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Ansa- Liechtenstein: Pioggia Di Nomi E Di Smentite

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    Ansa- Liechtenstein: Pioggia Di Nomi E Di Smentite

    2008-03-19 20:06

    LIECHTENSTEIN: PIOGGIA DI NOMI E DI SMENTITE


    ROMA - Dal presidente di Italcementi Giampiero Pesenti, con 33 milioni di euro, ad Enrico Giuliano, segretario del Partito Italiani nel mondo, con cinque milioni e mezzo di euro. Continuano a filtrare nomi e cifre dalla black list che da Vaduz, via Germania, ha raggiunto il fisco italiano ed è ormai in molteplici copie distribuita tra varie procure che indagano per riciclaggio ed evasione fiscale.
    Ma la maggior parte dei duecento nominativi ha accanto la sigla PEP, cioé persona esposta pubblicamente o prestanome che dir si voglia. E degli altri, quelli più o meno noti, da Milva al presidente dei petrolieri De Vita, all'on. Bonsignore, è pioggia di smentite.
    Alberto Aleotti (farmaceutica Menarini), che risulta intestatario di un conto da ben 476 milioni di euro, ha detto: "Tutte le disponibilità personali e della famiglia, in Italia ed all'estero, sono integralmente assoggettate a tassazione, come le autorità competenti potranno agevolmente verificare".
    E più o meno sullo stesso tono risponde la famiglia Mian (farmaceutici anche loro, fino agli anni '90, con la Gentili), cosi' come Vito Bonsignore (europarlamentare del Ppe) ed il presidente dei petrolieri Pasquale De Vita. "Mai avuto conti in Liechtenstein", replicano altri, come il presidente di Italcementi Giampiero Pesenti, Antonia Zanussi, a nome di tutti gli eredi di Lino Zanussi, il presidente dell'Hellas Verona calcio Pietro Arvedi D'Emilei. Non si trova, almeno per ora, risposta da quell'Anton Pichler di Bolzano con un conto da 35 milioni di euro, come dai due titolari del più modesto conto di cinque milioni e mezzo che ha per causale "Partito degli italiani nel mondo", Enrico Giuliano e Gian Andrea Tavecchia. Giuliano risulta anche essere stato presidente di Azzurri d'Italia in Svizzera e assieme a Tavecchia hanno già un conto in sospeso con la procura di Roma e la Corte dei conti per la vicenda della One Comm, fabbrica di telefonini che beneficiò di fondi pubblici ma chiuse dopo pochi mesi d'attività.
    E' di oggi la notizia che alle autorità del land Baden Wurtemberg sarebbe stata offerta un'altra lista, contenente ben 30mila conti correnti detenuti nelle banche elvetiche da cittadini tedeschi. Il ministro delle finanze del land starebbe ancora verificando la serietà dell'offerta. Ma, se la cosa andasse in porto, un'altra pioggia di nomi e conti potrebbe essere in procinto di prendere la via dell'Italia.
    Fisco, procure e superprocura antimafia, intanto, sono al lavoro sui 200 di Vaduz. Bisogna dare un nome ai PEP, controllare, tra gli altri chi avesse usufruito dello scudo fiscale per rimettersi in regola e chi il conto all'estero lo avesse magari sempre regolarmente denunciato. Nel frattempo, i nomi filtrano e qualche polemica si è già accesa. Di Pietro invita "chi ha aperto conti in Liechtenstein per frodare il fisco a ritirare la propria candidatura" e Borghezio ironizza su Milva, "icona della sinistra che canta alle feste dell'Unità con i miliardi ben custoditi nelle casseforti del capitalismo".
    Last edited by Templare; 20-03-2008, 15:31:31.
    Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

    #2
    E io pago e piango.

    Che poi siccome sono un lavoratore autonomo sono sempre accumunato a quelli che non pagano mai le tasse, che fatico a chiudere i conti alla fine del mese.
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      #3
      Originariamente Scritto da BALOS Visualizza Messaggio
      E io pago e piango.

