vorrei la vostra opinione.....

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  • simones
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    • altoadige
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    vorrei la vostra opinione.....

    Sento che Magdi Allam è invitato in tutte le TV, ha l’agenda piena di appuntamenti, faccia-a-faccia, dibattiti.
    Ha raggiunto il suo scopo, rilucidare la sua un po’ stanca popolarità.
    «Parigi val bene una Messa», è il caso di parafrasare.

    Sento insospettabili anti-cattolici, radicali come Paolo Panella, o i tizii di Radio 24 (una delle più anticristiane che esistano), la stessa gente che fino a ieri chiamava Ratzinger «il Papa oscurantista», lodare il Papa per la «voluta provocazione alla Sharia».
    Perché sembra che il Papa stesso abbia voluto dare questo risalto mediatico al battesimo del «celebre giornalista»: a Pasqua, in piazza San Pietro.

    Dunque, se è così, è una deliberata «provocazione», caro lettore.
    Non si può chiamare in altro modo.
    Una provocazione rivolta solo e specificamente contro i musulmani.
    «Che fare allora, sottomettersi?».

    Ma evidentemente il Papa è già «sottomesso»; solo è sottomesso alla «sola religione rimasta» obbligatoria.
    Non ha battezzato un ebreo convertito.
    Eppure ce ne sono, e numerosi, che si convertono.
    Vengono battezzati, ma non in piazza San Pietro a Pasqua.
    Perché?

    Perché la provocazione susciterebbe le più furiose proteste della comunità ebraica.
    Tutti, da Di Segni a Gad Lerner, griderebbero alla «provocazione», all’«antisemitismo».
    Il Vaticano ha evidentemente molto riguardo per la «sensibilità» degli ebrei.
    Per non offenderli, fin dal Concilio ha espunto dalla liturgia eucaristica la preghiera per la conversione dei giudei,pronunciata per secoli.
    L’ha espunta su loro richiesta arrogante.

    Ciò, per molte ragioni, alcune di tipo neo-teologico: la movenza giudaizzante è egemone nella Chiesa, e ci sono cardinali e teologi che dicono che gli ebrei non hanno bisogno di riconoscere Cristo, perché l’Antico Patto è sempre valido.

    Bene: dopo il battesimo pubblico e provocatorio di Magdi Allam, lo pseudo musulmano (in realtà probabilmente di famiglia copta, comunque mai praticante), è l’occasione per la Chiesa di chiarire questo punto, d’importanza teologica primaria.

    Pietro, Paolo e Giovanni erano di diverso parere, pensavano che gli ebrei dovessero riconoscere Gesù come Messia.
    Dica la Chiesa che i tre capostipiti della Chiesa originaria, tre ebrei, si sbagliavano: lo dica finalmente con chiarezza.
    Esplicitamente.

    Ho sentito un prete, da Gad Lerner, dire: «Bisogna avere il coraggio di ammettere che i Vangeli contengono passi antisemiti».
    E’ l’idea che ha anche il cardinal Martini, il vescovo Forte e chissà quanti altri porporati.

    Perfetto: allora la Santa Chiesa vaticana ci esponga, finalmente, quali sono questi passi.
    Ci inviti a cancellarli dalle vecchie edizioni dei Vangeli, col pennarello nero.
    Non ci lasci nel dubbio: quali parti di questi testi, creduti di divina ispirazione, sono «antisemite»? Non vorremmo, per il fatto di leggere i Vangeli, peccare gravemente contro l’unica religione rimasta.
    Purghino i Vangeli, se ne hanno il coraggio.
    Li censurino.

    Magdi Allam, nella sua veste di convertito con investitura papale (mica tutti i convertiti vengono battezzati, comunicati e cresimati dal Pontefice), va dicendo, nei suoi numerosi appuntamenti TV, che l’Islam è «strutturalmente violento», e che non esiste un «Islam moderato».
    Ha ragione: nel senso che «Islam moderato» è un’espressione propagandistica inventata dalle centrali di guerra psicologica occidentali.

