Non so quanti di voi abbiano mai sentito parlare del Magnegas e del suo scopritore il Prof. M. Ruggero Santilli. Credo di non essere la persona più adatta per spiegare il tutto quindi faccio un copia e incolla dal sito www.progettomeg.it
Invito a tutti di leggere attentamente quanto riportato, di fare search su internet e vedrete che non sono fantasie ma realtà concrete in quanto migliaia di persone al mondo stanno replicando l' esperimento in maniera casalinga.
Ma la cosa più inportate che dovrete fare è diffondere queste informazioni il più possibile.
Tecnologia Adronica e Magnegas: una scossa nella scienza, per l’ambiente e l’uomo
di Roy Virgilio
Il BigBang, materia e antimateria si annichilano in un enorme esplosione di energia e solo una piccola parte di materia ne sopravvive: la massa di tutto il nostro universo.
Ma forse non è andata proprio così e la base scientifica per una rivoluzionaria teoria si ritrova in qualcosa di molto più piccolo e concreto: una nuova fonte di energia pulita.
Tutto scaturisce da un fisico, italiano di nascita e americano di adozione M. Ruggero Santilli, che dopo essersi laureato a Napoli nel 1967 è andato in America a lavorare ed insegnare (università di Boston, M.I.T. e Harvard). Qui ha potuto sviluppare le sue teorie lavorando a nuovi tipi di matematica e conseguenti teorie fisiche fino ad arrivare ad un’applicazione concreta che meraviglia per i suoi risultati ma che è supportata da ampie verifiche scientifiche. Parliamo del Reattore Adronico Molecolare e della sua capacità di eliminare liquidi inquinanti ricavandone il Magnegas?, un gas combustibile rinnovabile e completamente ecologico.
Come si può arrivare ad un simile risultato? Il culmine della tecnologia, il grembo in cui avviene una magica alchimia è proprio il Reattore Adronico ed in particolare il PlasmaArcFlow.
Ma facciamo un passo alla volta poiché la tecnologia è così originale che va digerita pian piano. E necessita proprio del prodotto ultimo della vostra digestione, per cominciare il suo cammino. Già, poiché si “nutre” di acque di fogna, olii esausti, liquidi antigelo, liquami di fattoria e ne tira fuori acque incontaminate per irrigare, gas combustibile pulito e calore, tanto calore da poter trasformare in elettricità. Un miracolo? Sembra proprio di no, quindi vediamo quali sono i passaggi che portano ad un simile risultato.
Reattore Adronico Molecolare: come funziona
Il liquido inquinante entra nel reattore e subisce un pre-trattamento che va ad eliminare tutto ciò che è di origine inorganica. Quindi, il flusso, sotto pressione, viene pompato attraverso un arco elettrico sommerso ad alto amperaggio (un’immensa scossa elettrica!) che sottopone il liquido a temperature elevatissime (circa 5.500°C) e ad un’intensa luce ultravioletta che provocano la sterilizzazione completa e la carbonizzazione di tutte le sostanze in sospensione. Inoltre il liquido stesso viene attaccato a livello molecolare e tutte le catene, ad esempio di idrocarburi presenti, vengono demolite e ridotte ai costituenti atomici. Quello che si crea è un plasma liquido che ionizza potentemente gli atomi i quali iniziano ad interagire tra loro non appena si allontanano dall’arco elettrico.
Da questo marasma ne scaturisce il Magnegas, un gas molecolare in cui il legame principale fra i suoi atomi non è quello di valenza ma l’attrazione magnetica. Prima di approfondire questo particolare aspetto continuiamo il nostro viaggio dentro al reattore di Santilli. Vediamo che il gas creatosi all’uscita del PlasmaArcFlow? inizia a salire dentro una torre (poiché è più leggero dell’aria) dividendosi dal liquido rimasto e viene raccolto dentro serbatoi ad alta pressione per il futuro utilizzo come combustibile.