      Che poi siccome sono un lavoratore autonomo sono sempre accumonato a quelli che non pagano mai le tasse, che fatico a chiudere i conti alla fine del mese.
      la vicenda mi tocca da vicino più di quanto tu possa immaginare ... ma, nonostante possa sembrare controcorrente, quest'ANSA mi rende felice. Forse intravedo uno spiraglio perché qualcuno che conosco, paghi per le proprie colpe
      Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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        #4
        Quelli sono tutti soldi nostri che sono riusciti ad inculare legalmente (è il colmo) all'italia.


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          #5
          Originariamente Scritto da knymed Visualizza Messaggio
          Quelli sono tutti soldi nostri che sono riusciti ad inculare legalmente (è il colmo) all'italia.
          e se leggessi i particolari, non scritti, t'incazzeresti ancora di più
          Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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            #6
            io non ci vedo niente di male a depositare i soldi in altri lochi invece che nelle banche italiane. Il problema è se la cosa è stata fatta legalmente o meno.... e questo verrà, mi auguro, accertato.

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              #7
              Porca trota se esiste un dio dovrebbero confiscarglieli tutti sti soldi e usarli per risanare le porcate che hanno fatto in questi anni di inculamenti, ladrocini e schifosità immonde!
              sigpic

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                #8
                Originariamente Scritto da 00xyz00 Visualizza Messaggio
                io non ci vedo niente di male a depositare i soldi in altri lochi invece che nelle banche italiane. Il problema è se la cosa è stata fatta legalmente o meno.... e questo verrà, mi auguro, accertato.
                Il fatto che la lista sia stata "venduta" da un funzionario infedele della banca ai servizi segreti tedeschi mi fa propendere per la 2
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                  #9
                  Originariamente Scritto da 00xyz00 Visualizza Messaggio
                  io non ci vedo niente di male a depositare i soldi in altri lochi invece che nelle banche italiane. Il problema è se la cosa è stata fatta legalmente o meno.... e questo verrà, mi auguro, accertato.
                  fidati .. il 99% di quei soldi o deerivano da proventi illeciti oppure da evasione fiscale
                  Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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                    #10
                    Originariamente Scritto da diavolettoroma81 Visualizza Messaggio
                    Porca trota se esiste un dio dovrebbero confiscarglieli tutti sti soldi e usarli per risanare le porcate che hanno fatto in questi anni di inculamenti, ladrocini e schifosità immonde!
                    condivido la tua rabbia ... ancor maggiore la mia s'è possibile
                    Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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                      #11
                      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                      Il fatto che la lista sia stata "venduta" da un funzionario infedele della banca ai servizi segreti tedeschi mi fa propendere per la 2
                      c'hai visto bene, anche se dubito che si possano recuperare
                      Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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                        #12
                        io fino a prova contraria vedo razionalmente tutti innocenti, istintivamente tutti colpevoli Quindi appena ho visto la notizia ho imprecato, quando ho scritto sul forum ho detto come la penso Chiaro no?

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                          #13
                          20/3/2008 (7:16) - Fisco-scandalo, Il Caso Liechtenstein

