Preso da internet:
Grigorij Efimovič Novykh, più noto con il nome di Rasputin, fu un monaco russo che visse fra la metà dell'800 e i primi anni del '900. Sulla data di nascita del monaco vi sono forti dubbi e tesi contrastanti, tutte le possibili date di nascita sono comprese tra il 1860 e il 1870. Questo perché nella parrocchia del paesino di nascita di Gregorij non furono mai trovati i registri posteriori al 1869. Nei registri trovati non fu trovata la registrazione del battesimo del piccolo Gregorij, il quale in vita, aumentò i dubbi sulla sua possibile data di nascita, che stando ai registri sarebbe dovuta essere dopo il 1869, invecchiandosi di più e più anni, credendo di aumentare di conseguenza il prestigio e la venerazione nei suoi confronti. In molte occasioni il monaco Rasputin si invecchiò di 5 o 6 anni, ed esigeva di farsi chiamare Starec, nome dedicato appunto ai monaci anziani che godono di particolare prestigio.
Sul luogo di nascita invece non sembrano esservi dubbi, nacque a Pokrovskoe, in Siberia, ed ebbe una grande influenza sulla vita della famiglia reale russa appartenente alla dinastia dei Romanov.
Prese la strada religiosa dopo un breve matrimonio e nel 1905 approdò alla corte dei Romanov.
Su di lui gravavano i sospetti di aver aderito alla setta dei Khlisty e di aver frequentato il movimento nazionalista dei "Veri Russi". Nonostante la totale mancanza di istruzione, riuscì a tessere una fitta ragnatela di amicizie importanti che lo condussero in breve tempo alla corte dello zar Nicola II di Russia. Il suo arrivo a corte fu inevitabilemnte accompagnato dalla reputazione di grande guaritore e dalle credenze secondo le quali il monaco fosse dotato di misteriosi poteri sovrannaturali.
Fu proprio la reputazione di guaritore che convinse i reali a convocarlo a corte, con la speranza che il monaco potesse porre rimedio all’incurabile emofilia che aveva colpito Alessio, il piccolo zarevic, figlio di Nicola II. Fin da subito le cure di Rasputin ebbero qualche effetto sul piccolo Alessio, guadagnandosi così la fiducia della casa reale e le cure del piccolo malato.
Rasputin sarebbe riuscito ad interrompere le crisi ematiche dello zarevic utilizzando un’ipnosi che rallentava il battito cardiaco, riducendo di conseguenza la circolazione del sangue. Un’ipotesi più scientifica invece spiega il fenomeno in maniera più razionale: i medici di corte cercavano di curare l’emofilia attraverso l’uso di aspirine. Questo medicinale aveva effetti benefici, riducendo i dolori articolari, ma d’altro canto aumentava le emorragie causate dalla malattia stessa. Rasputin non utilizzava l’aspirina, quindi il solo interrompere l’uso di tale medicinale, produceva effetti benefici sul bambino.
Il monaco esercitava sulla famiglia reale una fortissima influenza, in particolar modo sulla zarina Alessandra, il rapporto con quest’ultima diede adito a numerose interpretazioni maliziose sulla sua vita privata, che vedevano come protagoniste anche le donne dell’aristocrazia russa.
In politica si sospettò, forse non senza ragione, che avesse effetti sulle decisioni della famiglia reale, e venne persino accusato di corruzione, costringendo la famiglia reale a cacciarlo.
Le condizioni dello zarevic però peggiorarono, e la zarina Alessandra fu costretta a chiedere aiuto al monaco, il quale le disse che le condizioni di Alessio sarebbero migliorate anche senza il suo intervento. La storia gli diede ragione.
Nel 1916 una congiura nata tra la nobiltà russa, alla quale presero parte il granduca Dmitrij Pavlovič, il principe Feliks Jusupov ed il deputato conservatore Vladimir Puriškevič, decise di assassinarlo.
La sua morte, come la sua vita, è avvolta in un drappo di mistero.
Fu inizialmente avvelenato con del cianuro durante una cena a casa di Feliks Jusupov, il monaco però resistette al veleno e i congiurati decisero di sparargli, colpendolo al cuore. Nonostante tutto Rasputin si riebbe, raggiunse la porta della stanza e cercò di fuggire, ma fu raggiunto dai congiurati e finito a suon di bastonate.
Il cadavere del monaco fu gettato nelle acque del fiume Fontanka, ma malgrado il corpo fosse ben zavorrato, riemerse due giorni dopo. Fu sottoposto ad autopsia, dalla quale emersero fatti ancora più agghiaccianti: nel suo corpo infatti non furono trovate tracce di veleno e nei suoi polmoni fu trovata acqua, quindi nonostante il veleno, i colpi di pistola e le botte, Rasputin fu gettato nel fiume ancora vivo.
Rasputin fu quindi sepolto, ma il suo corpo fu dissotterrato e bruciato ai bordi di una strada.
Poco tempo prima di morire, detto alla figlia queste parole:
"Finché sarò vivo, nessun uomo vedrà questo scritto. Non è possibile a nessuno uccidermi. Uccideranno e seppelliranno Grigorij. Ma è possibile che non sarò seppellito. Non affogherò nell’acqua, non sarò sottomesso al fuoco, io vivrò".
Se fosse vero, altro che wow!