Il liquido a questo punto può subire due diverse sorti. Se si vuole eliminare del tutto (ad es. nel caso di olii esausti), verrà fatto ripassare attraverso l’arco voltaico fino alla sua completa disgregazione nei componenti atomici. In questo modo si produrrà esclusivamente calore e Magnegas?. Se invece il fluido è poco inquinante e lo si vuole utilizzare, viene fatto passare attraverso filtri a sabbia e dentro centrifughe che eliminano tutte le particelle rimaste in sospensione. A questo punto il prodotto è sterilizzato e depurato e può venire utilizzato per l’irrigazione in agricoltura o essere rilasciato nell’ambiente senza pericolo di inquinamento (eventualmente trattandolo infine con un filtro ad osmosi inversa).
Tutto il ciclo è corredato da sensori e strumentazione analitica che segue ogni fase in tempo reale effettuando anche analisi chimiche in sito.
Bene, ma che fine fanno i residui solidi filtrati durante i vari passaggi? Qui, come per il maiale, vige la regola che non si butta via niente. Infatti grazie a molteplici analisi effettuate, è risultato che il precipitato è un buon fertilizzante, mentre la parte costituita esclusivamente da carbonio viene raccolta ed adoperata per sostituire gli elettrodi dell’arco elettrico che si consumano nel tempo.
Quindi tutto il sistema è ad emissione zero poiché tutti i prodotti sono eco-compatibili e sfruttabili eco-nomicamente!
Il Magnegas e l’Oxygen Depletion
Andiamo ora ad analizzare con maggior attenzione il gas prodotto poiché è proprio questo che colpisce per la sua particolarità ed importanza.
Come accennato prima il Magnegas? risulta un gas non inquinante e di una forma chimica nuova.
Ma cosa vuol dire non inquinante? Che sostanze scaturiscono dalla sua combustione?
Quello che vi dirò è il frutto di un’enorme numero di analisi effettuate per lo più in America da laboratori riconosciuti dalla EPA (agenzia per la protezione ambientale americana) che hanno confermato che gli scarichi della combustione non contengono alcun idrocarburo, per cui non vi è presente alcuna sostanza cancerogena; non emettono monossido di carbonio; non contengono alcun tipo di NOx; rilasciano più ossigeno di quanto ne richieda la combustione. In numeri ciò che fuoriesce è composto da vapore acqueo (65-70%); ossigeno (10-14%); anidride carbonica (6-8% ovvero meno della metà della benzina); e il rimanente, gas di atmosfera.
Effettivamente la CO2 presente è l’unico composto che possiamo considerare inquinante in quanto uno dei principali gas ad effetto serra ma già è in fase di studio un metodo per la sua eliminazione attraverso delle spugne chimiche. Da notare comunque che i fumi di scarico così composti, prelevati da auto senza marmitta catalitica, hanno superato pienamente le normative EPA.
Inoltre è di fondamentale importanza la quantità di ossigeno respirabile che viene emessa. A tal proposito vorrei aprire una parentesi che reputo fondamentale. Ultimamente si parla molto di utilizzare l’idrogeno come combustibile pulito ma questo lo è veramente solo ad una condizione: che venga prodotto per elettrolisi dell’acqua con elettricità proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili. In questo modo si va a scindere l’H2O intrappolando l’H per utilizzarlo a fini energetici e si libera O2 nell’aria. Portiamo l’ossigeno da una forma non respirabile ad una respirabile senza la creazione di altre sostanze inquinanti.
Oggi invece, l’idrogeno si ricava in un modo che attenta letteralmente al continuo della vita su questo pianeta. Infatti, per ottenerlo, si vanno a scindere idrocarburi o gas naturale i quali non solo non liberano ossigeno, ma al contrario ne hanno bisogno per “agganciarlo” al carbonio e formare CO2. Questo procedimento “ruba” ossigeno dall’aria, lo rende inutilizzabile ai fini della respirazione e contribuisce all’effetto serra. Se a ciò si aggiunge che la corrente necessaria a scindere le molecole è ottenuta con procedimenti inquinanti, si vede chiaramente il potere distruttivo e l’irrazionalità di tale operazione. E’ facile calcolare che se dovessimo alimentare tutto il parco macchine attuale invece che direttamente col petrolio, con questo “idrogeno sporco”, dovremmo fare a meno di circa 22 milioni di tonnellate di ossigeno al giorno ed all’aumento di tutte le sostanze inquinanti dovute all’ulteriore passaggio energetico per effettuare l’elettrolisi. Roba da mettere in difficoltà la vita intera nel giro di pochi anni!
