere la quotidianità con una sorta di "bella indifferenza" (neglecting) nei confronti del tema esistenzialista.
          quello a cui ho accennato prima e su cui poneva l'accento paolo, è un tasto dolente della mia attitudine: io cerco di capire, invece di vivere il tutto "with my guts" come dice paolo.
          di una cosa sono convinto però: l'uomo occidentale contemporaneo ha perso il suo baricentro spirituale, ed è disperato e letteralmente malato. tutto questo nel suo tentativo di "stand-by neglecting", "metter da parte, tralasciare, trascurare" la sua dimensione spirituale ed i bisogni ad essa correlati. liquidata la questione spirituale come insolvibile, ci si è dedicati completamente a cercare di garantirsi questa esistenza come la più confortevole possibile. per tanti versi, l'uomo occidentale oggi è l' homo faber, più che altro.
          il risultato è una vita confortevole come mai l'uomo l'aveva prima conosciuta nella storia, con pance piene ma lo spirito che piange ed è disperato (come un bambino trascurato criminosamente).

          credo che noi abbiamo un corpo, una mente ed uno spirito. al corpo ci teniamo facendo sport e mangiando sano, alla mente sforzandoci di acquisire un'istruzione e parzialmente impegnandosi nella carriera; ma lo spirito è quello trascurato e lasciato "starving", morendo di fame, con delle ridicole nozioni di catechismo impartiteci per la prima comunione. sarebbe come lasciare la nostra mente ferma ed inevoluta alle nozioni che ci impartirono all'asilo.
          è come un individuo obeso, che trascura il suo corpo e non è in uno stato ottimale di salute, così il nostro spirito, trascurato e relegato in un posto umile e degradato, sopravvive sotto la coperta cosciente: si fa sentire solo, in tutto il suo disagio di anima brutta, emaciata e trascurata, come quel disagio interiore, quella disperazione pur avendo apparentemente tutto, che è tipico dell'uomo moderno.
          per inciso, le popolazioni come quella norvegese, con la qualità di vita stimata più alta al mondo insieme al canada, e che hanno deciso di relagare, liquidare come "un problema non posto" quello spirituale, sono quelle con i più alti indici di prescrizioni farmacologiche antidepressive e suicidio.

          per quanto riguarda il rapporto con la chiesa, credo che questa debba darsi un bello svecchiamento culturale e darsi da fare per diventare viva, porsi ed aiutare l'uomo contemporaneo a fronteggiare i problemi del nostro mondo.
          viaggia con una marcia troppo bassa, ed il distacco tra lei e le nuove tematiche che si trova a fronteggiare l'uomo dei nostri tempi sta divenendo considerevole.
          chiariamoci bene, il messaggio di cristo è valido per interpretare, vivere e porsi nei confronti dei problemi del nostro mondo. ma una delle funzioni che dovrebbe giustificare l'esistenza stessa della chiesa, sarebbe quella di aiutare l'uomo ad interpretare e viver quel messaggio "salvifico": salvifico nei confronti della disperazione che sperimentiamo tutti "nel vivere"

          posto tutto ciò, io per tanti versi vivo come il peggiore dei dannati questo mio passaggio terreno, dando scandalo col mio corpo e le mie azioni
          vado molto a fasi, sono del resto un bipolare caratterialmente. passo dalla posizione di moderatamente praticante cristiano, a quella di nichilista barbaro senzadio (sono letterale).
          ps. tu scherzi con san juan, ma io ho perso tempo a scrivere sto post perchè mi sono fermato per un po su alcune frasi ed espressioni per tradurle al meglio in italiano, non scherzo mi sto rincoglionendo alex

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
            • 120223
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            • In piedi tra le rovine
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            #65
            Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
            tu non la puoi capire, perchè non ci riesco neanche io.
            di sicuro sento molto "il problema", non sono uno che riesce a vivere la quotidianità con una sorta di "bella indifferenza" (neglecting) nei confronti del tema esistenzialista.
            quello a cui ho accennato prima e su cui poneva l'accento paolo, è un tasto dolente della mia attitudine: io cerco di capire, invece di vivere il tutto "with my guts" come dice paolo.
            di una cosa sono convinto però: l'uomo occidentale contemporaneo ha perso il suo baricentro spirituale, ed è disperato e letteralmente malato. tutto questo nel suo tentativo di "stand-by neglecting", "metter da parte, tralasciare, trascurare" la sua dimensione spirituale ed i bisogni ad essa correlati. liquidata la questione spirituale come insolvibile, ci si è dedicati completamente a cercare di garantirsi questa esistenza come la più confortevole possibile. per tanti versi, l'uomo occidentale oggi è l' homo faber, più che altro.
            il risultato è una vita confortevole come mai l'uomo l'aveva prima conosciuta nella storia, con pance piene ma lo spirito che piange ed è disperato (come un bambino trascurato criminosamente).