    Ma «strutturalmente violento» è anche l’ebraismo rabbinico oggi egemone, coi rabbini che incitano ad uccidere i palestinesi senza risparmiare donne e bambini.
    Dirò di più: ci sono stati tempi in cui anche il cattolicesimo era strutturalmente violento.
    In cui le conversioni di cristiani all’Islam venivano punite con supplizii, come apostasie.
    Come mai la Chiesa non è più strutturalmente violenta?

    Temo che la risposta sia una, anzi due: perché oggi è debole - era violenta quando era forte, quando dominava la Cristianità - e perché la durezza della fede s’è stemperata nella generale incredulità che è lo stigma dell’Occidente.
    I cardinali che dicono la loro sui passi «antisemiti» dei Vangeli, quelli che elucubrano se l’Antica Alleanza sia ancora valida e dunque che gli ebrei non abbiano bisogno di conversione, sono semplicemente increduli, scettici, «relativisti».
    In tempi di fede forte sarebbero finiti al rogo.

    Oggi, siamo «tolleranti».
    Crediamo ai «diritti umani».
    Nessuno è disposto a morire né a uccidere per la sua fede, non almeno quanti sono disposti a morire per i cocktail di droghe ed alcol il sabato sera.
    I musulmani sono credenti - credono all’assoluta verità della loro fede - e perciò prendono molto sul serio ciò che chiamano «apostasia».
    La differenza è tutta qui.

    Naturalmente è possibile che Dio, dopo il battesimo, illumini l’anima di Magdi Allam.
    Ma l’esibizione di una «conversione» del genere è, per chi crede in Cristo crocifisso, un tristo spettacolo, con un elemento di falsità che allega i denti.
    Credo nella buona fede del Pontefice.
    Come molti buoni cattolici, vede nell’Islam un pericolo imminente.
    Forse, come tanti buoni cattolici «tradizionalisti», spera che un clima di scontro aperto possa ravvivare la fede morta tra noi.

    Ora, io sono convinto che questa sia una fatale illusione.
    Sono convinto anche che esista un pericolo islamico, ma non nel senso di un terrorismo islamico (che in Italia non ha ancora commesso un solo attentato), bensì in un senso più decisivo.
    Il pericolo islamico è dovuto alla demografia.

    La demografia è il dato più decisivo della storia: se l’America parla inglese anziché francese, è perché la natalità dei francesi tragicamente bassa già nel ‘700 (grazie a vari metodi
    di contraccezione o prevenzione della gravidanza, ben poco cristiani), non riuscì a popolare l’America.
    Napoleone finì per regalare a Washington i territori francesi, un terzo degli attuali Stati Uniti.

    Ora, la natalità dell’area musulmana, rispetto alla denatalità europea, è talmente sproporzionata, che il problema si porrà: entro venti o trent’anni, i musulmani immigrati saranno la metà della popolazione, forse già maggioranza.
    Probabilmente, imporranno la loro fede e i loro modi di vita.
    E’ colpa loro?

    La denatalità, il rifiuto della fertilità, è tutta nostra, non abbiamo figli per nostra deliberata volontà. E la nostra demografia calante è dovuta appunto alla perdita della fede, che è anche fede nella Provvidenza e nel futuro; è l’effetto dell’edonismo secolarizzato, del nostro adagiarci nell’illusione che l’uomo abbia un destino zoologico, tutto chiuso fra il parto e la cassa da morto.

    Se Dio non è, tutto è possibile all’uomo, diceva Dostojevski: soprattutto, non si negherà alcun godimento, anche se per questo deve abortire milioni di bambini.
    Può darsi che nel Papa, intellettuale tedesco e perciò invincibilmente «impolitico», ci sia la vaga speranza che gli europei e gli italiani, invasi da immigrati etnicamente diversi e poco integrabili, trovino le loro «radici» identitarie, fra cui il cristianesimo come prima radice.