Considerando che, realisticamente, la produzione di ingenti quantità di idrogeno con la sola energia rinnovabile è impensabile oggi e per i prossimi anni, risulta evidente l’importanza di utilizzare un carburante che preleva l’ossigeno dai liquidi e lo rilascia in atmosfera. E’ un investimento verso la vita.
Prospettive per il futuro prossimo
Cosa bisogna aspettare per poter adottare il Magnegas? Tecnicamente si è ad uno stadio molto avanzato sia nella produzione, poiché la tecnologia adronica ha ben superato lo stadio di prototipo ed è ora pronta ad adeguarsi alle specifiche necessità, sia nell’utilizzo diretto. Nel caso di veicoli basta adottare un impianto identico a quello a gas classico, apportando solo delle piccolissime modifiche, mentre è immediatamente utilizzabile al posto del metano per il riscaldamento e la cucina. Risulta inoltre un ottimo gas per il taglio dei metalli poiché non essendo tossico può essere utilizzato anche al chiuso.
Il costo non è anch’esso un grosso problema poiché da analisi economiche effettuate è risultato, una volta prodotto in quantità consistenti, essere inferiore al costo attuale della benzina (considerando gli introiti ottenuti per lo smaltimento dei liquami).
C’è un fattore però che potrà rivelarsi d’ostacolo alla rapida commercializzazione del nuovo gas. Infatti, per arrivare sul mercato il Magnegas? dovrà essere sottoposto a certificazione a livello europeo e per far questo ci vuole, oltre ad un ingente mole di soldi, tempo, molto tempo. Ed esiste la possibilità che venga in qualche modo ostacolato visto che con la sua commercializzazione si aprirebbe un nuovo mercato in regime di vera concorrenza formato da tutte quelle categorie di persone, aziende e società che potrebbero prodursi da sé questo nuovo gas e rivenderlo, trasformando le spese di depurazione in un guadagno per sé e per l’ambiente. Ma pur tralasciando ipotesi ostruzionistiche, bisogna tenere in considerazione due aspetti opposti. Da un lato c’è il fatto che nuovi carburanti non vengono scoperti tutti i giorni per cui la prudenza è d’obbligo. Dall’altro bisogna ammettere che c’è un’urgenza, un impellente bisogno di staccarsi dal monopolio petrolifero sia per secondari miglioramenti economici che per più importanti necessità ambientali e di salute. Il costo che stiamo pagando per attendere che persone influenti facciano le loro chiacchiere è troppo elevato per fermarci al loro livello: bisogna passare ai fatti concreti e tutta la tecnologia adronica, in questo senso, ci può venire in grosso aiuto già da oggi.
Attualmente, per l’Europa, è la società “Compagnia di Verona” che sta lavorando allo sviluppo e alla commercializzazione dei Reattori Adronici anche se, per ora, il loro obbiettivo primario è quello di sfruttarne l’immenso potenziale di riciclaggio per riuscire a ripulire i fiumi e le acque dai liquami industriali e delle città. La speranza è quella di ridare vita ad un mondo che oggi, troppo spesso, può essere solo definito “fogna”… se non peggio. Una buona novità in tal senso è proprio di questi mesi. In Veneto, infatti, è in fase di test avanzato un Reattore Adronico che servirà a depurare le acque nere di alcune cittadine per un volume di circa 272.000 litri/giorno. Ciò consentirà la produzione di circa 2.830 metri cubi di Magnegas/giorno. Ma noi vogliamo che questo sia solo il primissimo passo di un’enorme sviluppo della tecnologia e per raggiungere l’obbiettivo di poter fornire energia pulita a tutti c’è bisogno di un ultimo tassello: la domanda. La vostra richiesta di tecnologie veramente verdi, non solo nel nome. Chiedete ed esigete, poiché solo così si potranno far partire nuovi sistemi e far valere il diritto di tutti ad un mondo più pulito e sano.
Un po’ di matematica
Questa è, in breve, la situazione pratica della tecnologia ad oggi. Ma per concludere questo articolo vorrei approfondire un po’ il lato scientifico-matematico da cui scaturisce il Reattore Adronico che di fatto è solo la punta di un iceberg.
