Considerazioni sul Fascismo (astenersi dalle frasi fatte e motivare!)

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  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    Non l'ho vista. A leggere qua, pare almento un tentativo di trattare con un approccio storico un tema-tabù come il Fascismo in televisione.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Lucone
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      la nostra onta è l'8 settembre rimarrà nei secoli il marchio dell'infamia, le guerre si vincono o si perdono...ci sono vari modi di perderle con onore o come noi con il tradimento.
      Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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        • Quel paese
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        Spesso tra i cosiddetti antifascisti c'è la convinzione che l'epoca fascista sia stata, a modo suo, anche un momento di "spionaggio dal basso". Ossia che le persone non potessero esprimere anche in un contesto privato alcuna critica lievemente accesa contro il sistema di governo senza rischiare gravi ripercussioni. Per fare un esempio concreto 2 persone che passeggiavano per strada parlando in termini non proprio entusiastici di mussolini (pur senza organizzare nulla di concreto) rischiavano di essere sentiti dal proprio vicino (un militare ma anche no) che poteva denunciarli e far loro passare dei guai.

        Era effettivamente così?
        Always the beautiful answer who asks a more beautiful question

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        • SonGohan
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          • Mar 2007
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          Originariamente Scritto da 600 Visualizza Messaggio
          Spesso tra i cosiddetti antifascisti c'è la convinzione che l'epoca fascista sia stata, a modo suo, anche un momento di "spionaggio dal basso". Ossia che le persone non potessero esprimere anche in un contesto privato alcuna critica lievemente accesa contro il sistema di governo senza rischiare gravi ripercussioni. Per fare un esempio concreto 2 persone che passeggiavano per strada parlando in termini non proprio entusiastici di mussolini (pur senza organizzare nulla di concreto) rischiavano di essere sentiti dal proprio vicino (un militare ma anche no) che poteva denunciarli e far loro passare dei guai.

          Era effettivamente così?
          pensa un pò ho appena finito di leggermi tutto questo interessantissimo topic proprio ora e arrivato al fondo ho pensavo che il tuo messaggio fosse stato postato mesi fa senza risposta..poi guardando meglio ho notato che risale a ieri: immagino quindi che qualcuno preparato ti saprà dare una risposta al più presto. Rimanendo sul tuo dubbio per sentito dire da persone più vecchie pure io ho sentito parlare del fatto che fosse illegale mettersi a parlare in un luogo pubblico in più di 3 persone per essere sospettati di associazione sovversiva. Erano racconti che sentivo per lo più da bambino e non ho più la possibilità di parlare con queste persone (discorsi tra mio nonno e suoi coetanei, ormai morti). Probabilmente, mia ipotesi, erano disposizioni del periodo di guerra, non credo durante il ventennio ci fosse questo clima da "corte marziale" nella vita dei civili.

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Originariamente Scritto da 600 Visualizza Messaggio
            Spesso tra i cosiddetti antifascisti c'è la convinzione che l'epoca fascista sia stata, a modo suo, anche un momento di "spionaggio dal basso". Ossia che le persone non potessero esprimere anche in un contesto privato alcuna critica lievemente accesa contro il sistema di governo senza rischiare gravi ripercussioni. Per fare un esempio concreto 2 persone che passeggiavano per strada parlando in termini non proprio entusiastici di mussolini (pur senza organizzare nulla di concreto) rischiavano di essere sentiti dal proprio vicino (un militare ma anche no) che poteva denunciarli e far loro passare dei guai.

            Era effettivamente così?
            Ogni regime compie uno spionaggio dal basso. Sarebbe interessante aprire gli archivi della DIGOS (o dei servizi segreti repubblicani), per vedere quanti cittadini di uno stato che si professa democratico siano stati "attenzionati" senza aver commesso alcun reato, ma soltanto perchè sospettati di essere comunisti, anarchici, fascisti, collusi con ipotetiche società segrete o solo perchè "sospetti" (per millemila motivi) allo Stato stesso. Ogni regime riceve soffiate, compila dossier, controlla che la forma che lo stesso regime si è data (democratica, Fascista, monarchica, socialista etc...) non venga messa in pericolo.