            credo che noi abbiamo un corpo, una mente ed uno spirito. al corpo ci teniamo facendo sport e mangiando sano, alla mente sforzandoci di acquisire un'istruzione e parzialmente impegnandosi nella carriera; ma lo spirito è quello trascurato e lasciato "starving", morendo di fame, con delle ridicole nozioni di catechismo impartiteci per la prima comunione. sarebbe come lasciare la nostra mente ferma ed inevoluta alle nozioni che ci impartirono all'asilo.
            è come un individuo obeso, che trascura il suo corpo e non è in uno stato ottimale di salute, così il nostro spirito, trascurato e relegato in un posto umile e degradato, sopravvive sotto la coperta cosciente: si fa sentire solo, in tutto il suo disagio di anima brutta, emaciata e trascurata, come quel disagio interiore, quella disperazione pur avendo apparentemente tutto, che è tipico dell'uomo moderno.
            per inciso, le popolazioni come quella norvegese, con la qualità di vita stimata più alta al mondo insieme al canada, e che hanno deciso di relagare, liquidare come "un problema non posto" quello spirituale, sono quelle con i più alti indici di prescrizioni farmacologiche antidepressive e suicidio.

            per quanto riguarda il rapporto con la chiesa, credo che questa debba darsi un bello svecchiamento culturale e darsi da fare per diventare viva, porsi ed aiutare l'uomo contemporaneo a fronteggiare i problemi del nostro mondo.
            viaggia con una marcia troppo bassa, ed il distacco tra lei e le nuove tematiche che si trova a fronteggiare l'uomo dei nostri tempi sta divenendo considerevole.
            chiariamoci bene, il messaggio di cristo è valido per interpretare, vivere e porsi nei confronti dei problemi del nostro mondo. ma una delle funzioni che dovrebbe giustificare l'esistenza stessa della chiesa, sarebbe quella di aiutare l'uomo ad interpretare e viver quel messaggio "salvifico": salvifico nei confronti della disperazione che sperimentiamo tutti "nel vivere"

            posto tutto ciò, io per tanti versi vivo come il peggiore dei dannati questo mio passaggio terreno, dando scandalo col mio corpo e le mie azioni
            vado molto a fasi, sono del resto un bipolare caratterialmente. passo dalla posizione di moderatamente praticante cristiano, a quella di nichilista barbaro senzadio (sono letterale).
            ps. tu scherzi con san juan, ma io ho perso tempo a scrivere sto post perchè mi sono fermato per un po su alcune frasi ed espressioni per tradurle al meglio in italiano, non scherzo mi sto rincoglionendo alex
            Assodato che l'ultimo è un fattore di rischio per tutti, direi che fotografi bene l'alienazione dell'uomo contemporaneo ( il distacco dalla sua parte spirituale) e le pecche della Chiesa, che invece di affrontare questa modernità, riempiendola appunto di un messaggio che nutra lo spirito, preferisce arroccarsi a difesa di alcuni dogmi direi non proprio essenziali per chi ora ha sete di altro.

            Fede, ovvero avere fiducia;
            Si può credere eppure non avere quella necessaria fiducia, come ha scritto Richard e come in effetti è.
            L'uomo contemporaneo vuole capire, vuole cercare sempre,incessantemente
            il senso, una condizione che lo tranquillizzi, che non sommi angoscia ad angoscia, vuole il prodotto confezionato con tanto di istruzioni.

