Considerazioni sul Fascismo (astenersi dalle frasi fatte e motivare!)

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  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
    Germania e Italia seguono lo stesso indirizzo anche nel campo dell'autarchia economica: senza l'indipendenza economica la stessa autonomia politica della Nazione è compromessa e un popolo di alte capacità militari può essere piegato dal blocco economico.
    E' stato anche e sopratutto questo punto, che il Duce aveva ben chiaro e che mai nascose, a condurre alla morte lui, alla guerra civile e all''occupazione per mano straniera il suolo patrio, e alla damnatio memoriae il Fascismo.
    La rinascita spiriruale, storica e morale dell'Italia, questo seme assieme nuovo e antico che stava attecchendo ovunque, questo risveglio spirituale di un popolo andava distrutto, ad ogni costo, pure alleandosi col "demone" bolscevico.

    Hanno estirpato, assieme alla manifestazione storica del Fascismo, e alla potente visione di Mussolini, hanno estirpato tutto un mondo fatto di qualità virili, di onore, di rispetto per i patti, di civiltà, la nostra civiltà.
    Chi è davvero vissuto, quei ragazzi, quei morti che hanno inteso difendere la vera unica e autentica Storia d'Europa a Berlino come a Salò, in quegli ultimi disperati giorni, dagli invasori che credono ancora di averci portato - a noi... - un qualche valore che vale la pena sperimentare, o noi, che siamo ombre in una terra infera che non riconosciamo più come nostra, ma nella quale sussiste ancora il pungolo che solo può lasciare la mano che ti plasma, e che ti tormenta, come le antiche moire, fintanto che batte il cuore, e ti ricorda che tu sei altro, e molto, molto più di questo?

    Come i protagonisti delle alte tragedie dei nostri avi, noi siamo ciechi.
    Il sipario, per tutti noi, per la fiera dignità di tutto un popolo, è calato quel giorno su quella piazza, quando il corpo del Duce e di Claretta è stato appeso a testa in giù a penzolare su di un popolo oramai schiavo del "liberatore";
    Il primo atto della nuova scala di valori, portati dallo straniero, in cui ci avrebbe toccato vivere è stato quello di profanare il corpo di un morto, di ridere di fronte all'esposta nudità di un cadavere di donna, che solo una mano pietosa, tra migliaia, si è ricordata di nascondere a quegli occhi di belve, appuntandole la gonna con una spilla da balia:
    La cristiana pietà di un prete.

    Lì si è spezzata la civiltà, lì il coro della tragedia, dimentico dei suoi costumi millenari, ha riso invece di piangere, ha profanato i cadaveri invece di seppellirli, ha gioito, gridato di fronte alla propria rovina, invece di tacere, muto come chi, riconoscendo la potenza ineludibile del Fato, sa che sola dignità è tramontare con la schiena dritta, come hanno scelto di fare quei nostri morti che ancora riscattano queste misere vite.
    Last edited by Sean; 28-04-2009, 18:15:56.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • ma_75
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      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
      Credo sia questa

      La riaffermazione solenne dell'esistenza e della solidità dell'Asse Roma-Berlino non è diretta contro altri Stati, poiché noi, nazisti e fascisti, vogliamo la pace e siamo sempre pronti a lavorare per la pace, per la pace vera e feconda, che non ignora, ma risolve i problemi della convivenza fra i popoli.
      Alla gente che, ansiosa, in tutto il mondo si domanda che cosa può uscire dall'incontro di Berlino - guerra o pace - il Führer e io possiamo rispondere insieme a voce alta: la pace.

