"In 6 anni rincari di 7.635 euro"
Stima di associazioni consumatori
Dal 2002 al 2007 i rincari per ogni famiglia sono stati di 7.635 euro: la stima è delle associazioni Adusbef e Federconsumatori, che sottolineano quindi come "18 milioni di famiglie di lavoratori dipendenti hanno subito una 'rapina', soprattutto con il pretesto dell'euro e l'effetto trascinamento, in sei anni, di 137,4 miliardi in tutti i settori della vita produttiva".
Per quanto riguarda i settori dove gli aumenti sono stati più consistenti le associazioni citano i generi di largo consumo, quelli di prima necessità, i servizi bancari e assicurativi, benzina e gas, trasporti pubblici, tariffe ferroviarie, rifiuti solidi urbani e mutui a tasso indicizzato, a carico del 91 per cento dei richiedenti (3,2 milioni di famiglie). "Adusbef e Federconsumatori - sottolinea il comunicato - ritengono di avere diritto alle scuse da parte di quanti hanno deriso e banalizzato le nostre denunce".
Le due associazioni chiedono quindi che "si vada subito in Parlamento e si decidano senza tentennamenti di sorta norme, anche di carattere fiscale, che ridiano potere di acquisto alle famiglie che vivono di reddito fisso".
Stima di associazioni consumatori
Dal 2002 al 2007 i rincari per ogni famiglia sono stati di 7.635 euro: la stima è delle associazioni Adusbef e Federconsumatori, che sottolineano quindi come "18 milioni di famiglie di lavoratori dipendenti hanno subito una 'rapina', soprattutto con il pretesto dell'euro e l'effetto trascinamento, in sei anni, di 137,4 miliardi in tutti i settori della vita produttiva".
Per quanto riguarda i settori dove gli aumenti sono stati più consistenti le associazioni citano i generi di largo consumo, quelli di prima necessità, i servizi bancari e assicurativi, benzina e gas, trasporti pubblici, tariffe ferroviarie, rifiuti solidi urbani e mutui a tasso indicizzato, a carico del 91 per cento dei richiedenti (3,2 milioni di famiglie). "Adusbef e Federconsumatori - sottolinea il comunicato - ritengono di avere diritto alle scuse da parte di quanti hanno deriso e banalizzato le nostre denunce".
Le due associazioni chiedono quindi che "si vada subito in Parlamento e si decidano senza tentennamenti di sorta norme, anche di carattere fiscale, che ridiano potere di acquisto alle famiglie che vivono di reddito fisso".
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