            Nutrire lo spirito è invece tutto il contrario, è ricerca, salita, un ascendere verso un bene superiore che dura l'intero percorso di una vita, è, sopratutto, disinteresse;
            "Chi vuole salva la sua vita la perderà, chi la vuole perdere la salverà", ecco
            nelle parole di Cristo il senso ultimo:
            Se non si compie l'atto di "abbandonare" la vita utilitaristica, per cui già ora pretendiamo una "rassicurazione" non avremmo salva l'intima, vera vita per cui vale davvero la pena respirare, non avremmo compiuto in pieno quel distacco da quelle forze che schiacciano lo spirito a terra e che non gli permettono di godere anche qui, ora, della dimensione che gli è propria, quella dell'eterno.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • ma_75
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              #66
              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Se non si compie l'atto di "abbandonare" la vita utilitaristica, per cui già ora pretendiamo una "rassicurazione" non avremmo salva l'intima, vera vita per cui vale davvero la pena respirare, non avremmo compiuto in pieno quel distacco da quelle forze che schiacciano lo spirito a terra e che non gli permettono di godere anche qui, ora, della dimensione che gli è propria, quella dell'eterno.
              Mi fermo solo su questo punto. La pratica ascetica, l'allontanamento dalle basse occupazioni quotidiane, l'elevare lo spirito, nella ricerca continua dei fini ultimi dell'uomo, non è certo un'esclusiva di una religione, neanche di quella cristiana. La critica della mondanità, il vanitas vanitatum è sempre stato parte del pensiero greco e latino, come oggi lo è, ad esempio, dei monaci buddisti. Basta, come dici bene tu, distaccarsi dalla quotidianità delle nostre vite terrene per essere credenti? Basta una spiritualizzazione delle nostre esistenze per essere fedeli? E nel caso fedeli di quale Dio?
              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
              ma_75@bodyweb.com

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              • thetongue
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                #67
                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Assodato che l'ultimo è un fattore di rischio per tutti, direi che fotografi bene l'alienazione dell'uomo contemporaneo ( il distacco dalla sua parte spirituale) e le pecche della Chiesa, che invece di affrontare questa modernità, riempiendola appunto di un messaggio che nutra lo spirito, preferisce arroccarsi a difesa di alcuni dogmi direi non proprio essenziali per chi ora ha sete di altro.

                Fede, ovvero avere fiducia;
                Si può credere eppure non avere quella necessaria fiducia, come ha scritto Richard e come in effetti è.
                L'uomo contemporaneo vuole capire, vuole cercare sempre,incessantemente
                il senso, una condizione che lo tranquillizzi, che non sommi angoscia ad angoscia, vuole il prodotto confezionato con tanto di istruzioni.

                Nutrire lo spirito è invece tutto il contrario, è ricerca, salita, un ascendere verso un bene superiore che dura l'intero percorso di una vita, è, sopratutto, disinteresse;
                "Chi vuole salva la sua vita la perderà, chi la vuole perdere la salverà", ecco
                nelle parole di Cristo il senso ultimo:
                Se non si compie l'atto di "abbandonare" la vita utilitaristica, per cui già ora pretendiamo una "rassicurazione" non avremmo salva l'intima, vera vita per cui vale davvero la pena respirare, non avremmo compiuto in pieno quel distacco da quelle forze che schiacciano lo spirito a terra e che non gli permettono di godere anche qui, ora, della dimensione che gli è propria, quella dell'eterno.

                la figura dell'uomo contemporaneo che descrivi, è quella "del costruttore della casa". una figura simbolica che è un archetipo comune a diverse religioni e movimenti spirituali, sin dall'inizio dei tempi direi.
                nel famoso passo, cristo dice che chi si affanna per costruirsi una confortevole posizione terrena, costruisce sulla sabbia. si sforza tanto, poi arrivano le maree della vita e portano via tutto il sudato lavoro. le maree sono gli imprevisti della nostra esistenza, che sono al di fuori del nostro controllo.
                come ricorderai, le parole del salvatore fanno eco al passo del "costruttore della casa" nei salmi del vecchio testamento.

                riguardo all'alienazione dell'uomo contemporaneo e alla posizione della chiesa odierna, siamo in completa sintonia quindi non credo di aggiungere altro
                lode a te, stimato sean

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                • Sean
                  Csar
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                  #68
                  Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                  Mi fermo solo su questo punto. La pratica ascetica, l'allontanamento dalle basse occupazioni quotidiane, l'elevare lo spirito, nella ricerca continua dei fini ultimi dell'uomo, non è certo un'esclusiva di una religione, neanche di quella cristiana. La critica della mondanità, il vanitas vanitatum è sempre stato parte del pensiero greco e latino, come oggi lo è, ad esempio, dei monaci buddisti. Basta, come dici bene tu, distaccarsi dalla quotidianità delle nostre vite terrene per essere credenti? Basta una spiritualizzazione delle nostre esistenze per essere fedeli? E nel caso fedeli di quale Dio?
                  Sono gli eterni, inquieti punti interrogativi che pure reggono, più forti di qualsiasi architrave, il pensiero dell'uomo.
                  Tralascio per ora la dimensione del credere, che ci porta inevitabilmente ad una selezione, ad una "scelta" della religione cui abbandonarsi con quella fiducia di cui parlavo prima, per fermarmi sulla dimensione che riguarda lo spirito tout-court.