      Non aggiungo nulla alle parole di Sean, semplicemente perfette. Voglio, invece, sottolineare come, a dispetto di ciò che spesso la vulgata diffonde, il discorso di Mussolini a Berlino fu, come la gran parte dei suoi discorsi prima dell'entrata in guerra, un discorso non solo di pace ma all'insegna stessa della pace. In Mussolini non vi fu, prima che le cose precipitassero, alcun reale intento di portare l'Italia in geurra contro le potenze alleate, nessuna volontà di egemonizzare con Hitler l'Europa. Ci fu, solo, un legittimo desiderio di mantenere in una sfera politica autonoma il proprio paese, di poter legittimamente completare, senza interferenze estere, il progetto fascista. Molto si è discusso se Mussolini fosse all'oscuro dei progetti egemonici hitleriani (anche questo, poi, ideati in quale fase?) o se pensasse di poterli controllare. Certo è, che, come già dissi in passato, tutta la politica estera mussoliniana prima della seconda guerra mondiale permette di vedere in lui il vero pacificatore ell'Europa, ansioso solo di costituire, in quest'Europa di nazionalismi, un Italia non più ancella. Un progetto sano, legittimo, moralmente ineccepibile. Un progetto che, da allora in poi, abbiamo vilmente abbandonato, sì da essere, oggi, miseri cani che leccano la mano che li bastona.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • gbpackers
        #1 Fan GreenBay Packers
        • Jun 2006
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        DELL'UTRI: MUSSOLINI BRAVA PERSONA CHE FECE ERRORI | News | La Repubblica.it

        dell'ultri.... brrrrrrrrrrrrr....
        sigpic

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        • DORian_fAke
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          Voglio, invece, sottolineare come, a dispetto di ciò che spesso la vulgata diffonde, il discorso di Mussolini a Berlino fu, come la gran parte dei suoi discorsi prima dell'entrata in guerra, un discorso non solo di pace ma all'insegna stessa della pace.
          Insegna della pace stessa? E la guerra d'Abissinia non si è mai combattuta? Le idee Marinettiane sulla guerra insite nel fascismo?

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          • ma_75
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            Insegna della pace stessa? E la guerra d'Abissinia non si è mai combattuta? Le idee Marinettiane sulla guerra insite nel fascismo?

            La guerra di Abissinia è un episodio del colonialismo a cui si dedicavano tutti i paesi europei, in primis le grani democrazie: Francia e Inghilterra. Non vale certo questa a dare la patente di guerrafondaio a Mussolini; si tratterebbe di darla a tutti i capi di governo delle potenze europee del tempo.
            Il riferimento è, semmai, al ruolo di Mussolini come ago della bilancia della politica europea, un ruolo che ricoprì in maniera esemplare nella conferenza di Monaco del 1938 quando, da solo, risolse la questione dei Sudeti, impedendo ad Hitler (che era già pronto) di entrare in guerra un anno prima di quanto accadde. L'Inghilterra guardava a Mussolini come all'unico uomo che avrebbe potuto tenere a freno Hitler e quella Germania in braccio alla quale le potenze democatiche avevano gettato l'Italia con la sciagurata politica delle sanzioni a seguito della guerra d'Etiopia, quando vollero impedire all'Italia di realizzare quell'impero coloniale che esse, democraticamente of course, detenevano già.
            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
            ma_75@bodyweb.com

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            • DORian_fAke
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              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              La guerra di Abissinia è un episodio del colonialismo a cui si dedicavano tutti i paesi europei, in primis le grani democrazie: Francia e Inghilterra. Non vale certo questa a dare la patente di guerrafondaio a Mussolini; si tratterebbe di darla a tutti i capi di governo delle potenze europee del tempo.
              Il riferimento è, semmai, al ruolo di Mussolini come ago della bilancia della politica europea, un ruolo che ricoprì in maniera esemplare nella conferenza di Monaco del 1938 quando, da solo, risolse la questione dei Sudeti, impedendo ad Hitler (che era già pronto) di entrare in guerra un anno prima di quanto accadde. L'Inghilterra guardava a Mussolini come all'unico uomo che avrebbe potuto tenere a freno Hitler e quella Germania in braccio alla quale le potenze democatiche avevano gettato l'Italia con la sciagurata politica delle sanzioni a seguito della guerra d'Etiopia, quando vollero impedire all'Italia di realizzare quell'impero coloniale che esse, democraticamente of course, detenevano già.
              E le idee marinettiane dove le lasciamo però?
              Che il fascismo sia stato vicino all'idea di "guerra come sola igiene del mondo" non sono di certo io a dirlo.
              Last edited by DORian_fAke; 05-05-2009, 00:01:24.

