Originariamente Scritto da elfe
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vi riporto gli spezzoni piu' interessanti ma vale la pena leggerlo tutto:
E il film, su quella barca lungo le rive della giungla, diventa da quel momento una carneficina... «Sempre motivata», avverte lui: «Non c'è una sequenza che non faccia appello a tanti documenti di stragi che i reporter ci hanno rimandato dai recenti massacri in Birmania. Il film doveva uscire a Natale, ma l'ho ripreso in mano per inserirvi prima dell'inizio gli spezzoni documentaristici con i militari che sparano su donne, bambini e monaci ad altezza d'uomo. Non è certo una speculazione. Per anni mi sono preparato e documentato, prima dell'ultima, sanguinaria repressione. Tante volte, preciso, ho rifiutato offerte mercenarie di Rambo che non mi convincevano come quella di un copione, che riprendendo il personaggio creato da David Morrell nel suo libro, voleva portare il mio invecchiato reduce in un attacco fantanucleare a Washington».
«È stato anche il mio amico Arnold Schwarzenegger — divaga Stallone — a spronarmi perché tornassi a essere Rambo. Per Rambo Sly confessa di aver più volte riscritto i dialoghi: «Non volevo che il mio personaggio parlasse con i toni di qualche articolo o saggio giornalistico, pacifista o guerrafondaio. Rambo è un uomo semplice, il suo esilio ha radici profonde ».
Il suo reduce alla fine torna a casa, con una sorta di afflato fors'anche patriottico, proprio lui che aveva gridato ai volontari: «Go Home ». «Torna — spiega — ritrovare sogni e tranquillità, in un ranch nella splendida natura (anch'essa devastata anch'essa) del mio Paese. Ma io voglio dire una cosa ai ragazzi che tornano dalle guerre di oggi, ai nuovi reduci disadattati, a chi pensa che anche nella realtà serva un Rambo: non si va in guerra per la Patria, questa è solo un'illusione, ma per il volere di un gruppo di persone, per interessi di potere. Allora anche tornare a casa può essere una forma di patriottismo».
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