                  A mio parere se un uomo compie in sè quel lavoro di elevazione che indica il Cristo (ma come dici tanti prima di lui lo hanno allo stesso modo additato) ha già qui, ora, la possibilità concreta di toccare l'eterno, di sentire che "non omnia moriar", di uscire dalla caverna per cominciare a salire quei gradini del "bene" di cui pure Platone parla;
                  Questo è un punto di cui, in verità, tutte le religioni trattano, in quanto se si deve fare riferimento ad un eterno, questo, al di là dei nomi che gli diamo, non può che essere uno.
                  E' sufficiente questo nutrire l'anima per essere definiti "fedeli"?
                  Per essere definiti fedeli allo spirito, si - questa è la condizione da ricercare, questa è un'opera da compiere in rapporto all'eterno, le altre, lo sappiamo, sono categorie umane, sono nomi e simboli che servono necessariamente a rassicurare.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
                    Csar
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                    • In piedi tra le rovine
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                    #69
                    Fedeli, dunque, a quale Dio?
                    Dai tempi più antichi tutte le religioni hanno tentato di alzare il velo perchè almeno un raggio di luce potesse farci vedere, anche solo per un attimo, che cosa c'è oltre.
                    Se dunque in tutte esiste un seme di Verità, quale le si avvicina di più, quale contiene in essa più probabilità di indicare la giusta maniera di abbandonarsi con fiducia?
                    La religione cristiana è, a mio parere, quella che più di ogni altra si avvicina alla Verità piena e sufficiente, proprio in virtù del fatto che essa, tra tutte, richiama incessantemente l'uomo al lavoro da compiere sullo Spirito, in virtù di quello che lo stesso Cristo afferma e mostra, ovvero un continuo tendere al bene, un elevare lo Spirito verso l'eterno, non curando e anzi condannando come dannoso per l'uomo tutto quello che è contrario a questo moto dell'anima.
                    Cristo stesso quando afferma di essere la Via, la Verità, la Vita, vuole spalancare la porta che introduce l'anima al suo destino eterno, mettendo in relazione lo Spirito con Dio, attraverso il Figlio:
                    Il senso cristiano della Trinità, ovvero l'imperativo di elevarsi a cui Dio richiama tutte le anime e che Lui stesso compie, eternamente, attraverso il Figlio e lo Spirito.

                    Basta questo per credere?
                    No, perchè poi, in definitiva, la fede cerca gli occhi della divinità, perchè la divinità ricambi lo sguardo;
                    Si rimane, senza l'atto di fiducia, fermi sulla soglia, in attesa di un segno che non verrà, non come noi lo intendiamo, come lo desideriamo.

                    C'è, in Luca, quel bellissimo racconto che vede due amici andare verso Emmaus affiancati ad un tratto da uno sconosciuto, e parlando percorrono insieme un pò di strada;
                    E' il crepuscolo, il tramonto che ciascuno di noi avrà davanti, e i due amici invitano lo straniero a fermarsi con loro, chiedono allo sconosciuto di far loro compagnia in quell'ora buia, un atto di fiducia:
                    Signore, resta con noi, perchè ormai si fa sera...
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • richard
                      scientific mode
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                      #70
                      Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                      volendo dare come buona questa tua distinzione (avrei delle ulteriori specificazioni, più che riserve), a tal proposito paolo dice che la "nuova vita" (la salvezza, che è già sperimentabile come dimensione terrena) va "vissuta", più che "riconosciuta cognitivamente": l'atteggiamento speculativo del "chin scratcher" viene liquidato come inutile, ai fini della rinascita in cristo. rinascita che si vive nelle azioni e si incarna, più che avallare come una possibilità ontologica
                      Si, condivido tutto. Difatti quel "riconoscere cognitivamente" diviene semplicemente "sentire il vento" nelle parole di Cristo (Gv 3, 8):

                      Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito.