Grigorij Efimovič Novykh, più noto con il nome di Rasputin, fu un monaco russo che visse fra la metà dell'800 e i primi anni del '900. Sulla data di nascita del monaco vi sono forti dubbi e tesi contrastanti, tutte le possibili date di nascita sono comprese tra il 1860 e il 1870. Questo perché nella parrocchia del paesino di nascita di Gregorij non furono mai trovati i registri posteriori al 1869. Nei registri trovati non fu trovata la registrazione del battesimo del piccolo Gregorij, il quale in vita, aumentò i dubbi sulla sua possibile data di nascita, che stando ai registri sarebbe dovuta essere dopo il 1869, invecchiandosi di più e più anni, credendo di aumentare di conseguenza il prestigio e la venerazione nei suoi confronti. In molte occasioni il monaco Rasputin si invecchiò di 5 o 6 anni, ed esigeva di farsi chiamare Starec, nome dedicato appunto ai monaci anziani che godono di particolare prestigio.
Sul luogo di nascita invece non sembrano esservi dubbi, nacque a Pokrovskoe, in Siberia, ed ebbe una grande influenza sulla vita della famiglia reale russa appartenente alla dinastia dei Romanov.
Prese la strada religiosa dopo un breve matrimonio e nel 1905 approdò alla corte dei Romanov.
Su di lui gravavano i sospetti di aver aderito alla setta dei Khlisty e di aver frequentato il movimento nazionalista dei "Veri Russi". Nonostante la totale mancanza di istruzione, riuscì a tessere una fitta ragnatela di amicizie importanti che lo condussero in breve tempo alla corte dello zar Nicola II di Russia. Il suo arrivo a corte fu inevitabilemnte accompagnato dalla reputazione di grande guaritore e dalle credenze secondo le quali il monaco fosse dotato di misteriosi poteri sovrannaturali.
Fu proprio la reputazione di guaritore che convinse i reali a convocarlo a corte, con la speranza che il monaco potesse porre rimedio all’incurabile emofilia che aveva colpito Alessio, il piccolo zarevic, figlio di Nicola II. Fin da subito le cure di Rasputin ebbero qualche effetto sul piccolo Alessio, guadagnandosi così la fiducia della casa reale e le cure del piccolo malato.
Rasputin sarebbe riuscito ad interrompere le crisi ematiche dello zarevic utilizzando un’ipnosi che rallentava il battito cardiaco, riducendo di conseguenza la circolazione del sangue. Un’ipotesi più scientifica invece spiega il fenomeno in maniera più razionale: i medici di corte cercavano di curare l’emofilia attraverso l’uso di aspirine. Questo medicinale aveva effetti benefici, riducendo i dolori articolari, ma d’altro canto aumentava le emorragie causate dalla malattia stessa. Rasputin non utilizzava l’aspirina, quindi il solo interrompere l’uso di tale medicinale, produceva effetti benefici sul bambino.
Il monaco esercitava sulla famiglia reale una fortissima influenza, in particolar modo sulla zarina Alessandra, il rapporto con quest’ultima diede adito a numerose interpretazioni maliziose sulla sua vita privata, che vedevano come protagoniste anche le donne dell’aristocrazia russa.
In politica si sospettò, forse non senza ragione, che avesse effetti sulle decisioni della famiglia reale, e venne persino accusato di corruzione, costringendo la famiglia reale a cacciarlo.
Le condizioni dello zarevic però peggiorarono, e la zarina Alessandra fu costretta a chiedere aiuto al monaco, il quale le disse che le condizioni di Alessio sarebbero migliorate anche senza il suo intervento. La storia gli diede ragione.
Nel 1916 una congiura nata tra la nobiltà russa, alla quale presero parte il granduca Dmitrij Pavlovič, il principe Feliks Jusupov ed il deputato conservatore Vladimir Puriškevič, decise di assassinarlo.
La sua morte, come la sua vita, è avvolta in un drappo di mistero.
Fu inizialmente avvelenato con del cianuro durante una cena a casa di Feliks Jusupov, il monaco però resistette al veleno e i congiurati decisero di sparargli, colpendolo al cuore. Nonostante tutto Rasputin si riebbe, raggiunse la porta della stanza e cercò di fuggire, ma fu raggiunto dai congiurati e finito a suon di bastonate.
Il cadavere del monaco fu gettato nelle acque del fiume Fontanka, ma malgrado il corpo fosse ben zavorrato, riemerse due giorni dopo. Fu sottoposto ad autopsia, dalla quale emersero fatti ancora più agghiaccianti: nel suo corpo infatti non furono trovate tracce di veleno e nei suoi polmoni fu trovata acqua, quindi nonostante il veleno, i colpi di pistola e le botte, Rasputin fu gettato nel fiume ancora vivo.
Rasputin fu quindi sepolto, ma il suo corpo fu dissotterrato e bruciato ai bordi di una strada.
Poco tempo prima di morire, detto alla figlia queste parole:
"Finché sarò vivo, nessun uomo vedrà questo scritto. Non è possibile a nessuno uccidermi. Uccideranno e seppelliranno Grigorij. Ma è possibile che non sarò seppellito. Non affogherò nell’acqua, non sarò sottomesso al fuoco, io vivrò".
Se fosse vero, altro che wow!
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