Santilli, in collaborazione anche con altri fisici, ha elaborato una nuova matematica, la
Iso-matematica, che permette di indagare sistemi fisici complessi che per la matematica attuale non sarebbe possibile descrivere. Infatti i sistemi che oggi si possono prevedere con buona precisione sono solo quelli lineari o localmente linearizzati. Questa configurazione gode infatti di notevoli vantaggi, il principale dei quali è la cosiddetta "sovrapposizione degli effetti". In breve, se in un sistema qualsiasi ho un punto A ed un punto B che agiscono su C, per sapere cosa succede nel punto C basta fare la somma diretta delle singole azioni di A e di B. A e B quindi "non si conoscono", non si "danno fastidio" a vicenda.
In un sistema non lineare, molto più vicino alla realtà, è tutto diverso: A influenza B, B influenza A, e perfino C a sua volta, può determinare cambiamenti in A e B. Tipicamente, in un sistema non lineare basta cambiare anche di poco la configurazione delle parti per avere cambiamenti enormi nei risultati. Il fatto che poi C possa influenzare A e B viene chiamata "retroazione" e spesso è proprio questo fenomeno a innescare il "caos" in un sistema.
A ciò si deve aggiungere che in natura esistono delle forze che non e' facile rappresentare con formule esatte, e spesso ci si deve accontentare di rappresentazioni empiriche ricorrendo a costanti inserite ad hoc. Un esempio su tutti è l'attrito: le formule oggi in uso devono far leva su parametri prettamente sperimentali, che dipendono dai materiali, da fattori geometrici, ed una moltitudine di altre cose. All'opposto, ad esempio, ci sono la forza di gravita' o quella elettromagnetica: una sola costante universale, un semplice insieme di formule, e basta! Questo indica che la matematica attuale ha grossi limiti nel descrivere molti aspetti della realtà e va avanti solo con correzioni forzate buone solo ad adeguarsi alla specifica necessità.
La iso-matematica cosa fa? da un lato preserva gli assiomi fondamentali della comune matematica ma in più ne fornisce una generalizzazione, consente un ampliamento.
Un’opportunità concreta di tale generalizzazione è quella di poter considerare le particelle come corpi estesi, non sferici, e deformabili sotto interazioni di varia complessità. Questo permette di fare modelli e previsioni decisamente più realistici rispetto a dover trattare con particelle assimilate a punti geometrici a-dimensionali!
La matematica di Santilli, inoltre, prevede e descrive la possibilità che atomi elementari si magnetizzino a tal punto da potersi unire tra loro solamente tramite attrazione magnetica e non con il classico legame di valenza. Ovviamente ci vogliono delle particolari condizioni iniziali e, nel nostro caso, il Reattore Adronico è la fucina di tali condizioni.
Quello che accade agli atomi che attraversano il PlasmaArcFlow? è di venire scissi dalle molecole in cui erano aggregati e di subire una polarizzazione dell’orbita elettronica. Questo rende l’atomo magneticamente attivo poiché l’elemento si “schiaccia”, assume una forma toroidale con polo positivo e negativo. Un po’ come se gli elettroni invece di ruotare in tutte le direzioni attorno al nucleo, si sistemino quasi su un unico piano, come i pianeti del sistema solare. Questa organizzazione spaziale rende polarizzato l’atomo e gli consente di unirsi ad altri nella creazione di molecole magnetiche; le magnecole appunto.
La iso-matematica non si ferma comunque solo all’adronica, ma va ad indagare i più vasti campi della natura.
Così è stato possibile “osservare” un nuovo BigBang dove le quantità di materia ed antimateria erano in perfetto equilibrio tra loro senza sospetti ammanchi di una o dell’altra! Parimenti tutte le altre caratteristiche fisiche si scoprono essere identicamente nulle: tempo totale nullo, massa totale nulla, energia totale nulla. Un universo dove il totale è zero e zero è uguale a tutto. E noi allora cosa siamo? Fluttuazioni di energia non ancora annichilate? Non ancora in quiete? A voi meditarci sopra ma la sensazione è quella di ritrovare gli insegnamenti degli antichi maestri indiani scolpiti nelle più moderne equazioni: Tutto è maya.