            Il regime Fascista non fece eccezione. Ma non si deve pensare ad una azione sistematica e continua. Si controllavano solo i casi che meritavano attenzione, quelli che si ritenevano concretamente pericolosi per motivi politici. La mera critica al Duce o al regime non portava nessuna conseguenza diretta. Lo stesso Codice Rocco norma i casi (e solo quelli) in cui si poteva incorrere in una azione penale per "sovversione"; Codice Rocco che lo Stato repubblicano ha adottato, con qualche lieve modifica, sino ad oggi: tanto malvagio non era.

            A conoscere la dialettica che intercorreva all'interno del Fascismo, si resta sorpresi. Leggiamo questo articolo di presentazione del primo numero di una rivista:

            "La nostra rivista non sorge per fare al fascismo e all'on. Mussolini dei "soffietti" di cui sia il fascismo che l'on. Mussolini non saprebbero che farsene. La nostra rivista è sorta invece per difendere dei principi che per noi sarebbero esattamente gli stessi sia che ci trovassimo in regime fascista, sia che ci trovassimo in regime comunista, anarchico o repubblicano. (...) Nella misura che il fascismo segua e difenda tali principi, in questa stessa misura noi possiamo considerarci fascisti. E questo è tutto.

            Quello stile non è però quello in voga ai più: oggi si parte dal dirsi fascisti, e ci si viene poi a dichiarare pro o contro questa o quella idea (...)"
            [J. Evola, La Torre, n.1, Febbraio 1930]. Se lo avesse detto per strada, Evola sarebbe stato "attenzionato" o "arrestato"?

            D'altra parte, se De Felice ed altri hanno parlato del Fascismo come di un "totalitarismo imperfetto" un motivo c'è. Bisogna chiedersi quanto invece sia perfetto il regime democratico nel quale viviamo oggi. Parlando del Fascismo, noi non dobbiamo dimenticare che parliamo di un regime espressamente antidemocratico, gerarchico, rivoluzionario e conservatore al tempo stesso. I nemici della Nazione (quelli veri, non quelli che sparlavano per strada) sì, passavano dei problemi. Ma le galere od il confino non si riempirono mai di "critici da bar". E dei dichiarati nemici politici del Fascismo (quelli veri) ne morirono molto, molto pochi, certo assai meno di quelli volati dalle finestre delle questure, saltati in aria in stragi di Stato, ammazzati in scontri di piazza o nelle celle di questa democrazia.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
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            • SonGohan
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              Sean, in un altro topic (in un ot) tempo addiettro ti chiesi cosa tu intendessi per vera libertà dell'individuo dove in questa società liberal l'uomo, secondo te, libero veramente non è. Mi ricordo che mi invitasti a leggere questo topic dove le risposte erano già state date: ho finalmente trovato il tempo. Grosso modo sulla carta il tutto fila, direi che ideologicamente mi convince. Il mio piccolo dubbio è nella pratica tutti gli strati della popolazione si sarebbero resi conto del contesto in cui vivevano? In particolare la fascia di popolazione più ignorante, scusate il termine, per esempio i manovali avrebbero percepito questa differenza di impostazione? Gli strati meno colti avrebbero avuto la consapevolezza di appartenere ad un popolo libero di scrivere il proprio destino dando di mano propria la continuità a quello che si è sempre stati? Oppure queste consapevolezze sarebbero state percepite solo dai più "acculturati"? La domanda è ovviamente aperta a tutti cito Sean perché da lui era nato l'invito a leggere questo 3d. Scusate eventuali errori di battitura scrivo come spesso mi capita col cel.