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              • Sean
                Csar
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                Originariamente Scritto da DORian_fAke Visualizza Messaggio
                E le idee marinettiane dove le lasciamo però?
                Che il fascismo sia stato vicino all'idea di "guerra come sola igiene del mondo" non sono di certo io a dirlo.
                Il Futurismo, che si presentava come movimento di ruttura con tutto ciò che era conservazione e restaurazione, non potè non guardare al Fascismo (sopratutto quello della prima ora, quello del '19, quello che si proponeva come rivoluzionario rispetto allo status quo, il Fascismo "aggressivo") con favore, così come il Fascimo della prima ora prese slancio anche dal manifesto ideologico futurista.
                Questa vicinanza ideologica, però, fu di breve durata, se è vero che lo stesso Marinetti rimase assai deluso, prendendone le distanze, dalla effettiva prassi politica messa in campo dal Fascismo dopo la Marcia su Roma, con Mussolini che, preso il potere, doveva cominciare a fare i conti con la realtà dei fatti e non più con la propaganda ideologica tipica di un movimento ai suoi esordi.
                Lo stesso Fascismo deluse molti per i suoi accordi politici tesi a riconciliare e tranquillizzare la nazione, in tutte le sue componenti, scendendo così a patti con la Chiesa, con gli industriali, con quella borghesia che trovava nella pace sociale modo di prosperare, e non certo in quello stato di rivoluzione permanente dal quale anzi il Fascismo era stato chiamato a liberarla, scudo contro il sentitissimo pericolo bolscevico.

                La stessa arte fascista, sempre in bilico tra istanze di rottura e richiami al pregresso, troverà un punto di equilibrio sganciandosi dalle sue idee più estreme (futuriste appunto), proprio quando, riportato l'impero sui colli fatali, conciliò modernità e classicità, tradizione e innovazione, all'insegna di una nuova pax augustea.

                Mussolini di fatto, conquistato anche all'Italia il suo "spazio vitale" nelle colonie, trovato il suo posto al sole tra vasi di ferro come Germania, Francia e Impero Britannico, aveva bisogno come l'ossigeno di un periodo di pace per mettere a frutto quei cambiamenti avviati in ogni ordine dello Stato, ed è per questo che, come riporta benissimo Ma_, cercò sempre di tenere a bada Hitler, tra le braccia del quale fu gettato a causa delle sanzioni imposte all'Italia dalle democrazie.

                Bisogna calarsi nel contesto geo-politico dell'epoca per capire che ciascuna nazione giocava, al di là delle alleanze siglate, una propria partita, dalla quale la guerra, come "prosecuzione della politica con altri mezzi" non era certo un'opzione esclusa, per nessuno degli attori.
                I fatti ci dicono, al di là degli slogan, che Mussolini cercò di tenere le mani legate allo scomodissimo alleato tedesco fino alla fine, accreditandosi come "ago moderato" anche nei confronti delle democrazie, e che l'accordo russo-tedesco e la conseguente invasione della Polonia fecero saltare ogni piano del Duce del Fascismo, costringendolo ad entrare in una guerra alla quale non era preparato e che, sopratutto, non voleva.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  5 maggio 1936 le truppe Italiane entrano ad Adis Abeba.
                  Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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                  • DORian_fAke
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                    Il Futurismo, che si presentava come movimento di ruttura con tutto ciò che era conservazione e restaurazione, non potè non guardare al Fascismo (sopratutto quello della prima ora, quello del '19, quello che si proponeva come rivoluzionario rispetto allo status quo, il Fascismo "aggressivo") con favore, così come il Fascimo della prima ora prese slancio anche dal manifesto ideologico futurista.
                    Questa vicinanza ideologica, però, fu di breve durata, se è vero che lo stesso Marinetti rimase assai deluso, prendendone le distanze, dalla effettiva prassi politica messa in campo dal Fascismo dopo la Marcia su Roma, con Mussolini che, preso il potere, doveva cominciare a fare i conti con la realtà dei fatti e non più con la propaganda ideologica tipica di un movimento ai suoi esordi.
                    Lo stesso Fascismo deluse molti per i suoi accordi politici tesi a riconciliare e tranquillizzare la nazione, in tutte le sue componenti, scendendo così a patti con la Chiesa, con gli industriali, con quella borghesia che trovava nella pace sociale modo di prosperare, e non certo in quello stato di rivoluzione permanente dal quale anzi il Fascismo era stato chiamato a liberarla, scudo contro il sentitissimo pericolo bolscevico.