Invito a tutti di leggere attentamente quanto riportato, di fare search su internet e vedrete che non sono fantasie ma realtà concrete in quanto migliaia di persone al mondo stanno replicando l' esperimento in maniera casalinga.
Ma la cosa più inportate che dovrete fare è diffondere queste informazioni il più possibile.
Tecnologia Adronica e Magnegas: una scossa nella scienza, per l’ambiente e l’uomo
di Roy Virgilio
Il BigBang, materia e antimateria si annichilano in un enorme esplosione di energia e solo una piccola parte di materia ne sopravvive: la massa di tutto il nostro universo.
Ma forse non è andata proprio così e la base scientifica per una rivoluzionaria teoria si ritrova in qualcosa di molto più piccolo e concreto: una nuova fonte di energia pulita.
Tutto scaturisce da un fisico, italiano di nascita e americano di adozione M. Ruggero Santilli, che dopo essersi laureato a Napoli nel 1967 è andato in America a lavorare ed insegnare (università di Boston, M.I.T. e Harvard). Qui ha potuto sviluppare le sue teorie lavorando a nuovi tipi di matematica e conseguenti teorie fisiche fino ad arrivare ad un’applicazione concreta che meraviglia per i suoi risultati ma che è supportata da ampie verifiche scientifiche. Parliamo del Reattore Adronico Molecolare e della sua capacità di eliminare liquidi inquinanti ricavandone il Magnegas?, un gas combustibile rinnovabile e completamente ecologico.
Come si può arrivare ad un simile risultato? Il culmine della tecnologia, il grembo in cui avviene una magica alchimia è proprio il Reattore Adronico ed in particolare il PlasmaArcFlow.
Ma facciamo un passo alla volta poiché la tecnologia è così originale che va digerita pian piano. E necessita proprio del prodotto ultimo della vostra digestione, per cominciare il suo cammino. Già, poiché si “nutre” di acque di fogna, olii esausti, liquidi antigelo, liquami di fattoria e ne tira fuori acque incontaminate per irrigare, gas combustibile pulito e calore, tanto calore da poter trasformare in elettricità. Un miracolo? Sembra proprio di no, quindi vediamo quali sono i passaggi che portano ad un simile risultato.
Reattore Adronico Molecolare: come funziona
Il liquido inquinante entra nel reattore e subisce un pre-trattamento che va ad eliminare tutto ciò che è di origine inorganica. Quindi, il flusso, sotto pressione, viene pompato attraverso un arco elettrico sommerso ad alto amperaggio (un’immensa scossa elettrica!) che sottopone il liquido a temperature elevatissime (circa 5.500°C) e ad un’intensa luce ultravioletta che provocano la sterilizzazione completa e la carbonizzazione di tutte le sostanze in sospensione. Inoltre il liquido stesso viene attaccato a livello molecolare e tutte le catene, ad esempio di idrocarburi presenti, vengono demolite e ridotte ai costituenti atomici. Quello che si crea è un plasma liquido che ionizza potentemente gli atomi i quali iniziano ad interagire tra loro non appena si allontanano dall’arco elettrico.
Da questo marasma ne scaturisce il Magnegas, un gas molecolare in cui il legame principale fra i suoi atomi non è quello di valenza ma l’attrazione magnetica. Prima di approfondire questo particolare aspetto continuiamo il nostro viaggio dentro al reattore di Santilli. Vediamo che il gas creatosi all’uscita del PlasmaArcFlow? inizia a salire dentro una torre (poiché è più leggero dell’aria) dividendosi dal liquido rimasto e viene raccolto dentro serbatoi ad alta pressione per il futuro utilizzo come combustibile.
Il liquido a questo punto può subire due diverse sorti. Se si vuole eliminare del tutto (ad es. nel caso di olii esausti), verrà fatto ripassare attraverso l’arco voltaico fino alla sua completa disgregazione nei componenti atomici. In questo modo si produrrà esclusivamente calore e Magnegas?. Se invece il fluido è poco inquinante e lo si vuole utilizzare, viene fatto passare attraverso filtri a sabbia e dentro centrifughe che eliminano tutte le particelle rimaste in sospensione. A questo punto il prodotto è sterilizzato e depurato e può venire utilizzato per l’irrigazione in agricoltura o essere rilasciato nell’ambiente senza pericolo di inquinamento (eventualmente trattandolo infine con un filtro ad osmosi inversa).