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              • Sean
                Csar
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                Originariamente Scritto da SonGohan Visualizza Messaggio
                Sean, in un altro topic (in un ot) tempo addiettro ti chiesi cosa tu intendessi per vera libertà dell'individuo dove in questa società liberal l'uomo, secondo te, libero veramente non è. Mi ricordo che mi invitasti a leggere questo topic dove le risposte erano già state date: ho finalmente trovato il tempo. Grosso modo sulla carta il tutto fila, direi che ideologicamente mi convince. Il mio piccolo dubbio è nella pratica tutti gli strati della popolazione si sarebbero resi conto del contesto in cui vivevano? In particolare la fascia di popolazione più ignorante, scusate il termine, per esempio i manovali avrebbero percepito questa differenza di impostazione? Gli strati meno colti avrebbero avuto la consapevolezza di appartenere ad un popolo libero di scrivere il proprio destino dando di mano propria la continuità a quello che si è sempre stati? Oppure queste consapevolezze sarebbero state percepite solo dai più "acculturati"? La domanda è ovviamente aperta a tutti cito Sean perché da lui era nato l'invito a leggere questo 3d. Scusate eventuali errori di battitura scrivo come spesso mi capita col cel.
                La risposta è sì, l'avrebbero percepita, l'hanno percepita. Il primo obiettivo del Fascismo era la totale rigenerazione dell'Italiano in senso morale, spirituale e poi fisico e materiale. Creare, plasmare l'homo novus, il nuovo tipo di italiano inteso in senso fascista. Questa rigenerazione, questa, direi, filiazione come sarebbe avvenuta? Facendo sentire, in primo luogo, il popolo, tutto il popolo parte di qualcosa. I giovani, innanzitutto, educati oltre che dalla famiglia, dallo Stato. L'educazione dei giovani è compito tra i primissimi dello Stato fascista. Le colonie al mare per chi non se le poteva permettere; l'associazionismo dei Balilla; i Figli della Lupa; le attività sportive; si formava, partendo dai giovani di ogni classe sociale, l'uomo nuovo, la futura spina dorsale dello Stato. Questo movimentismo non poteva non dare il senso che qualcosa, rispetto al passato, cambiava, e che ci si trovava in uno Stato diverso rispetto a quello degli anni precedenti. Come sempre, nel Fascismo la dottrina viene dopo: prima c'è la prassi, e i giovani, in questa prassi "fascistissima", vi vengono immediatamente inquadrati.

                Gli adulti vengono tutti chiamati, ciascuno secondo le sue possibilità/potenzialità, a partecipare della costruzione del nuovo Stato ed alla sua prosperità. I manovali con le bonifiche e le grandi opere di urbanizzazione e di costruzione di nuove città; i contadini a rendere fertile la terra (la battaglia del grano), gli operai con la previdenza e la creazione del "dopolavoro", e gli intellettuali a sistematizzare quella che diverrà la "mistica" Fascista. Nel Fascismo, non esiste comparto dello Stato che si possa esimere dal partecipare a questa immane opera di rinnovamento.

                La propaganda poi farà il resto, e infiammerà proprio gli strati più bassi della popolazione, quelli più "istintivi" e meno sovrastrutturati. La trasvolata di Balbo, la conquista delle colonie per dare pane e lavoro agli italiani, l'impero che torna sui "colli fatali" di Roma: tutte imprese che affascineranno larghi strati della popolazione. Siamo, d'altra parte, nel periodo di massimo fulgore della storia d'amore tra il Duce e il popolo, il periodo del "consenso". Anzi, i pù freddi erano e resteranno proprio gli intellettuali. Il Duce (intellettuale, algido, distante) non lo fu mai.