    Certamente lo scontro etnico ci sarà, ma non sarà uno scontro fra cristiani e musulmani.
    Sarà uno scontro di tipo teppistico.
    Sarà uno scontro fra musulmani e frequentatori di feste rave, fra musulmani e abortisti, fra musulmani e i più grandi consumatori di cocaina ed eroina d’Europa; fra credenti in Dio e flaccidi edonisti secolarizzati, fra islamici con mullah rigidi e cristianisti con vescovi dubitosi dei loro Vangeli, tanto da leggervi passi «antisemiti»…
    Fra una gioventù numerosissima e una scarsa, intossicata dallo stile delle discoteche, incapace di darsi un compito e persino una dignità nella vita, che non si mantiene nemmeno sana in vista del futuro, perché del futuro non gli importa nulla.

    Inevitabilmente, salvo un intervento della Provvidenza, la metà islamica dell’Italia imporrà il suo stile di vita, il suo rigore, anche le sue ipocrisie.
    E non è escluso che i pochi che allora avranno ancora una dignità, non vedano questa imposizione di un ordine religioso e morale come una salvezza.
    Accadde lo stesso quando i cristiani imposero il loro ordine, fecero finire la schiavitù e i giochi sanguinosi del circo, spezzarono le statue nude e imposero la castità o almeno, la decenza ipocrita.
    Quella fu una rinascita, una civilizzazione di un mondo che era marcito.

    Questo è il vero pericolo islamico: un pericolo per noi flaccidi e non-credenti realmente in nulla, e perciò tolleranti, e perciò piagnucolosi docenti di «diritti umani» che non pratichiamo in proprio.
    Un pericolo che ci siamo creati da soli, noi i massimi consumatori di coca in Europa, noi campioni del turismo sessuale.
    I nostri nipoti o bisnipoti saranno musulmani e forse vivranno la Sharia come una liberazione da quelle catene.
    Salvo, ho detto, un intervento della Provvidenza: ma lo meritiamo?

    Infine, mi consenta il lettore di sentirmi offeso dal suo ridurre tutto ad un mio preteso «filo-islamismo» (per di più «servile») e «anti-ebraismo» o «anti-americanismo».
    Questo modo di polemizzare rivela una rozzezza e una superficialità, che sono essi stessi sintomo della nostra degenerazione come occidentali ed (ex)cristiani.

    E’ questo lo stesso livello per cui si è «di destra» o «di sinistra», pro-Berlusconi o anti-Berlusconi: il livello non solo della superficialità, perché «la politica» è lo strato più superficiale del vivere umano, ma anche della inautenticità.

    Non caro lettore, non s’illuda, quel che mi divide da lei non è «la politica», che se mai è solo la manifestazione superficiale di un dissenso molto più profondo.
    Prima che l’anti o il filo-islamismo, ci dividono i principii stessi del pensare e del sentire; ci divide una filosofia della storia, un’etica e una logica, forse perfino una fisica e una biologia.

    Lei è uno dei molti, dei troppi, che oggi in Occidente preferiscono militare senza fede sotto bandiere scolorite, piuttosto che compiere il faticoso sforzo di rivedere le idee ricevute, per mettersi in sintonia con il proprio intimo sentire.

    Il destino della nostra generazione non consiste nell’essere pro o contro l’Islam, come non consiste nell’essere pro-Veltroni o pro-Berlusconi, ma precisamente nel capire che questi problemi falsi ci fanno andare indietro, che occorre finalmente disinteressarsi di quel che è propagandistico, e liberarsi dei limiti del discorso che la propaganda, i media, i Magdi Allam, vogliono imporci come attuale.

    tratto dal sito www.effedieffe.com


    ho letto diversi articoli tratti dal sito effedieffe di m.blondet.
    spesso non ho condivisio appieno le sue tesi e spesso per nulla le sue conclusioni.
    tuttavia spunti interessanti ve ne sono.

    vediamo ciò che ne esce.....
    "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

    L.F.Celine
  • M K K
    finte ferie user
    • Dec 2005
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    • Macao [MO]
    • Miami
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    #2
    Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
    Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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    • simones
      Bodyweb Senior
      • Jun 2002
      • 3728
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      • 51
      • altoadige
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      #3
      Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio

      non capisco.
      qualcosa non va?
      "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