                    La stessa arte fascista, sempre in bilico tra istanze di rottura e richiami al pregresso, troverà un punto di equilibrio sganciandosi dalle sue idee più estreme (futuriste appunto), proprio quando, riportato l'impero sui colli fatali, conciliò modernità e classicità, tradizione e innovazione, all'insegna di una nuova pax augustea.

                    Mussolini di fatto, conquistato anche all'Italia il suo "spazio vitale" nelle colonie, trovato il suo posto al sole tra vasi di ferro come Germania, Francia e Impero Britannico, aveva bisogno come l'ossigeno di un periodo di pace per mettere a frutto quei cambiamenti avviati in ogni ordine dello Stato, ed è per questo che, come riporta benissimo Ma_, cercò sempre di tenere a bada Hitler, tra le braccia del quale fu gettato a causa delle sanzioni imposte all'Italia dalle democrazie.

                    Bisogna calarsi nel contesto geo-politico dell'epoca per capire che ciascuna nazione giocava, al di là delle alleanze siglate, una propria partita, dalla quale la guerra, come "prosecuzione della politica con altri mezzi" non era certo un'opzione esclusa, per nessuno degli attori.
                    I fatti ci dicono, al di là degli slogan, che Mussolini cercò di tenere le mani legate allo scomodissimo alleato tedesco fino alla fine, accreditandosi come "ago moderato" anche nei confronti delle democrazie, e che l'accordo russo-tedesco e la conseguente invasione della Polonia fecero saltare ogni piano del Duce del Fascismo, costringendolo ad entrare in una guerra alla quale non era preparato e che, sopratutto, non voleva.



                    Piccola precisazione, il futurismo non guardò al fascismo con favore. Solo alcuni degli esponenti futuristi guardarono al fascismo (della prima ora sia chiaro) con favore: tra questi appunto Marinetti.
                    Riguardo a "La stessa arte fascista (...) conciliò modernità e classicità, tradizione e innovazione" potresti spiegare e approfondire questo discorso?

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                    • ma_75
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                      Originariamente Scritto da DORian_fAke Visualizza Messaggio
                      E le idee marinettiane dove le lasciamo però?
                      Che il fascismo sia stato vicino all'idea di "guerra come sola igiene del mondo" non sono di certo io a dirlo.
                      Marinetti fu, come D'Annunzio, un bel soprammobile per il fascismo e poco altro
                      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                      ma_75@bodyweb.com

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                      • Sean
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                        Originariamente Scritto da DORian_fAke Visualizza Messaggio
                        Piccola precisazione, il futurismo non guardò al fascismo con favore. Solo alcuni degli esponenti futuristi guardarono al fascismo (della prima ora sia chiaro) con favore: tra questi appunto Marinetti.
                        Riguardo a "La stessa arte fascista (...) conciliò modernità e classicità, tradizione e innovazione" potresti spiegare e approfondire questo discorso?
                        Qua parliamo, per ovvi motivi di spazio, tempo, e per limite di mezzo, per categorie.
                        Chi confluì, brevissimamente, nel Fascismo fu Marinetti, caposcuola del Futurismo;
                        Si indica lui per indicare il movimento che vede in Marinetti l'esponente, se non altro, più noto.

                        Circa l'arte fascista il discorso è semplice.
                        Come originario movimento di rottura il Fascismo sposa tutto ciò che al sorgere del Novecento sa di frattura col Vecchio, butta a mare il neo-classicismo e fa sue le istanze artistiche delle avanguardie;
                        C'è, in questo slancio al rinnovamento, un ansia di futuro, appunto, di moderno che trova sbocco nell'uso di materiali "nuovi" quali vetro, cemento armato, ferro, in uno stile artistico teso a "smuovere le masse", in netta contrapposizione con la rassicurante arte borghese.
                        Quando il Fascismo da movimento prettamente rivoluzionario passerà a regime e a sistema di governo, anche l'arte verrà temperata in uno stile che coniuga esigenze di modernità a celebrazione dei nuovi fasti imperiali e propagandistici, e dunque avremo quella conciliazione con l'Antico che trova la sua massima espressione nel trionfalismo del Foro Mussolini (dove l'antichità romana viene riletta in chiave assolutamente innovativa, col ritorno di marmi e mosaici) e, sopratutto, nell'EUR, dove il Palazzo della Civiltà Italiana non può non richiamare, in quella teoria di archi sovrapposti, il Colosseo, e nelle geometrie, e nel bianco e nero delle arcate una autentica fuga in avanti, allo stesso momento celebrazione e innovazione, radice e impulso verso il nuovo.
                        Last edited by Sean; 05-05-2009, 14:31:58.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • DORian_fAke
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Qua parliamo, per ovvi motivi di spazio, tempo, e per limite di mezzo, per categorie.
                          Chi confluì, brevissimamente, nel Fascismo fu Marinetti, caposcuola del Futurismo;
                          Si indica lui per indicare il movimento che vede in Marinetti l'esponente, se non altro, più noto.