                Alla inaugurazione delle nuove città (già, si costruivano dal nulla delle città, cosa di cui non siamo più capaci. Meglio oggi allargare le periferie con condomini-alveare da 40 mq...) ad ascoltare ed applaudire il Duce c'erano i manovali ed i contadini. C'era il popolo. La civiltà nuova nasceva sotto ai suoi occhi, letteralmente tra le sue mani.
                Last edited by Sean; 07-09-2011, 20:37:19.
                ...ma di noi
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                • SonGohan
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                  Grazie per la risposta. Un'ulteriore dubbio scusa. Queste tue considerazioni riguardano il periodo del fascismo, periodo in cui non si sperimentava ancora il benessere di massa dei giorni nostri. Queste masse infiammate e istintive erano tali perché già incarnavano l'uomo nuovo? Oppure erano infuocate sopratutto perché "affamate"? Vent'anni furono sufficienti a forgiare l'uomo nuovo? I piani del duce forse erano più a lungo termine dato che la guerra interruppe il tutto? Ipotizzando che il fuoco fosse già sincero e non una mera rabbia da pancia vuota ecco il dubbio che più mi suggestiona(qui entriamo in fanta storia per la serie ipotesi senza una vera risposta dei "se e dei ma"): se il fascismo fosse sopravvissuto alla guerra a tendere, grazie all'evoluzione tecnologica, le masse si sarebbero ritrovate "benestanti". Il benessere diffuso avrebbe potuto viziare il tutto? Far diventare decadente un'ipotetica società fascista dei giorni nostri? Se questo è vero avrebbe assunto importanza la consapevolezza dell'ideale degli "acculturati" che dalle leve di comando oggi prevenirebbero la corruzzione delle masse per il troppo benessere e agio. Scusa i troppi punti interrogativi ma su questo argomento sono più le cose che ho da chiedere piuttosto che le cose che ho da dare alla discussione..

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                  • Sean
                    Csar
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                    Sono cose in gran parte già dette nel Thread (che fine avrebbe fatto il Fascismo, ad esempio, o se i vent'anni furono sufficienti). Farò un sunto a tempo debito: per stasera, tra religione e Fascismo, ho fatto il pieno
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
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                    • SonGohan
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                      Sono cose in gran parte già dette nel Thread (che fine avrebbe fatto il Fascismo, ad esempio, o se i vent'anni furono sufficienti). Farò un sunto a tempo debito: per stasera, tra religione e Fascismo, ho fatto il pieno
                      ok grazie in anticipo allora.

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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        D'altra parte, se De Felice ed altri hanno parlato del Fascismo come di un "totalitarismo imperfetto" un motivo c'è.
                        La risposta alla mia domanda è quindi NO, però questa frase in particolare mi lascia un dubbio.

                        Il fascismo è stato un totalitarismo imperfetto per un suo limite, e non per sua volontà, a quanto ne so. Se avesse potuto, per quanto ne sappiamo, avrebbe invece attuato questa forma di "repressione della parola"?
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                          Originariamente Scritto da 600 Visualizza Messaggio
                          La risposta alla mia domanda è quindi NO, però questa frase in particolare mi lascia un dubbio.

                          Il fascismo è stato un totalitarismo imperfetto per un suo limite, e non per sua volontà, a quanto ne so. Se avesse potuto, per quanto ne sappiamo, avrebbe invece attuato questa forma di "repressione della parola"?
                          Non più di altri regimi, compresi gli attuali. Scopo del Fascismo non era azzittire "la parola" (magari lo avesse fatto, ne sentiamo così bisogno, sopratutto oggi che dalle parole siamo letteralmente annegati...), ma trasformare l'uomo e, dunque, la civiltà. Forse qua sfugge (e allora vuol dire che ci abbiamo capito poco) che non stiamo parlando di un regime alla Pol Pot o baggianate simili. La compiutezza era ri-creare l'uomo e la nazione: credi che chi ha di questi obiettivi si preoccupi che tu possa andare in televisione o su di un forum per dire la tua, magari "tanto per"?...Pensi davvero che chi ha obiettivi simili si preoccupi di farli approvare per referendum?...Credi davvero che chi si pone alla costruzione di un'opera così immane si preoccupi di cosa pensa la massa? Quella massa che le democrazie interpellano ogni 5 anni mettendogli una matita nella mano e l'altra nel di dietro? Ma di cosa parliamo? Delle cose minime, miserabili, della "tua" piccola inutile libertà di poter liberamente dire la tua, perchè "io valgo", "io penso", "io parlo"?