Tutto il ciclo è corredato da sensori e strumentazione analitica che segue ogni fase in tempo reale effettuando anche analisi chimiche in sito.
Bene, ma che fine fanno i residui solidi filtrati durante i vari passaggi? Qui, come per il maiale, vige la regola che non si butta via niente. Infatti grazie a molteplici analisi effettuate, è risultato che il precipitato è un buon fertilizzante, mentre la parte costituita esclusivamente da carbonio viene raccolta ed adoperata per sostituire gli elettrodi dell’arco elettrico che si consumano nel tempo.
Quindi tutto il sistema è ad emissione zero poiché tutti i prodotti sono eco-compatibili e sfruttabili eco-nomicamente!
Il Magnegas e l’Oxygen Depletion
Andiamo ora ad analizzare con maggior attenzione il gas prodotto poiché è proprio questo che colpisce per la sua particolarità ed importanza.
Come accennato prima il Magnegas? risulta un gas non inquinante e di una forma chimica nuova.
Ma cosa vuol dire non inquinante? Che sostanze scaturiscono dalla sua combustione?
Quello che vi dirò è il frutto di un’enorme numero di analisi effettuate per lo più in America da laboratori riconosciuti dalla EPA (agenzia per la protezione ambientale americana) che hanno confermato che gli scarichi della combustione non contengono alcun idrocarburo, per cui non vi è presente alcuna sostanza cancerogena; non emettono monossido di carbonio; non contengono alcun tipo di NOx; rilasciano più ossigeno di quanto ne richieda la combustione. In numeri ciò che fuoriesce è composto da vapore acqueo (65-70%); ossigeno (10-14%); anidride carbonica (6-8% ovvero meno della metà della benzina); e il rimanente, gas di atmosfera.
Effettivamente la CO2 presente è l’unico composto che possiamo considerare inquinante in quanto uno dei principali gas ad effetto serra ma già è in fase di studio un metodo per la sua eliminazione attraverso delle spugne chimiche. Da notare comunque che i fumi di scarico così composti, prelevati da auto senza marmitta catalitica, hanno superato pienamente le normative EPA.
Inoltre è di fondamentale importanza la quantità di ossigeno respirabile che viene emessa. A tal proposito vorrei aprire una parentesi che reputo fondamentale. Ultimamente si parla molto di utilizzare l’idrogeno come combustibile pulito ma questo lo è veramente solo ad una condizione: che venga prodotto per elettrolisi dell’acqua con elettricità proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili. In questo modo si va a scindere l’H2O intrappolando l’H per utilizzarlo a fini energetici e si libera O2 nell’aria. Portiamo l’ossigeno da una forma non respirabile ad una respirabile senza la creazione di altre sostanze inquinanti.
Oggi invece, l’idrogeno si ricava in un modo che attenta letteralmente al continuo della vita su questo pianeta. Infatti, per ottenerlo, si vanno a scindere idrocarburi o gas naturale i quali non solo non liberano ossigeno, ma al contrario ne hanno bisogno per “agganciarlo” al carbonio e formare CO2. Questo procedimento “ruba” ossigeno dall’aria, lo rende inutilizzabile ai fini della respirazione e contribuisce all’effetto serra. Se a ciò si aggiunge che la corrente necessaria a scindere le molecole è ottenuta con procedimenti inquinanti, si vede chiaramente il potere distruttivo e l’irrazionalità di tale operazione. E’ facile calcolare che se dovessimo alimentare tutto il parco macchine attuale invece che direttamente col petrolio, con questo “idrogeno sporco”, dovremmo fare a meno di circa 22 milioni di tonnellate di ossigeno al giorno ed all’aumento di tutte le sostanze inquinanti dovute all’ulteriore passaggio energetico per effettuare l’elettrolisi. Roba da mettere in difficoltà la vita intera nel giro di pochi anni!