                          Circa l'arte fascista il discorso è semplice.
                          Come originario movimento di rottura il Fascismo sposa tutto ciò che al sorgere del Novecento sa di frattura col Vecchio, butta a mare il neo-classicismo e fa sue le istanze artistiche delle avanguardie;
                          C'è, in questo slancio al rinnovamento, un ansia di futuro, appunto, di moderno che trova sbocco nell'uso di materiali "nuovi" quali vetro, cemento armato, ferro, in uno stile artistico teso a "smuovere le masse", in netta contrapposizione con la rassicurante arte borghese.
                          Quando il Fascismo da movimento prettamente rivoluzionario passerà a regime e a sistema di governo, anche l'arte verrà temperata in uno stile che coniuga esigenze di modernità a celebrazione dei nuovi fasti imperiali e propagandistici, e dunque avremo quella conciliazione con l'Antico che trova la sua massima espressione nel trionfalismo del Foro Mussolini (dove l'antichità romana viene riletta in chiave assolutamente innovativa, col ritorno di marmi e mosaici) e, sopratutto, nell'EUR, dove il Palazzo della Civiltà Italiana non può non richiamare, in quella teoria di archi sovrapposti, il Colosseo, e nelle geometrie, e nel bianco e nero delle arcate una autentica fuga in avanti, allo stesso momento celebrazione e innovazione, radice e impulso verso il nuovo.
                          Scusa Sean, posso sapere dove vedi nel palazzo della civiltà italiana questa "fuga in avanti", innovazione, radice e impulso verso il nuovo?

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                          • Sean
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Originariamente Scritto da DORian_fAke Visualizza Messaggio
                            Scusa Sean, posso sapere dove vedi nel palazzo della civiltà italiana questa "fuga in avanti", innovazione, radice e impulso verso il nuovo?
                            Anche ad un occhio poco esperto credo non possa sfuggire l'accostamento architettonico richiamato dal Palazzo con quelle che sono le preesistenze dei grandi monumenti romani, primo fra tutti il Colosseo, eppure qua il tutto, come detto, viene coniugato alla luce del moderno, con l'uso razionale delle forme, la totale assenza di decorazioni (sostituite dai contrasrti di luce provocati dal vuoto delle arcate), dalla razionalità dell'insieme, che sposa funzionalità e monumentalismo.
                            Architettura dell'impero in chiave moderna, radice e innovazione appunto.
                            Un'immagine torna utile, così da chiudere questa pur interessante parentesi

                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • DORian_fAke
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                              Anche ad un occhio poco esperto credo non possa sfuggire l'accostamento architettonico richiamato dal Palazzo con quelle che sono le preesistenze dei grandi monumenti romani, primo fra tutti il Colosseo, eppure qua il tutto, come detto, viene coniugato alla luce del moderno, con l'uso razionale delle forme, la totale assenza di decorazioni (sostituite dai contrasrti di luce provocati dal vuoto delle arcate), dalla razionalità dell'insieme, che sposa funzionalità e monumentalismo.
                              Architettura dell'impero in chiave moderna, radice e innovazione appunto.
                              Un'immagine torna utile, così da chiudere questa pur interessante parentesi