                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      A mio parere se un uomo compie in sè quel lavoro di elevazione che indica il Cristo (ma come dici tanti prima di lui lo hanno allo stesso modo additato) ha già qui, ora, la possibilità concreta di toccare l'eterno, di sentire che "non omnia moriar", di uscire dalla caverna per cominciare a salire quei gradini del "bene" di cui pure Platone parla;
                      Questo è un punto di cui, in verità, tutte le religioni trattano, in quanto se si deve fare riferimento ad un eterno, questo, al di là dei nomi che gli diamo, non può che essere uno.
                      E' sufficiente questo nutrire l'anima per essere definiti "fedeli"?
                      Per essere definiti fedeli allo spirito, si - questa è la condizione da ricercare, questa è un'opera da compiere in rapporto all'eterno, le altre, lo sappiamo, sono categorie umane, sono nomi e simboli che servono necessariamente a rassicurare.

                      Nomi e Simboli il cui valore e significato va, comunque, anche oltre il "rassicurare". Essi sono posti allo scopo di presentare la fede in modo che essa venga conservata. Custodire in questo modo la fede garantisce, in un certo senso, il preservarla e suscita lo spirito alla necessaria purificazione. A questo punto la consapevolezza piena può rivelare la Verità oltre i "nomi" e i "simboli" stessi.


                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      La religione cristiana è, a mio parere, quella che più di ogni altra si avvicina alla Verità piena e sufficiente, proprio in virtù del fatto che essa, tra tutte, richiama incessantemente l'uomo al lavoro da compiere sullo Spirito, in virtù di quello che lo stesso Cristo afferma e mostra, ovvero un continuo tendere al bene, un elevare lo Spirito verso l'eterno, non curando e anzi condannando come dannoso per l'uomo tutto quello che è contrario a questo moto dell'anima.
                      Cristo stesso quando afferma di essere la Via, la Verità, la Vita, vuole spalancare la porta che introduce l'anima al suo destino eterno, mettendo in relazione lo Spirito con Dio, attraverso il Figlio:
                      Il senso cristiano della Trinità, ovvero l'imperativo di elevarsi a cui Dio richiama tutte le anime e che Lui stesso compie, eternamente, attraverso il Figlio e lo Spirito.
                      Nulla di più si può aggiungere qui a quell' eleversi che, con queste parole, davanti a te scorgi nell' Opera del Padre della Storia, del Figlio nella Storia e dello Spirito per la Storia.
                      Last edited by richard; 19-04-2008, 02:02:12.

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                      • thetongue
                        Bodyweb Senior
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                        #71
                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Il senso cristiano della Trinità, ovvero l'imperativo di elevarsi a cui Dio richiama tutte le anime e che Lui stesso compie, eternamente, attraverso il Figlio e lo Spirito.

                        Si rimane, senza l'atto di fiducia, fermi sulla soglia, in attesa di un segno che non verrà, non come noi lo intendiamo, come lo desideriamo.
                        Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
                        Nulla di più si può aggiungere qui a quell' eleversi che, con queste parole, davanti a te scorgi nell' Opera del Padre della Storia, del Figlio nella Storia e dello Spirito per la Storia.
                        mmhhh. ci spendete qualche parola in più ragazzi?

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                        • THE ALEX
                          Bodyweb Advanced
                          • Sep 2003
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                          • somewhere on planet earth
                          • Send PM

                          #72
                          Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                          tu non la puoi capire, perchè non ci riesco neanche io.
                          di sicuro sento molto "il problema", non sono uno che riesce a vivere la quotidianità con una sorta di "bella indifferenza" (neglecting) nei confronti del tema esistenzialista.
                          quello a cui ho accennato prima e su cui poneva l'accento paolo, è un tasto dolente della mia attitudine: io cerco di capire, invece di vivere il tutto "with my guts" come dice paolo.
                          di una cosa sono convinto però: l'uomo occidentale contemporaneo ha perso il suo baricentro spirituale, ed è disperato e letteralmente malato. tutto questo nel suo tentativo di "stand-by neglecting", "metter da parte, tralasciare, trascurare" la sua dimensione spirituale ed i bisogni ad essa correlati. liquidata la questione spirituale come insolvibile, ci si è dedicati completamente a cercare di garantirsi questa esistenza come la più confortevole possibile. per tanti versi, l'uomo occidentale oggi è l' homo faber, più che altro.
                          il risultato è una vita confortevole come mai l'uomo l'aveva prima conosciuta nella storia, con pance piene ma lo spirito che piange ed è disperato (come un bambino trascurato criminosamente).