      L.F.Celine

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      • Enteromorfa
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        • Oct 2007
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        #4
        Non credo che Massud il leone del panshir approverebbe

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        • simones
          Bodyweb Senior
          • Jun 2002
          • 3728
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          • altoadige
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          #5
          Originariamente Scritto da Enteromorfa Visualizza Messaggio
          Non credo che Massud il leone del panshir approverebbe

          io non ho detto di approvare se non alcuni punti che poi evidenzierò.
          "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

          L.F.Celine

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          • filippoII
            Banned
            • Jul 2007
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            #6
            Non c'è termine + azzeccato di "parigi val bene una messa":questa dicitura si rifà all'episodio dell'abiura di Enrico IV(borbone) che una volta divenuto re di Francia,per mantenere il suo trono,sotto le pressioni del re di spagna FilippoII (che aveva invaso il paese) e del papa Clemente VIII,nel 1593 pronunciò solennemente l'abiura del calvinismo e si proclamò cattolico.

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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              • In piedi tra le rovine
              • Send PM

              #7
              La seconda parte dello scritto, quella sull'espansione demografica dei musulmani, mi trova perfettamente, pienamente d'accordo.
              E' di questi giorni la notizia che i musulmani hanno superato i cattolici, di quasi cento milioni di unità;
              Ovvio quale sarà il terreno di scontro nel futuro, del quale la religione rappresenta non un pretesto ma solo una delle componenti.
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • gabriele81
                eh eh son manzo
                • Jul 2006
                • 10168
                • 861
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                • roma
                • Send PM

                #8
                Concordo con Sean, fra l'altro sui pensieri alla base della seconda parte dell'articolo mi sono espresso tante volte. La prima parte è un po' confusa,in quanto l'autore sembra non avere chiare le differenze fra cristiani ed ebrei e cristiani e musulmani.

                Commenta

                • simones
                  Bodyweb Senior
                  • Jun 2002
                  • 3728
                  • 137
                  • 51
                  • altoadige
                  • Send PM

                  #9
                  Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                  Concordo con Sean, fra l'altro sui pensieri alla base della seconda parte dell'articolo mi sono espresso tante volte. La prima parte è un po' confusa,in quanto l'autore sembra non avere chiare le differenze fra cristiani ed ebrei e cristiani e musulmani.

                  quoto te per quotare anche sean


                  dunque.
                  la prima parte dell'articoletto è provocatoria.
                  l'autore immagina lo scenario mediatico che avrebbe potuto scatenarsi qual'ora la conversione su pubblica piazza avesse riguardato un appartenente alla religione ebraica dando per scontato il cianciare di "antisemitismo" dell'"intellighenzia" nostrana.

                  non sono esperto di questioni teologiche quindi lascio spazio a gabriele che pare essere il più indicato per disquisire su tali questioni.

                  nella seconda parte,quella che più mi trova sensibilizzato, il fulcro della questione si sposta sul decadente sistema valoriale occidentale poco o per nulla preparato al confronto con la controparte,demograficamente dominante, di religione mussulmana.
                  traspare una certa simpatia dell'autore per l'idealismo religioso dei maomettani quasi si trattasse di un dato per noi irrimediabilmente perdutosi nei meandri della modernità.

                  la questione demografica è cristallina:noi siamo e sempre più saremo numericamente in minoranza.

                  sostiene poi l'autore l'inutilità di riversare le nostre paure sulla controparte quanto la necessità di pensare alle motivazioni che hanno contribuito a renderci intrinsecamente deboli ed inadatti ad affrontare un ipotetico scontro di civiltà.

                  il tema della decadenza mi ha interessato molto nel passato recente.
                  ho passato al vaglio gli autori antimodernisti senza tuttavia giungere ad una conclusione risolutoria.