                          Anche Pesenti tra i nomi di Vaduz
                          Nella lista Arvedi (Verona calcio), il re dei farmaci Aleotti e il petroliere De Vita GUIDO RUOTOLO ROMA
                          Saranno tutti in regola, come si affrettano a far sapere alcuni imprenditori, politici, manager di Stato della «black list» del Liechtenstein. Come Alberto Sergio Aleotti (gruppo Menarini, settore farmaceutico), 476 milioni di euro depositati alla Lgt di Vaduz, che precisa che l’azienda non c’entra nulla e che «tutte le disponibilità finanziarie della famiglia Aleotti sono regolarmente e integralmente assoggettate a tassazione». Come Pasquale De Vita, presidente dell’Unione Petrolifera, un milione di euro, che sostiene che non è mai stata sua «abitudine evadere il fisco». E c’è anche chi nega «categoricamente» di aver conti a Vaduz, come l’ingegner Giampiero Pesenti, presidente del gruppo Italmobiliare, 33 milioni di euro.
                          Mentre l’amministratore unico dell’Hellas Verona calcio, Pietro Arvedi D’Emilei, precisa che quello che aveva in Liechtenstein fino al 2002 (a tale periodo risalgono gli estratti conto venduti ai servizi segreti tedeschi) è stato tutto regolarizzato «in base alle leggi per il recupero ed emersione dei capitali all’estero», c’è chi parla di casi di omonimia, come la famiglia Zanussi (ex imprenditori del settore elettrodomestici) di Pordenone, 200 milioni di euro.
                          Ma nella «black list» girata all’Agenzia delle entrate, alla Guardia di finanza, alle Procure di Roma e Palermo, oltre che a quella nazionale antimafia, ci sono anche nomi - ci riferiamo soltanto a quelli che sono filtrati all’esterno - che, seppur non dicano nulla alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, sono invece conosciuti per qualche disavventura giudiziaria: Eugenio Cremascoli, Ngc Medical (attrezzature medico-chirurgiche) di Como; e un accoppiata di truffatori che rispondono ai nomi di Enrico Giuliano e Gian Andrea Tavecchia. E poi ci sono vecchie conoscenze della cronaca giudiziaria: Raffaele Santoro, ex Agip, 5 milioni di euro, arrestato per corruzione ai tempi di Mani Pulite (1993). E anche l’avvocato Tommaso Addario, 650.000 euro, condirettore dell’Italcasse ai tempi dello scandalo dei fondi neri (anni ‘80).
                          Alcuni cenni telegrafici ai problemi giudiziari di Cremascoli: le procure della Repubblica e della Corte dei Conti di Milano hanno indagato sul contratto miliardario con cui la ditta Ngc Medical nel ‘99 si è aggiudicata il service per la gestione dell’emodinamica del Niguarda di Milano. Gli inquirenti contabili, dal ‘99 al 2002, hanno ravvisato un danno erariale di 2,38 milioni, imputabile a costi gonfiati delle procedure. Cremascoli è stato poi assolto in un’altra vicenda di appalti all’ospedale di Lecco.
                          L’accoppiata Giuliano-Tavecchia è ancora più interessante. Intanto, a Vaduz hanno un conto da 5,5 milioni di euro che riporta nella causale la dicitura «Partito italiani nel mondo» (Sergio De Gregorio si è affrettato a dire che con il suo Italiani nel mondo non c’entrano nulla). I due sono indagati dai giudici della Corte dei Conti - insieme a un funzionario di Sviluppo Italia - e dalla Procura di Roma per truffa ai danni dello Stato e contrabbando. I due ebbero da Sviluppo Italia un contributo a fondo perduto di 3,4 miliardi di vecchie lire e altri 7,4 miliardi per aprire una fabbrica di telefonini chiusa dopo pochi mesi. Lo Stato rivuole indietro 5 milioni e 732 mila euro.
                          Tra le indiscrezioni che filtrano, nella lista compaiono altri nomi: l’ex senatore Mario D’Urso, 250.000 euro, l’ex senatore altoatesino Karl Zanon, 650.000 euro, l’autotrasportatore di Bressanone, Anton Pichler, 35 milioni di euro, Marco Piccinini, un passato di direttore della Ferrari-Formula Uno negli Anni 80. E poi gli industriali Amenduni, acciaierie Valbruna di Vicenza, Michelangelo Manini, che a Bologna ha un’azienda, la Faac, che produce allarmi e automatismi per l’apertura di cancelli.
                          Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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                            #14
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                            io fino a prova contraria vedo razionalmente tutti innocenti, istintivamente tutti colpevoli Quindi appena ho visto la notizia ho imprecato, quando ho scritto sul forum ho detto come la penso Chiaro no?
                            Chiaro
                            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                            ma_75@bodyweb.com

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                              #15
                              comunque, anche dalle due ansa non è difficile estrapolare i precedenti criminosi delle persone inserite nelle liste ... poi, alla fine, le conclusioni ognuno è libero di elaborarle come crede
                              Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam

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