                          credo che noi abbiamo un corpo, una mente ed uno spirito. al corpo ci teniamo facendo sport e mangiando sano, alla mente sforzandoci di acquisire un'istruzione e parzialmente impegnandosi nella carriera; ma lo spirito è quello trascurato e lasciato "starving", morendo di fame, con delle ridicole nozioni di catechismo impartiteci per la prima comunione. sarebbe come lasciare la nostra mente ferma ed inevoluta alle nozioni che ci impartirono all'asilo.
                          è come un individuo obeso, che trascura il suo corpo e non è in uno stato ottimale di salute, così il nostro spirito, trascurato e relegato in un posto umile e degradato, sopravvive sotto la coperta cosciente: si fa sentire solo, in tutto il suo disagio di anima brutta, emaciata e trascurata, come quel disagio interiore, quella disperazione pur avendo apparentemente tutto, che è tipico dell'uomo moderno.
                          per inciso, le popolazioni come quella norvegese, con la qualità di vita stimata più alta al mondo insieme al canada, e che hanno deciso di relagare, liquidare come "un problema non posto" quello spirituale, sono quelle con i più alti indici di prescrizioni farmacologiche antidepressive e suicidio.

                          per quanto riguarda il rapporto con la chiesa, credo che questa debba darsi un bello svecchiamento culturale e darsi da fare per diventare viva, porsi ed aiutare l'uomo contemporaneo a fronteggiare i problemi del nostro mondo.
                          viaggia con una marcia troppo bassa, ed il distacco tra lei e le nuove tematiche che si trova a fronteggiare l'uomo dei nostri tempi sta divenendo considerevole.
                          chiariamoci bene, il messaggio di cristo è valido per interpretare, vivere e porsi nei confronti dei problemi del nostro mondo. ma una delle funzioni che dovrebbe giustificare l'esistenza stessa della chiesa, sarebbe quella di aiutare l'uomo ad interpretare e viver quel messaggio "salvifico": salvifico nei confronti della disperazione che sperimentiamo tutti "nel vivere"

                          posto tutto ciò, io per tanti versi vivo come il peggiore dei dannati questo mio passaggio terreno, dando scandalo col mio corpo e le mie azioni
                          vado molto a fasi, sono del resto un bipolare caratterialmente. passo dalla posizione di moderatamente praticante cristiano, a quella di nichilista barbaro senzadio (sono letterale).
                          ps. tu scherzi con san juan, ma io ho perso tempo a scrivere sto post perchè mi sono fermato per un po su alcune frasi ed espressioni per tradurle al meglio in italiano, non scherzo mi sto rincoglionendo alex

                          I'll leave u alone...per il momento

                          Ci sono diverse domande che nascono leggendo quello che hai scritto ma non voglio abbassare il tono della discussione dopo gli interventi tuoi,di Mauro,Richard e Sean...Questo e' uno di quesi momenti in cui metto le mani dietro la testa e mi limito a leggere

                          Nota personale...ho vissuto per anni lo stesso alternarsi di fasi.Il vivere in realta' non impregnate di cattolicesimo ha avuto un effetto catartico che mi ha portato ad intraprendere un cammino spirituale semplicemente impensabile fino a 5 anni fa.Ad oggi posso definirmi Cristiano ma sicuramente non Cattolico.
                          « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                          PRESENTI




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                          • Arturo Bandini
                            Bodyweb Senior
                            • Aug 2003
                            • 31041
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                            #73
                            Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                            tu non la puoi capire, perchè non ci riesco neanche io.
                            di sicuro sento molto "il problema", non sono uno che riesce a vivere la quotidianità con una sorta di "bella indifferenza" (neglecting) nei confronti del tema esistenzialista.
                            quello a cui ho accennato prima e su cui poneva l'accento paolo, è un tasto dolente della mia attitudine: io cerco di capire, invece di vivere il tutto "with my guts" come dice paolo.
                            di una cosa sono convinto però: l'uomo occidentale contemporaneo ha perso il suo baricentro spirituale, ed è disperato e letteralmente malato. tutto questo nel suo tentativo di "stand-by neglecting", "metter da parte, tralasciare, trascurare" la sua dimensione spirituale ed i bisogni ad essa correlati. liquidata la questione spirituale come insolvibile, ci si è dedicati completamente a cercare di garantirsi questa esistenza come la più confortevole possibile. per tanti versi, l'uomo occidentale oggi è l' homo faber, più che altro.
                            il risultato è una vita confortevole come mai l'uomo l'aveva prima conosciuta nella storia, con pance piene ma lo spirito che piange ed è disperato (come un bambino trascurato criminosamente).