                  mi viene in mente il suicidio di mishima,di chi non poteva accettare la decadenza e la snaturalizzazione del giappone tradizionale sconfitto sul fronte militare e di lì a poco anche su quello,mi si passi il termine,spirituale
                  "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                  L.F.Celine

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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
                    • 121100
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                    #10
                    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                    quoto te per quotare anche sean


                    dunque.
                    la prima parte dell'articoletto è provocatoria.
                    l'autore immagina lo scenario mediatico che avrebbe potuto scatenarsi qual'ora la conversione su pubblica piazza avesse riguardato un appartenente alla religione ebraica dando per scontato il cianciare di "antisemitismo" dell'"intellighenzia" nostrana.

                    non sono esperto di questioni teologiche quindi lascio spazio a gabriele che pare essere il più indicato per disquisire su tali questioni.

                    nella seconda parte,quella che più mi trova sensibilizzato, il fulcro della questione si sposta sul decadente sistema valoriale occidentale poco o per nulla preparato al confronto con la controparte,demograficamente dominante, di religione mussulmana.
                    traspare una certa simpatia dell'autore per l'idealismo religioso dei maomettani quasi si trattasse di un dato per noi irrimediabilmente perdutosi nei meandri della modernità.

                    la questione demografica è cristallina:noi siamo e sempre più saremo numericamente in minoranza.

                    sostiene poi l'autore l'inutilità di riversare le nostre paure sulla controparte quanto la necessità di pensare alle motivazioni che hanno contribuito a renderci intrinsecamente deboli ed inadatti ad affrontare un ipotetico scontro di civiltà.


                    il tema della decadenza mi ha interessato molto nel passato recente.
                    ho passato al vaglio gli autori antimodernisti senza tuttavia giungere ad una conclusione risolutoria.

                    mi viene in mente il suicidio di mishima,di chi non poteva accettare la decadenza e la snaturalizzazione del giappone tradizionale sconfitto sul fronte militare e di lì a poco anche su quello,mi si passi il termine,spirituale
                    Tralascio anch'io la prima parte, per riprenderla magari in seguito, e mi voglio soffermare su quello che possiamo individuare come "seme" della decadenza, tutto interno all'occidente.
                    Quello che in effetti ci differenzia, in peggio in questo caso, dal mondo musulmano, è la totale perdità delle fondamenta della nostra tradizione, la corsa , per apparire più "moderni", a distruggere ogni aggancio con le radici del nostro pensiero, quasi non fosse più lecito affermare un'idea alta di noi stessi;
                    Questo il relativismo richiamato anche dall'autore, questa la ferita da imputare solo a noi stessi attraverso la quale l'Islam è destinato ad aprire la sua breccia, questa la debolezza che la Storia non può ammettere, per sua stessa natura:

                    Chi ha perduto le armi e le ragioni per le quali combattere è destinato alla sconfitta o, peggio, all'assimilazione.
                    Mishima in questo senso è stato una icastica Cassandra del nostro tempo, che ha preferito chiudere gli occhi per non vedere l'amaro fato al quale era destinato il suo Giappone ideale.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • simones
                      Bodyweb Senior
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                      #11
                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Tralascio anch'io la prima parte, per riprenderla magari in seguito, e mi voglio soffermare su quello che possiamo individuare come "seme" della decadenza, tutto interno all'occidente.
                      Quello che in effetti ci differenzia, in peggio in questo caso, dal mondo musulmano, è la totale perdità delle fondamenta della nostra tradizione, la corsa , per apparire più "moderni", a distruggere ogni aggancio con le radici del nostro pensiero, quasi non fosse più lecito affermare un'idea alta di noi stessi;
                      Questo il relativismo richiamato anche dall'autore, questa la ferita da imputare solo a noi stessi attraverso la quale l'Islam è destinato ad aprire la sua breccia, questa la debolezza che la Storia non può ammettere, per sua stessa natura:

                      Chi ha perduto le armi e le ragioni per le quali combattere è destinato alla sconfitta o, peggio, all'assimilazione.
                      Mishima in questo senso è stato una icastica Cassandra del nostro tempo, che ha preferito chiudere gli occhi per non vedere l'amaro fato al quale era destinato il suo Giappone ideale.
                      cristallino
                      "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                      L.F.Celine

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                      • ma_75
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                        #12
                        Credo possa essere attinente al tuo discorso una piccola riflessione che facemmo, se non erro, qui stesso parecchio tempo fa. E' palese nella chiesa cattolica la volontà di ridimensionare il ruolo degli ebrei rispetto alla condanna e morte di Cristo. Giustamente tu citi l'espunzione di alcuni passi dalla liturgia, ma, più in generale, basta ricordare il dibattito su chi ebbe la colpa della condanna di Cristo, ovvero, secondo la teologia cattolica, del figlio di Dio, colpa, mi pare, di una gravità inaudita. Ebbene, la chiesa cattolica da tempo si pronuncia su una colpa non degli ebrei, ma dei romani. Questo costituisce, per chiunque conosca un minimo di storia antica, una sciocchezza pura e semplice. Basta andarsi a leggere i vangeli (ma un qualunque testo di storia romana sarebbe adatto ugualmente) per sapere che ai romani, rappresentati da Pilato, non interessava nulla di Cristo, al punto che una liberazione sua o di Barabba era indifferente. Ancora una volta basterebbe ricorrere al cui prodest per capire che la condanna e morte di Cristo poteva giovare solo agli ebrei che vedevano messo in discussione il proprio primato in campo sacerdotale e del conseguente dominio delle masse. Si arriva all'assurdo di dimenticare gli stessi passi degli apostoli che mostrano icasticamente la colpa del clero giudaico e l'indifferenza di Roma. Sarebbe interessante capire a cosa mira questa assoluzione postuma risibile per chiunque conosca un minimo le fonti.
                        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                        ma_75@bodyweb.com

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                        • simones
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                          • altoadige
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                          #13
                          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                          Credo possa essere attinente al tuo discorso una piccola riflessione che facemmo, se non erro, qui stesso parecchio tempo fa. E' palese nella chiesa cattolica la volontà di ridimensionare il ruolo degli ebrei rispetto alla condanna e morte di Cristo. Giustamente tu citi l'espunzione di alcuni passi dalla liturgia, ma, più in generale, basta ricordare il dibattito su chi ebbe la colpa della condanna di Cristo, ovvero, secondo la teologia cattolica, del figlio di Dio, colpa, mi pare, di una gravità inaudita. Ebbene, la chiesa cattolica da tempo si pronuncia su una colpa non degli ebrei, ma dei romani. Questo costituisce, per chiunque conosca un minimo di storia antica, una sciocchezza pura e semplice. Basta andarsi a leggere i vangeli (ma un qualunque testo di storia romana sarebbe adatto ugualmente) per sapere che ai romani, rappresentati da Pilato, non interessava nulla di Cristo, al punto che una liberazione sua o di Barabba era indifferente. Ancora una volta basterebbe ricorrere al cui prodest per capire che la condanna e morte di Cristo poteva giovare solo agli ebrei che vedevano messo in discussione il proprio primato in campo sacerdotale e del conseguente dominio delle masse. Si arriva all'assurdo di dimenticare gli stessi passi degli apostoli che mostrano icasticamente la colpa del clero giudaico e l'indifferenza di Roma. Sarebbe interessante capire a cosa mira questa assoluzione postuma risibile per chiunque conosca un minimo le fonti.


                          evidentemente alla riabilitazione in toto di tutto quanto concerne l'ebraismo
                          "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                          L.F.Celine

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                          • Zuccone
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                            • Send PM

                            #14
                            Il discorso numerico è un po' il discorso che si fa neggli ultimi anni negli USA sulla "conquista " degli stati uniti da parte di ispanici e cinesi.

                            COncordo con la prima replica di Sean....ma ......gli inviti continui verso i paesi del 3 mondo dove la gente crepa di fame e malattie,non sono la risposta della Chiesa a questo "attacco"islamico.