Considerando che, realisticamente, la produzione di ingenti quantità di idrogeno con la sola energia rinnovabile è impensabile oggi e per i prossimi anni, risulta evidente l’importanza di utilizzare un carburante che preleva l’ossigeno dai liquidi e lo rilascia in atmosfera. E’ un investimento verso la vita.
Prospettive per il futuro prossimo
Cosa bisogna aspettare per poter adottare il Magnegas? Tecnicamente si è ad uno stadio molto avanzato sia nella produzione, poiché la tecnologia adronica ha ben superato lo stadio di prototipo ed è ora pronta ad adeguarsi alle specifiche necessità, sia nell’utilizzo diretto. Nel caso di veicoli basta adottare un impianto identico a quello a gas classico, apportando solo delle piccolissime modifiche, mentre è immediatamente utilizzabile al posto del metano per il riscaldamento e la cucina. Risulta inoltre un ottimo gas per il taglio dei metalli poiché non essendo tossico può essere utilizzato anche al chiuso.
Il costo non è anch’esso un grosso problema poiché da analisi economiche effettuate è risultato, una volta prodotto in quantità consistenti, essere inferiore al costo attuale della benzina (considerando gli introiti ottenuti per lo smaltimento dei liquami).
C’è un fattore però che potrà rivelarsi d’ostacolo alla rapida commercializzazione del nuovo gas. Infatti, per arrivare sul mercato il Magnegas? dovrà essere sottoposto a certificazione a livello europeo e per far questo ci vuole, oltre ad un ingente mole di soldi, tempo, molto tempo. Ed esiste la possibilità che venga in qualche modo ostacolato visto che con la sua commercializzazione si aprirebbe un nuovo mercato in regime di vera concorrenza formato da tutte quelle categorie di persone, aziende e società che potrebbero prodursi da sé questo nuovo gas e rivenderlo, trasformando le spese di depurazione in un guadagno per sé e per l’ambiente. Ma pur tralasciando ipotesi ostruzionistiche, bisogna tenere in considerazione due aspetti opposti. Da un lato c’è il fatto che nuovi carburanti non vengono scoperti tutti i giorni per cui la prudenza è d’obbligo. Dall’altro bisogna ammettere che c’è un’urgenza, un impellente bisogno di staccarsi dal monopolio petrolifero sia per secondari miglioramenti economici che per più importanti necessità ambientali e di salute. Il costo che stiamo pagando per attendere che persone influenti facciano le loro chiacchiere è troppo elevato per fermarci al loro livello: bisogna passare ai fatti concreti e tutta la tecnologia adronica, in questo senso, ci può venire in grosso aiuto già da oggi.
Attualmente, per l’Europa, è la società “Compagnia di Verona” che sta lavorando allo sviluppo e alla commercializzazione dei Reattori Adronici anche se, per ora, il loro obbiettivo primario è quello di sfruttarne l’immenso potenziale di riciclaggio per riuscire a ripulire i fiumi e le acque dai liquami industriali e delle città. La speranza è quella di ridare vita ad un mondo che oggi, troppo spesso, può essere solo definito “fogna”… se non peggio. Una buona novità in tal senso è proprio di questi mesi. In Veneto, infatti, è in fase di test avanzato un Reattore Adronico che servirà a depurare le acque nere di alcune cittadine per un volume di circa 272.000 litri/giorno. Ciò consentirà la produzione di circa 2.830 metri cubi di Magnegas/giorno. Ma noi vogliamo che questo sia solo il primissimo passo di un’enorme sviluppo della tecnologia e per raggiungere l’obbiettivo di poter fornire energia pulita a tutti c’è bisogno di un ultimo tassello: la domanda. La vostra richiesta di tecnologie veramente verdi, non solo nel nome. Chiedete ed esigete, poiché solo così si potranno far partire nuovi sistemi e far valere il diritto di tutti ad un mondo più pulito e sano.
Un po’ di matematica
Questa è, in breve, la situazione pratica della tecnologia ad oggi. Ma per concludere questo articolo vorrei approfondire un po’ il lato scientifico-matematico da cui scaturisce il Reattore Adronico che di fatto è solo la punta di un iceberg.