                            credo che noi abbiamo un corpo, una mente ed uno spirito. al corpo ci teniamo facendo sport e mangiando sano, alla mente sforzandoci di acquisire un'istruzione e parzialmente impegnandosi nella carriera; ma lo spirito è quello trascurato e lasciato "starving", morendo di fame, con delle ridicole nozioni di catechismo impartiteci per la prima comunione. sarebbe come lasciare la nostra mente ferma ed inevoluta alle nozioni che ci impartirono all'asilo.
                            è come un individuo obeso, che trascura il suo corpo e non è in uno stato ottimale di salute, così il nostro spirito, trascurato e relegato in un posto umile e degradato, sopravvive sotto la coperta cosciente: si fa sentire solo, in tutto il suo disagio di anima brutta, emaciata e trascurata, come quel disagio interiore, quella disperazione pur avendo apparentemente tutto, che è tipico dell'uomo moderno.
                            per inciso, le popolazioni come quella norvegese, con la qualità di vita stimata più alta al mondo insieme al canada, e che hanno deciso di relagare, liquidare come "un problema non posto" quello spirituale, sono quelle con i più alti indici di prescrizioni farmacologiche antidepressive e suicidio.

                            per quanto riguarda il rapporto con la chiesa, credo che questa debba darsi un bello svecchiamento culturale e darsi da fare per diventare viva, porsi ed aiutare l'uomo contemporaneo a fronteggiare i problemi del nostro mondo.
                            viaggia con una marcia troppo bassa, ed il distacco tra lei e le nuove tematiche che si trova a fronteggiare l'uomo dei nostri tempi sta divenendo considerevole.
                            chiariamoci bene, il messaggio di cristo è valido per interpretare, vivere e porsi nei confronti dei problemi del nostro mondo. ma una delle funzioni che dovrebbe giustificare l'esistenza stessa della chiesa, sarebbe quella di aiutare l'uomo ad interpretare e viver quel messaggio "salvifico": salvifico nei confronti della disperazione che sperimentiamo tutti "nel vivere"

                            posto tutto ciò, io per tanti versi vivo come il peggiore dei dannati questo mio passaggio terreno, dando scandalo col mio corpo e le mie azioni
                            vado molto a fasi, sono del resto un bipolare caratterialmente. passo dalla posizione di moderatamente praticante cristiano, a quella di nichilista barbaro senzadio (sono letterale).
                            ps. tu scherzi con san juan, ma io ho perso tempo a scrivere sto post perchè mi sono fermato per un po su alcune frasi ed espressioni per tradurle al meglio in italiano, non scherzo mi sto rincoglionendo alex
                            premetto che ho letto di fretta e vado di fretta quindi scusa se ho frainteso.
                            dici che l' uomo oggi soffre perchè il suo lato spirituale è lasciato alla deriva, curandosi solo di quello fisico e razionale. A parte che vorrei sapere perchè limiti questo concetto ai soli nostri giorni, come se i contadini che nei secoli scorsi vivevano nell' ignoranza e nella superstizione, senza neanche i mezzi cognitivi e le conoscenze per coltivare un dubbio sulla loro fede, si potessero definire spirituali, per il solo fatto che vivevano immersi in una marea di certezze, con le facili indottrinazioni che la chiesa, unica e capillare presenza sul territorio, aveva gioco facile a imporre. L' iconografia religiosa, creata per gli analfabeti con un' abbondanza di diavoli e serpenti, nn credo che puntasse sulla spiritualità quanto sulla paura e sulla superstizione.
                            Tu contrapponi il lato razionale a quello spirituale, e con questo in pratica dici che la spiritualità è un fatto irrazionale.
                            Certo, è vero che l'uomo moderno manca di un senso più elevato per cui vivere, ma questo senso ndrebbe cercato nella ragione, non nell' irrazionalità.
                            Il problema a mio avviso è un altro: vengono proposti oggi degli insegnamenti che enfatizzano soprattutto l' utile, ma in effetti si tratta di un utile fittizio: la giurisprudenza o la medicina, l' architettura o la capacità manuale di far funzionare una macchina, questi non sono concetti metafisici, ma verità arbitrarie che l' uomo ha creato a suo uso, per far funzionare il sistema, o comunque conoscenze limitate ad un preciso e pratico scopo. Se l' uomo cerca un suo senso lo deve cercare non nell' irrazionalità, am nella ragione, e non nell' utile, che il concreto è cosa diversa dal significativo, ma negli "inutili" ideali.
                            Non è la dimiensione religiosa che è venuta a mancare all' uomo, ma un insieme di aspetti che la globalizzazione e la modernità ha di colpo reso obsoleti: l' amore di patria, il rispetto per gli anziani, il vlore della famiglia. concetti che non condivido, ma che hanno costituito per secoli le mura morali dell' uomo.
                            la religione invece riguarda la superstizione, e d'altra parte non riesco a vedere che valore possa avere una cosa in cui credi perchè speri di andare in paradiso.
                            Se nn ci fosse questo "regalino", onestamente vorrei sapere a quanti gli fregherebbe di voler bene a dio