                            Qualcuno dice che i preti tra qualche anno potranno sposarsi,che la Chiesa userà questo strategemma per risultare più appetibile....io credo sia vero.

                            Sono battaglie non tra religioni,sono scontri economici/politici.

                            Sono però dubbioso su questa distinzione tra valori e perdita di valori.
                            Possiamo sostenere che questa situazione rimarrebbe tale anche con un livellamento delle condizioni economiche?Io credo proprio di no....
                            Non concordo con il secondo post di Sean,credo che quello che succede sia una cosa inevitabile...questo diventare moderni.
                            Successe ai romani con i greci ,successe ai barbari con i romani....la voglia di sentirsi moderni a dispetto di alcuni valori credo sia un processo naturale.Non mi sento nemmeno di giudicarlo negativamente....
                            sigpic

                            Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa

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                            • Sean
                              Csar
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                              • In piedi tra le rovine
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                              #15
                              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                              Credo possa essere attinente al tuo discorso una piccola riflessione che facemmo, se non erro, qui stesso parecchio tempo fa. E' palese nella chiesa cattolica la volontà di ridimensionare il ruolo degli ebrei rispetto alla condanna e morte di Cristo. Giustamente tu citi l'espunzione di alcuni passi dalla liturgia, ma, più in generale, basta ricordare il dibattito su chi ebbe la colpa della condanna di Cristo, ovvero, secondo la teologia cattolica, del figlio di Dio, colpa, mi pare, di una gravità inaudita. Ebbene, la chiesa cattolica da tempo si pronuncia su una colpa non degli ebrei, ma dei romani. Questo costituisce, per chiunque conosca un minimo di storia antica, una sciocchezza pura e semplice. Basta andarsi a leggere i vangeli (ma un qualunque testo di storia romana sarebbe adatto ugualmente) per sapere che ai romani, rappresentati da Pilato, non interessava nulla di Cristo, al punto che una liberazione sua o di Barabba era indifferente. Ancora una volta basterebbe ricorrere al cui prodest per capire che la condanna e morte di Cristo poteva giovare solo agli ebrei che vedevano messo in discussione il proprio primato in campo sacerdotale e del conseguente dominio delle masse. Si arriva all'assurdo di dimenticare gli stessi passi degli apostoli che mostrano icasticamente la colpa del clero giudaico e l'indifferenza di Roma. Sarebbe interessante capire a cosa mira questa assoluzione postuma risibile per chiunque conosca un minimo le fonti.
                              Anche qui condivido tutto, e mi dai l'occasione per tornare su quanto tralasciato in precedenza.
                              La Chiesa Cattolica pare in questi tempi anch'essa tentata all'abiura della Tradizione a favore di un malinteso senso di "modernità", a costo, come perfettamente dici, di far torto alla verità storica ed incontrovertibile dei Vangeli, che chiaramente individuano negli ebrei i mandanti dell'assassinio di Cristo.
                              Questa evidenza, sostenuta per assurdo e in maniera molto viva dagli stessi musulmani, viene ora rimossa per non turbare-anche qui- i rapporti con Israele, il quale invece nemmeno si sogna di promuovere Cristo a Messia, e neanche a profeta, rimanendo per essi il medesimo bestemmiatore di duemila anni fa:
                              Questi i fatti.

                              Certo c'è un tentativo da parte dell'attuale Pontefice di tentare di correggere certe affrettate aperture agli ebrei dovute al Concilio Vaticano II, reintroducendo almeno nella versione latina della preghiera del Venerdì Santo la frase che chiede la conversione degli ebrei, comunque non più "perfidi".
                              C'è un evidente scollamento rispetto alla salvaguardia della Tradizione e delle radici storiche di tutto l'occidente, come se accogliere ed accettare ogni posizione diversa fosse sinonimo di buono e di bello, mentre la forza da cui partire per un eventuale confronto deve necessariamente risiedere nella propria parte di Storia non negoziabile, dilemma questo che Musulmani ed Ebrei nemmeno si sognano di porsi.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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