                          No, nel Fascismo questa perdita di tempo non era e non è contemplata. Fa parte delle cose inutili, della mitologia di far credere che tutti hanno accesso a tutto. Che tutti sono simili al suo simile, perchè hanno una lingua ed un cranio. Stiamo parlando di due mondi completamente diversi e inconciliabili. Chi crede segue. Credere è cuore e volontà, non diritto di parola perchè "voglio dire la mia". Te lo devi guadagnare, nel Fascismo, quel diritto. Le sue porte, quelle sì, sono aperte a tutti. Il Fascismo ci avrebbe regalato la più grande delle libertà: ci avrebbe liberato dagli stupidi, dagli inetti, dagli incapaci, dagli inadatti, dai tronfi, dai verbosi, dagli imbecilli, da tutti quelli che oggi ci disturbano parlando parlando incapaci di vivere. Perdono tempo, e lo fanno perdere, per il solo piacere di dire la loro. Bene, il Fascismo ne avrebbe fatto a meno. Che immane, dolcissima liberazione.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
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                          • sotiris
                            Urban Sheepboy
                            • Sep 2010
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                            • corazziere tascabile
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                            La cura è peggiore del male?
                            ovviamente si! la storia lo ha dimostrato.
                            sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.

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                            • 600
                              been there, done that
                              • Mar 2009
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                              • Quel paese
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Non più di altri regimi, compresi gli attuali. Scopo del Fascismo non era azzittire "la parola" (magari lo avesse fatto, ne sentiamo così bisogno, sopratutto oggi che dalle parole siamo letteralmente annegati...), ma trasformare l'uomo e, dunque, la civiltà. Forse qua sfugge (e allora vuol dire che ci abbiamo capito poco) che non stiamo parlando di un regime alla Pol Pot o baggianate simili. La compiutezza era ri-creare l'uomo e la nazione: credi che chi ha di questi obiettivi si preoccupi che tu possa andare in televisione o su di un forum per dire la tua, magari "tanto per"?...Pensi davvero che chi ha obiettivi simili si preoccupi di farli approvare per referendum?...Credi davvero che chi si pone alla costruzione di un'opera così immane si preoccupi di cosa pensa la massa? Quella massa che le democrazie interpellano ogni 5 anni mettendogli una matita nella mano e l'altra nel di dietro? Ma di cosa parliamo? Delle cose minime, miserabili, della "tua" piccola inutile libertà di poter liberamente dire la tua, perchè "io valgo", "io penso", "io parlo"?
                              Mmm si. Mi rendo perfettamente conto che parlando di fascismo (ma così come parlando di una qualunque teoria politica) la domanda dovrebbe essere secondaria, però di fatto è una delle obiezioni che più spesso viene fatta al fascismo. Alla fine anche molti dettagli della vita comune hanno la loro importanza no?
                              No, nel Fascismo questa perdita di tempo non era e non è contemplata. Fa parte delle cose inutili, della mitologia di far credere che tutti hanno accesso a tutto. Che tutti sono simili al suo simile, perchè hanno una lingua ed un cranio. Stiamo parlando di due mondi completamente diversi e inconciliabili. Chi crede segue. Credere è cuore e volontà, non diritto di parola perchè "voglio dire la mia". Te lo devi guadagnare, nel Fascismo, quel diritto. Le sue porte, quelle sì, sono aperte a tutti. Il Fascismo ci avrebbe regalato la più grande delle libertà: ci avrebbe liberato dagli stupidi, dagli inetti, dagli incapaci, dagli inadatti, dai tronfi, dai verbosi, dagli imbecilli, da tutti quelli che oggi ci disturbano parlando parlando incapaci di vivere. Perdono tempo, e lo fanno perdere, per il solo piacere di dire la loro. Bene, il Fascismo ne avrebbe fatto a meno. Che immane, dolcissima liberazione.
                              Questo pezzo non mi è chiaro per nulla. Non che mi dispiacerebbe quello che hai scritto sopra, ma non credo che sia ancora stato inventato un regime in grado di eliminare le stupidaggini e la pigrizia mentale in toto...
                              Se invece ti riferivi solo alle chiacchiere "da bar" riguardanti la politica, se nella gerarchia politica può entrare solo chi è già ben ben convinto credo il rischio sarebbe di non vedere mai riforme strutturali.
                              Always the beautiful answer who asks a more beautiful question

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
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                                • In piedi tra le rovine
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                                Ecco, sono tutte domande secondarie, senza alcuna importanza.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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