Santilli, in collaborazione anche con altri fisici, ha elaborato una nuova matematica, la
Iso-matematica, che permette di indagare sistemi fisici complessi che per la matematica attuale non sarebbe possibile descrivere. Infatti i sistemi che oggi si possono prevedere con buona precisione sono solo quelli lineari o localmente linearizzati. Questa configurazione gode infatti di notevoli vantaggi, il principale dei quali è la cosiddetta "sovrapposizione degli effetti". In breve, se in un sistema qualsiasi ho un punto A ed un punto B che agiscono su C, per sapere cosa succede nel punto C basta fare la somma diretta delle singole azioni di A e di B. A e B quindi "non si conoscono", non si "danno fastidio" a vicenda.
In un sistema non lineare, molto più vicino alla realtà, è tutto diverso: A influenza B, B influenza A, e perfino C a sua volta, può determinare cambiamenti in A e B. Tipicamente, in un sistema non lineare basta cambiare anche di poco la configurazione delle parti per avere cambiamenti enormi nei risultati. Il fatto che poi C possa influenzare A e B viene chiamata "retroazione" e spesso è proprio questo fenomeno a innescare il "caos" in un sistema.
A ciò si deve aggiungere che in natura esistono delle forze che non e' facile rappresentare con formule esatte, e spesso ci si deve accontentare di rappresentazioni empiriche ricorrendo a costanti inserite ad hoc. Un esempio su tutti è l'attrito: le formule oggi in uso devono far leva su parametri prettamente sperimentali, che dipendono dai materiali, da fattori geometrici, ed una moltitudine di altre cose. All'opposto, ad esempio, ci sono la forza di gravita' o quella elettromagnetica: una sola costante universale, un semplice insieme di formule, e basta! Questo indica che la matematica attuale ha grossi limiti nel descrivere molti aspetti della realtà e va avanti solo con correzioni forzate buone solo ad adeguarsi alla specifica necessità.
La iso-matematica cosa fa? da un lato preserva gli assiomi fondamentali della comune matematica ma in più ne fornisce una generalizzazione, consente un ampliamento.
Un’opportunità concreta di tale generalizzazione è quella di poter considerare le particelle come corpi estesi, non sferici, e deformabili sotto interazioni di varia complessità. Questo permette di fare modelli e previsioni decisamente più realistici rispetto a dover trattare con particelle assimilate a punti geometrici a-dimensionali!
La matematica di Santilli, inoltre, prevede e descrive la possibilità che atomi elementari si magnetizzino a tal punto da potersi unire tra loro solamente tramite attrazione magnetica e non con il classico legame di valenza. Ovviamente ci vogliono delle particolari condizioni iniziali e, nel nostro caso, il Reattore Adronico è la fucina di tali condizioni.
Quello che accade agli atomi che attraversano il PlasmaArcFlow? è di venire scissi dalle molecole in cui erano aggregati e di subire una polarizzazione dell’orbita elettronica. Questo rende l’atomo magneticamente attivo poiché l’elemento si “schiaccia”, assume una forma toroidale con polo positivo e negativo. Un po’ come se gli elettroni invece di ruotare in tutte le direzioni attorno al nucleo, si sistemino quasi su un unico piano, come i pianeti del sistema solare. Questa organizzazione spaziale rende polarizzato l’atomo e gli consente di unirsi ad altri nella creazione di molecole magnetiche; le magnecole appunto.
La iso-matematica non si ferma comunque solo all’adronica, ma va ad indagare i più vasti campi della natura.
Così è stato possibile “osservare” un nuovo BigBang dove le quantità di materia ed antimateria erano in perfetto equilibrio tra loro senza sospetti ammanchi di una o dell’altra! Parimenti tutte le altre caratteristiche fisiche si scoprono essere identicamente nulle: tempo totale nullo, massa totale nulla, energia totale nulla. Un universo dove il totale è zero e zero è uguale a tutto. E noi allora cosa siamo? Fluttuazioni di energia non ancora annichilate? Non ancora in quiete? A voi meditarci sopra ma la sensazione è quella di ritrovare gli insegnamenti degli antichi maestri indiani scolpiti nelle più moderne equazioni: Tutto è maya.
Roy Virgilio
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