                              Sean mi fa piacere che tu abbia argomentato le tue posizioni, peccato che debba dissentire. Che il fascismo volesse emulare e riproporre la solennità romana è cosa risaputa, ma aimè bisogna riconoscere che quasi tutta l'architettura del ventennio sia carica di retorica e formalismi e purtroppo si limiti tristemente a questo. Il Palazzo della civiltà italiana, noto anche come colosseo quadrato, ne è un esempio lampante: i grandi maestri dell'architettura moderna proponevano nuove soluzioni per l'abitare sociale, la ricerca era punto cardine delle maggiori scuole di architettura dell'epoca, nel palazzo della civiltà italiana possiamo vedere solo un esercizio stilistico fine se stesso, niente di più biasimabile.
                              L'innovazione è completamente assente in quest'opera, il progettista cerca di scopiazzare la grandezza dell'anfiteatro flavio cercando di riproporlo in chiave razionale, la funzionalità da te citata proprio non la vedo, la scala monumentale è la sola cosa che condivido nella tua analisi.
                              Last edited by DORian_fAke; 05-05-2009, 16:38:31.

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                              • Sean
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                                Sean mi fa piacere che tu abbia argomentato le tue posizioni, peccato che debba dissentire. Che il fascismo volesse emulare e riproporre la solennità romana è cosa risaputa, ma aimè bisogna riconoscere che quasi tutta l'architettura del ventennio sia carica di retorica e formalismi e purtroppo si limiti tristemente a questo. Il Palazzo della civiltà italiana, noto anche come colosseo quadrato, ne è un esempio lampante: i grandi maestri dell'architettura moderna proponevano nuove soluzioni per l'abitare sociale, la ricerca era punto cardine delle maggiori scuole di architettura dell'epoca, nel palazzo della civiltà italiana possiamo vedere solo un esercizio stilistico fine se stesso, niente di più biasimabile.
                                L'innovazione è completamente assente in quest'opera, il progettista cerca di scopiazzare la grandezza dell'anfiteatro flavio cercando di riproporlo in chiave razionale, la funzionalità da te citata proprio non la vedo, la scala monumentale è la sola cosa che condivido nella tua analisi.
                                Fa piacere anche a me che tu argomenti le tue, peccato che qua non stiamo parlando di un palazzo ad uso abitativo, ma celebrativo e monumentale, dunque quell "esercezio stilistico fine a se stesso" è tutto da rivedere in quest'ottica, perchè allora quel criterio liquidatorio che cade non si capisce da dove, perchè e da chi, è applicabile ad ogni monumento con le stesse velleità, antico o moderno che sia.
                                Se tu ci vedi della magniloquenza fine a se stessa non posso farti cambiare idea io, ma vedo che dalle radici (che prima negavi, ed ora affermi richiamando tu stesso il legame al modello-Colosseo) siamo passati ora alla funzionalità, come se si stesse parlando di un edifico scolastico e non di una costruzione che doveva celebrare in faccia al mondo la storia della civiltà italica, passata, presente e con l'occhio rivolto al futuro, cosa che qua riesce in pieno, tanto che tutta la successiva architettura post-bellica non riuscirà ad eguagliarne i risultati, con quegli autentici obbrobri che sono le periferie odierne;
                                L'EUR a Roma resta l'ultimo epigono di una logica che vuole lo spazio fuori dal centro ancora inserito in una ideale e rinnovata congiunzione con tutto ciò che già c'era.
                                Prendo comunque atto di questa stroncatura dell'architettura fascista sperando un giorno di poterla vedere confermata in un qualche libro di storia dell'arte, cosa che, ahimè, non mi è ancora capitata di leggere, meno che mai riferita al suddetto EUR (su via della Conciliazione ne possiamo parlare, per dirti che i giudizi assoluti non stanno bene nè qui nè appioppati alla storia tout-court).

                                Per tutto il resto prego confrontarsi la qualità dei progetti di città edificate ex-novo sotto al Fascismo come Sabaudia e Littoria e l'attuale "contemporaneo" sviluppo urbanistico in cui l'unico piano regolatore e innovatore è quello del cemento per il cemento, in un'autentica opera di alienazione abitativa che abbruttisce cose e persone chiamate a viverci, questo si veramente funzionale allo scopo, avendo, infatti, obnubilato il piacere del bello tanto da non sapere neppure più riconoscerlo quando lo troviamo davanti:
                                L'odierno vi sta intossicando, ragazzi.
                                Last edited by Sean; 05-05-2009, 18:30:52.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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