Ora che Ratzinger sta per entrare nel suo terzo anno di pontificato e dunque si sono oramai ben delineate la sua linea e la sua filosofia rispetto alle questioni temporali, voglio provare a delineare meglio la sua figura in rapporto alla politica di casa nostra ed alle cose el mondo.
L'Italia ad esempio guarda ancora troppo alle cose d'oltre Tevere con una dipendenza quasi necessaria, vista la cronica debolezza della sua classe politica, o quella operata dal Vaticano è una chiara interferenza nelle questioni interne di un Paese?
Io ritengo che se un governo si fa influenzare o chiede sponda in una figura come quella del Romano Pontefice è perchè da esso stesso non viene una politica forte e decisionista, ma è preda di indecisioni e tentennamenti continui;
E' di questi giorni la polemica che ha contrapposto il papa al sindaco di Roma riguardo al degrado che soffoca le periferie della città eterna.
Con un solo passaggio del suo discorso Benedetto XVI ha fatto giustizia dell'immagine da cartolina che Veltroni ha cercato in questi anni di costruire, mandando in pieno panico una sinistra evidentemente debole e balbuziente.
Altresì Ratzinger è stato l'unico che ha messo in rilievo in Europa l'impossibilità di una compiuta integrazione o di un dialogo costruttivo con le masse islamiche mettendo in crisi, col discorso di Ratisbona, il modello di Europa che si vuole accreditare come realizzabile, ma che fino ad ora è stato solo fonte di contraddizione e di disagio per i cittadini stessi, che quotididianamente devono fare i conti con la violenza e l'arroganza degli extra comunitari che non vogliono adeguarsi non dico al modo di vivere, ma nemmeno al rispetto di quel diritto civile vigente in occidene da secoli oramai.
Benedetto XVI si erge quindi oggi come unica figura che mi pare abbia chiaro il pericolo che l'Europa e l'occidente tutto corre, sotterando i valori che lo hanno fondato e volendoli sostituire con un pensiero debole e relativista, per cui tutto è giusto e da accettare in eguale misura.
Questo lo hanno capito non solo chi segue la chiesa ma anche atei o laici come la Fallaci ad esempio, che vedono nel papa l'unico defensor civitatis rimasto al timone di una barca squassata dai flutti di questi tempi difficili, alla stregua di un solitario Leone Magno.
Dunque non stupisce a mio parere se la politica italiana guarda ancora a chi siede in Vaticano come ad un faro, e non va scambiata per ingerenza nella politica italiana ciò che la politica stessa, senza nerbo, non riesce non dico ad attuare ma nemmeno a dire.
L'Italia ad esempio guarda ancora troppo alle cose d'oltre Tevere con una dipendenza quasi necessaria, vista la cronica debolezza della sua classe politica, o quella operata dal Vaticano è una chiara interferenza nelle questioni interne di un Paese?
Io ritengo che se un governo si fa influenzare o chiede sponda in una figura come quella del Romano Pontefice è perchè da esso stesso non viene una politica forte e decisionista, ma è preda di indecisioni e tentennamenti continui;
E' di questi giorni la polemica che ha contrapposto il papa al sindaco di Roma riguardo al degrado che soffoca le periferie della città eterna.
Con un solo passaggio del suo discorso Benedetto XVI ha fatto giustizia dell'immagine da cartolina che Veltroni ha cercato in questi anni di costruire, mandando in pieno panico una sinistra evidentemente debole e balbuziente.
Altresì Ratzinger è stato l'unico che ha messo in rilievo in Europa l'impossibilità di una compiuta integrazione o di un dialogo costruttivo con le masse islamiche mettendo in crisi, col discorso di Ratisbona, il modello di Europa che si vuole accreditare come realizzabile, ma che fino ad ora è stato solo fonte di contraddizione e di disagio per i cittadini stessi, che quotididianamente devono fare i conti con la violenza e l'arroganza degli extra comunitari che non vogliono adeguarsi non dico al modo di vivere, ma nemmeno al rispetto di quel diritto civile vigente in occidene da secoli oramai.
Benedetto XVI si erge quindi oggi come unica figura che mi pare abbia chiaro il pericolo che l'Europa e l'occidente tutto corre, sotterando i valori che lo hanno fondato e volendoli sostituire con un pensiero debole e relativista, per cui tutto è giusto e da accettare in eguale misura.
Questo lo hanno capito non solo chi segue la chiesa ma anche atei o laici come la Fallaci ad esempio, che vedono nel papa l'unico defensor civitatis rimasto al timone di una barca squassata dai flutti di questi tempi difficili, alla stregua di un solitario Leone Magno.
Dunque non stupisce a mio parere se la politica italiana guarda ancora a chi siede in Vaticano come ad un faro, e non va scambiata per ingerenza nella politica italiana ciò che la politica stessa, senza nerbo, non riesce non dico ad attuare ma nemmeno a dire.
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