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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
                              • 120223
                              • 3,350
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                              • In piedi tra le rovine
                              • Send PM

                              #74
                              Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                              la figura dell'uomo contemporaneo che descrivi, è quella "del costruttore della casa". una figura simbolica che è un archetipo comune a diverse religioni e movimenti spirituali, sin dall'inizio dei tempi direi.
                              nel famoso passo, cristo dice che chi si affanna per costruirsi una confortevole posizione terrena, costruisce sulla sabbia. si sforza tanto, poi arrivano le maree della vita e portano via tutto il sudato lavoro. le maree sono gli imprevisti della nostra esistenza, che sono al di fuori del nostro controllo.
                              come ricorderai, le parole del salvatore fanno eco al passo del "costruttore della casa" nei salmi del vecchio testamento.

                              riguardo all'alienazione dell'uomo contemporaneo e alla posizione della chiesa odierna, siamo in completa sintonia quindi non credo di aggiungere altro
                              lode a te, stimato sean
                              Grazie, Tongue

                              Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                              mmhhh. ci spendete qualche parola in più ragazzi?
                              Io mettevo in relazione due piani, il lavoro da compiere sullo Spirito , indicato da tutte le religioni come necessario a nutrire la nostra anima, e la fede, ovvero l'abbracciare con fiducia una religione e il Dio cui questa rimanda.
                              Si capisce quindi, spostando ora il nostro discorso su di un piano di fede, che il solo perseguire le vie dello Spirito non può essere sufficiente a definirsi fedeli, questo obbliga a quel passo in cui le ragioni della ragione, le speculazioni devonono lasciare strada a quella fiducia di cui si parlava.

                              Qui non può venirci in aiuto nessun segno, almeno non inteso come l'uomo contemporaneo lo intende:
                              Non avremmo mai dalla divinità quella rassicurazione tangibile che tanto andiamo cercando, e sulla base della quale vogliamo giudicare se un Dio esiste o meno.
                              Non avremo mai il segno che ha avuto Tommaso, meravigliosa raffigurazione della pretesa che l'uomo di ogni tempo vuole dal Dio.
                              Pur lavorando sullo Spirito posso comunque non arrivare a dire, come Pietro, "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", proprio perchè la ragione, da sola, qui non mi può sostenere.
                              Se, come mi capita e come vado facendo per cercare di capire, di toccare, mi fermo a pensare al corpo vivo di Cristo dopo la sua Resurrezione, allo stesso fatto che sia risorto, unico uomo in tutta la Storia cui si vuole che sia toccato questo evento inaudito, io ancora mi blocco, non abbraccio con fiducia quel corpo, anch'io, ancora come Tommaso che aspetta di vedere.
                              Ho tutti gli strumenti per credere, non ho ancora la Fede sufficiente, cammino anch'io verso Emmaus ma ho paura di far entrare nella mia casa lo Sconosciuto che mi è affianco, volendogli prima chiedere, volendo che mi rassicuri su chi in realtà esso sia.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • thetongue
                                Bodyweb Senior
                                • Mar 2003
                                • 9739
                                • 731
                                • 281
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                                #75
                                grazie per averci speso tempo sean, quello che dici è welcome dalla mia mente e dal mio spirito: avallo appieno e non ho altro da aggiungere quindi.
                                se volessi impiegare un altro po' di tempo, insisto nel chiedere a te e richard piacevoli ed intessanti dilungamenti sui vostri accenni alla "trinità", espressi nei precendenti posts.

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